ΩΩΩ  Nelle sue opere di questi anni, sembra che il lavoro non solo sia parte necessaria della vita di tutti i giorni ma di essa ne sia parte integrante, ne sia un tutt’uno. Il lavoro è un dono di Dio e come tale è un dovere, che richiede sacrifici continui e gravosi, ma grazie al quale si cresce innanzitutto nello spirito, si cresce nell’anima, si cresce nel nostro essere più profondo, permettendoci così di essere cristianamente umili e devotamente felici. È con questo senso di religiosa devozione che esso ci viene presentato in tante sue opere, nelle quali, e non è casuale, sovente sono proprio le donne a farsi le “modelle” ideali e le vere eroine di questa visione reale della vita della sua epoca.

   Il lavoro è fatica e sacrificio, che stanca fisicamente, ma al tempo stesso conferisce grande dignità umana e, talvolta, è innalzato fin quasi a divenire emozionata poesia liturgica, anche in senso allusivo e simbolico, capace di condensare in sé tutto il mondo agreste di un’epoca e di un ambiente, e tutto il senso religioso-cristiano grazie al quale il lavoro educa e, nella sua naturale semplicità, ci fa crescere moralmente e spiritualmente; ci dà la ricchezza dell’umiltà umana, del contatto purificatore con la terra, del sentimento che suscita la natura nel nostro animo quando con essa si vive in perfetta armonia e in perfetto reciproco rispetto.

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