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in sintesi:  MOSTRE DI GRANDE SUCCESSO

MA MUSEI DESERTI 

Il grande successo delle splendide mostre allestite in provincia (vedi, ad esempio, Giorgione, Cima, Jacopo ma anche Signorini, Canaletto, Van Gogh, gli Impressionisti, ecc.), che ha visto e vede affluire decine di migliaia di visitatori al mese, si scontra con la realtà opposta di musei (con le ovvie eccezioni, per Venezia soprattutto), che rimangono pressoché deserti. Se, come molti si aspettano e sperano dopo le ultime elezioni, il Veneto potrà diventare una sorta di laboratorio di sperimentazione utile poi al resto d’Italia, io chiedo ai politici perché non sperimentare qualcosa anche per i nostri musei. Tra i mille possibili, un suggerimento semplice da attuare potrebbe essere fare un biglietto valido per 365 giorni: pagarlo regolarmente al primo ingresso e, da quella data, per quel museo, garantire l’accesso gratuito per i successivi 365 giorni. Questo, senza costringere il visitatore a portar con sé il biglietto per un intero anno, bensì semplicemente annotandone nome e cognome (al computer o in un semplice registro) per permetterne il controllo, dopo aver esibito un documento di riconoscimento, ogni qual volta la stessa persona tornerà in quel museo. Considerando che raramente, purtroppo, la maggior parte delle persone visita lo stesso museo, anche quello cittadino, più di una volta l’anno, le entrate dell’istituzione non ne soffrirebbero di certo; al contrario, si stimolerebbe la visita dei musei rendendoli davvero “aperti” a tutti i cittadini e magari, con una certa sorpresa, si costaterebbe che quelle entrate potrebbero aumentare grazie ad un incremento delle vendite di cataloghi, libri o gadget. Per non parlare poi, nelle città con più musei, attraverso un semplice dialogo informatico, se ciò fosse fatto anche per i biglietti cumulativi!

Castelfranco Veneto, aprile 2010

Marco Mondi

  

 

ripetendo ma approfondendo: MOSTRE DI GRANDE SUCCESSO

MA MUSEI DESERTI 

Giorgione, Cima, Jacopo, Signorini, Canaletto, Van Gogh, gli Impressionisti, sono solo alcune delle tante mostre allestite in provincia che hanno avuto grande successo, talvolta con un’affluenza di visitatori davvero inaspettata: l’arte, quindi, paga. Ciononostante, il pubblico pare aver bisogno di un ”evento” per solcare la soglia di uno spazio espositivo, tant’è vero che i musei (con le ovvie eccezioni, per Venezia soprattutto), anche di domenica, rimangono pressoché deserti. Eppure ci sono mostre, come quella di Jacopo, ad esempio, oggi in corso al museo di Bassano, dove il grosso dei dipinti esposti si trova là custodito 365 giorni l’anno: vale a dire che, talvolta, per vedere molte delle stesse opere presentate ad una mostra, basta semplicemente andare al museo in qualsiasi altro momento dell’anno! Ma un museo, si sa, non si presenta sotto la veste di un “evento”, come fa una mostra.

Se, come molti si aspettano e sperano dopo le ultime elezioni, il Veneto potrà diventare una sorta di laboratorio dove sperimentare soluzioni che potranno servire poi da modello al resto d’Italia, io chiedo ai politici perché non provano a sperimentare una formula che possa portare più gente a visitare i nostri musei. Tra mille possibili iniziative, quanto suggerisco è assai semplice da attuare e certo va incontro alle tasche dei cittadini e a uno dei ruoli istituzionali più importanti ed essenziali di un museo: far crescere la gente attraverso la cultura. Io mi ritengo un assiduo frequentatore di musei; tuttavia, escludendo i musei a me più vicini, nella maggior parte degli altri raramente ci ritorno più di una volta l’anno. Buona parte delle persone che conosco, quando ci va, raramente visita più di una volta in un anno uno qualsiasi dei musei del nostro territorio. Di sicuro non per tutti ma, a tal riguardo, talvolta pesa anche il costo del biglietto. Io son sicuro che un incentivo a portare i nostri concittadini a visitare un museo, e magari con una certa regolarità, rendendolo davvero “aperti” a tutti, possa essere fare un biglietto valido per 365 giorni: quando entro in un museo, pago il biglietto regolarmente ma poi so che per altri 365 giorni dalla data di questo mio primo ingresso potrò accedere a quello stesso museo senza spendere altre cinque Lire, cioè pago una volta per un intero anno (e non per un anno solare ma per 365 da oggi). E questo, non certo rilasciando un biglietto che dovrò portare con me un intero anno, bensì semplicemente lasciando il mio nome e cognome al momento dell’acquisto del biglietto al mio primo ingresso; dopo di che, presentandomi con un semplice documento di riconoscimento, potrò rientrare quando voglio in quel museo. La biglietteria non dovrà far altro che controllare il mio nome in un semplice registro o meglio ancora, nell’era dell’informatica, a computer. Se così fosse, chissà quanti di noi, ad esempio di domenica a Treviso a Padova a Verona o a Bassano, passeggiando per la città, potrebbero scegliere di visitare con una certa regolarità i nostri musei, oggi quasi sempre deserti? Se poi mi mettessi a tavolino per far un po’ di conti per vedere con questa soluzione quanto un museo ci ha perso in incassi, probabilmente mi accorgerei che gli incassi non sono diminuiti ma aumentati. Infatti, abbiamo già detto che oggi difficilmente una persona visita più volte in un anno lo stesso museo, quindi un museo perderebbe economicamente pressoché nulla; al contrario, sarebbe uno stimolo per portar nuovi visitatori, che poi magari spendono in cataloghi, libri o gadget! Per non parlare poi, nelle città con più musei, attraverso un semplice dialogo informatico, se ciò fosse fatto anche per i biglietti cumulativi!

Castelfranco Veneto, aprile 2010

Marco Mondi

 

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