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Galleria d’Arte ed Antiquariato

 

STORIA DI FOSSALUNGA -  STORIA DELLA CHIESA,

 dedicata a SANT'AGATA (consacrata nel 1827)

di Marco Mondi

  

FOTO AFFRESCHI

  

- Il paese di Fossalunga viene per la prima volta citato nella bolla "Religiosam vitam" di papa Gregorio IX del 2 marzo 1231, inviata all'abate di Nervesa Bonincontro.

- "Fosse" - "2" - probabilmente sistema difensivo dalle invasioni degli Ungari, fatto: o dai Romani, o dai Trevigiani, o dai Veneziani. O forse fosse naturali per corsi d'acqua, o forse fosse sismiche.

- La chiesa in origine era più a nord rispetto all'ubicazione attuale; in seguito, grazie alla nuova importanza assunta dall'asse viario Treviso-Castelfranco (probabilmente già verso il XIV-XV secolo), venne spostata (con il centro del paese) all'incirca nell'ubicazione attuale.

- La chiesa nuova viene costruita dopo il 1775, anno in cui viene fatta la "ballottazione" per la raccolta dei contributi (quindi, l'idea di far una nuova chiesa deve essere nata prima). Parroco: MELCHIORRE SPADA.

- Gli altari laterali sono dedicati, in origine, alla Beata Vergine del Rosario ed a San Sebastiano (saranno dedicati, in alternanza, anche a Sant'Eurosia, e sarà il Crico ad introdurne il culto all'inizio del secolo).

- I parroci: - MELCHIORRE SPADA (veneziano), dal 1754 al 1787.

                 - PAOLO LORENZI (goriziano), dal 1787 al 1797.

                 - LORENZO CRICO (Noventa di Piave, Arciprete), dal 1797 al 1825.

                 - GUARINO DE LOTTO (di San Vito del Cadore), dal 1825 al 1855.

                 - PAOLO MARIA GOTTARDI (veronese), dal 1855 al 1875.

                 - FRANCESCO ANTONIO POZZI (trevigiano), dal 1875 al 1911.

                 - ANTONIO PAVAN (Istrana), dal 1912 al 1945.

                 - MARIO PACCAGNAN (Spresiano), dal 1946 al 1986.

                 - GIOVANNI PESCE, dal 1986

- Durante il periodo (1787-1797) del parroco Paolo Lorenzi: stato di abbandono della chiesa a pochi anni dalla costruzione.

 

LORENZO CRICO (1764-1835):

- Parroco dal 20 ottobre 1797 (non ancora compiuti 33 anni).

- Mette in salvo subito la parte migliore del corredo liturgico.

- Uomo di cultura che sa trattare con le autorità dell'epoca.

- Sono anni duri (povertà ed aridità delle campagne, le quali sono per il 60% in mano ai nobili; tra il 1816 ed il 1817 c'è una tremenda carestia; sul territorio di Fossalunga ed in paese passano tre volte gli eserciti francesi e tre volte gli eserciti austriaci, con tutto ciò che ne consegue), tuttavia il Crico trova la forza e le risorse (molte le tira fuori di tasca sua) per completare ed abbellire la chiesa: - la chiesa è "restaurata";

- La chiesa viene dal Crico arricchita di pitture e marmi, fornita di sacri arredi e coronata dalla torre campanaria.

- Il Crico trova le risorse grazie anche alle sue amicizie con le personalità più autorevoli e potenti della zona (Treviso, Castelfranco, Venezia), nonché dai contributi offerti dai nobili Ravagnin di Fossalunga, come attestano anche gli stemmi sulla pala di Sant'Eurosia e sulla base del tabernacolo dell'altare maggiore (i Ravagnin avevano contribuito anche nella costruzione della nuova chiesa). Inoltre, vi sono sicuramente gli aiuti "manuali" dei parrocchiani, che pure contribuiscono in denaro.

- Dopo il 1802: gli affreschi di Giovanni Battista Canal (1745-1825), che era attivo in Castelfranco, e di Giuseppe Borsato (1771-1849), per gli ornati e le architetture, sono fatti sotto la direzione del Crico stesso, che ne da le tematiche.

- Il Campanile (1813-1822): - i parrocchiani s'interessano della demolizione della chiesa di Santa Margherita a Venezia (sconsacrata dopo il 1810) e del trasporto del materiale utilizzabile in Fossalunga.

- Lorenzo Crico e FRANCESCO ZAMBON (architetto seguace del Preti) progettano il campanile (come attesta l'iscrizione sulla facciata del campanile stesso, terminato nel 1822: <<D.O.M. / LAURENTIUS CRICO / ARCHIPRESBYTER / MDCCCXXII>>).

- Fino a qualche decennio fa, sembra che nell'archivio parrocchiale si conservassero ancora i disegni-studio del Crico per il campanile.

-  Prima di lasciare Fossalunga (1825), il Crico dà vita all'Ospizio (poi Oratorio) detto appunto Crico, oppure di Sant'Antonio da Padova.

 

STORIA DELLA CHIESA dopo il Crico:

- nel 1923, riadattamento della Chiesa (diventata nel frattempo troppo piccola per la popolazione aumentata -dalle 800 anime che conteneva nell'ampiezza originaria alle nuove esigenze di una popolazione di circa 1800 anime ora-), che già fatto un progetto di ampliamento della parte absidale dall'architetto veneziano Vincenzo Rinaldo (problema spostamento affreschi dalla parete del coro): il nuovo progetto di ampliamento è affidato all'architetto Antonio Beni, che prevede la costruzione di un coro più vasto, aggiunto al retrostante corpo della chiesa, e lo spostamento dei tre altari e dei due affreschi raffiguranti Il miracolo dei pani e dei pesci ed Il miracolo della caduta della manna (lo spostamento degli affreschi viene affidato ai Botter, padre e figlio, Girolamo e Mario). I lavori terminano nel 1925.

- Nel 1928 cade dal soffitto una zona d'intonaco, e gli affreschi del Canal sono nuovamente minacciati; ancora i Botter provvedono al restauro dell'intonaco caduto.

- Negli anni dal 1939 al 1941, ancora lavori sul tetto della chiesa e successivamente per la costruzione della nuova sacrestia (ing. Pillon di Padova).

- Nel 1946 giungono le formelle in terracotta della Via Crucis, opera dello scultore Pier Lino Bottacin di Salzano.

- Nel 1952, nell'occasione del XVII centenario del martirio di Sant'Agata, viene collocata una statua della Santa, opera dello scultore gardenese Giuseppe Runggaldier, in una nicchia di marmo policromo.

- Negli anni Cinquanta si effettuano anche interventi di pulitura degli affreschi.

- Nel 1969 si "rifà" (?) il pavimento.

- Nel 1970 viene restaurata la facciata ad opera del prof. G. Gatto di Santa Cristina.

- Nel 1973 viene recuperato un affresco della scuola di Tommaso da Modena, raffigurante la Madonna che allatta il Bambino con affianco San Cristoforo, strappato da una parete del porticato di una casa colonica (forse un tempo piccolo monastero delle monache di Ognissanti o di Santa Chiara) e donato dal sig. Pietro Martignago, proprietario della casa.

- Nel 1987 iniziano gli ultimi lavori di restauro della chiesa e degli affreschi (questi ultimi fatti, sotto il controllo delle Belle Arti, dal prof. Giuseppe Gatto, coadiuvato dal figlio Michelangelo, di Santa Cristina).

 

IL MOMENTO STORICO ARTISTICO:

  Nel Settecento, Venezia è l'unico centro italiano nel quale si forma una grande scuola pittorica importante a livello europeo, e questo sembra in apparente contraddizione con la situazione politico-economica di una repubblica oramai, effettivamente, avviata a vivere sempre più attingendo alle grandi ricchezze (non solo economiche, ma anche culturali, senza alcuna restrizione nel significato del termine) accumulate in passato (già in questo secolo inizia la dispersione dell'immenso patrimonio artistico di cui lo Stato veneziano era in possesso). Nel Settecento il vantato dominio sull'Adriatico s'è tramutato in mera parvenza: i commerci ed i traffici della Serenissima si fanno più fiacchi di giorno in giorno, mentre la città sente venir meno in sé ogni viva energia di rinnovamento e di attività, che da sempre l'avevano distinta. Politicamente, come ebbe a dire uno degli ultimi Dogi, si vive <<a sorte e per accidente con la sola idea della prudenza della Repubblica>>: in altre parole, alla politica di neutralità armata adottata nel Seicento, succede adesso il criterio della <<sincera e perfetta neutralità disarmata>>, la politica delle <<mani nette>>, che taglia fuori d'un colpo la Repubblica da ogni ingerenza, non solo nei fatti d'Europa, ma anche d'Italia. Lo Stato adotta la politica della diplomazia a tutti i costi, giungendo sempre a compromessi e accettando così, come conseguenza, decenni e decenni di umiliazioni e di guai portati da altri stati. Tuttavia, l'antica saggezza veneta fa sì che la città si presenti al turista straniero (e Venezia per tutto il secolo è una delle mete più ambite ed ammirate dagli stranieri, in modo particolare inglesi, nel loro viaggio in Italia) come una delle città più vivibili d'Europa. Così, infatti, commenta l'abate Coyer, un garbato letterato parigino che viaggiò a lungo per tutto il continente, annottando le proprie impressioni nei suoi acuti taccuini: <<Di fronte ad una nobiltà che detiene saldamente tutti i poteri non vi immaginereste il popolo come un esercito di schiavi oppresso da un'aristocrazia spietata, così come accadde in Polonia e accadde a suo tempo in Francia? Ebbene, vi sbagliereste. Il popolo in Polonia è veramente una cosa in mano alla nobiltà mentre a Venezia esso è padrone della propria persona e dei propri beni. Il semplice cittadino che a Venezia si dedica alle arti o al commercio è considerato con rispetto. Le imposte sono sopportabili; c'è lavoro per tutti e i poveri sono pochi. Se la nobiltà che governa i Veneziani tendesse alla tirannia, essi ne farebbero giustizia assai rapidamente>>. Nonostante la decadenza, Venezia nel Settecento rimane uno dei principali centri di vita culturale europea, proprio grazie al mantenimento del fasto tradizionale e alla stabilità delle sue istituzioni ancora, nel secolo dei lumi, tra le più moderne e civili che si conoscessero. Venezia, allora, conquista per la seconda volta il primato artistico d'Italia, ponendosi a capo di un movimento artistico forte e complesso da poter competere con la grande arte di Francia, in questo secolo che è essenzialmente suo. L'incanto della sua bellezza, nella tradizione aristocratica dei suoi costumi e della sua gente, sembra più di ogni altra città essere l'ambiente per condurre la vita come il secolo la vuole, vita di piacere e di eleganza svenevole e lussuosa, in cui le feste, gli intrighi d'amore, i teatri, il gioco, le maschere costituiscono gli scopi e la ragione della vita stessa. Il gusto venuto di Francia, acquista nella città lagunare sapori e connotazioni del tutto originali nel nome del Rococò, detto appunto veneziano, che concorre a creare l'ambiente mirabile entro cui splende, e la sua eco si ripercuote per tutt'Europa, l'arte gloriosa sopra ogni altra a Venezia, la pittura. Perdendo lentamente, ma inesorabilmente, l'antica autorità, la città trascorre il suo ultimo secolo di vita con la bellezza superba di un grandioso tramonto, tramonto negli ultimi anni anche dell'arte stessa, per finire comunque da gran signora, pur nella vergogna ultima, quando, senza alcuna luce di eroismo, fra la pavida viltà di un'aristocrazia ormai fattasi imbelle e corrotta, la gloriosa Serenissima, <<ornamento d'Italia e del mondo>>,  nella riunione del Maggior Consiglio del 12 maggio 1797 corre tumultuosamente alle urne al primo crepitio di moschetti, architettato ad arte dai sostenitori dell'astro nascente, Napoleone Bonaparte, per dichiarare decaduto l'antico millenario governo. Secolo della diplomazia il Settecento a Venezia, è anche il secolo della presenza in città dei diplomatici e degli ambasciatori stranieri ai quali, adesso come mai prima, viene riservata un'attenzione di primaria importanza, la stessa attenzione riservata all'illustre turista straniero: le idee più moderne ed illuminate del secolo, se non attecchiscono in maniera determinante il Governo, fanno della cultura veneziana una delle culture più spregiudicate e libere d'Europa. Gli artisti stessi non ne sono passivi ricettori, ma si trasformano da subito in un attivi re-inventori del fatto figurativo, molti dei quali non limitando la loro attività alla sola città, o alla sua terraferma, sono sempre in giro per l'Europa: la cultura artistica a Venezia, allora, non può che essere una cultura europea. Ed europei ed aggiornati gli artisti, a Venezia, lo sono tutti, dai grandi maestri ai minori, ed un tantino anche i mestieranti. E' per la pittura un secolo grandioso, dove, anche coloro che generalmente sono ritenuti maestri minori rispetto a quelli internazionalmente più famosi, sanno dar sfogo ad una abilità e ad un estro pittorico tra i più alti di tutto il Settecento europeo. Attraverso la genialità dei suoi artisti quindi, Venezia, nel suo ultimo secolo di vita, nell'apocalisse gioiosa che ha accompagnato il declino del suo impero millenario, si propone come la vera capitale artistica italiana, in grado d'essere un esempio ammirato ed imitato in tutta Europa, in un'epoca che ben presto, purtroppo, la vedrà forzatamente relegata a provincia, in una situazione di crisi che dura sino ai nostri giorni.

  La Rivoluzione francese aveva avuto come conseguenza l'avvento dell'Impero napoleonico. Napoleone Bonaparte, uomo proveniente da una piccola nobiltà di provincia, era pienamente cosciente del fatto che il suo potere gli veniva dalle continue vittorie militari. Così, la solidità del suo impero dipendeva dalla sua geniale capacità di guidare le armate e d'imporsi con carisma ed intelligenza al popolo francese ed alle popolazioni conquistate (gli altri sovrani d'Europa, egli stesso lo diceva, nati sul trono, potevano lasciarsi battere venti volte e ritornare sempre nelle loro capitali: <<io non posso, perché sono un soldato venuto dal nulla>>, aveva detto a Metternich, poco prima della battaglia decisiva di Lipsia, nel 1813; le prime sconfitte, infatti, causarono la rapida caduta dell'Imperatore). Gli ideali democratici di libertà, uguaglianza e fratellanza che l'Illuminismo aveva fatto nascere ed esplodere con la Rivoluzione del 1789, avevano portato alla Francia anni, sebbene pochi, di profonda crisi e di vero e proprio clima interno di "terrore" al quale Napoleone, sfruttando abilmente il panorama politico del momento, aveva saputo porre rimedio accentrando i poteri nella gerarchia militare e facendosi eleggere primo console. Su quella che inizialmente doveva essere una soluzione provvisoria per consolidare gli ideali e le conquiste della Rivoluzione, Bonaparte aveva saputo costruire le basi della sua vertiginosa scalata al potere che lo aveva condotto all'Impero (1804). Con altrettanta geniale intelligenza, le sue conquiste di territori e di stati stranieri le poneva sotto il vessillo della libertà: raccolse nelle sue armate milioni di popolani e borghesi, che diffusero in tutta Europa le idee della Rivoluzione. Napoleone, pur straniero e conquistatore, portava fuori di Francia la "libertà" sconfiggendo l'aristocrazia sui campi di battaglia. Ma si trattava pur sempre di un'invasione. Tuttavia, sotto più punti di vista, il dominio napoleonico portò, a cominciare proprio dall'Italia, importanti novità politico-sociali che avrebbero posto le basi di una concezione diversa e moderna dello stato. A livello artistico, il Neoclassicismo rifletteva alla perfezione il clima politico-sociale dell'epoca: sostenuto dall'ideologia universalistica della Rivoluzione e dell'Impero, professava una concezione dell'espressione figurativa indirizzata verso la dialettica dell'universalismo classicista che, nato dall'imporsi degli ideali illuministici presso le corti europee e dall'interesse per le nuove scoperte archeologiche, tendeva sempre più a condizionare l'arte ad una filosofia dell'arte, così come venivano uniformate agli stessi modelli tutte le culture artistiche europee, mettendo fuori causa le tradizioni o le "scuole" nazionali. Sulla speculazione estetica ed archeologica e sulla concezione astratta di un bello ideale formata su un modello di classicità perdutamente amato ma irrecuperabile, s'era affermata la separazione tra forme artistiche e realtà storica. Finché l'Impero napoleonico, che era pur sempre una conseguenza della Rivoluzione, rimase in vita, l'universalismo artistico professato dal Neoclassicismo trovò una giustificazione storica negli avvenimenti e nella situazione politica del momento. Ciò nonostante, l'ideale di libertà importato dalla Francia andava risvegliato nei territori conquistati, e già prima dell'Impero, per accentuarsi dopo, i primi fermenti di una rivendicazione di un'identità nazionalistica, a partire innanzitutto dalla Germania. Caduto l'Impero e ridisegnato il panorama politico-territoriale dell'Europa col congresso di Vienna del 1815 e col patto della Santa Alleanza, lo spirito nazionalista, che la Restaurazione voleva soffocare, trovò un suo importante sfogo nelle arti. Furono proprio i pensatori tedeschi dei primi anni dell'Ottocento a rianimare una tradizione culturale germanica che riscopriva un atteggiamento diverso nei confronti del proprio passato, sia storico che artistico. Il Romanticismo quindi, in un clima di rivendicazione nazionale, nasce come manifestazione dell'individualità contrapposta alla bellezza astratta di tradizione greco-romana del Neoclassicismo: pertanto, alla ragione universale della cultura degli anni precedenti si viene contrapponendo in maniera sempre più rilevante il sentimento individuale, all'impero la nazione, alla storia come modello la storia come esperienza vissuta, alla società come concetto il popolo come entità geografica, storica, religiosa, linguistica. Il Romanticismo, riconoscendo la continuità tra arte e vita, porta l'artista ad impegnarsi nelle lotte nazionali ed a rivendicare lo spirito religioso come ribellione al classicismo accademico e all'imperialismo napoleonico. Nelle culture nordiche in modo particolare, rivendicare lo spirito religioso significa rifarsi al Gotico. La rivalutazione di questa tradizione inizia già in Inghilterra alla metà del secolo XVIII (non casualmente, considerando la maggiore indipendenza politica che l'aveva distinta per tutto il secolo) quando, quasi contemporaneamente, andavano evolvendosi ed affermandosi le poetiche del Pittoresco e del Sublime. La prima, nella stretta connessione con il complesso problema del rapporto arte-natura, poneva l'artista nel dovere di rispettare la libertà e la spontaneità della natura, "migliorandola" solo qua e là, eliminando o nascondendo ciò che offendeva l'occhio dell'esteta. Partendo dalla sensazione visiva per giungere al sentimento, il processo interpretativo poneva le basi per una visione emotiva, protoromantica, ma pur sempre armonica della natura. Anche la poetica del Sublime opponeva il sentimento alla fredda ragione, introducendo però un elemento perturbatore per il quale, attraverso la capacità del pensiero, l'uomo si mostrava capace di sconfinare oltre il veduto ed il visibile, trascendendo la realtà nel dominio del sogno, della memoria, della fantasia, della divinazione, dell'intuizione. Da ciò ne derivava una categoria estetica indipendente dal bello e connessa invece all'idea di un infinito che imponeva un sentimento di sgomento e di angoscia quando si confrontava con la limitatezza terrena dell'uomo. Nell'arte quindi, all'armonica perfezione di Raffaello, per esempio, si preferisce la "terribilità" di Michelangelo, alla razionale classicità antica la spiritualità architettonica degli edifici gotici. Non in modo tanto differente, si affermava in Germania la poetica dello Sturm und Drang che collegava l'universo dell'irrazionalità a quello della passione. Un importante segnale di protoromanticismo, che può essere collegato con lo spirito figurativo degli artisti appena visti, c'è anche in alcuni artisti italiani.

  Il Romanticismo all'inizio del secolo, quindi, nell'aristocrazia più illuminata e nella borghesia più colta, trova degli importanti precedenti sui quali si vanno innestando un crescente, forte spirito di ribellione nei confronti della Restaurazione ed una volontà di libertà ed autonomia nazionale negli stati sottomessi ai governi stranieri. Tanto nelle classi dominanti, allora, quanto in quelle dominate, si diffonde uno spirito di insicurezza che trova sfogo in un sentimento individuale di rottura con la tradizione e di rivolta contro ogni forma di autorità, che porta all'evasione nella natura, al culto della vita interiore, all'entusiasmo per ogni nobile ideale politico. In arte, questo senso di tormentata insicurezza riconosce la continuità tra arte e vita in tutte le forme in cui questa può manifestarsi. Così, la coscienza della validità di tutte le esperienze e della relatività del bello porta l'artista ad assumere un atteggiamento eclettico basato su di un'insistente pratica accademica: il linguaggio figurativo tende ad uniformarsi per concentrarsi sulla scelta dei contenuti, mentre l'Accademia, diventata già durante il periodo neoclassico una vera e propria scuola, diventa il luogo principale di formazione artistica. L'arte romantica si serve spesso dello stesso linguaggio neoclassico, e questo legame trova le sue basi sulla nozione di primitivo, ricercato nell'antichità greca ma anche medievale. Tuttavia, l'inquietudine spirituale porta al rifiuto di atteggiamenti e modelli formali chiusi e codificati: da qui, l'insita reazione, da parte di alcuni artisti, agli stessi stilemi professati nelle accademie. Nella complessità e nella varietà degli sviluppi del Romanticismo in Europa, nella diversità delle poetiche portate avanti dalle varie scuole, formatesi numerose nell'ambito dei differenti contesti nazionali e locali, e, spesso, nelle precoci o nelle ritardatarie manifestazioni figurative a seconda dei luoghi, possono essere comunque, in linea di massima, individuate alcune costanti: la comunione con la natura, esigenza connessa al mutamento verificatosi nel rapporto tra ambiente e uomo con l'affermarsi dell'industrialismo; la fede nel divenire, che induce l'artista all'attenzione per l'ambiente sociale e ad avere una parte attiva nei confronti della situazione politica del momento (soprattutto nell'ambito della rivendicazione di classe o di identità nazionale); il tormento dell'esistenza, da cui deriva l'esotismo (erede del mito illuministico del "buon selvaggio"); e, infine, il senso dell'inaccessibile dell'ideale, della frattura tra essere e dover essere. Proprio nell'ambito dei drammatici avvenimenti

   Una vena romantica caratterizza l'arte veneta per tutto il secolo, e questo certamente in relazione alla particolare situazione politico-economica locale, sviluppatasi con un certo ritardo rispetto ad altri centri italiani e soprattutto europei. Non mancano in ogni caso profondi mutamenti sociali, i quali contribuiscono a determinare praticamente quasi ogni fatto estetico fino ai primi decenni del Novecento, in special modo per le personalità "minori". La crisi, prima che artistica, ideologica, a cui Venezia va incontro già durante gli ultimi decenni del XVIII secolo (Carlo Goldoni, ad esempio, nel 1762 si trovò costretto a lasciare Venezia, andandosene a Parigi per conti­nuare la sua opera di scrittore e commediografo), ha come conseguen­za, nel nuovo secolo, una forma di chiusura dell'ambiente culturale in sé stesso e nella tradizione del proprio glorioso passato. La pittura dei grandi artisti del Sette­cento si spinge ben avanti nel nuovo secolo attraverso l'epigonismo di maestri minori, che pian piano passano nel Neoclassicismo per approdare in fine nel Romanticismo. Attraverso una crisi generalizzata e un precoce presagio di ciò che presto diventa il mito di Venezia, città della quale, dei suoi <<tredici secoli di ricchezza e di gloria, non rimangono che ceneri e pianto>>, il Romanticismo pene­tra nel nostro territorio e apre quel lungo processo evolutivo, inte­ressantissimo e fondamentale nonostante il suo lento dipanarsi, ne­cessario per creare anche da noi i presupposti al naturale sviluppo della società moderna.

 

GIOVANNI BATTISTA CANAL (Venezia, 1745 - 1825)

- Figlio di Fabio Canal, detto Canaletto, allievo prediletto del Tiepolo. Giovanni Battista aveva anche un fratello pittore modestissimo.

- Allievo del padre, il suo stile può definirsi tiepolesco.

- Negli anni di Fossalunga (1802) era a Castelfranco, intento a dipingere a Casa Barisan (nonché la palazzina di campagna del Senatore conte Giovanni Battista Barisan), al Teatro Accademico e nella Chiesa del monastero di S. Chiara.

- Ex Casa Moletta-Barisan. Demolita ad esclusione della facciata (sulla quale vi erano affreschi della fine del sec. XV - inizi del sec. XVI) nel 1967, conservava al suo interno affreschi di G.B. Canal (1745-1825) e di G. Borsato (1771-1849).

- Chiesa del monastero di S. Chiara. Completamente snaturata, è oggi adibita a uffici comunali. Al suo interno si conserva ancora, sull'antico soffitto, un affresco di G.B. Canal raffigurante L'incoronazione di Maria.

- L'Accademia dei Filoglotti, cenacoli artistico-culturali o restauri e costruzioni di nuovi edifici pubblici e privati (Teatro Accademico, villa Revedin-Bolasco, ecc.) chiamarono in città numerosi artisti di spicco del tempo, tra i quali il Chiarottini, il Canal, il Borsato, il Bevilacqua, o più tardi il Bagnara, il Santi, il Meduna. Francesco Olivetti e Alessandro Revera furono, in questi anni, i pittori di Castelfranco di maggior talento.

- Definito dal Coletti (1930) l'ultimo dei <<fa presto, per la copiosa facilità della sua composizione e la sveltezza del suo disegnare e del suo colorire>>.

- Affrescò molto in chiese e ville del Veneto, specializzandosi nel dipingere soffitti (ben 30 chiese nella sola diocesi di Treviso: Caselle, Caerano, Biadene, Spresiano, Martellago, Padernello, Spineda, Treviso, ecc.).

- Il ciclo pittorico di Fossalunga rappresenta l'opera più organica e più ampia del Canal.

- Dal 1807 insegnò pittura all'Accademia di Venezia.

- Quasi cieco alla fine della sua attività, continuò tuttavia a dipingere (il soffitto della chiesa di San Trovaso a Venezia, nel 1922, ecc.). Morì povero.

 

GIUSEPPE BORSATO (Venezia, 1771 - 1849)

- Studiò a Roma e fu professore di ornato all'Accademia di Venezia, accanto all'architetto Giannantonio Selva, che gli affidò la decorazione del teatro La Fenice (il teatro, però, già all'inizio del secolo XIX subì un incendio, e dei lavori del Borsato oggi non esistono che alcuni bozzetti ad acquerello).

- Fu applaudito scenografo (fu scenografo ufficiale de' La Fenice dal 1809 al 1823) e bravo pittore da cavalletto.

- Seguì spesso il Canal, come quadraturista e fedele amico, facendosi apprezzare per i suoi bellissimi ornamenti d'architettura.

 

FOTO AFFRESCHI

 

GLI AFFRESCHI: SPIEGAZIONE TEMATICA

1)- Soffitto: Martirio e gloria di Sant'Agata.

2)- Parete d'ingresso: Tobia estrae il fiele dal pesce.

3)- Parete d'ingresso: Matrimonio di Tobia con Sara.

4)- Parete d'ingresso: San Marco Evangelista.

5)- Parete d'ingresso: San Luca Evangelista.

6)- Lato Nord: La guarigione del padre di Tobia dalla cecità.

7)- Lato Nord: San Giovanni Evangelista.

8)- Lato Nord: La Samaritana al pozzo.

9)- Lato Nord: Il Presepio (La nascita di Gesù e l'adorazione dei pastori).

10)- Lato Nord: La Deposizione di Cristo (La Pietà).

11)- Lato Nord: Il Battesimo di Gesù.

12)- Lato Nord: Il Figliol prodigo pretende la sua parte.

13)- Lato Nord: La Madonna del Rosario.

14)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo dissipa le sue ricchezze.

15)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo tra i (custode dei) porci.

16)- Soffitto del presbiterio: La Fede.

17)- Laterale del presbiterio Nord: La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci.

18)- Laterale del presbiterio Sud: La caduta della manna.

19)- Lato Sud: Incontro del Figliol prodigo con il padre (Il ritorno del Figliol prodigo).

20)- Lato Sud: San Sebastiano.

21)- Lato Sud: Gesù scaccia i mercanti dal tempio.

22)- Lato Sud: Adorazione dei Magi.

23)- Lato Sud: L'orazione nell'orto.

24)- Lato Sud: La prostituta in casa di Simone Fariseo.

25)- Lato Sud: Tobia si mette alla ricerca del pesce per la guarigione del padre.

26)- Lato Sud: San Matteo Evangelista.

 

1)- Soffitto: Martirio e gloria di Sant'Agata.

Sant'Agata è una vergine ed una martire di Catania del III secolo d.C., subì il martirio per non aver abiurato alla fede. Il suo culto è un culto antico, medievale, che si diffuse anche da noi, sebbene la dedicazione di una chiesa è un fatto non unico nel territorio trevigiano. E' protettrice dai terremoti e dagli incendi (quando c'era un incendio si suonavano le campane, da qui la Santa divenne protettrice dei costruttori di campane). G.P. Bordignon Favero mette in relazione la dedicazione a Sant'Agata con il fatto che il nome stesso di Fossalunga, sebbene non sia ancora stato trovato nulla che lo provi (o per l'una o per l'altra ipotesi), possa derivare da una fessura sismica che avrebbe provocato una lunga fossa.

Il Crico dice che la prospettiva degli edifici, la scalea e le statue ornamentali sono state dipinte dal Borsato.

-------------------------a) Martirio della Santa.

-------------------------b) Glorificazione della Santa.

-------------------------c) La gloria trionfante della Trinità e di Maria.

-------------------------e) Il trionfo della Croce.

 

2)- Parete d'ingresso: Tobia estrae il fiele dal pesce.

Vecchio Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo violaceo (ocra).

 

3)- Parete d'ingresso: Matrimonio di Tobia con Sara.

Vecchio Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo violaceo (ocra).

 

4)- Parete d'ingresso: San Marco Evangelista.

Dipinto in monocromo a guisa di statua posta sopra una base marmorea e collocata dentro una nicchia absidata, il cui semicilindro ed il catino riproducono la doratura (rosa antico) degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

La figura spetta al Canal, mentre al Borsato spettano le decorazioni ornamentali con le candelabre e le coroncine festonate legate da nastri.

Gli attributi di San Marco sono il leone (non immune qui dall'iconografia veneziana; nel 828 i mercanti veneziani prelevarono le reliquie del Santo da Alessandria d'Egitto e le portarono a Venezia) ed il libro del Vangelo. Nella vita San Marco fu il narratore popolare per eccellenza, pertanto è raffigurato nel suo aspetto più semplice e popolare, con una fisionomia robusta ed immediata.

 

5)- Parete d'ingresso: San Luca Evangelista.

Dipinto in monocromo a guisa di statua posta sopra una base marmorea e collocata dentro una nicchia absidata, il cui semicilindro ed il catino riproducono la doratura (rosa antico) degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

La figura spetta al Canal, mentre al Borsato spettano le decorazioni ornamentali con le candelabre e le coroncine festonate legate da nastri.

Gli attributi di San Luca sono il vitello (animale destinato ai sacrifici e simbolo del sacerdozio) ed il libro del Vangelo. San Luca fu pittore, medico, nonché saggio e dignitoso, grave nella vita come nella regolarità della stesura del suo Vangelo, come tale è raffigurato con una possanza solida ed imponente.

 

6)- Lato Nord: La guarigione del padre di Tobia dalla cecità.

Vecchio Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo violaceo (ocra).

 

7)- Lato Nord: San Giovanni Evangelista.

Dipinto in monocromo a guisa di statua posta sopra una base marmorea e collocata dentro una nicchia absidata, il cui semicilindro ed il catino riproducono la doratura (rosa antico) degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

La figura spetta al Canal, mentre al Borsato spettano le decorazioni ornamentali con le candelabre e le coroncine festonate legate da nastri.

Gli attributi di San Giovanni sono l'aquila (che l'ha probabilmente accompagnato durante il suo esilio) ed il libro del Vangelo. San Giovanni è lo scrittore spirituale, ispirato direttamente dal signore, pertanto è raffigurato in un atteggiamento che ne sottolinea la qualità d'ispirato.

 

8)- Lato Nord: La Samaritana al pozzo.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, assieme agli altri quattro, è in monocromo, con fondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

Sullo sfondo, la città di Sicar, città antica della Samaria. Il pozzo è il pozzo di Giacobbe.

 

9)- Lato Nord: Il Presepio (La nascita di Gesù e l'adorazione dei pastori).

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, assieme agli altri quattro, è in monocromo, con fondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

10)- Lato Nord: La Deposizione di Cristo (La Pietà).

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, con quelli de' L'orazione nell'orto (a cui corrisponde il presente nel lato opposto della chiesa), de' La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci e de' La caduta della manna (questi ultimi due nel presbiterio, con sopra La Fede), è in policromia.

L'influenza canoviana e voluta dal Crico, tuttavia, al di là di un richiamo compositivo, il Canal risolve la composizione con maggior attenzione all'effetto scenografico ed alla resa realistica dei personaggi (il riferimento al Canova è alla pala di Possagno, dipinta nel 1799; a Possagno il Canal aveva dipinto il suo primo soffitto nel 1775).

Un'altra opera simile a questa, e di ispirazione canoviana, è la Deposizione (del 1803 ca., quindi fatta dopo) della chiesa di Cusignana.

 

11)- Lato Nord: Il Battesimo di Gesù.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, assieme agli altri quattro, è in monocromo, con fondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

12)- Lato Nord: Il Figliol prodigo pretende la sua parte.

Nuovo Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

13)- Lato Nord: La Madonna del Rosario.

Dipinto in monocromo a guisa di statua posta sopra una base marmorea e collocata dentro una nicchia absidata, il cui semicilindro ed il catino riproducono la doratura (rosa antico) degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

La figura spetta al Canal, mentre al Borsato spettano le decorazioni ornamentali con le candelabre e le coroncine festonate legate da nastri.

La festività in onore della Vergine, ricordata sotto il nome di nostra Signora della Vittoria, quindi solennità del Rosario, si deve a Gregorio XIII, come ringraziamento per la vittoria contro l'esercito turco nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571; la sua festività cade infatti il 7 ottobre); la vittoria fu merito dei veneziani, pertanto è un'iconografia particolarmente cara da noi. La vittoria di Lepanto fu ricordata anche in occasione di un'altra vittoria contro il turco, quella del 12 settembre 1683, quando viene sconfitto a Vienna. La Madonna del Rosario è legata anche alla terribile pestilenza del 1630, contro la quale si fa protettrice assieme a San Sebastiano, raffigurato nella parete opposta della chiesa, in corrispondenza della Vergine.

Tiene il Bambino in braccio ed il rosario, la cui croce è sostenuta nella mano sinistra. A differenza del San Sebastiano, la Vergine è raffigurata in un atteggiamento calmo e composto, che allude alla certezza di una guarigione serena, contrapposta alla sinuosità dolorosa del San Sebastiano, che allude alla sofferenza fisica della malattia, pur nella fede della guarigione o della protezione divina.

Qui a Fossalunga, la devozione verso la Madonna del Rosario e verso San Sebastiano si manifesta dopo la terribile peste del 1630, data in cui risale, infatti, l'erezione e la dedicazione dei due rispettivi altari.

 

14)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo dissipa le sue ricchezze.

Nuovo Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

15)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo tra i (custode dei) porci.

Nuovo Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

16)- Soffitto del presbiterio: La Fede.

E' la prima delle virtù teologali. La croce è il segno dell'accettazione del sacrificio. Il calice eucaristico allude al sacrificio di Cristo presente sull'altare e al conforto del dono del "pane" e del "vino".

 

17)- Laterale del presbiterio Nord: La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci.

Dal Vangelo, ciò dal Nuovo Testamento. Vedi motivo riccesco dell'albero centrale.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, con quelli de' La caduta della manna (a cui corrisponde il presente nel lato opposto della chiesa, nel presbiterio, con sopra La Fede), de' La Deposizione di Cristo (La Pietà) e de' L'orazione nell'orto , è in policromia.

 

18)- Laterale del presbiterio Sud: La caduta della manna.

Dall'Antico Testamento. Al centro Mosè ed Aronne.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, con quelli de' La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci (a cui corrisponde il presente nel lato opposto della chiesa, nel presbiterio, con sopra La Fede), de' La Deposizione di Cristo (La Pietà) e de' L'orazione nell'orto , è in policromia.

 

19)- Lato Sud: Incontro del Figliol prodigo con il padre (Il ritorno del Figliol prodigo).

Nuovo Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

20)- Lato Sud: San Sebastiano.

Dipinto in monocromo a guisa di statua posta sopra una base marmorea e collocata dentro una nicchia absidata, il cui semicilindro ed il catino riproducono la doratura (rosa antico) degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

La figura spetta al Canal, mentre al Borsato spettano le decorazioni ornamentali con le candelabre e le coroncine festonate legate da nastri.

San Sebastiano, morto martire a Roma, è un Santo forse nativo di Milano. La sua fame è legata alla protezione contro la peste (a cui fa riscontro, in corrispondenza a San Sebastiano, la Madonna del Rosario, sulla parete opposta della chiesa), che nel Medioevo era condivisa anche con Sant'Antonio, San Cristoforo e San Rocco. La sua iconografia allude al suo essere uscito indenne dal supplizio delle frecce, e questo ha fatto sorgere la convinzione di una sua particolare protezione contro le "frecce" dei castighi divini, quindi della pestilenza. Il suo atteggiamento, di dolorosa sofferenza fisica, allude alle pene corporee che il malato deve sopportare per giungere alla "guarigione" divina.

Qui a Fossalunga, la devozione verso San Sebastiano e verso la Madonna del Rosario si manifesta dopo la terribile peste del 1630, data a cui risale l'erezione e la dedicazione dei due rispettivi altari.

 

21)- Lato Sud: Gesù scaccia i mercanti dal tempio.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, assieme agli altri quattro, è in monocromo, con fondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

22)- Lato Sud: Adorazione dei Magi.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, assieme agli altri quattro, è in monocromo, con fondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

23)- Lato Sud: L'orazione nell'orto.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, con quelli de' La Deposizione di Cristo (La Pietà (a cui corrisponde il presente nel lato opposto della chiesa), de' La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci e de' La caduta della manna (questi ultimi due nel presbiterio, con sopra La Fede), è in policromia.

Si sente un'influenza canoviana, di un Canova ancora settecentesco. Prevale, infatti, come nell'indole del Canal, una resa scenografica e realistica della composizione e dei personaggi.

Scena drammatica ed intensa: <<Padre, se vuoi, allontana da me questo calice. Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà>> (Luca, 22, 39-46).

 

24)- Lato Sud: La prostituta in casa di Simone Fariseo.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, assieme agli altri quattro, è in monocromo, con fondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

25)- Lato Sud: Tobia si mette alla ricerca del pesce per la guarigione del padre.

Vecchio Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo violaceo (ocra).

 

26)- Lato Sud: San Matteo Evangelista.

Dipinto in monocromo a guisa di statua posta sopra una base marmorea e collocata dentro una nicchia absidata, il cui semicilindro ed il catino riproducono la doratura (rosa antico) degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

La figura spetta al Canal, mentre al Borsato spettano le decorazioni ornamentali con le candelabre e le coroncine festonate legate da nastri.

Gli attributi di San Matteo sono l'angelo ed il libro del Vangelo. San Matteo, oltre che Evangelista, è anche colui che il Signore ha scelto ed inviato alla predicazione, come tale è raffigurato in un atteggiamento che ne traduce l'obbedienza all'ordine divino e l'apertura verso il prossimo nella predica; in una mano tiene la penna, mentre l'angelo sorregge il libro.

 

Ordine superiore sinistro, dalla parete d'ingresso:

3)- Parete d'ingresso: Matrimonio di Tobia con Sara.

6)- Lato Nord: La guarigione del padre di Tobia dalla cecità.

9)- Lato Nord: Il Presepio (La nascita di Gesù e l'adorazione dei pastori).

12)- Lato Nord: Il Figliol prodigo pretende la sua parte.

14)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo dissipa le sue ricchezze.

 

Ordine superiore destro, dalla parete d'ingresso:

2)- Parete d'ingresso: Tobia estrae il fiele dal pesce.

25)- Lato Sud: Tobia si mette alla ricerca del pesce per la guarigione del padre.

22)- Lato Sud: Adorazione dei Magi.

19)- Lato Sud: Incontro del Figliol prodigo con il padre (Ritorno Figliol prodigo).

15)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo tra i (custode dei) porci.

 

Ordine inferiore sinistro, dalla parete d'ingresso:

5)- Parete d'ingresso: San Luca Evangelista.

7)- Lato Nord: San Giovanni Evangelista.

8)- Lato Nord: La Samaritana al pozzo.

10)- Lato Nord: La Deposizione di Cristo (La Pietà).

11)- Lato Nord: Il Battesimo di Gesù.

13)- Lato Nord: La Madonna del Rosario.

 

Ordine inferiore destro, dalla parete d'ingresso:

4)- Parete d'ingresso: San Marco Evangelista.

26)- Lato Sud: San Matteo Evangelista.

24)- Lato Sud: La prostituta in casa di Simone Fariseo.

23)- Lato Sud: L'orazione nell'orto.

21)- Lato Sud: Gesù scaccia i mercanti dal tempio.

20)- Lato Sud: San Sebastiano.

 

Soffitto: 1)- Soffitto: Martirio e gloria di Sant'Agata.

 

Presbiterio:

parete di sinistra: 17)- Laterale del presbiterio Nord: La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci.

parete di destra: 18)- Laterale del presbiterio Sud: La caduta della manna.

soffitto: 16)- Soffitto del presbiterio: La Fede.

 

Ordine superiore sinistro, dalla parete d'ingresso:                                                    Ordine superiore destro, dalla parete d'ingresso:

3)- Parete d'ingresso: Matrimonio di Tobia con Sara.                                             2)- Parete d'ingresso: Tobia estrae il fiele dal pesce.

6)- Lato Nord: La guarigione del padre di Tobia dalla cecità.                             25)- Lato Sud: Tobia si mette alla ricerca del pesce.

9)- Lato Nord: Il Presepio (La nascita di Gesù e l'adorazione dei pastori).         22)- Lato Sud: Adorazione dei Magi.

12)- Lato Nord: Il Figliol prodigo pretende la sua parte.                                     19)- Lato Sud: Incontro del Figliol prodigo con il padre.

14)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo dissipa le sue ricchezze.                             15)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo tra i (custode dei) porci.

 

Ordine inferiore sinistro, dalla parete d'ingresso:                                                       Ordine inferiore destro, dalla parete d'ingresso:

5)- Parete d'ingresso: San Luca Evangelista.                                                             4)- Parete d'ingresso: San Marco Evangelista.

7)- Lato Nord: San Giovanni Evangelista.                                                              26)- Lato Sud: San Matteo Evangelista.

8)- Lato Nord: La Samaritana al pozzo.                                                                  24)- Lato Sud: La prostituta in casa di Simone Fariseo.

10)- Lato Nord: La Deposizione di Cristo (La Pietà).                                             23)- Lato Sud: L'orazione nell'orto.

11)- Lato Nord: Il Battesimo di Gesù.                                                                      21)- Lato Sud: Gesù scaccia i mercanti dal tempio.

13)- Lato Nord: La Madonna del Rosario.                                                               20)- Lato Sud: San Sebastiano.

 

Soffitto: 1)- Soffitto: Martirio e gloria di Sant'Agata.

 

Presbiterio:

parete di sinistra: 17)- Nord: La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci.                                   parete di destra: 18)- Sud: La caduta della manna.

soffitto: 16)- Soffitto del presbiterio: La Fede.

 

Sopra:

2)- Parete d'ingresso: Tobia estrae il fiele dal pesce.                      3)- Parete d'ingresso: Matrimonio di Tobia con Sara.

Sotto:

4)- Parete d'ingresso: San Marco Evangelista.                                5)- Parete d'ingresso: San Luca Evangelista.

Soffitto: 1)- Martirio e gloria di Sant'Agata.

Sopra:

6)- Lato Nord: La guarigione del padre di Tobia.                         25)- Lato Sud: Tobia si mette alla ricerca del pesce.

9)- Lato Nord: Il Presepio.                                                              22)- Lato Sud: Adorazione dei Magi.

12)- Lato Nord: Il Figliol prodigo pretende la sua parte.            19)- Lato Sud: Incontro del Figliol prodigo con il padre.

 

Sotto:

7)- Lato Nord: San Giovanni Evangelista.                                    26)- Lato Sud: San Matteo Evangelista.

8)- Lato Nord: La Samaritana al pozzo.                                        24)- Lato Sud: La prostituta in casa di Simone Fariseo.

10)- Lato Nord: La Deposizione di Cristo (La Pietà).                  23)- Lato Sud: L'orazione nell'orto.

11)- Lato Nord: Il Battesimo di Gesù.                                            21)- Lato Sud: Gesù scaccia i mercanti dal tempio.

13)- Lato Nord: La Madonna del Rosario.                                    20)- Lato Sud: San Sebastiano.

 

Sopra:

15)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo tra i  porci.                  14)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo dissipa le sue ricchezze.

 

Sotto:

17)- Lat. presb. Nord: La moltiplicazione dei pani e dei pesci.     18)- Lat. presb. Sud: La caduta della manna.

Soffitto del presbiterio: 16)- La Fede.

 

Sopra:

2)- Parete d'ingresso: Tobia estrae il fiele dal pesce.                      3)- Parete d'ingresso: Matrimonio di Tobia con Sara.

Sotto:

4)- Parete d'ingresso: San Marco Evangelista.                                5)- Parete d'ingresso: San Luca Evangelista.

 

 

Soffitto: 1)- Martirio e gloria di Sant'Agata.

 

Sopra:

6)- Lato Nord: La guarigione del padre di Tobia.                         25)- Lato Sud: Tobia si mette alla ricerca del pesce.

Sotto:

7)- Lato Nord: San Giovanni Evangelista.                                    26)- Lato Sud: San Matteo Evangelista.

 

Sotto:

8)- Lato Nord: La Samaritana al pozzo.                                        24)- Lato Sud: La prostituta in casa di Simone Fariseo.

 

Sopra:

9)- Lato Nord: Il Presepio.                                                              22)- Lato Sud: Adorazione dei Magi.

Sotto:

10)- Lato Nord: La Deposizione di Cristo La Pietà).                    23)- Lato Sud: L'orazione nell'orto.

 

Sotto:

11)- Lato Nord: Il Battesimo di Gesù.                                            21)- Lato Sud: Gesù scaccia i mercanti dal tempio.

 

Sopra:

12)- Lato Nord: Il Figliol prodigo pretende la sua parte.            19)- Lato Sud: Incontro del Figliol prodigo con il padre.

Sotto:

13)- Lato Nord: La Madonna del Rosario.                                    20)- Lato Sud: San Sebastiano.

 

 

Sopra:

15)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo tra i  porci.                  14)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo dissipa le sue ricchezze.

 

 

Sotto:

17)- Lat. presb. Nord: La moltiplicazione dei pani e dei pesci.     18)- Lat. presb. Sud: La caduta della manna.

 

Soffitto del presbiterio: 16)- La Fede.

 

FOTO AFFRESCHI

 

GLI AFFRESCHI: SPIEGAZIONE ARTISTICA

- ponte tra la gloriosa pittura veneziana del Settecento ed il Romanticismo.

- Pallidi riflessi del Neoclassicismo, che pur ci sono.

- "Macchina" scenografica.

- Figurativista, ecc.

 

GLI AFFRESCHI: un'opera a "tre" mani:

  - Crico: tema, distribuzione spaziale ed influenze a livello compositivo e coloristico (voglio il soggetto così, con la tal figura di là, con il manto del tal colore e con il paesaggio dove si veda la città... e poi, cerchiamo di uniformare gli affreschi ad esempio con il monocromo, per imitare la statua tanto di moda, e lo sfondo dei cieli dorato... ah! un'altra cosa, tu Borsato fammi le tal ornamentazioni... guarda, ti faccio vedere con uno schizzo... anche quel fondale architettonico... si, ho visto come lo faresti tu nel tuo bozzetto, ma io, però, la scalinata la vorrei...).

- Canal: le figure - aspetti pittoricamente e squisitamente formali.

- Borsato: decorazioni ornamentali e parte dei fondali architettonico-paesaggistici (?), e forse anche le figure marginali e le parti generalmente meno impegnative (?) - aspetti pittoricamente e squisitamente formali.

 

FOTO AFFRESCHI

 

CHIESA DI FOSSALUNGA,

dedicata a Sant'Agata (consacrata nel 1827)

- Gli altari laterali sono dedicati, in origine, alla Beata Vergine del Rosario (questo, e sarà il Crico ad introdurne il culto all'inizio del secolo, sarà dedicato, in alternanza, anche a Sant'Eurosia) ed a San Sebastiano.

- La chiesa viene chiusa nel luglio del 1987 - Restauro - fine lavori 1989-1991 (?).

- Il paese di Fossalunga viene per la prima volta citato nella bolla "Religiosam vitam" di papa Gregorio IX del 2 marzo 1231, inviata all'abate di Nervesa Bonincontro.

- "Fosse" - "2" - probabilmente sistema difensivo dalle invasioni degli Ungari, fatto: o dai Romani, o dai Trevigiani, o dai Veneziani.

- La chiesa in origine è più a nord rispetto all'ubicazione attuale; in seguito, grazie alla nuova importanza assunta dall'asse viario Treviso-Castelfranco (probabilmente già verso il XIV-XV secolo), viene spostata (con il centro del paese) all'incirca nell'ubicazione attuale.

- La chiesa nuova viene costruita dopo il 1775, anno in cui viene fatta la "ballottazione" per la raccolta dei contributi (quindi, l'idea di far una nuova chiesa deve essere nata prima).

- i Parroci: - MELCHIORRE SPADA (veneziano), dal 1754 al 1787.

                 - PAOLO LORENZI (goriziano), dal 1787 al 1797.

                 - LORENZO CRICO (di Noventa di Piave, Arciprete), dal 1797 al 1825.

                 - GUARINO DE LOTTO (di San Vito del Cadore), dal 1825 al 1855.

                 - PAOLO MARIA GOTTARDI (veronese), dal 1855 al 1875.

                 - FRANCESCO ANTONIO POZZI (trevigiano), dal 1875 al 1911.

                 - ANTONIO PAVAN (Istrana), dal 1912 al 1945.

                 - MARIO PACCAGNAN (Spresiano), dal 1946 al 1986.

                 - GIOVANNI PESCE, dal 1986

- Durante il periodo (1787-1797) del parroco Paolo Lorenzi: stato di abbandono della chiesa a pochi anni dalla costruzione.

- LORENZO CRICO: - Parroco dal 20 ottobre 1797 (non ancora compiuti 33 anni).

                                    - Mette in salvo subito la parte migliore del corredo liturgico.

                                    - Uomo di cultura che sa trattare con le autorità dell'epoca.

                                    - Sono anni duri (povertà ed aridità delle campagne, le quali sono per il 60% in mano ai nobili; tra il 1816 ed il 1817 c'è una tremenda carestia; sul territorio di Fossalunga ed in paese passano tre volte gli eserciti francesi e tre volte gli eserciti austriaci, con tutto ciò che ne consegue), tuttavia il Crico trova la forza e le risorse (molte le tira fuori di tasca sua) per completare ed abbellire la chiesa: - la chiesa è "restaurata";

                              - arricchita di pitture e marmi;

                              - fornita di sacri arredi;

                              - coronata dalla torre campanaria.

                                    - le risorse il Crico le trova grazie anche alle sue amicizie con le personalità più autorevoli e potenti della zona (Venezia, Treviso e Castelfranco), nonché dai contributi offerti dai nobili Ravagnin di Fossalunga, come attestano anche gli stemmi sulla pala di Sant'Eurosia e sulla base del tabernacolo dell'altare maggiore (i Ravagnin avevano contribuito anche nella costruzione della nuova chiesa). Inoltre, vi sono sicuramente gli aiuti "manuali" dei parrocchiani, che pure contribuiscono in denaro.

                                  - dopo il 1802: gli affreschi di Giovanni Battista Canal (1745-1825), che era attivo in Castelfranco, e di Giuseppe Borsato (1771-1849), per gli ornati e le architetture, sono fatti sotto la direzione del Crico stesso, che ne da le tematiche.

- il Campanile (1813-1822): - i parrocchiani s'interessano della demolizione della chiesa di Santa Margherita a Venezia (sconsacrata dopo il 1810) e del trasporto del materiale utilizzabile in Fossalunga.

                                                - Lorenzo Crico e FRANCESCO ZAMBON (architetto seguace del Preti) progettano il campanile (come attesta l'iscrizione sulla facciata del campanile stesso, terminato nel 1822: <<D.O.M. / LAURENTIUS CRICO / ARCHIPRESBYTER / MDCCCXXII>>).

                                                   - Fino a qualche decennio fa, sembra che nell'archivio parrocchiale si conservassero ancora i disegni-studio del Crico per il campanile.

                                                   - Prima di lasciare Fossalunga (1825), il Crico dà vita all'Ospizio (poi Oratorio) detto appunto Crico, oppure di Sant'Antonio da Padova.

- nel 1923 viene data attuazione al riadattamento della Chiesa (diventata nel frattempo troppo piccola per le nuove esigenze della popolazione aumentata -dalle 800 anime che conteneva nell'ampiezza originarie alle nuove esigenze di una popolazione di circa 1800 anime ora-), che già aveva avuto un progetto di ampliamento della parte absidale da parte dell'architetto veneziano Vincenzo Rinaldo (problema dello spostamento degli affreschi dalla parete del coro): il nuovo progetto di ampliamento è affidato all'architetto Antonio Beni, che prevede la costruzione di un coro più vasto, aggiunto al retrostante corpo della chiesa, e lo spostamento dei tre altari e dei due affreschi raffiguranti Il miracolo dei pani e dei pesci ed Il miracolo della caduta della manna (lo spostamento degli affreschi viene affidato ai Botter, padre e figlio, Girolamo e Mario). I lavori terminano nel 1925.

- Nel 1928 cade dal soffitto una zona d'intonaco, e gli affreschi del Canal sono nuovamente minacciati; ancora i Botter provvedono al restauro dell'intonaco caduto.

- Negli anni dal 1939 al 1941, ancora lavori sul tetto della chiesa e successivamente per la costruzione della nuova sacrestia (ing. Pillon di Padova).

- Nel 1946 giungono le formelle in terracotta della Via Crucis, opera dello scultore Pier Lino Bottacin di Salzano.

- Nel 1952, nell'occasione del XVII centenario del martirio di Sant'Agata, viene collocata una statua della Santa, opera dello scultore gardenese Giuseppe Runggaldier, in una nicchia di marmo policromo.

- Negli anni Cinquanta si effettuano anche interventi di pulitura degli affreschi.

- Nel 1969 si "rifà" (?) il pavimento.

- Nel 1970 viene restaurata la facciata ad opera del prof. G. Gatto di Santa Cristina.

- Nel 1973 viene recuperato un affresco della scuola di Tommaso da Modena, raffigurante la Madonna che allatta il Bambino con affianco San Cristoforo, strappato da una parete del porticato di una casa colonica (forse un tempo piccolo monastero delle monache di Ognissanti o di Santa Chiara) e donato dal sig. Pietro Martignago, proprietario della casa.

- Nel 1987 iniziano gli ultimi lavori di restauro della chiesa e degli affreschi (questi ultimi fatti, sotto il controllo delle Belle Arti, dal prof. Giuseppe Gatto, coadiuvato dal figlio Michelangelo, di Santa Cristina).

 

GIOVANNI BATTISTA CANAL (Venezia, 1745 - 1825)

- Figlio di Fabio Canal, detto Canaletto, allievo prediletto del Tiepolo. Giovanni Battista aveva anche un fratello pittore modestissimo.

- Allievo del padre, il suo stile può definirsi tiepolesco.

- Negli anni di Fossalunga (1802) era a Castelfranco, intento a dipingere a Casa Barisan (nonché la palazzina di campagna del Senatore conte Giovanni Battista Barisan), al Teatro Accademico e nella Chiesa del monastero di S. Chiara.

- Ex Casa Moletta-Barisan. Demolita ad esclusione della facciata (sulla quale vi erano affreschi della fine del sec. XV - inizi del sec. XVI) nel 1967, conservava al suo interno affreschi di G.B. Canal (1745-1825) e di G. Borsato (1770-1849).

- Chiesa del monastero di S. Chiara. Completamente snaturata, è oggi adibita a uffici comunali. Al suo interno si conserva ancora, sull'antico soffitto, un affresco di G.B. Canal raffigurante L'incoronazione di Maria.

- L'Accademia dei Filoglotti, cenacoli artistico-culturali o restauri e costruzioni di nuovi edifici pubblici e privati (Teatro Accademico, villa Revedin-Bolasco, ecc.) chiamarono in città numerosi artisti di spicco del tempo, tra i quali il Chiarottini, il Canal, il Borsato, il Bevilacqua, o più tardi il Bagnara, il Santi, il Meduna. Francesco Olivetti e Alessandro Revera furono, in questi anni, i pittori di Castelfranco di maggior talento.

- Definito dal Coletti (1930) l'ultimo dei <<fa presto, per la copiosa facilità della sua composizione e la sveltezza del suo disegnare e del suo colorire>>.

- Affrescò molto in chiese e ville del Veneto, specializzandosi nel dipingere soffitti (ben 30 chiese nella sola diocesi di Treviso: Caselle, Caerano, Biadene, Spresiano, Martellago, Padernello, Spineda, Treviso, ecc.).

- Il ciclo pittorico di Fossalunga rappresenta l'opera più organica e più ampia del Canal.

- Dal 1807 insegnò pittura all'Accademia di Venezia.

- Quasi cieco alla fine della sua attività, continuò tuttavia a dipingere (il soffitto della chiesa di San Trovaso a Venezia, nel 1922, ecc.). Morì povero.

 

GIUSEPPE BORSATO (Venezia, 1771 - 1849)

- Studiò a Roma e fu professore di ornato all'Accademia di Venezia, accanto all'architetto Giannantonio Selva, che gli affidò la decorazione del teatro La Fenice (il teatro, però, già all'inizio del secolo XIX subì un incendio, e dei lavori del Borsato oggi non esistono che alcuni bozzetti ad acquerello).

- Fu applaudito scenografo (fu scenografo ufficiale de' La Fenice dal 1809 al 1823) e bravo pittore da cavalletto.

- Seguì spesso il Canal, come quadraturista e fedele amico, facendosi apprezzare per i suoi bellissimi ornamenti d'architettura.

 

FOTO AFFRESCHI

 

AFFRESCHI:

1)- Soffitto: Martirio e gloria di Sant'Agata.

2)- Parete d'ingresso: Tobia estrae il fiele dal pesce.

3)- Parete d'ingresso: Matrimonio di Tobia con Sara.

4)- Parete d'ingresso: San Marco Evangelista.

5)- Parete d'ingresso: San Luca Evangelista.

6)- Lato Nord: La guarigione del padre di Tobia dalla cecità.

7)- Lato Nord: San Giovanni Evangelista.

8)- Lato Nord: La Samaritana al pozzo.

9)- Lato Nord: Il Presepio (La nascita di Gesù e l'adorazione dei pastori).

10)- Lato Nord: La Deposizione di Cristo (La Pietà).

11)- Lato Nord: Il Battesimo di Gesù.

12)- Lato Nord: Il Figliol prodigo pretende la sua parte.

13)- Lato Nord: La Madonna del Rosario.

14)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo dissipa le sue ricchezze.

15)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo tra i (custode dei) porci.

16)- Soffitto del presbiterio: La Fede.

17)- Laterale del presbiterio Nord: La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci.

18)- Laterale del presbiterio Sud: La caduta della manna.

19)- Lato Sud: Incontro del Figliol prodigo con il padre (Il ritorno del Figliol prodigo).

20)- Lato Sud: San Sebastiano.

21)- Lato Sud: Gesù scaccia i mercanti dal tempio.

22)- Lato Sud: Adorazione dei Magi.

23)- Lato Sud: L'orazione nell'orto.

24)- Lato Sud: La prostituta in casa di Simone Fariseo.

25)- Lato Sud: Tobia si mette alla ricerca del pesce per la guarigione del padre.

26)- Lato Sud: San Matteo Evangelista.

 

1)- Soffitto: Martirio e gloria di Sant'Agata.

Sant'Agata è una vergine ed una martire di Catania del III secolo d.C., subì il martirio per non aver abiurato alla fede. Il suo culto è un culto antico, medievale, che si diffuse anche da noi, sebbene la dedicazione di una chiesa è un fatto non unico nel territorio trevigiano. E' protettrice dai terremoti e dagli incendi (quando c'era un incendio si suonavano le campane, da qui la Santa divenne protettrice dei costruttori di campane). G.P. Bordignon Favero mette in relazione la dedicazione a Sant'Agata con il fatto che il nome stesso di Fossalunga, sebbene non sia ancora stato trovato nulla che lo provi (o per l'una o per l'altra ipotesi), possa derivare da una fessura sismica che avrebbe provocato una lunga fossa.

Il Crico dice che la prospettiva degli edifici, la scalea e le statue ornamentali sono state dipinte dal Borsato.

-------------------------a) Martirio della Santa.

-------------------------b) Glorificazione della Santa.

-------------------------c) La gloria trionfante della Trinità e di Maria.

-------------------------e) Il trionfo della Croce.

 

2)- Parete d'ingresso: Tobia estrae il fiele dal pesce.

Vecchio Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo violaceo (ocra).

 

3)- Parete d'ingresso: Matrimonio di Tobia con Sara.

Vecchio Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo violaceo (ocra).

 

4)- Parete d'ingresso: San Marco Evangelista.

Dipinto in monocromo a guisa di statua posta sopra una base marmorea e collocata dentro una nicchia absidata, il cui semicilindro ed il catino riproducono la doratura (rosa antico) degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

La figura spetta al Canal, mentre al Borsato spettano le decorazioni ornamentali con le candelabre e le coroncine festonate legate da nastri.

Gli attributi di San Marco sono il leone (non immune qui dall'iconografia veneziana; nel 828 i mercanti veneziani prelevarono le reliquie del Santo da Alessandria d'Egitto e le portarono a Venezia) ed il libro del Vangelo. Nella vita San Marco fu il narratore popolare per eccellenza, pertanto è raffigurato nel suo aspetto più semplice e popolare, con una fisionomia robusta ed immediata.

 

5)- Parete d'ingresso: San Luca Evangelista.

Dipinto in monocromo a guisa di statua posta sopra una base marmorea e collocata dentro una nicchia absidata, il cui semicilindro ed il catino riproducono la doratura (rosa antico) degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

La figura spetta al Canal, mentre al Borsato spettano le decorazioni ornamentali con le candelabre e le coroncine festonate legate da nastri.

Gli attributi di San Luca sono il vitello (animale destinato ai sacrifici e simbolo del sacerdozio) ed il libro del Vangelo. San Luca fu pittore, medico, nonché saggio e dignitoso, grave nella vita come nella regolarità della stesura del suo Vangelo, come tale è raffigurato con una possanza solida ed imponente.

 

6)- Lato Nord: La guarigione del padre di Tobia dalla cecità.

Vecchio Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo violaceo (ocra).

 

7)- Lato Nord: San Giovanni Evangelista.

Dipinto in monocromo a guisa di statua posta sopra una base marmorea e collocata dentro una nicchia absidata, il cui semicilindro ed il catino riproducono la doratura (rosa antico) degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

La figura spetta al Canal, mentre al Borsato spettano le decorazioni ornamentali con le candelabre e le coroncine festonate legate da nastri.

Gli attributi di San Giovanni sono l'aquila (che l'ha probabilmente accompagnato durante il suo esilio) ed il libro del Vangelo. San Giovanni è lo scrittore spirituale, ispirato direttamente dal signore, pertanto è raffigurato in un atteggiamento che ne sottolinea la qualità d'ispirato.

 

8)- Lato Nord: La Samaritana al pozzo.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, assieme agli altri quattro, è in monocromo, con fondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

Sullo sfondo, la città di Sicar, città antica della Samaria. Il pozzo è il pozzo di Giacobbe.

 

9)- Lato Nord: Il Presepio (La nascita di Gesù e l'adorazione dei pastori).

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, assieme agli altri quattro, è in monocromo, con fondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

10)- Lato Nord: La Deposizione di Cristo (La Pietà).

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, con quelli de' L'orazione nell'orto (a cui corrisponde il presente nel lato opposto della chiesa), de' La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci e de' La caduta della manna (questi ultimi due nel presbiterio, con sopra La Fede), è in policromia.

L'influenza canoviana e voluta dal Crico, tuttavia, al di là di un richiamo compositivo, il Canal risolve la composizione con maggior attenzione all'effetto scenografico ed alla resa realistica dei personaggi (il riferimento al Canova è alla pala di Possagno, dipinta nel 1799; a Possagno il Canal aveva dipinto il suo primo soffitto nel 1775).

Un'altra opera simile a questa, e di ispirazione canoviana, è la Deposizione (del 1803 ca., quindi fatta dopo) della chiesa di Cusignana.

 

11)- Lato Nord: Il Battesimo di Gesù.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, assieme agli altri quattro, è in monocromo, con fondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

12)- Lato Nord: Il Figliol prodigo pretende la sua parte.

Nuovo Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

13)- Lato Nord: La Madonna del Rosario.

Dipinto in monocromo a guisa di statua posta sopra una base marmorea e collocata dentro una nicchia absidata, il cui semicilindro ed il catino riproducono la doratura (rosa antico) degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

La figura spetta al Canal, mentre al Borsato spettano le decorazioni ornamentali con le candelabre e le coroncine festonate legate da nastri.

La festività in onore della Vergine, ricordata sotto il nome di nostra Signora della Vittoria, quindi solennità del Rosario, si deve a Gregorio XIII, come ringraziamento per la vittoria contro l'esercito turco nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571; la sua festività cade infatti il 7 ottobre); la vittoria fu merito dei veneziani, pertanto è un'iconografia particolarmente cara da noi. La vittoria di Lepanto fu ricordata anche in occasione di un'altra vittoria contro il turco, quella del 12 settembre 1683, quando viene sconfitto a Vienna. La Madonna del Rosario è legata anche alla terribile pestilenza del 1630, contro la quale si fa protettrice assieme a San Sebastiano, raffigurato nella parete opposta della chiesa, in corrispondenza della Vergine.

Tiene il Bambino in braccio ed il rosario, la cui croce è sostenuta nella mano sinistra. A differenza del San Sebastiano, la Vergine è raffigurata in un atteggiamento calmo e composto, che allude alla certezza di una guarigione serena, contrapposta alla sinuosità dolorosa del San Sebastiano, che allude alla sofferenza fisica della malattia, pur nella fede della guarigione o della protezione divina.

Qui a Fossalunga, la devozione verso la Madonna del Rosario e verso San Sebastiano si manifesta dopo la terribile peste del 1630, data in cui risale, infatti, l'erezione e la dedicazione dei due rispettivi altari.

 

14)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo dissipa le sue ricchezze.

Nuovo Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

15)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo tra i (custode dei) porci.

Nuovo Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

16)- Soffitto del presbiterio: La Fede.

E' la prima delle virtù teologali. La croce è il segno dell'accettazione del sacrificio. Il calice eucaristico allude al sacrificio di Cristo presente sull'altare e al conforto del dono del "pane" e del "vino".

 

17)- Laterale del presbiterio Nord: La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci.

Dal Vangelo, ciò dal Nuovo Testamento. Vedi motivo riccesco dell'albero centrale.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, con quelli de' La caduta della manna (a cui corrisponde il presente nel lato opposto della chiesa, nel presbiterio, con sopra La Fede), de' La Deposizione di Cristo (La Pietà) e de' L'orazione nell'orto , è in policromia.

 

18)- Laterale del presbiterio Sud: La caduta della manna.

Dall'Antico Testamento. Al centro Mosè ed Aronne.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, con quelli de' La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci (a cui corrisponde il presente nel lato opposto della chiesa, nel presbiterio, con sopra La Fede), de' La Deposizione di Cristo (La Pietà) e de' L'orazione nell'orto , è in policromia.

 

19)- Lato Sud: Incontro del Figliol prodigo con il padre (Il ritorno del Figliol prodigo).

Nuovo Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

20)- Lato Sud: San Sebastiano.

Dipinto in monocromo a guisa di statua posta sopra una base marmorea e collocata dentro una nicchia absidata, il cui semicilindro ed il catino riproducono la doratura (rosa antico) degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

La figura spetta al Canal, mentre al Borsato spettano le decorazioni ornamentali con le candelabre e le coroncine festonate legate da nastri.

San Sebastiano, morto martire a Roma, è un Santo forse nativo di Milano. La sua fame è legata alla protezione contro la peste (a cui fa riscontro, in corrispondenza a San Sebastiano, la Madonna del Rosario, sulla parete opposta della chiesa), che nel Medioevo era condivisa anche con Sant'Antonio, San Cristoforo e San Rocco. La sua iconografia allude al suo essere uscito indenne dal supplizio delle frecce, e questo ha fatto sorgere la convinzione di una sua particolare protezione contro le "frecce" dei castighi divini, quindi della pestilenza. Il suo atteggiamento, di dolorosa sofferenza fisica, allude alle pene corporee che il malato deve sopportare per giungere alla "guarigione" divina.

Qui a Fossalunga, la devozione verso San Sebastiano e verso la Madonna del Rosario si manifesta dopo la terribile peste del 1630, data in cui risale, infatti, l'erezione e la dedicazione dei due rispettivi altari.

 

21)- Lato Sud: Gesù scaccia i mercanti dal tempio.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, assieme agli altri quattro, è in monocromo, con fondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

22)- Lato Sud: Adorazione dei Magi.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, assieme agli altri quattro, è in monocromo, con fondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

23)- Lato Sud: L'orazione nell'orto.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, con quelli de' La Deposizione di Cristo (La Pietà (a cui corrisponde il presente nel lato opposto della chiesa), de' La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci e de' La caduta della manna (questi ultimi due nel presbiterio, con sopra La Fede), è in policromia.

Si sente un'influenza canoviana, di un Canova ancora settecentesco. Prevale, infatti, come nell'indole del Canal, una resa scenografica e realistica della composizione e dei personaggi.

Scena drammatica ed intensa: <<Padre, se vuoi, allontana da me questo calice. Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà>> (Luca, 22, 39-46).

 

24)- Lato Sud: La prostituta in casa di Simone Fariseo.

Dei nove affreschi cristologici della chiesa, questo, assieme agli altri quattro, è in monocromo, con fondo dorato (ocra quasi dorato) ad imitazione degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

 

25)- Lato Sud: Tobia si mette alla ricerca del pesce per la guarigione del padre.

Vecchio Testamento.

Dipinto in monocromo con sfondo violaceo (ocra).

 

26)- Lato Sud: San Matteo Evangelista.

Dipinto in monocromo a guisa di statua posta sopra una base marmorea e collocata dentro una nicchia absidata, il cui semicilindro ed il catino riproducono la doratura (rosa antico) degli antichi rivestimenti musivi veneziani.

La figura spetta al Canal, mentre al Borsato spettano le decorazioni ornamentali con le candelabre e le coroncine festonate legate da nastri.

Gli attributi di San Matteo sono l'angelo ed il libro del Vangelo. San Matteo, oltre che Evangelista, è anche colui che il Signore ha scelto ed inviato alla predicazione, come tale è raffigurato in un atteggiamento che ne traduce l'obbedienza all'ordine divino e l'apertura verso il prossimo nella predica; in una mano tiene la penna, mentre l'angelo sorregge il libro.

 

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Ordine superiore sinistro, dalla parete d'ingresso:

3)- Parete d'ingresso: Matrimonio di Tobia con Sara.

6)- Lato Nord: La guarigione del padre di Tobia dalla cecità.

9)- Lato Nord: Il Presepio (La nascita di Gesù e l'adorazione dei pastori).

12)- Lato Nord: Il Figliol prodigo pretende la sua parte.

14)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo dissipa le sue ricchezze.

 

Ordine superiore destro, dalla parete d'ingresso:

2)- Parete d'ingresso: Tobia estrae il fiele dal pesce.

25)- Lato Sud: Tobia si mette alla ricerca del pesce per la guarigione del padre.

22)- Lato Sud: Adorazione dei Magi.

19)- Lato Sud: Incontro del Figliol prodigo con il padre (Il ritorno del Figliol prodigo).

15)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo tra i (custode dei) porci.

 

Ordine inferiore sinistro, dalla parete d'ingresso:

5)- Parete d'ingresso: San Luca Evangelista.

7)- Lato Nord: San Giovanni Evangelista.

8)- Lato Nord: La Samaritana al pozzo.

10)- Lato Nord: La Deposizione di Cristo (La Pietà).

11)- Lato Nord: Il Battesimo di Gesù.

13)- Lato Nord: La Madonna del Rosario.

 

Ordine inferiore destro, dalla parete d'ingresso:

4)- Parete d'ingresso: San Marco Evangelista.

26)- Lato Sud: San Matteo Evangelista.

24)- Lato Sud: La prostituta in casa di Simone Fariseo.

23)- Lato Sud: L'orazione nell'orto.

21)- Lato Sud: Gesù scaccia i mercanti dal tempio.

20)- Lato Sud: San Sebastiano.

 

Soffitto: 1)- Soffitto: Martirio e gloria di Sant'Agata.

 

Presbiterio:

parete di sinistra: 17)- Laterale del presbiterio Nord: La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci.

parete di destra: 18)- Laterale del presbiterio Sud: La caduta della manna.

soffitto: 16)- Soffitto del presbiterio: La Fede.

 

Ordine superiore sinistro, dalla parete d'ingresso:                                                    Ordine superiore destro, dalla parete d'ingresso:

3)- Parete d'ingresso: Matrimonio di Tobia con Sara.                                             2)- Parete d'ingresso: Tobia estrae il fiele dal pesce.

6)- Lato Nord: La guarigione del padre di Tobia dalla cecità.                             25)- Lato Sud: Tobia si mette alla ricerca del pesce.

9)- Lato Nord: Il Presepio (La nascita di Gesù e l'adorazione dei pastori).         22)- Lato Sud: Adorazione dei Magi.

12)- Lato Nord: Il Figliol prodigo pretende la sua parte.                                     19)- Lato Sud: Incontro del Figliol prodigo con il padre.

14)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo dissipa le sue ricchezze.                             15)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo tra i (custode dei) porci.

 

Ordine inferiore sinistro, dalla parete d'ingresso:                                                       Ordine inferiore destro, dalla parete d'ingresso:

5)- Parete d'ingresso: San Luca Evangelista.                                                             4)- Parete d'ingresso: San Marco Evangelista.

7)- Lato Nord: San Giovanni Evangelista.                                                              26)- Lato Sud: San Matteo Evangelista.

8)- Lato Nord: La Samaritana al pozzo.                                                                  24)- Lato Sud: La prostituta in casa di Simone Fariseo.

10)- Lato Nord: La Deposizione di Cristo (La Pietà).                                             23)- Lato Sud: L'orazione nell'orto.

11)- Lato Nord: Il Battesimo di Gesù.                                                                      21)- Lato Sud: Gesù scaccia i mercanti dal tempio.

13)- Lato Nord: La Madonna del Rosario.                                                               20)- Lato Sud: San Sebastiano.

 

Soffitto: 1)- Soffitto: Martirio e gloria di Sant'Agata.

 

Presbiterio:

parete di sinistra: 17)- Nord: La moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci.                                   parete di destra: 18)- Sud: La caduta della manna.

soffitto: 16)- Soffitto del presbiterio: La Fede.

 

Sopra:

2)- Parete d'ingresso: Tobia estrae il fiele dal pesce.                      3)- Parete d'ingresso: Matrimonio di Tobia con Sara.

Sotto:

4)- Parete d'ingresso: San Marco Evangelista.                                5)- Parete d'ingresso: San Luca Evangelista.

 

Soffitto: 1)- Martirio e gloria di Sant'Agata.

Sopra:

6)- Lato Nord: La guarigione del padre di Tobia.                         25)- Lato Sud: Tobia si mette alla ricerca del pesce.

9)- Lato Nord: Il Presepio.                                                              22)- Lato Sud: Adorazione dei Magi.

12)- Lato Nord: Il Figliol prodigo pretende la sua parte.            19)- Lato Sud: Incontro del Figliol prodigo con il padre.

 

Sotto:

7)- Lato Nord: San Giovanni Evangelista.                                    26)- Lato Sud: San Matteo Evangelista.

8)- Lato Nord: La Samaritana al pozzo.                                        24)- Lato Sud: La prostituta in casa di Simone Fariseo.

10)- Lato Nord: La Deposizione di Cristo (La Pietà).                  23)- Lato Sud: L'orazione nell'orto.

11)- Lato Nord: Il Battesimo di Gesù.                                            21)- Lato Sud: Gesù scaccia i mercanti dal tempio.

13)- Lato Nord: La Madonna del Rosario.                                    20)- Lato Sud: San Sebastiano.

 

Sopra:

15)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo tra i  porci.                  14)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo dissipa le sue ricchezze.

 

Sotto:

17)- Lat. presb. Nord: La moltiplicazione dei pani e dei pesci.     18)- Lat. presb. Sud: La caduta della manna.

Soffitto del presbiterio: 16)- La Fede.

 

Sopra:

2)- Parete d'ingresso: Tobia estrae il fiele dal pesce.                      3)- Parete d'ingresso: Matrimonio di Tobia con Sara.

Sotto:

4)- Parete d'ingresso: San Marco Evangelista.                                5)- Parete d'ingresso: San Luca Evangelista.

 

 

Soffitto: 1)- Martirio e gloria di Sant'Agata.

 

Sopra:

6)- Lato Nord: La guarigione del padre di Tobia.                         25)- Lato Sud: Tobia si mette alla ricerca del pesce.

Sotto:

7)- Lato Nord: San Giovanni Evangelista.                                    26)- Lato Sud: San Matteo Evangelista.

 

Sotto:

8)- Lato Nord: La Samaritana al pozzo.                                        24)- Lato Sud: La prostituta in casa di Simone Fariseo.

 

Sopra:

9)- Lato Nord: Il Presepio.                                                              22)- Lato Sud: Adorazione dei Magi.

Sotto:

10)- Lato Nord: La Deposizione di Cristo La Pietà).                    23)- Lato Sud: L'orazione nell'orto.

 

Sotto:

11)- Lato Nord: Il Battesimo di Gesù.                                            21)- Lato Sud: Gesù scaccia i mercanti dal tempio.

 

Sopra:

12)- Lato Nord: Il Figliol prodigo pretende la sua parte.            19)- Lato Sud: Incontro del Figliol prodigo con il padre.

Sotto:

13)- Lato Nord: La Madonna del Rosario.                                    20)- Lato Sud: San Sebastiano.

 

 

Sopra:

15)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo tra i  porci.                  14)- Arco trionfale: Il Figlio prodigo dissipa le sue ricchezze.

 

Sotto:

17)- Lat. presb. Nord: La moltiplicazione dei pani e dei pesci.     18)- Lat. presb. Sud: La caduta della manna.

 

Soffitto del presbiterio: 16)- La Fede.

 

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Specializzazione: lo Studio espone in permanenza qu ri antichi e moderni (soprattutto di artisti veneti), arte, antichità ed antiquariato. Effettua compravendite di qu ri, consulenze d'arte, ricerche artistiche, stime e perizie d'arte. Esegue testi storico critici, organizza e cura mostre e catalogazioni per conto di privati, Pubbliche Istituzioni, Associazioni Culturali ed Enti Pubblici e Privati. Per ricerche in corso, si invitano i possessori di opere e documenti di artisti di Castelfranco Veneto ed attivi in città a contattare lo Studio. Per avere informazioni su altre opere di pittori di Castelfranco Veneto, contattare la Galleria. Si acquistano opere di pittori di Castelfranco Veneto dopo averne esaminato preventivamente le foto (pittori di Castelfranco Veneto).

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