Galleria d'arte e d'antiquariato
presenta
Il
Museo Civico di Bassano del Grappa:
capolavori
dal Rinascimento al Realismo
di
Marco Mondi
(Bozza
del primo intervento dedicato al tema: Tra
realtà espositive museali e eventi espositivi: invito alla scoperta di
importanti opere d’arte custodite ed esposte nel nostro territorio - tre
incontri di storia dell’arte locale:
il Museo Civico di Bassano del Grappa: capolavori dal Rinascimento al
Realismo - relatore Marco
Mondi -, tenuto le sera del 29 aprile 2006 presso gli spazi del Centro Culturale
di Riese Pio X nell'ambito degli Incontri Culturali 2006 del Comune)
Ringraziamenti: si ringrazia la direzione del Museo Civico di Bassano del Grappa per aver permesso di scattare alcune riproduzioni in diapositiva degli spazi espositivi del Museo stesso, proiettate durante questa serata.
Perché
di queste lezioni:
Il
Museo di Bassano.
La
Gipsoteca, la Casa ed il Tempio di Canova.
TWF,
la Biennale gli anni di Ca' Pesaro = al posto opere chiese Riese.
Come
e perché nasce un museo.
La
nascita dei musei in Italia nel corso del XIX secolo, musei, quindi, già
sostanzialmente intesi in senso moderno, ha origine per il verificarsi di
molteplici fattori che, tra i principali, possiamo ricordare:
-
la necessità di raccogliere, in un luogo appositamente demandato dalla comunità
locale, le opere già dall'antichità raccolte in edifici pubblici (palazzo
della comunità o altri uffici e luoghi della comunità stessa);
-
la necessità di raccogliere, nello stesso luogo delle precedenti, quelle opere
giunte in proprietà pubblica attraverso la soppressione di chiese e conventi
avvenute durante gli ultimi anni della Serenissima Repubblica, del dominio
napoleonico o successivamente;
-
la necessità di raccogliere in un luogo pubblico le opere giunte alla comunità
attraverso lasciti ed acquisizioni di vario genere e di varia natura da parte o
da benemerite persone legate alla comunità;
-
a partire dall'Unità d'Italia, la necessità di rivendicare l'esistenza di
un'identità locale che rischiava di perdersi, soprattutto quando lo stato
centrale volle la formazione dei grandi musei nazionali, che venivano a formarsi
anche sottraendo alle varie comunità le loro opere d'arte di maggior pregio
artistico e storico: perciò, il nuovo museo civico cittadino si voleva perché
potesse contenere quelle opere, ma anche tutta quella serie di altri manufatti,
artistici, storici, naturalistici, numismatici, fittili, ecc., nei quali la
cultura, la storia, l'arte e la stessa identità locale si riconosceva e
scopriva in essi una parte importante del suo passato e del suo presente;
- ecc.
Per tutto ciò, nel Veneto e in molte altre località del Nord Italia
soprattutto, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento si assiste alla
nascita di numerosissimi musei civici (Museo Civico = museo a carattere storico
documentario soprattutto cittadino).
Pur tenendo in considerazione questi fattori, la storia del Museo Civico di
Basano del Grappa segue un percorso sostanzialmente autonomo: infatti, il Museo
Civico di Basano del Grappa, inaugurato nel 1840, <<a quella data>>,
come precisa Licisco Magagnato, già esisteva e <<nessun altro Museo
Civico veneto poteva ritenersi altrettanto strutturalmente sviluppato e
definitivamente sistemato. Verona, Vicenza, Padova, la stessa Venezia, dovevano
ancora attendere alcuni lustri prima di poter aprire le sedi dei loro Musei; le
inaugurazioni cadono tutte attorno al 1857, anno della visita solenne di
Francesco Giuseppe nel Veneto>> (LICISCO MAGAGNATO, Introduzione,
p. XIV, in LICISCO MAGAGNATO e BRUNO PASSAMANI, Il Museo Civico di Bassano
del Grappa - Dipinti dal XIV al XX secolo, Vicenza, 1978).
Questo
fu possibile perché la cittadina di Bassano, e la sua cittadinanza, fu sempre
particolarmente sensibile alla storia, alla cultura e all'arte del proprio
territorio.
Alla fine del Settecento, nelle sale del Palazzo Municipale (e in quelle di
altri palazzi adibiti ad amministrazione pubblica) ed in quelle adiacenti il
Chiostro di San Francesco, allora sede dell'Ospedale, esisteva già un nucleo di
opere pittoriche, formate principalmente da dipinti di Jacopo Bassano, di suo
padre, dei suoi figli e della scuola dapontina.
Tra la fine del Settecento (volute dalla Serenissima) e i primi anni
dell'Ottocento (volute da Napoleone), la soppressione di chiese e conventi fa
aggiungere a questo nucleo iniziale altre importanti opere (da Santa Caterina
nel 1785, da San Francesco nel 1796, dal Convento dei Padri Cappuccini, da
quello di San Girolamo e dalla Chiesa dei SS. Ermagora e Fortunato nel 1812).
Nel 1807, in onore di Napoleone la Comunità cittadina organizza una mostra di
pitture (sostanzialmente quelle del suddetto nucleo più opere contemporanee).
Nel 1825, nelle sale del Palazzo Municipale fu allestita una mostra di opere
pittoriche, formate dal suddetto nucleo con l'aggiunta di opere contemporanee,
in onore della visita dell'imperatore Francesco I e di suo figlio Carlo.
Nel 1828, il Comune viene in possesso della biblioteca di Giambattista Brocchi
(1772-1826), illustre scienziato, naturalista ed esploratore bassanese. Per
volontà testamentaria, oltre alla ricca biblioteca, donava anche una collezione
di reperti naturalistici ed una notevole somma di denaro per stipendiare un
bibliotecario. Nasceva così il primo vero nucleo della Biblioteca Comunale, non
ancora creata, però. Nel 1830, il Comune destinava Casa Bonfadini,
appositamente acquisita, alla biblioteca.
E' anche grazie a questa donazione, che il Comune di Bassano sente la necessità
di creare un Museo per raccogliere ed aprire al pubblico queste importanti
ricchezze.
Altre donazioni e lasciti vanno ad arricchire la biblioteca e la pinacoteca:
1837, minerali Brocchi; 1838, biblioteca Vittorelli; 1839, biblioteca Orlandi,
ecc.
Dopo diversi tentativi, nel 1838 il Comune viene in possesso del complesso di San Francesco (Chiostro, Convento, Chiesa), che fino allora ospitava l'Ospedale cittadino (passato ai Riformati): hanno quindi finalmente una sede per il Museo e per la Biblioteca. Museo e Biblioteca da questo momento avranno la vita legata e si integreranno a vicenda, assieme a quello che sarà poi l'Archivio Comunale.
Nel 1840, nel complesso di San Francesco, si inaugura il Museo.
Altri lasciti ed acquisizioni fanno subito seguito: nel 1840, libri,
manoscritti, sculture e disegni di proprietà del conte Giambattista Roberti;
nel 1849, la collezione numismatica, di libri e di opere d'arte (monocromi
canoviani) dello Stecchini; sempre nel 1849, il conte Giambattista Remondini
lasciava la sua preziosa collezione di stampe; tra il 1850 ed il 1853, Monsignor
Giambattista Sartori-Canova, lasciava l'importantissimo nucleo di bozzetti, di
gessi, di tempere, d'epistolari e di disegni di Antonio Canova, nonché della
sua biblioteca; altre donazioni vennero nel 1866 e nel 1867 da parte di
Monsignor Marasca, Monsignor Merlo e Alberto Parolini; nel 1876, il conte
Giovanni Riva lasciava al Museo una ricchissima collezione di disegni e dipinti;
e così via.
Il Museo-Biblioteca-Archivio di Bassano del Grappa venne così ad arricchirsi:
di nuclei importanti di dipinti (in primis le opere di Jacopo Bassano ed
dei Da Ponte); di gessi, tempere, di disegni ed epistolari del Canova; di stampe
(importante quelle dei Remondini); di manoscritti; di ceramiche, terrecotte ed
altre suppellettili (importanti quelle degli Antonibon e delle Nove); di
numismatica; di reperti archeologici; di reperti naturalistici; ecc.
Da
qui, la formazione delle varie sezioni del Museo-Biblioteca-Archivio di Bassano
del Grappa:
-
Lapidario: nel chiostro
(risalente a prima del
XVII secolo) <<sono distribuiti (Paolo
Maria Tua,
1940)
lungo le pareti o deposti a terra, i cippi, gli stemmi delle famiglie
cittadine, le iscrizioni, le pietre tombali (prevalentemente pervenute dalla
chiesa di San Francesco) e i frammenti architettonici e scultorei provenienti
dalla città; un insieme di reperti che testimoniano la storia di Bassano dalla
fine del XIII alla metà del XX secolo>>.
-
Collezione archeologica: sezione bassanese, con i materiali provenienti dal
territorio, e sezione Chini,
che
<<ospita la donazione (1973–1978) di Virgilio Chini, in
memoria del padre Lorenzo, comprendente vasi, bronzi, oggetti di oreficeria
rinvenuti in Magna Grecia, di produzione greca e italiota… La collezione è
sistemata nella cappella medievale di Sant’Antonio (già appartenente al
complesso conventuale) che conserva un ciclo di affreschi attribuibili a
BATTISTA DA VICENZA (1375 c.-1437-1448) e alla sua bottega>>
(pianterreno).
-
Biblioteca e l’Archivio: <<conservano volumi, codici, incunaboli e
rari manoscritti, tra i quali molti
epistolari sette-ottocenteschi>>.
-
Pinacoteca: - sala dapontiana;
- sala delle opere del Seicento e
Settecento;
- sala canoviana (prima parte canova,
seconda parte l’ambiente romano “canoviano);
- sale laterali con opere dal XIII secolo
al XVII secolo;
- salette destinate a Gabinetto dei
Disegni e delle Stampe:
-
<<i Disegni Riva, dal nome del donatore, il conte Giuseppe Riva,
collezionista padovano, che raccolse tra il 1840 e il 1865, 580 opere di artisti
rappresentativi delle più illustri scuole italiane: la scuola veneta, emiliana,
tosco-romana, genovese e lombarda (Andrea del Sarto, Parmigianino, Annibale e
Agostino Carracci, Lorenzo Lotto, Sebastiano del Piombo, Jacopo Palma il
Giovane, Jusepe de Ribera, Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Gian Lorenzo
Bernini)>>;
-
<<i Disegni Bassanesi,
rappresentati da 1395 fogli di diversa provenienza e ordinati in più sezioni
(Giulio Romano, Jacopo Bassano, Guido Reni; Guercino, Giacomo Quarenghi, Orazio
Marinali, Antonio Marinoni, Bortolo Sacchi)>>;
- <<i
Disegni Canova, illustrati in 1764 fogli, facenti parte del lascito
Sartori-Canova, raccolti in dieci album e otto taccuini: essi costituiscono una
parte fondamentale dell'attività grafica di Canova e rivestono un'enorme
rilevanza storica e critica quali esercizi del proprio patrimonio di memoria e
di studio personale e come primi progetti delle pitture e delle sculture
realizzate dall'artista>>.
-
<<la sezione delle Stampe si è formata per l'attività di
collezionismo e di produzione della Calcografia Remondini, famiglia di
stampatori, attiva a Bassano dalla metà del Seicento alla metà dell'Ottocento.
E' costituita da circa 30.000 incisioni, in parte realizzate dalla stessa
calcografia, in parte collezionate dai Remondini nel vasto patrimonio italiano
ed europeo: Albrecht Duerer, Luca di Leida, Hendrick Goltzius, Rembrandt,
Cornelis Cort, Gianbattista e Giandomenico Tiepolo, Giovanni Battista Piranesi,
Marco Pitteri, Giuseppe Wagner, Francesco Bartolozzi, Giovanni Volpato>>.
- sale dedicare alle opere
dell’Ottocento e del Novecento;
- sala dedicata ai costumi di scena del
baritono Tito Gobbi.
Proiezione diapositive e commento
delle sale, dei nuclei artistici in esse conservate e delle opere più
importanti.
Conclusione
con l'invito ad andare a visitare il Museo.
Elenco
delle opere proiettate:
01)
- Veduta dell’ingresso del Museo Civico di Bassano del Grappa
(Museo-Biblioteca-Archivio), situato nell’ex Convento di San Francesco.
02)
- Veduta del chiostro dell’ex Convento di San Francesco, dove sono collocati
reperti lapidari e di altro genere di varie epoche.
03)
- Veduta del chiostro dell’ex Convento di San Francesco, dove sono collocati
reperti lapidari e di altro genere di varie epoche.
04)
- Veduta dell’androne centrale al pianterreno del Museo, con l’ampia
scalinata attraverso la quale si accede alla Pinacoteca; si noti la scultura
canoviana di LUIGI ZANDOMENIGHI (Colognola, 1778 - Venezia, 1850), Omaggio ad
Antonio Canova, 1824-27, marmo; agli angoli due grandi telamoni di ORAZIO
MARINALI (Bassano del Grappa, 1643 – Vicenza, 1720).
05)
- Veduta dell’androne centrale al pianterreno del Museo: si noti la sala della
Biblioteca Comunale, parte integrante del complesso cittadino assieme
all’Archivio Storico Comunale; si notino anche le sculture in gesso di ANTONIO
DAL ZOTTO (Venezia, 1852 - 1918), modelli per il monumento a Carlo
Goldoni (Venezia, Campo San Bartolomeo, 1884)
e a Giuseppe
Tartini (1896, Pirano
d'Istria).
06)
- Veduta della sala sezione archeologica bassanese, dove sono esposti i
materiali provenienti da scafi effettuati nel territorio.
07)
- Veduta dell’ingresso della sezione archeologica Chini, dove sono esposti
vasi, bronzi, oggetti di oreficeria rinvenuti in Magna Grecia, di produzione
greca e italiota.
08)
- Veduta della seconda sala della sezione archeologica Chini, dove sono esposti
vasi, bronzi, oggetti di oreficeria rinvenuti in Magna Grecia, di produzione
greca e italiota.
09)
- Veduta della sala della sezione archeologica collocata nell’originaria
cappella medievale di Sant’Antonio, che conserva ancora un ciclo di affreschi
attribuibili a BATTISTA DA VICENZA (1375 c.-1437-1448) e alla sua bottega.
10)
- Veduta della sala della sezione archeologica collocata nell’originaria
cappella medievale di Sant’Antonio, che conserva ancora un ciclo di affreschi
attribuibili a BATTISTA DA VICENZA (1375 c.-1437-1448) e alla sua bottega.
11)
- Alcuni reperti fittili conservati in una teca nella sezione archeologica.
12)
- Alcuni reperti metallici conservati in una teca nella sezione archeologica.
13)
- Veduta della scalinata attraverso la quale si accede alla Pinacoteca con alle
pareti opere dei BASSANO figli.
14)
- Veduta della scalinata attraverso la quale si accede alla Pinacoteca con alle
pareti opere di FRANCESCO BASSANO IL VECCHIO (Bassano, 1470/1475 ca. – 1539
ca.).
15)
- Veduta dell’androne centrale della Pinacoteca; al centro della sala
l’opera canoviana di GIUSEPPE DE FABRIS (Nove, 1790 - Roma, 1860), Addio di
Ettore e Andromaca, 1817, gesso cm. 212 x 106 72.
16)
- Veduta della sala in cui si conservano le opere di Jacopo Bassano.
17)
- Veduta della sala in cui si conservano le opere di Jacopo Bassano.
18)
- JACOPO BASSANO (Bassano, 1510 – 1592), La fuga in Egitto, 1534, olio
su tela, cm. 183 x 198; proviene dalla chiesa di San Gerolamo di Bassano del
Grappa venne trasferita in Municipio nel 1780 (anno di chiusura del culto della
chiesa), poi dal 1840 in Museo Civico
19)
- JACOPO BASSANO (Bassano, 1510 – 1592), Sant’Anna in trono con la
Vergine bambina tra i Santi Girolamo e Francesco, 1541, olio su tela, cm.
144,5 x 101,5; proviene dalla chiesa dei Padri Riformati di Asolo; Gallerie
dell’Accademia di Venezia, 1812; chiesa parrocchiale di Sossano, 1883; al
Museo dal 1956.
20)
- JACOPO BASSANO (Bassano, 1510 – 1592), Martirio di Santa Caterina,
1544, olio su tela, cm. 160 x 130; proviene dalla chiesa di San Gerolamo di
Bassano; collezione Compostella di Bassano, 1780; al Museo dal 1953.
21)
- JACOPO BASSANO (Bassano, 1510 – 1592), San Giovanni Battista nel deserto,
1558, olio su tela, cm. 114 x 151; proviene dall'altare di San Giovanni della
chiesa di San Francesco in Bassano; trasportato in Municipio nel 1796, fu
rivendicato dalla famiglia Costa che nel 1831, ritornatene in possesso, lo
vendette ai Thiene; questi lo vendettero al Canonico Merlo che nel 1866 lo donò
al Museo.
22)
- JACOPO BASSANO (Bassano, 1510 – 1592), San Valentino battezza Santa
Lucilla, 1575, olio su tela, cm. 182 x 127; proviene dalla chiesa della
Madonna delle Grazie di Bassano.
23)
- JACOPO BASSANO (Bassano, 1510 – 1592), San Martino e Sant’Antonio abate,
1578 ca., olio su tela, cm. 167 x 105; proviene dalla chiesa di santa Caterina
di Bassano, fino al 1772, anno di soppressione della chiesa; collezione Verci,
1783; collezione Giuseppe Remondini, che la donò nel 1785 al Comune di Bassano.
24)
- Veduta del corridoio che porta alla sala del Guariento.
25)
- Veduta della saletta antecedente quella del Guariento.
26)
- Veduta della sala del Guariento.
27)
- GUARIENTO DI ARPO (Padovano, doc. dal 1338 al 1370 c.), Croce dipinta con
Gesù Crocifisso, 1330-40, tempera su tavola, cm. 366 x 275 (particolare);
proviene dalla chiesa di San Francesco di Bassano; in Museo da quando questo era
ospedale.
28)
- MICHELE GIAMBONO (Veneziano, notizie dal 1420 – 1462), Madonna col
Bambino, XV secolo, tempera su tavola, cm. 55 x 42.
29)
- PIER MARIA PENNACCHI (Treviso, notizie dal 1464 – 1514-15), Sacra
Famiglia, inizi del XVI secolo, tempera su tavola, cm. 85 x 68.
30)
- Veduta del corridoio che segue la sala di Jacopo Bassano.
31)
- Veduta del corridoio che segue la sala di Jacopo Bassano.
32)
- Veduta dell’ingresso della sala dedicata alla pittura del XVII e XVIII
secolo.
33)
- Veduta della Sala dedicata alla pittura del XVII e XVIII secolo.
34)
- Veduta della Sala dedicata alla pittura del XVII e XVIII secolo.
35)
- Veduta della Sala dedicata alla pittura del XVII e XVIII secolo.
36)
- Veduta della Sala dedicata alla pittura del XVII e XVIII secolo.
37)
- PIETRO DAMINI (Castelfranco Veneto, 1592 - Padova, 1631), Noli me tangere,
inizio del XVII secolo, olio su tela, cm. 115 x 132.
38)
- FRANCESCO MAFFEI, (Vicenza, 1605 ca. – Padova, 1660), Madonna col Bambino
e due Santi (frammento), XVII secolo, olio su tela, cm. 97 x 74.
39)
- PIETRO MUTTONI, detto della Vecchia (Venezia, 1605 - 1678), Nettuno,
XVII secolo, olio su tela, cm. 97 x 67.
40)
- CARLO LOTH, (Monaco di Baviera, 1632 – Venezia, 1698), Sansone e Dalila,
XVII secolo, olio su tela, cm. 158 x 178.
41)
- SEBASTIANO RICCI, (Belluno, 1659 – Venezia, 1734), Cincinnato, inizio
del XVIII secolo, olio su tela, cm. 41 x 53.
42)
- ALESSANDRO MAGNASCO, (Genova, 1667 - 1749), Banchetto di frati, 1730,
olio su tela, cm. 176 x 143.
43)
- ANTONIO MARINI, (Venezia, 1668 - 1725), Burrasca di mare, inizio del
XVIII secolo, olio su tela, cm. 69 x 113.
44)
- FRANCESCO ZUCCARELLI, (Pitigliano, 1702 – Firenze, 1788), Paesaggio,
XVIII secolo, olio su tela, cm. 53 x 80.
45)
- PIETRO LONGHI, (Venezia, 1702 - 1785), Pastorella con cesto, XVIII
secolo, olio su tela, cm. 60 x 48.
46)
- GIAMBATTISTA PIAZZETTA, (Venezia, 1683 - 1754), San Giovanni Battista,
XVIII secolo, olio su tela, cm. 172 x 76.
47)
- GIAMBATTISTA TIEPOLO, (Venezia, 1696 – Madrid, 1770), Circoncisione,
XVIII secolo, olio su tela, cm. 63 x 84.
48)
- GIANDOMENICO TIEPOLO, (Venezia, 1727 – Madrid, 1804), Madonna col Bambino,
XVIII secolo, olio su tela, cm. 44x 33.
49)
- Veduta dell’ingresso della sala dedicata ad ANTONIO CANOVA (Possagno, 1757
– Venezia, 1822) e al Neoclassicismo (parte dedicata ad Antonio Canova) -
l’opera canoviana di GIUSEPPE DE FABRIS (Nove, 1790 - Roma, 1860), Addio di
Ettore e Andromaca, 1817, gesso cm. 212 x 106 72.
50)
- Veduta della Sala dedicata ad ANTONIO CANOVA (Possagno, 1757 – Venezia,
1822) e al Neoclassicismo (parte dedicata all’ambiente romano
“canoviano”), si noti al centro il Trionfo di Bacco e Arianna di
GIOVANNI VOLPATO (Angarano di Bassano, 1735 – Roma, 1803), centrotavola in
biscuit.
51)
- Veduta della Sala dedicata ad ANTONIO CANOVA (Possagno, 1757 – Venezia,
1822) e al Neoclassicismo (parte dedicata all’ambiente romano
“canoviano”).
52)
- Veduta della Sala dedicata ad ANTONIO CANOVA (Possagno, 1757 – Venezia,
1822) e al Neoclassicismo.
53)
- Veduta della Sala dedicata ad ANTONIO CANOVA (Possagno, 1757 – Venezia,
1822) e al Neoclassicismo.
54)
- ANTONIO CANOVA (Possagno, 1757 – Venezia, 1822), primo bozzetto per le Tre
Grazie, 1812, terracotta.
55)
- ANTONIO CANOVA (Possagno, 1757 – Venezia, 1822), Ercole saetta e figli,
1799, olio su carta incollata su tela, cm. 42 x 66.
56)
- ANTONIO CANOVA (Possagno, 1757 – Venezia, 1822), Danza delle Grazie con
Amorino, fine del XVIII secolo, tecnica mista su tela, cm. 65,5 x 60,6.
57)
- Veduta della prima delle due salette dedicate a Gabinetto di Disegni e Stampe.
58)
- Veduta della sala dedicata al Romanticismo.
59)
- Veduta della sala dedicata al Romanticismo.
60)
- Veduta della sala dedicata al Romanticismo.
61)
- DOMENICO PELLEGRINI (Galliera Veneta, 1759 – 1840), San Sebastiano curato
da Sant’Irene, fine del XVIII secolo - inizio del XIX secolo, olio su
tela, cm. 200 x 172.
62)
- ROBERTO ROBERTI (Bassano, 1786 – 1837), Il ponte di Bassano, inizio
del XIX secolo, olio su tela, cm. 54 x 85.
63)
- ANTONIO MARINONI (Bassano, 1796 –1871), Cascate e tempio di Vesta a
Tivoli, verso il 1830, olio su tela, cm. 34 x 45.
64)
- FRANCESCO HAYEZ (Venezia, 1791 – Milano, 1882), Ritratto del conte
Francesco Roberti, 1819, olio su tela, cm. 38 x 30.
65)
- Veduta della sala dedicata al secondo Ottocento.
66)
- Veduta della sala dedicata al secondo Ottocento.
67)
- Veduta della sala dedicata al secondo Ottocento.
68)
- GIOVANNI GRUBACS (Perasto, 1801 – Venezia, 1870), La Riva degli Schiavoni
verso i Giardini di Sant’Elena, XIX secolo, olio su tela, cm. 81 x 124,5.
69)
- POMPEO MARINO MOLMENTI (Motta di Livenza, 1819 – Venezia, 1894), Ritratto
del conte Vespasiano Muzzarelli, 1860 ca., olio su tela, cm. 64,5 x 46,5.
70)
- GUGLIELMO CIARDI (Venezia, 1842 – 1917), Veduta lagunare, fine del
XIX secolo, olio su tavola, cm. 23 x 42.
71)
- NOE’ BORDIGNON (Castelfranco Veneto, 1841 – San Zenone degli Ezzelini,
1920), Testa di fanciulla, fine del XIX secolo, olio su tela, cm. 48,5 x
39,5.
72)
- ALESSANDRO MILESI (Venezia, 1856 – 1945), Ritratto del professor Giuseppe
Lorenzoni, 1899, olio su tela, cm. 143 x 94.
73)
- BORTOLO SACCHI (Venezia, 1892 – Bassano, 1978), La straniera, 1928,
olio su tela, cm. 180 x 160.
74)
- Veduta della seconda delle due salette dedicate a Gabinetto di Disegni e
Stampe e alla pittura del Novecento.
75) - Veduta della seconda delle due salette dedicate a Gabinetto di Disegni e Stampe e alla pittura del Novecento.
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Specializzazione: lo Studio espone in permanenza qu ri antichi e moderni (soprattutto di artisti veneti), arte, antichità ed antiquariato. Effettua compravendite di qu ri, consulenze d'arte, ricerche artistiche, stime e perizie d'arte. Esegue testi storico critici, organizza e cura mostre e catalogazioni per conto di privati, Pubbliche Istituzioni, Associazioni Culturali ed Enti Pubblici e Privati. Per ricerche in corso, si invitano i possessori di opere e documenti di artisti di Castelfranco Veneto ed attivi in città a contattare lo Studio. Per avere informazioni su altre opere di pittori di Castelfranco Veneto e di Bassano del Grappa e del loro territorio, contattare la Galleria. Si acquistano opere di pittori di Castelfranco Veneto e di Bassano del Grappa e del loro territorio dopo averne esaminato preventivamente le foto (pittori di Castelfranco Veneto e di Bassano del Grappa e del loro territorio).
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