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    Assieme alle personalità presentate alla Biennale, i pittori di Ca’ Pesaro, quelli legati a Burano (e in parte a Milano, attraverso il sodalizio con i pittori di Bagutta) e quelli che poi lavorarono a Palazzo Carminati (molti dei quali sono stati in contatto con tutti questi quattro ambienti artistici), furono i principali artefici della cultura figurativa lagunare tra le due guerre; quella, dove lo stesso Luigi Stefani attinse frequentandola direttamente e divenendo amico di non pochi di questi artisti.

    Tra questi suoi amici, si ricordano Ettore Tito, Carlo Dalla Zorza, Fioravante Seibezzi, Alessandro Pomi, i pittori di Palazzo Carminati (Aldo Bergamini, Neno Mori, Marco Novati, Cosimo Privato, Luigi Scarpa Croce, Fioravante Seibezzi, Mario Varagnolo) e, dopo l’assegnazione dell’incarico d’insegnante di pittura all'Accademia di Belle Arti cittadina, Virgilio Guidi. Sempre in questo periodo, consolidò l’amicizia con Teodoro Wolf Ferrari, che aveva iniziato a dimorare pressoché stabilmente a San Zenone, andando sovente assieme a lui a dipingere nelle alture della pedemontana e delle montagne circostanti.

 

 

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