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Il Realismo veristico, caratterizzato da una genuina vena,
vera e autoctona, fatta di raffigurazioni aventi come soggetto la quotidianità
cittadina, popolare e rurale, diviene il genere prediletto e più sentito dalla
nuova ricca borghesia e, quindi, dagli artisti. Il popolo e le classi meno
agiate in genere, sulle quali, appunto, si fondava la ricchezza di questa nuova
borghesia, sempre più spesso sono innalzate a nuovo modello artistico. Qua e là,
ogni rappresentazione s’imbeve di quella vena romantica cui s’è fatto cenno e la
produzione artistica di ogni singolo pittore sembra sostanzialmente dividersi in
due generi, spesso tra loro tangenti e con tematiche similari: scenette di
carattere popolare, come quelle prima viste, tutte permeate di una spensierata e
quasi gioiosa voglia di vivere, da un lato, e scene con gli stessi ambienti e
gli stessi personaggi presentati per la loro testimonianza di realtà e
condizione sociale, dall'altro, come ne' La pappa al fogo (vero
capolavoro della pittura veneta dell'Ottocento) e ne' Gli emigranti di
Noè Bordignon.
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