ΩΩΩ  La recente tesi di laurea su Noè Bordignon di Emiliano Covre e il suo illuminante scritto pubblicato nel catalogo della mostra, ci forniscono importanti e nuovi elementi sul suo primo soggiorno romano, permettendoci di chiarire le vicende che gli meritarono il pensionato triennale a Roma tra il 1871 e il 1874, nonché fornendoci un elenco di opere che il giovane artista aveva realizzato in quegli anni. I contributi del dott. Covre, inoltre, ci consentono di meglio interpretare la volontà di Bordignon nel voler uscire dai tradizionali schemi di apprendimento accademico per rivolgere la sua attenzione a una concezione più moderna del fare artistico, aperta all’esigenza d’improntarne i lavori su di una visione tratta dal vero e all’aria aperta tanto della natura quanto dell’uomo, confermandoci così una predisposizione precoce verso il Realismo.

   La mosca cieca, capolavoro giovanile che le ricerche di Emiliano Covre hanno permesso di anticipare al 1874 circa e riconoscerlo quale saggio finale del suo pensionato romano, ne è un esempio illuminante, dove, il sentimento aneddotico che ne esce, libera il dipinto da ogni teatralità di messa in scena accademica a favore di una naturale esposizione del fatto quotidiano.

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