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Quando nel 1880 gli fu conferita la «pensione
governativa per merito distinto», permettendogli di tenere «studio ed
alloggio gratuito a Palazzo Rezzonico» (Luigi Dal Bello, 1982), Noè
Bordignon poteva considerarsi un giovane artista di successo anche a Venezia,
città che da questi anni e per oltre un decennio fu la principale sede della sua
attività di pittore, tanto più quando nel 1885 gli morì il padre e nel 1886
sposò la veneziana Maria Zanchi, trasferendosi a vivere a Dorsoduro.
Negli anni Ottanta, per Bordignon e per la maggior parte
dei più dotati pittori veneti, prende avvio un periodo artistico davvero
straordinario che, sebbene un po’ in ritardo rispetto ad altre realtà, vede il
deciso affermarsi del Verismo anche in campo pittorico.
L’affermarsi (e il graduale mescolarsi con l’antica
nobiltà fino col finir a sostituirsi a essa), in città e in provincia, di una
nuova e ricca borghesia di estrazione fondamentalmente rurale e, solo in un
secondo momento, commerciale, inevitabilmente si riflette anche in campo
artistico, dove col cambiare della committenza cambia necessariamente il gusto
estetico, l'esigenza figurativa dell'artista e il suo ruolo all'interno della
società.
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