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In questo splendido Ritratto della signora Polese, Stefani mette in scena con una qualità pittorica e rappresentativa sorprendente un vero e proprio ritratto d'apparat. Elegantissimo, limpido, puro ed essenziale come i più sobri ritratti barocchi, la bella signora è effigiata a figura quasi intera, seduta sulla poltroncina che par prospetticamente scivolar in avanti grazie a un complesso ritmo incrociato e zigzagato. La composizione si presenta di un sintetismo assoluto, che si potrebbe dire alla Casorati o al primo Guidi, ma non per imitazione, quanto per sintonia d’intenti in un momento in cui anche da noi s’andava diffondendo, sulla scorta di Valori Plastici e del Novecento sarfattiano, un Ritorno all’Ordine che negli anni Trenta, per taluni, prendeva la direzione del Realismo Magico, dal quale il nostro ritratto non appare affatto esente.

LUIGI STEFANI (San Zenone degli Ezzelini, 1899 - Castelfranco Veneto, 1987), Ritratto della signora Polese, 1930, olio su tela, cm 89 x 68, collezione privata.

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