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BRUNO GHERRI MORO

di Marco Mondi

   Sessant'anni or sono, nel mese d'agosto, Bruno Gherri Moro fece dono di due opere al museo di Castelfranco: un dipinto raffigurante una Testa di donna, con cornice da egli stesso eseguita, e una statuetta di San Francesco d'Assisi in terracotta. Queste furono i suoi primi lavori di cui la nostra comunità venne in possesso. Molti anni dopo, per lascito testamentario, il Comune acquisì d'un sol colpo quelle che probabilmente componevano una cospicua parte dell'eredità del suo studio in città: numerose opere eseguite in vari momenti della sua attività e alcuni lavori di pittori suoi amici come Gino Severini e Filippo De Pisis nonché diversi dipinti antichi (stando all'inventario del lascito attribuiti ad importanti maestri).

  Il dono al museo di Castelfranco del lontano 1933, non è certo un pretesto sufficiente per ricordare l'estrosa personalità artistica di Bruno Gherri Moro. Ben più importante di una dimenticata ricorrenza, è un insieme di motivi che lo fanno essere, sotto molti aspetti, un artista conosciuto e sconosciuto allo stesso. Tra i giovani di Castelfranco, se si chiede loro chi era, pochi sanno rispondere: un artista. Al contrario, c'è tutta una generazione di castellani che da sola potrebbe dedicargli un intero libro. Non è difficile scoprirne il perché. Chi l'ha conosciuto non lo può dimenticare e spesso possiede un suo quadro. Agli altri, e ai giovani soprattutto, non è mai stato dato modo di scoprilo. Da anni, molti anni, si parla di una mostra (il Comune gliela deve, non fosse che per il lascito testamentario). Questa mancanza, oltre ad essere un torto alla nostra città, è il peggior danno che si può fare all'artista: nulla è più nocivo all'arte che costruirne la storia solo sui ricordi. Gli svizzeri, per fortuna, che lo hanno adottato a braccia aperte sin dal primo momento che egli scelse il Vallese come seconda patria, continuano con una certa periodicità a dedicargli delle retrospettive. E' di questi giorni, infatti, l'organizzazione di una mostra che dovrebbe toccare le città di Sion, Martigny e Losanna (contemporaneamente verrà fatta un'asta delle sue opere a Basilea e forse pure in altre località elvetiche - potrebbe essere un'occasione per Castelfranco di venire in possesso di ulteriori lavori del maestro, magari anche con l'intervento di qualche ente). Una mostra itinerante che sarebbe potuta giungere anche a Castelfranco, ma che si fermerà oltralpe.

  Nelle pubblicazioni straniere fatte sull'artista, si legge di frequente che il museo della nostra città conserva oltre venticinque sue opere. Ma Castelfranco ha il museo che non c'è; a meno che non si considerano opere d'arte le splendide gigantografie esposte alla Casa del Giorgione. Gli antichi greci chiamavano museo il tempio dedicato alle Muse: da noi le nove figlie di Zeus hanno preso il volo per altri lidi. Evidentemente, quello che per le altre città è un orgoglio ed un vanto, nel nostro paese è un lusso, culturale innanzi tutto, di cui non siam capaci. Così le opere di Gherri Moro, come quelle di molti altri artisti, son disperse per i labirinti dei pubblici uffici o, peggio ancora, dimenticate nel fumo dei tetti dei magazzini delle soffitte di Castelfranco. Una mia amica, qualche mese fa, mi face sapere di voler fare la tesi di laurea su Bruno Gherri Moro; allo stesso tempo però mi confessò di quant'è difficile farsene un'idea. Chi, infatti, ne vuole approfondire la conoscenza, si trova di fronte a problemi non semplici, dovuti principalmente alla difficoltà di reperirne i lavori. E' un merito della nostra biblioteca conservare più di cento diapositive delle sue opere, che restano in ogni caso poca cosa per farsi un'idea completa sull'attività dell'artista.

  Cerchiamo comunque di vedere chi era questo nostro concittadino che ebbe il merito d'esporre accanto a Modigliani, Picasso, Braque. Un artista importante anche per la ventata d'internazionalità portata nella nostra città.

  Bruno Gherri Moro è il primo artista moderno di Castelfranco. Un artista eclettico, ma certamente non provinciale. Nato a Castelfranco il 6 settembre 1899, compì i suoi primi studi tra la nostra città e Mogliano Veneto: La prima guerra mondiale lo spinse fuori d'Italia, nelle schiere della Brigata Garibaldi, portandolo a combattere a Bligny, in Francia. Fatto prigioniero in Belgio, alla fine della guerra, di sua volontà, fece tappa per qualche tempo a Parigi, dove incontrò la vie bohémienne della Montmartre degli ultimi anni del secondo decennio del secolo. La prima formazione artistica, dopo brevi frequenze alla facoltà d'ingegneria dell'università di Padova (abbandonata contro la volontà dei genitori), avvenne sotto la guida del De Stefani alla Reale Accademia di Belle Arti di Venezia. Un ambiente artistico, quello d'allora, fortemente legato ad una cultura figurativa di ascendenza ancora ottocentesca, promulgata dalle prime Biennali, ma che viveva, nelle accese polemiche dei ribelli di Ca' Pesaro e nell'affermazione delle prime avanguardie italiane, ricchi fervori di rinnovamento. E saranno proprio le Biennali di Vittorio Pica, dal 1920, a favorirne l'aggiornamento. Non è da escludere che il giovane Gherri Moro, in quella Venezia accesa dalle polemiche, sia venuto in contatto con personalità come Gino Rossi o Arturo Martini e che, sotto i loro indiretto suggerimento, scoprisse in sé il bisogno di conoscere le avanguardie europee tornando a cercarle là dove esse operavano.

  Già nella sosta a Parigi per le feste dell'armistizio, ebbe modo di conoscere, forse introdotto dall'amico Severini (che dal 1906 fece di Parigi la sua patria di elezione), gli ambienti artistici più vivi della capitale francese: Montmartre prima e Montparnasse dopo. E fin dalla fine del 1918, come ricorda Mario Sèrtoli, fece la conoscenza di Amedeo Modigliani al Café des Artistes de la Rotonde a Montparnasse. Comunque sia, la sua formazione artistica si sviluppò al contatto di un milieu culturale ricco e rivoluzionario. Dopo il breve tirocinio accademico, Gherri Moro conobbe direttamente le falangi più moderne dell'arte contemporanea. Il suo mondo artistico, la sua scuola, nel volger di pochi anni divenne subito l'arte moderna, la fucina stessa dell'arte moderna. Questa prima esperienza sarà fondamentale anche quando poco dopo ritornerà in Italia. Egli superò la cultura ottocentesca perché visse e si formò come artista del nuovo secolo. E' un po' quanto è successo al Tintoretto, al Veronese, al Bassano: non sentirono la crisi manieristica perché loro erano manieristi e la loro formazione fu manieristica. Le avanguardie che Gherri Moro conobbe a Parigi (ma sarà l'atteggiamento col quale guarderà ad ogni novità figurativa anche nei decenni successivi) non rappresentarono un punto d'arrivo di un percorso che in qualche modo reagisce al passato, ma il naturale punto di partenza per ricerche nuove, sempre derivate però da personalità di una portata artistica decisamente superiore alla sua. Ed è questo un elemento essenziale per capire la sua poetica. Il suo eclettismo ne è una prova, anche se al tempo stesso un limite: nei suoi dipinti, nelle sue sculture, nei suoi lavori in genere, nulla è più facile che trovarne le fonti ispiratrici; ma egli sa in ogni caso mantenere la sua coerenza cercando di far sue le influenze più diverse personalizzandole. E lo si vede bene, ad esempio, in quelle opere che rappresentano uno dei suoi momenti più alti: nature morte, ritratti o vedute che siano, composte con rapide pennellate dal tocco lirico e sensorio, come nelle opere di Filippo De Pisis delle quali sicuramente sentì il fascino, mostrano, soprattutto nei colori, forti contrasti che lo fanno essere anche più moderno e parigino dello stesso amico ferrarese.

  A Castelfranco, tornato nel 1921 secondo alcune fonti, aprì il suo primo studio. Lo stesso anno espose (forse per la prima volta), secondo la documentazione conservata alla biblioteca della Biennale di Venezia, alla Mostra d'Arte Trevigiana assieme a Gino Rossi e Nino Springolo. Alle manifestazioni trevigiane, a cui partecipò sino al 1924, presentò opere pittoriche raffiguranti soggetti veneziani e lagunari, interni, nature morte e ritratti. A Treviso, Venezia (Mostra delle Tre Venezia) e Vicenza (Manipolo) ottenne i suoi primi lusinghieri successi.

  Nel frattempo non doveva certo aver perso i contatti con Parigi. Ed è per Parigi, infatti, che partì nel 1925 in compagnia del pittore Mario Venzo, portando con sé numerosi di quei quadri dipinti a Venezia e sulla Laguna. Da questo momento la capitale francese diverrà, sino alla fine degli anni Trenta, la sua nuova patria, non mancando, però, di tornare con una certa regolarità a Castelfranco e in Italia.

  Tra le due guerre stabilì il suo studio in Avenue de la Motte-Piequet al n. 3 di Montparnasse e divenne, a tutti gli effetti, artista bohémienne. A Parigi, in poco tempo, riuscì a farsi notare come pittore. L'amicizia con Maurice Utrillo e Camille Mauclair fu fondamentale: furono loro ad incoraggiarlo a continuare a dipingere e lo aiutarono ad allestire la sua prima esposizione personale nel 1926 alla galleria Henri Manuel a Montmartre, presentata in catalogo da Zanmarion, zio di Utrillo. La mostra, nella quale presentò soprattutto opere veneziane, riscosse un certo successo e contribuì notevolmente ad inserirlo nell'ambiente artistico e mondano della città. Come Giorgione, anche Gherri Moro amava musica, poesia e canto, e il suo fare spiritoso e pieno di brio lo fece diventare una vera e propria vedette. Cantò, ballò, suonò, tenne concerti e accompagnò alla chitarra i migliori artisti del palcoscenico dell'epoca:  Maurice Chevalier, Joséphine Baker, Suzy Salidor, Licienne Boyer, Serge Lifar, ed altri ancora.

  Gli anni di Parigi rappresentarono un momento intenso della sua vita e delle sue esperienze artistiche. Conobbe ed espose con i migliori artisti che operavano in città: Soutine, Chagall, Rouault, Maillol, Arp, Braque, Dufy, Picasso, solo per far qualche nome. Fu amico di poeti e scrittori come Cocteau, Warnod, Radiguet, Geltrude Stein, Marinetti. In compagnia di Derain, di Matisse, di Maillol, di de Chirico prese parte agli incontri della <<Closerie des Lilas>> da Paul Fort. Ed è probabilmente sempre a Parigi in questi anni che incontrò Filippo De Pisis, il quale in segno di amicizia gli fece omaggio dedicandogli un elogio in una sua pittura.

  Al seguito della fama riscossa negli ambienti artistici, tra il 1926 e il 1927, Bruno Gherri Moro fu tra i pochi privilegiati accettati da M. Citroën per progettare, presso l'ingegnere F. Jacopozzi, la decorazione luminosa della Tour Eiffel: eseguì i bozzetti per Il fulmine, Il fuoco e La cascata d'acqua. Sempre come decoratore collaborò agli allestimenti luminosi dei Magasins du Louvre, di quelli de La Samaritaine, del Cirque d'Hiver, nonché della Notte veneziana  sulla  Senna.

  Il successo parigino di Gherri Moro venne ulteriormente consolidato dalla mostra personale tenuta alla galleria Georges-Petit nel 1929 e, l'anno successivo, dalla partecipazione all'Esposizione di dieci artisti professionisti francesi tenutasi in Avenue Victor-Hugo: egli fu l'unico artista straniero invitato e in quell'occasione riuscì a vendere la totalità delle opere esposte.

  Il quarto decennio del secolo lo vide attivissimo come pittore. Partecipò a numerosissime collettive tenute da diverse gallerie e circoli artistici parigini (ma anche di Bruxelles, Dundee, Londra, ecc.) e dal 1931 (sino al 1936), nonostante la severità della giuria, fu accettato al Salon d'Automne e, con meno regolarità, fu presente al Salon des Indépendants. Nel 1932 tenne una grande esposizione personale al Café des Artistes de la Rotonde a Montparnasse, ottenendo molto successo con una cinquantina di quadri raffiguranti ambienti e soggetti veneziani. Con le mostre arrivarono anche i primi premi: così fu per l'Esposizione degli Artisti Italiani di Parigi, quando un suo dipinto fu acquistato per conto del Duce e divise col pittore Ciancelli uno dei cinque premi di mille lire messo a disposizione di Mussolini dalla Confederazione Nazionale dei Sindacati Professionisti e Artisti. L'anno successivo fu invitato all'Esposizione dei Sindacati del Lazio a Roma, nella saletta riservata agli artisti italiani di Parigi, e an­cora la Confederazioni dei Sindacati acquistò una sua opera per conto del Governo Italiano. Partecipò alla mostra della Bevilacqua La Masa di Venezia nel 1934. Il 16 maggio 1935 venne inaugurata l'Exposition Bruno Gherri-Moro alla galleria Carmine di Parigi con la presentazione in catalogo è di Umberto Brunelleschi e contemporaneamente espose alla XII^ Quadriennale Romana. Nel 1936 fu invitato per la prima volta alla XX^ Biennale di Venezia e la  sua firma appare nella Lista che Mario Vellani Marchi disegnò in occasione della vernice della nuova osteria "Da Romano" a Burano, dove si tenne il pranzo dell'inaugurazione della Biennale (3 giugno 1936). Una delle più prestigiose riconoscenze otte­nute fu nel 1937, alla mostra  della galleria Charpentier di Parigi, dove partecipò assieme a De Chirico, Severini, De Pisis, Campigli e altri, e vinse il premio acquisto dello Stato francese per il Museo Jeu de Paume. Lo stesso anno, all'Esposizione Mondiale di Parigi, vinse il Premio Asnières e poco dopo ottenne la Medaglia d'argento della Società Arti-Lettere-Scienze di Parigi. Nel 1938 fu ancora invitato alla Biennale veneziana.

  Questo lungo elenco di mostre sono solo alcune delle principali alle quali partecipò nella sua lunga permeanza a Parigi che ormai stava volgendo al termine. Già dal 1937, infatti, iniziò ad andare in Svizzera, e nel 1938 tenne anche una personale a Losanna, all'Hôtel Lausanne Palace. A Parigi, intanto, aveva conosciuto M.lle Elvire Nigg, svizzera in soggiorno nella capitale francese, che diverrà sua sposa. Fu così che nel 1939 decise di stabilirsi definitivamente a Sion, nel Vallese, terra d'origine della moglie, dov'era proprietaria di un albergo, "Les Handéres", ai limiti dei grandi ghiacciai alpini. Da questo momento Bruno Gherri Moro si allontanò dal turbulento mondo artistico internazionale tenendo e partecipando a numerosissime mostre a carattere prevalentemente locale (Sion, Losanna, Ginevra, ecc.), ottenendo in territorio svizzero importanti commissioni pubbliche come l'esecuzione degli affreschi della chiesa d'Evolène e l'ultimazione nel 1949 delle vetrate della basilica di Notre-Dame di Ginevra lasciate incompiute da Maurice Denis.

  Nonostante durante il periodo parigino e il primo periodo svizzero non mancasse di tornare a Castelfranco, fu solo dalla seconda guerra mondiale che Bruno Gherri Moro riallacciò con la sua città un rapporto più continuo e duraturo (Giorgio Dario Paolucci fu suo allievo proprio tra il 1946 e il 1947). Nell'autunno di ogni anno, generalmente scendeva per passare l'inverno nella sua villetta in Borgo Pieve, e fu allora, nel 1949, che tenne la sua prima mostra personale a Castelfranco, dove fu esposta anche l'opera Il pittore con la maschera che l'anno precedente, alla Biennale veneziana, aveva suscitato un certo scalpore.

  In pittura Bruno Gherri Moro ebbe sostanzialmente tre fasi artistiche, che sovente si sormontano in più momenti della sua attività. La prima, comprende una cospicua serie di vedute ritratti e nature morte eseguite con una pennellata pastosa, e spesso ricorrendo all'uso caramelloso della spatola, che lo vede attento alla pittura impressionista recepita attraverso la creatività poetica di Maurice Utrillo. Se il pittore di Montmartre è sicuramente uno dei suoi principali punti di riferimento, in opere dove affronta una panoramica più ampia, come nelle belle vedute della Senna con la cattedrale di Notre-Dame, si mostra interessato a composizioni dilatate dall'orizzonte rialzato tipiche delle tele di Marquet. Purtroppo la difficoltà di trovare, anche in fotografia, opere sicure degli anni che precedono il suo viaggio in Francia, come delle stesse opere del suo primo periodo parigino, limita una precisa valutazione di questo suo momento artistico, rendendo problematico anche chiarire i rapporti con la contemporanea pittura veneta che, se è datata o è esatta la datazione di Marco Goldin al 1920 di un dipinto come Astri (Pittura a Treviso tra le due guerre, cat. mostra, Treviso 1990, fig a p. 287), lo vedono particolarmente vicino ai dipinti di Nino Springolo e Arturo Malossi. Come sicuramente alcuni dipinti della fine del terzo decennio e degli inizi del successivo evidenziano, nei paesaggi montani, una ripresa compositiva ormai di genere desunta da tele di artisti come Teodoro Wolf ferrari, ad esempio, da tempo usciti dal panorama dell'arte moderna.

  Nello stesso periodo, a cavallo cioè tra gli anni Venti e Trenta, affronta soggetti più ambiziosi. Con l'occhio italiano, sicuramente filtrato attraverso Gino Severini, tenta soluzioni figurative dalla vaga e sintetica ascendenza cubista. Egli stesso faceva risalire a questo momento la sua cosiddetta fase cubista. A mio avviso, più di una vera e propria fase della sua attività, è una occasione per poter meditare su alcune ricerche formali che lo vedono interprete estraneo dalle grandi problematiche scompositive e di sintesi che hanno impegnato i grandi maestri di Parigi. Bisognerà aspettare quasi altri vent'anni prima che una certa scomposizione e sintesi sia intrapresa con maggior efficacia. E' comunque l'inizio di un cambiamento che lo aiuta ad indirizzarsi verso una pittura più di tocco e musicale.

  Negli anni Trenta Bruno Gherri Moro è sicuramente artista più maturo e, quella che doveva rappresentare la grande Parigi vista dagli occhi di un giovane italiano di provincia, divenne gradualmente la città dove egli viveva ed operava, insegnando, addirittura, per tre anni al Reale Liceo Scientifico Italiano della capitale. La sua visione artistica si fa più chiara. Alla pennellata densa sostituisce una pennellata rapida, di tocco, all'impastarsi dei colori un cromatismo lirico e acceso. Le sue tele acquistano maggior monumentalità nelle figure avvicinandolo, sotto certi aspetti, all'ambiente del classicismo lombardo di un Achille Funi e, negli oggetti, sente il plasticismo attraverso il colore che diviene mezzo grafico ed espressivo ad un tempo. Accostare questa seconda fase artistica alla pittura di Filippo De Pisis è forse la chiave di lettura più facile, e indubbiamente le opere del ferrarese rappresentano per Gherri Moro un importante punto di riferimento. Ma non si tratta di una vera e propria influenza diretta copiandone il modo di fare. Al contrario è un punto d'arrivo comune che parte da Cézanne, passa attraverso Utrillo e giunge al quell'<<emozionismo>>, come egli amava chiamare la sua pittura di questi anni, che è tutto suo negli accostamenti cromatici dai contrasti timbrici e spesso violenti. E' forse il suo momento pittorico più felice che vede, di pari passo, il crescere anche del suo successo attraverso gli inviti e la partecipazione a numerosissime manifestazioni artistiche.

    Alla fine degli anni Trenta, con la partecipazione alle Biennali, Gherri Moro si avvicina ad una pittura che risente anche del contempo­raneo ambiente veneziano attivo nel circolo di pittori di Burano. Sta­bilitosi in Svizzera, si allontana dalle esperienze figurative più mo­derne accostandosi ad una ricerca formale che lo condurrà, fino agli anni Cinquanta, ad uno sviluppo della sua pittura emozionale verso una costruzione compositiva sempre più schematica, dove si possono ravvi­sare le estreme conseguenze della sua seconda fase artistica. Opere come La Dent Blanche (1948) ad esempio, spingono la usa attenzione verso una più profonda meditazione delle esperienze parigine, consen­tendogli d'arrivare ad una sintesi figurativa che segue un processo strutturale autonomo, dalla soluzione espressiva architettonicamente alquanto efficace. Contemporaneamente, i suoi interessi si spostano anche allo studio, non a caso, della costruzione formale di un grande artista come Gino Rossi e, avvicinandosi ai pittori di Burano, in cer­ti disegni e tele riprende modelli caratteristici di pittori come Vel­lani Marchi da un lato, e Dalla Zorza dall'altro.

    Furono forse le esperienze fatte nel campo della decorazione sin dal 1926-'27, ad allargare le ricerche di Gherri Moro dalla pittura alle altre espressioni figurative dell'arte. In scultura mostra solu­zioni singolarmente interessanti. Anche qui, come in pittura, la com­ponente eclettica suggerisce facilmente le fonti da cui ha attinto. Arturo Martini da un lato, in una lirica e luministica ricerca plasti­ca della materia (La giovane madre ad esempio, scultura che il Comune di Castelfranco s'era impegnato, al momento del dono fatto dalla mo­glie dell'artista, di far fondere in bronzo), e talvolta, come nelle sue pitture, in un modellato dai tocchi rapidi ed espressivi. Ma anche Rodin, Bourdelle, Maillol, Brancusi, Henry Moore e la stessa scultura negra dall'altro, come nelle due splendide statue scolpite su legno in occasione dell'allestimento della Chapelle de Brousse a Sion nel 1955. Nelle numerose commissioni pubbliche affidategli in Svizzera, la sua scultura sembra avvicinarsi maggiormente a quella sintesi compositiva che andava sperimentando negli stessi anni in pittura. La materia si fa superficie plastica dove scavare profondi solchi chiaroscurali o diviene il mezzo per attuare una marcata stilizzazione che non deborda mai al di fuori del figurativo, trovando  invece proprio nelle parti del corpo umano le stesse pretestuose componenti della stilizzazione. Un po' quanto è andato sperimentando, attraverso il recupero del bidi­mensionalismo gotico, nelle vetrate della basilica di Notre-Dame a Gi­nevra.

    Gli anni Cinquanta vedono Gherri Moro artista decisamente afferma­to in ambito locale. In Svizzera soprattutto, le mostre personali e le partecipazioni ad esposizioni collettive divengono numerosissime. Nel 1952 venne nominato per meriti artistici e turistici cittadino onora­rio del Comune di Évoléne. Le riconoscenze non vengono solo dalla Svizzera ma anche dall'Italia: giunsero in questi anni, tra le altre, le nomine a Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, ad Accade­mico d'onore dei 500 (Roma), della <<Tiberina>>, del Latinatis Exco­lendae (Roma) e dell'U.C.A.J. La sua attività artistica è estremamente intensa. Ha studi a Castelfranco, a Venezia, a Sion e, in estate, nel mazot di Haudères. Nel Veneto, oltre a Castelfranco, tenne mostre per­sonali soprattutto a Venezia (1947 e 1957 - nella personale alla gal­leria Santo Stefano un'opera, Notre-Dame de Paris, fu acquistata dalla Galleria d'Arte Moderna di Ca' Pesaro) e a Treviso (1951, 1964). Fu invitato, e spesso premiato, ad Esposizioni a Terni nel 1951, al Pre­mio "F.P. Michetti" di Francavilla al Mare nel 1953, a Trieste, al Premio Burano del 1956, all'Internazionale d'Arte Sacra di Novara nel 1959, al Premio Giorgione-Poussin di Castelfranco nel 1961 e al II° Premio Biennale nel 1963, alla Nazionale di Scultura Italiana di Mila­no del 1966, solo per fare un breve elenco delle principali.

    La sua ultima fase pittorica, quella che parte dalle costruzioni formali degli anni Cinquanta, s'indirizza sempre più verso raffinate composizioni spaziali dove la linea, tracciata con mano sicura sulla tela, a ricordo di certe similari soluzioni di Bernard Buffet, delimi­ta campiture cromatiche tendenti spesso a toni violenti dal sapore e­spressionista; un espressionismo coloristico forse filtrato anche at­traverso il suo grande allievo Dario Paolucci. In altre opere, in mol­ti ritratti, paesaggi, nature morte la stessa linea compositiva rac­chiude note squillanti di colori vivi, a ricordo di una attività arti­stica passata all'insegna dell'École de Paris, dei ricordi fauves e dello studio dell'Impressionismo. E sovente, in alcuni dipinti di que­sti ultimi anni, nei particolari soprattutto, affiorano le lezioni dei grandi maestri: il gusto per l'arabesco di Matisse, la linea grafica ed incisiva di Braque tracciata nera su superfici chiare o chiara su superfici cupe, come di Braque riprende, specie nelle nature morte, certi effetti compositivi degli anni Trenta. Alcuni nudi infine, lo vedono curiosamente vicino alle ampie campiture e accostamenti croma­tici delle ultime opere di un artista geniale come Felice Casorati.

    Bruno Gherri Moro, oltre ad essere stato un grande amante dell'ar­te, aveva anche un amore più crudo: la caccia. Qualcuno vuole ricorda­re la funesta fatalità del 1 febbraio 1967 come un'improvvisa distra­zione dovuta ad un stormo d'uccelli che, alzandosi in volo nel buio del tardo pomeriggio invernale, rapì il suo sguardo causando la scia­gura ferroviaria di Roseaux.

BREVI CENNI BIOGRAFICI

- Nasce a Castelfranco Veneto il 6 settembre 1899.

- Durante la prima guerra mondiale combatte in Francia e in Belgio.

- Alla fine della guerra sosta a Parigi dove incontra Amedeo Modiglia­  ni.

- Nel 1921, tornato a Castelfranco, partecipa ad esposizioni a Trevi­so, Vicenza e Venezia.

- Dal 1925 al 1939 è a Parigi dove conosce ed espone con molti dei più grandi artisti dell'epoca.

- Nel 1937, alla mostra tenuta presso la galleria Charpentier di Pari­  gi, un suo dipinto è acquistato dallo Stato francese per il Museo Jeu de Paume.

- Dopo aver sposato Elvire Nigg, nel 1939 si trasferisce nel Vallese in Svizzera, terra d'origine della moglie.

- Tra il 1946 e il 1947 Giorgio Dario Paolucci è suo allievo.

- Dal 1949 è impegnato ad ultimare le vetrate della basilica di Notre-Dame a Ginevra lasciate incompiute da Maurice Denis.

- Nel 1952 è nominato, per meriti artistici e turistici, cittadino o­ norario del comune di Évoléne in Svizzera.

- Dopo la seconda guerra mondiale quasi ogni anno trascorre il periodo autunnale ed invernale a Castelfranco dove, assieme a Sion e Vene­  zia, ha uno studio.

- Il 1 febbraio 1967 muore a Sion in una sciagura ferroviaria travolto da un treno.

 

- Bruno Gherri Moro, Autoritratto, 1940 circa.

- Bruno Gherri Moro, Composition, 1937.

- Bruno Gherri Moro, Le Moulin Rouge, 1938 circa.

- Bruno Gherri Moro, Scultura lignea, 1955 circa.

- Bruno Gherri Moro, La giovane madre, 1955-'57 circa.

- Bruno Gherri Moro, Paesaggio sul Brenta, 1963.

- Bruno Gherri Moro, Les Rois Mages, 1963.

BRUNO GHERRI MORO: NOTA BIOGRAFICA

1899

Bruno Gherri Moro, figlio di Pietro e Giuseppina Bonomi, nasce a Ca­stelfranco Veneto il 6 settembre.

Cresce a Castelfranco in un palazzo seicentesco tutto affrescato.

1900 - 1914

Frequenta il Ginnasio a Mogliano Veneto. Ha le prime nozioni di disegno alla Scuola Rinaldo Contardo (?). Frequenta l'Istituto Tecnico di Padova e sempre a Padova studia per qualche tempo alla facoltà di Ingegneria.

1914 - 1915

Nonostante l'avversità dei genitori, abbandona gli studi di ingegneria e si trasferisce a Venezia, dove segue la frequenza libera della Reale Accademia di Belle Arti sotto la guida di De Stefani.

1916 - 1919

Interrompe gli studi a causa della guerra. Fu combattente in Francia (Bligny) con la Brigata Garibaldi, poi in Belgio , dove fu prigionie­ro. Di ritorno dal Belgio, sosta a Parigi per le feste dell'armistizio, dove ebbe occasione d'incontrare al Caffè de <<La Rotonde>> a Montpar­nasse il pittore Amedeo Modigliani (1918-1919 - secondo Mario Sèrtoli alla fine del 1918).

1920

Nel primo dopoguerra è a Montmartre. A Parigi frequenta per qualche tempo l'Université de la Sorbonne forse in questi anni.

1921

Ritorna a Castelfranco Veneto nel 1921, dove inizia la sua attività artistica, aprendo uno studio in Borgo Pieve (1920 - ?), non abbando­nando i contatti con Parigi. Partecipa alla II Mostra d'Arte Trevigiana con Gino Rossi, Nino Sprin­golo, ecc. (A.S.A.C., 1936).

1922

Partecipa a novembre alla III Mostra d'Arte Trevigiana (forse è  que­sta la prima volta che espone). Alla mostra presenta il motivo vene­ziano Interno della chiesa dei Frari. In questi anni tiene una bella mostra alla casa rossa dei Barisani, detta Circolo degli Impiegati, di Piazza del Duomo a Treviso (?).

1923

Tiene una mostra al Manipolo di Vicenza. Partecipa alla IV Mostra d'Arte Trevigiana.

1924

Partecipa con un acquerello alla V  Mostra d'Arte Trevigiana. Nell'ottobre-novembre espone un Autoritratto, una Natura morta e un Mercato alla mostra a Palazzo Provera di Treviso (?). Ebbe i primi lusinghieri successi a Treviso e a Venezia (mostra delle <<Tre Venezia>>).

1925

Parte per Parigi in compagnia del pittore Mario Venzo. Porta con sè diverse tele tradizionali raffiguranti soggetti veneziani e lagunari, ma nella Ville Lumière si aggiorna.

1926 - 1927

Tra le due guerre opera a Montparnasse e stabilisce il suo studio in Avenue de la Motte-Piequet al n. 3.

A Parigi, nel 1926,  alla Galleria Henri Manuel, Foubourg Montmartre, tiene la sua prima mostra personale presentata dallo zio di Maurice U­trillo, Zanmarion. Maurice Utrillo e Camille Mauclair l'incoraggiano a continuare a dipingere. Nell'ambiente  artistico  e mondano di Parigi, grazie anche al suo fa­re spiritoso e pieno di brio, è subito conosciutissimo come suonatore di chitarra diventando una vera vedette di Montmartre. Tiene concerti in presenza  e accompagnando Maurice Chevalier, Joséphine Baker, Suzy Salidor, Licienne Boyer, Serge Lifar, ecc., e gli altri migliori arti­sti dell'epoca. Tra il 1926 e il 1927 lavora come decoratore per M. Citroën, presso  l'ingegnere F. Jacopozzi, alla decorazione luminosa della Tour Eiffel, di cui fa il bozzetto: il fulmine, il fuoco, la cascata d'acqua. E' tra i rari privilegiati che dominarono nella torre. In questi anni esegue anche le decorazioni luminose dei Magasins du Louvre, de La Samaritaine, e del Cirque d'Hiver, nonché della Notte veneziana  sulla  Senna (Cristal Palace - Au Pré Catalan - Bois de Boulogne, etc). Forse è in questo periodo frequenta La Sorbonne (A.S.A.C.).

1928

A Parigi conosce Tsugu-Horu, Foujita, Othon Friesz, Soutine, Matisse, Braque, Derain, Dufy, Picasso, Marie Laurencin, Modigliani, Utrillo, Metzinger, ecc., nonché i poeti Apollinaire (? - muore nel 1918), Jar­ry (? - muore nel 1907), Cocteau, Warnod, Radiguet (muore nel 1923), Geltrude Stein, Marinetti. In compagnia di Derain, di Despiaux, di Ma­tisse, di Mayol [sic.], di Giorgio de Chirico prende parte agli incon­tri della <<Closerie des Lilas>> da Paul Fort. Espone per la prima volta a Parigi con Severini e de Chirico. Le  sue tele furono esposte vicino a quelle di Chagall, Rouault e Jean Arp, ecc. Con Severini, suo amico, fece parte a Parigi al <<Bateau-Lavoir>>, nome dato da Max Ja­cob allo strano agglomerato di studi degli artisti di Montparnasse. E' probabilmente a Parigi in questi anni che incontra De Pisis, che riconosce con un omaggio di un'opera di pittura con dedica di elogio; del pittore ferrarese sarà grande amico. Probabilmente in questo periodo insegna, per tre anni, al Reale Liceo Scientifico Italiano di Parigi. E' attento alle influenze cubiste. Forse quest'anno espone con molto successo alla galleria del celebre fotografo Mammel, dal fotografo stesso invitato. Tra il 1928 e il 1938 partecipa al Salon des Indépemdants di Parigi.

1929

Prima di quest'anno espone anche a Cannes. Patrocinata dall'ambasciatore d'Italia conte Manzoni, tiene una secon­da personale alla Galerie Georges-Petit ottenendo molto successo. Pre­sentazione in catalogo forse di M. Thiebault-Sisson, eminente critico artistico del "Temps" di Parigi. Espone due tele agli Indipendenti di Parigi: Nudo e Danseuse Negre. Commissario della Cité.

1930

Gherri Moro stesso ricorda come in questo momento lascia il cubismo e si dà al figurativo impressionista, che continuerà in seguito.

1931

A Parigi partecipa a mostre tenute alla Galleria Ecalle, alla Féerie Coloniale, alla Casa dei Combattenti di Parigi, all'Exposition des Ar­tistes Italiens de Paris indetta al Cercle de l'Union Artistique, alla Esposizione Internazionale d'Arte Giovane organizzata alla Galleria Zivy. E' accettato al Salone d'Autunno di Parigi (sezione pittore Desval­liers), nonostante la severità della giuria, con le opere <<Armonie di chitarra>> e <<Naufragio di sole>>; vi parteciperà fino al 1936. Il grande artista Chevailler gli procura l'invito. Partecipa tra il 1931 e il 1936 al Groupe Desvallières (arte sacra).

1932

Grande esposizione personale al Café des Artistes <<La Rotonde>> a Montparnasse, dove ottiene molto successo con una cinquantina di qua­dri raffiguranti ambienti e soggetti veneziani. Con queste opere si fa notare tra le falangi dei giovani artisti della capitale francese ("Gazzetta di Venezia", 1932). E' accettato al Salone d'Autunno.

1933

Tiene una mostra alla Galerie Carmine, in Rue de Seine, dal 16 al 31 maggio 1933; presentazione in catalogo di Umberto Brunelleschi. Contemporaneamente figura con una natura morta alla Quadriennale roma­na. E' presente alla mostra degli Artisti Italiani di Parigi. Un suo di­pinto è acquistato, per conto del Duce. Divide col pittore Ciancelli uno dei cinque premi di mille lire messo a disposizione del Duce dalla Confederazione Nazionale dei Sindacati Professionisti e Artisti. Vince il premio con una natura morta. Mostra alla Galerie Ecale di Parigi, inaugurata dal Generale Gourand. E' accettato al Salone d'Autunno. Fa dono al museo di  Castelfranco Veneto di due opere: Testa di donna con cornice da lui eseguita e una statuetta in terracotta raffigurante S. Francesco di Assisi. La città di Bois-Colombes acquista un sua opera intitolata Vielles maisons de Venise. Espone alla galleria Charpentier con vincita del premio. Espone al Salone del Vrais Indépendants. Mostra personale a Dundee (Scozia).

1934

E' invitato all'Esposizione dei Sindacati del Lazio a Roma, nella sa­letta riservata agli artisti italiani di Parigi; le Federazioni Sinda­cati Professionisti ed Artisti acquistano una sua opera per il Governo Italiano. Espone due vedute di Venezia, alcune nature morte, soggetti religiosi (Donne ai piedi della Croce) e ritratti (ritratto di S.E. Pietro Pari­ni) alla Casa degli Italiani di Parigi. Si distingue tra i pittori italiani che espongono al Salon d'Automne di Parigi (opere religiose). Partecipa a Ca' Pesaro alla mostra della Bevilacqua La Masa in Vene­zia. Espone a Bruxelles, a Dundee (Scozia - 1933 ?) e in Gran Bretagna (1937 ? - Cristal Palace). Partecipa all'esposizione collettiva del Circolo delle Arti (Char­pentier), inaugurata dal Ministro de Monzie e visitata dall'Ambascia­tore d'Italia (1933 ?).

1935

Espone alla XII^ Quadriennale Romana. I giornali francesi ne annuncia­no la partecipazione. E' accettato al Salone d'Autunno. Annunciata una personale prossima a Venezia. Il 16 maggio (fino al 31 maggio) è inaugurata l'Exposition Bruno Gher­ri-Moro alla Galerie Carmine (III° Salon d'Été), in Rue de Seine a Pa­rigi; la presentazione in catalogo è di Umberto Brunelleschi. Espone 19 opere. Partecipa ad altre esposizioni a Parigi.

1936

Nel 1936 è invitato per la prima volta alla Biennale di Venezia. La  sua firma appare nella Lista disegnata da Mario Vellani Marchi in oc­casione della vernice della nuova osteria e dell'inaugurazione della XX^ Biennale di Venezia 1936 - Burano, 3 giugno 1936. Tra le firme, oltre agli altri, anche: Luigi e Fausto Pirandello, Mario Vellani Mar­chi, Ugo Nebbia, Juti Ravenna, Carlo Dalla Zorza, Bepi Santomaso, Scarpa Croce, Orio Vergani, Italico Brass, Ferruccio Ferruzzi, Mario Varagnolo, Ciro Cristofoletti, Bruno Saetti, Diego Valeri, Anna Mog­gioli, Orazio Pigato, Remigio Barbaro, Mario Disertori, Anselmo Bucci, Duilio Torres, Rodolfo Pallucchini, Riccardo Selvatico, Pietro Pancra­zi, Neno Mori, Guido Tallone, Arturo Tosi, Arturo Martini, Giorgio de Chirico, Aldo Bergamini, Pio Semeghini, Novello, Remo Villa, Felice Carena, ecc. Alla Biennale Espone una Natura morta, come risulta dal catalogo. Partecipa all'Internazionale di Parigi. E' accettato al Salone d'Autunno di Parigi. Esposizione personale (fino al 25 aprile) al Consolato Italiano di Lo­sanna (Istitut Italien de Culture in Rue du Lion d'or), con la presen­tazione del poeta-scrittore C.-F. Ramuz. Presenta soprattutto paesaggi e nature morte. Espone alla Galleria Pélican di Zurigo. E' premiato (Premio del Governo Italiano) all'Esposizione degli arti­sti Italiani di Parigi (galleria Charpenier) - Premio acquisto della città di Yllieres (?). Collettiva alla galleria Carmine in Rue de Seine a Parigi.

1937

Espone alla mostra sull'arte italiana della Galleria Charpentier di Parigi assieme a De Chirico, Severini, De Pisis, Campigli e altri ar­tisti noti in Francia. Alla mostra vince un premio acquisto dello Sta­to francese per il Museo Jeu de Paume da parte del Ministro Huismann. E' invitato al Padiglione Italiano dell'Esposizione Mondiale di Parigi e vince il Premio Asnières. Partecipa al De la Piste à l'écran, vernissage con le grandi vedette M. Chevalier, Suzy Solidor, etc. Espone in una mostra collettiva alla Galleria Cooling (Bond Strett) di Londra. Partecipa a Milano alla Collective Italienne de Paris. Vince il Premio Artisti di Parigi alla mostra di Roma. Ottiene la Medaglia d'argento della Società Arti-Lettere-Scienze di Parigi. Inizia ad andare a Valais, senza ancora stabilirvisi definitivamente.

1938

Tiene una personale a Losanna, Hôtel Lausanne Palace. E' invitato alla Biennale di Venezia e vi partecipa. Alla Biennale di Venezia, a febbraio, sottopone al giudizio della giu­ria le seguenti tre opere: - Moulin Rouge - Paris, olio, cm. 66 x 56, £. 1.500; - Plasse du Terbre (?), olio, cm. 66 x cm. 56, £. 1.500; - Port Neuf - Paris, olio, cm. 50 x 48, £. 1.200. Dal catalogo risulta poi esporre solo Moulin Rouge - Paris. In una serata musicale (Foyer des Artistes Italiens de Paris - 3 giu­gno) a Parigi, esegue alcune imitazioni musicali. A Parigi, conosce M.lle Elvire Nigg, che sposa alla fine degli anni Trenta. Elvire Nigg è una Valaisanne in soggiorno a Parigi (dove si sono conosciuti) nel primo dopoguerra ospite di un suo zio, Antille, albergatore emigrato nella Ville Lumière.

1939

Lascia Parigi e si stabilisce in Svizzera con la moglie; a Sion e ai Haudères, nel Vallese, terra d'origine della moglie, dove questa è proprietaria di un albergo, "Les Handéres", ai limiti dei grandi ghiacciai alpini. Nel frattempo espone con Erni, Lurçat, Kokoschka.

1941

E' presente alla Mostra Nazionale di Milano.

1942

Ha una personale alla Bottega d'Arte del Comune di Venezia, S. Marco Ascensione (Galleria Ongania, Bevilacqua La Masa - parecchie colletti­ve)., 1 - 15 maggio. Presenta 26 opere.

1943

Ha una personale al Casino di Sion. Mostra collettiva di Trevigiani alla sindacale Triveneta di Venezia.

1945

Personale alla Galerie Moser di Losanna.

1946

Sion, aprile, sala del Casino, espone in una personale numerose tele e sculture. Giorgio Dario Paulucci è suo allievo (Piombino Dese - PD).

1947

Ha una personale da Ongania a Venezia. Giorgio Dario Paulucci è suo allievo (Piombino Dese - PD).

1948

E' invitato alla Biennale di Venezia. Espone un'opera, Pittore con la maschera, che suscita tanto scalpore di critica. Espone al carnotzet dell'Hôtel des Alpes a Haudères. Espone a Surre (maggio -?). A Sierre, espone all'Hôtel Terminus. Dal dopoguerra, in autunno di ogni anno, generalmente torna ha Castel­franco dove si è costruito una villetta in Borgo Pieve.

1949

Mostra personale alla Sala del Consiglio Palazzo Municipale di Castel­franco, aperta da 20 marzo sino al 27 marzo. L'opera dello scalpore alla Biennale veneziana, Il pittore con la maschera, è presente alla mostra assieme ad altre 24 opere tra olii, disegni e sculture (prima della guerra aveva fatto una mostra alla Cassa di Risparmio - ?). Esegue pitture murali, al portico della chiesa d'Evolène in Svizzera. In seguito vince il concorso per le vetrate in una chiesa del Vallese ed è invitato a ultimare le vetrate della basilica di Notre Dame di Ginevra, continuando quelle del defunto Maurice Denis (e di Cingria). In settembre Sion celebra i cinquant'anni dalla sua nascita. E' invitato (con una personale) all'Exposition du Peintre Vénitien al Museo Rath di Ginevra (3 - 24 dicembre - catalogo a cura di René Mo­rax): presenta 61  (63 -?) opere in due sale, una intitolandola <<Poé­sie Valaisanne>>, l'altra con opere diverse, tra cui qualche scultura. Presentazione in catalogo di René Morax, Ginevra. Espone con Emile Bressler e Ilse Voigt.

1950

Tiene una mostra personale alla Galleria Nauderes di Losanna. Nella primavera espone due tele alla mostra del centenario delle Arti e dei Mestieri al Museo di Beaux-Arts de La Majorie di Sion. Alla Biennale di Venezia, in marzo, sottopone al giudizio della giuria le seguenti tre opere: - Il porto di Ginevra (inverno), 1949, olio, cm. 55 x 46, £. 60.000; - La pipa e il vino, 1949, olio, cm. 46 x cm. 38, £. 40.000; - Pescatore di Porto Levante, 1949, olio, cm. 41 x 33, £. 30.000. Alla Biennale, poi, non partecipa. Una fonte sostiene che è alla Biennale di quest'anno che, a causa del clamoroso dipinto Pittore con la maschera (sala 38), viene escluso (fonte inesatta). Mostra all'Hôtel de la Planta a Sion. Mostra all'Hôtel Sédunois (?) a Sion. In ottobre partecipa alla mostra dei pittori dell'Ordine della valigia (gruppo artistico al quale forse partecipa da tre anni, da quando cioè fu trovata la famosa valigia abbandonata a Venezia dal proprietario del ristorante Gorizia, al quale in seguito vi fu riconsegnata; vali­gia che fu presa a calci e fatta ruzzolare per calli e campielli dal gruppo di ameni pittori che la trovarono, i quali finirono poi col de­corarla con una serie di schizzi ed autografi e, spinti da questo, co­stituirono il gruppo cosiddetto della <<Valigia>>) tenuta presso la Galleria d'Arte Internazionale di Milano. Espone una veduta di parigi­na con Notre-Dame. In questi anni ha uno studio a Castelfranco Veneto, a Venezia, a Sion e, in estate, nel mazot di Haudères.

1951

Pitture di  Bruno Gherri Moro, titolo della mostra tenuta alla Galle­ria del Libraio di Treviso (14 - 29 aprile); presentazione in catalogo di Giuseppe Mazzotti. Espone 20 opere, tra cui un particolare di ve­trata. Partecipa alla Nazionale di Terni, la Soffitta, come invitato (1951 - 1960). E' premiato (due volte - diploma e coppa). A novembre (sino al 9 dicembre) espone alla mostra dell'Hôtel de la Paix a Sion.

1952

Viene nominato (ottobre) per meriti artistici e turistici Cittadino onorario del comune di Évoléne, grande stazione di soggiorno nel Val­lese (Evolène Svizzera). Inoltre sarà, in questi anni, nominato Cava­liere al Merito della Repubblica Italiana, Accademico d'onore dei 500 (Roma), Accademico della <<Tiberina>>, Accademico del Latinatis Exco­lendae (Roma) e Accademico dell'U.C.A.J. Verso il mese di luglio viene scoperto un suo affresco, raffigurante una Vergine, dipinto nell'abside del Nuovo Seminario Vescovile di Tre­viso. Alla Mostra Nazionale di Terni vince premio e diploma d'onore. Riceve l'invito di partecipare al VII Premio Nazionale di Pittura "F.P. Michetti" a Francavilla al Mare. E' invitato alla collettiva all'Athénée di Ginevra. Espone a Martigny. Espone all'Hôtel de la Paix a Sion (delle tele, qualche disegno e due vetrate). In estate ha il suo atelier a Handères.

1953

Partecipa al VII Premio Nazionale di Pittura "F.P. Michetti" a Franca­villa al Mare, agosto - settembre. Alla mostra è premiato. Mostra al Casino di Sion (?). In questi anni ottiene anche il Premio all'Esposizione Nazionale Ita­liana a Trieste, nonché più diplomi a Parigi, a Venezia e in Valais.

1954

Finisce le vetrate per la basilica di Notre-Dame di Ginevra (1935 ?), commissionategli da un benefattore anonimo, in ricordo della grazia ottenuta ai piedi della Maria Immacolata, che ne ha fatto dono alla chiesa.

1955

Personale all'Atelier (la Cave Sèdunoise)  di Luis Moret al Grand-Pont di Sion (vernissage sabato sera sino al 27 novembre 1955). Alla mostra lo Stato del Valais acquista un bassorilievo, L'Ange de la Paix, per il museo della Majorie di Sion. A Sion, alla Fête-Dieu al Grand-Pont, è allestita una Chapelle de Brousse dove Gherri Moro espone due sue sculture nere (che esprimono l'insondabile mistero dell'Africa e l'immensa malinconia dei suoi po­poli prigionieri) in una scenografia d'architettura, materiali ed or­namenti. Finisce le vetrate per la basilica di Notre-Dame di Ginevra (1934 ?), commissionategli dal signor C.P. Cartier che ne ha fatto dono alla chiesa. Anni prima ha eseguito altre vetrate per la stessa basilica nel medesimo stile.

1956

Partecipa alla III Esposizione d'Arte Contemporanea organizzata dall'Associazione Trevigiana della Stampa al Salone dei Trecento di Treviso, dove espone la scultura Giovane madre (1957 -?). Partecipa al Premio Nazionale Burano. Scolpisce una scultura raffigurante Cristo Re per la chiesa di Han­derès. Ha lo studio in Borgo Pieve a Castelfranco.

1957

Partecipa alla III Esposizione d'Arte Contemporanea organizzata dall'Associazione Trevigiana della Stampa al Salone dei Trecento di Treviso, dove espone la scultura Giovane madre (1956 -?). Partecipa (estate) alla mostra sugli Artiste Vénitiens Contemporins al Château de la Majorie di Sion. Tiene una mostra, dal 12 ottobre al 25 ottobre,  alla galleria Santo Stefano di Venezia dove ha molto successo di vendite e di critica: una sua opera, Notre-Dame de Paris, è acquistata dalla Galleria d'Arte Mo­derna di Venezia. Ha lo studio a Sion, a due passi dalla Rue du Grand-Pont. Esegue la placca commemorativa del poeta svizzero Charles-Ferdinand Ramuz, posta il 2 ottobre 1957 davanti alla casa a Lens; festeggiamen­ti presieduti dal consigliere d'Etat Gard.

1958

Ha una personale a Sion. A maggio, incontro ad Asolo tra Gherri Moro e Carlo Dalla Zorza. Inaugurazione (2 giugno) delle vetrate poste il giorno precedente (1 giugno) nel transetto sinistro della basilica di Notre-Dame di Gine­vra, commissionategli e donate alla chiesa da M. Pierre Cartier, came­riere segreto del papa. Le vetrate sono state eseguite nell'atelier della Maison Chiara di Losanna (M. Ganter scriverà un articolo in pro­posito). Gli viene comunicato dalla municipalità di Heremence (Euseigne) d'es­ser stato scelto, tra i vari scultori concorrenti, per eseguire la statua di San Giorgio destinata alla fontana monumentale della piazza principale della città stessa. In dicembre vengono benedetti i due grandi quadri, raffiguranti sog­getti religiosi, regalati dal pittore alla Chiesa e all'Oratorio dell'Asilo Infantile di Villarazzo di Castelfranco. Viene nominato accademico della <<Tibertina>> di Roma.

1959

Viene posta la statua in bronzo raffigurante San Giorgio nella fontana monumentale della piazza principale della città di Heremence (Eusei­gne). Partecipa alla IV^ Internazionale di Arte Sacra di Novara, dove espone vetrate composte per la basilica di Notre-Dame di Ginevra e il Croci­fisso oggi conservato nella Biblioteca di Castelfranco. Mostra alla galleria Véandre. In settembre viene organizzata a Sion un cena per festeggiare il qua­rantesimo anniversario dei venti anni di Gherri Moro; vi partecipano, tra gli altri, André Marcel, René Morax, Maurice Zermatten e Gérard Gessler.

1960

Altra mostra all'Atelier  di Luis Moret a Sion (chiusura domenica se­ra). Alla mostra viene acquistato un suo dipinto dal consigliere Etat Gross per il museo de La Majorie. Forse quest'anno finisce un affresco raffigurante St. Jean-Baptiste (cm. 130 x cm. 200), patrono di Évolénerds, in una chiesa di Évoléne. Solpisce una delle 14 stature del Cammino della Croce per la chiesa di Troistorrénts. Riceve il titolo di Cavaliere dell'Ordine di Merito della Repubblica Italiana (settembre 1960).

1961

Partecipa al Primo premio di pittura Giorgione-Poussin - Nello spirito del gemellaggio Castelfranco-Les Andelys, a Castelfranco Veneto nelle sale di Villa Revedin Bolasco (3 - 17 settembre). Espone Ragazze al cavalletto e Città; e nella sezione Paesaggio veneto La grande torre di Castelfranco.

Partecipa con sculture alla XIV^ Biennale d'Arte Triveneta di Padova.

1963

Ha una grande personale (marzo) a Sion - Casino (una settantina di o­pere tra pitture e sculture). In marzo viene invitato a Londra da M. Vivian Rose, presidente dei Fabbricanti e Distributori di Tabacco, per partecipare ad un banchetto di buongustai del fumo. Partecipa al Paesaggio veneto - Secondo premio biennale di pittura Giorgione per artisti contemporanei, a Castelfranco Veneto nelle sale del Palazzo Revedin Bolasco (25 agosto - 30 settembre). Espone Castel­franco che scompare, dipinto che vince il Premio Acquisto da parte della Banca Popolare di Castelfranco Veneto, e Paesaggio sul Brenta. Tiene una mostra a Treviso. Tiene una grande personale alla Galerie des N.M. Capitole di Losanna. Dal 1963 al 1966, esposizione permanente a Sion, a Haudères e a Marti­gny.

1964

Mostra alla Galleria d'arte Giraldo di Treviso (17 - 30 ottobre). Il 26 luglio inaugurazione della messa in posa di una croce e due ve­trate eseguite per la chiesa di Toistorrents a Sion. Partecipa a Roma alla Grande Esposizione Nazionale di Pittura e riceve un diploma d'onore speciale dalla giuria per l'opera Paysage Montmar­tre.

1965

Mostra all'Atelier (la Cave Sèdunoise)  di Luis Moret al Grand-Pont di Sion (?). Una sua opera, Paysage de Montoage, è acquistata dalla Stato di Valais. Personale alla Galerie du Théàtre (Galerie d'Art des Nouveaux Grands- Magasins) di Losanna (22 maggio - 9 giugno). E' la terza volta che e­spone a Losanna. Mostra personale-antologica a Castelfranco, alla galleria Menegotto, organizzata dalla Pro Loco (16 - 31 ottobre 1965). Espone 62 dipinti, 29 acquerelli, 18 sculture e 11 lavori d'arte religiosa. Viene accettato (novembre) uno dei tre progetti di Gherri Moro (nel novembre 1965 erano depositati all'interno della chiesa stessa) per il Chemin de Croix per la chiesa di Montana (Svizzera). Partecipa con una tela alla mostra dell'Istituto Europeo di Storia dell'Arte di Milano.

1966

E' invitato dall'Istituto Europeo di Storia e d'Arte a partecipare all'Esposizione Nazionale della Scultura Italiana al Museo d'Arte Mo­derna di Milano. Partecipa all'Esposizione degli artisti-pittori svizzeri all'insegna del <<Salon du Paysage 1966>> a Aubonne. Espone alla Galerie des Nouveaux Grands-Magasins. Per l'occasione del ventesimo anniversario dell'ascensione della Regi­na delle Alpi (la Dent-Blanche) modella una statua raffigurante la Vergine che sarà posta alla base della croce sulla Dent-Blanche a 4364 m. di altezza. Espone al Palette Bleue di Parigi. Vengono esposte sue pitture e sculture alla mostra di Montebelluna or­ganizzata dalla Pro Loco al Salone del Mobile Mazzocato in via Mazzini (15 - 30 ottobre). Alla Mostra dell'Istituto di Storia e d'Arte di Milano figura con una tela. Partecipa con altri 23 artisti (tra cui anche Alberto Martini) all'Ex­position du Groupe Français d'Art International in rue d'Université, 10.

1967

Alle 18.45 del 1 febbraio, il treno diretto 285 Milano-Ginevra, tra la stazione di St.-Léonard e quella di Sion, al passaggio a livello di Roseaux, a più di 120 all'ora, tenta inutilmente di frenare e infine travolge e trascina per qualche centinaio di metri la vettura di Bruno Gherri-Moro, 68 anni, che muore sul colpo. Espose, oltre che nei luoghi citati, anche nelle gallerie: Paris, Ra­spail, Thuilleries, Hacthuarius (Zurigo), ecc. Opere anche a Calcutta e nei musei di l'Aja, New York, Detroit e Fila­delfia. Ebbe  diversi allievi in Francia, Svizzera ed Italia. Agli Haudères (a meno che non sia stato a Roma) fece il ritratto a René Morax. Sue opere scultoree figurano nella basilica di Notre-Dame di Ginevra, nella facciata della chiesa des Hauderes, stazione di soggiorno nel Vallese, Évoléne, a Sion, a Lens con il busto in bronzo del poeta C. F. Ramuz, del pittore P. Monnier a Lausanne, del chirurgo H. de Roten e del poeta M. Zermatten a Sion, dello scrittore André Marcel a Losan­na e del pittore P. Monnier.  Fa il ritratto anche a Charles-Clos Ol­sommer. Chiamava il suo genere di pittura <<emozionismo>>. A S. Marco di Resana ha dipinto a fresco un capitello stradale.

1986

Sion, all'Hôtel de Ville, Sala de Récréation, dedica una retrospettiva a Bruno Gherri Moro (dal 24 novembre). L'esposizione presenta una ses­santina di opere tra dipinti, acquerelli, sculture, disegni e vetrate, delle quali, quelle del periodo vallese (dopo il matrimonio) occupano il posto d'onore. L'idea della retrospettiva è nata dal beau-frère di Gherri Moro. I giornali svizzeri annunciano l'inaugurazione, con tutto il fasto i­taliano, tra dicembre 1986 e gennaio 1987,  di una via dedicata al pittore (?) per commemorarne i venticinque anni dalla morte. Numerose altre manifestazioni su Gherri Moro saranno organizzate nel 1986 e nel 1987 in Italia (?), a Parigi, a Valais e in Svizzera, per le quali molti collezionisti metteranno a disposizione le loro opere. Il museo di Castelfranco espone in permanenza più di 25 opere (più che espone, conserva), cosi come altre opere sono conservate nei musei di Venezia e di Burano.

BRUNO GHERRI MORO

ESPOSIZIONI

- II Mostra d'Arte Trevigiana, Treviso 1921 (?).

- III Mostra d'Arte Trevigiana, Treviso 1922. - Mostra alla Casa Rossa dei Barisani (Circolo degli Impiegati), Tre­  viso (?) 1922.

- Mostra al Manipolo, Vicenza 1923. - IV Mostra d'Arte Trevigiana, Treviso 1923.

- V  Mostra d'Arte Trevigiana, Treviso 1924. - Mostra a Palazzo Provera, Treviso (?) 1924. - Mostra delle <<Tre Venezia>>, Venezia 1924.

- Personale alla Galleria Henri Manuel, Parigi 1926.

- Mostra a Cannes, 1928 (?). - Mostra alla Galleria Mammel, Parigi 1928 (?).

- Salon des Indépemdants di Parigi (tra il 1928 e il 1938).

- Personale alla Galerie Georges-Petit, Parigi 1929. - Salon des Indépemdants, Parigi 1929.

- Mostra alla Galleria Ecalle, Parigi 1931 (?). - Mostra alla Galleria Féerie Coloniale, Parigi 1931 (?). - Mostra alla Casa dei Combattenti, Parigi 1931 (?). - Exposition des Artistes Italiens de Paris, Cercle  de l'Union Arti­  stique, Parigi 1931 (?). - Esposizione Internazionale  d'Arte  Giovane,  Galleria Zivy, Parigi 1931 (?). - Salon d'Automne, Parigi 1931.

- Personale al Café des Artistes <<La Rotonde>>, Parigi 1932.

- Mostra alla Galerie Carmine (?), Parigi 16 - 31 maggio 1933. - Quadriennale Romana, Roma 1933.

- Mostra degli Artisti Italiani di Parigi, Parigi 1933. - Mostra alla Galerie Ecale, Parigi 1933. - Salon d'Automne, Parigi 1933. - Mostra alla Galleria Charpentier, Parigi 1933. - Salon des Vrais Indépendants, Parigi 1933. - Personale a Dundee, 1933 (?).

- Esposizione dei Sindacati del Lazio, Roma 1934. - Esposizione alla Casa degli Italiani, Parigi 1934. - Salon d'Automne, Parigi 1934. - Mostra della Bevilacqua La Masa, Venezia 1934. - MostraEspone a Bruxelles, 1934. - Mostra al Cristal Palace, Londra 1934. - Mostra collettiva al Circolo delle Arti, Galleria Charpentier, Pari­  gi 1934 (?).

- XII^ Quadriennale Romana, Roma 1935. - Salon d'Automne, Parigi 1935. - Exposition  Bruno Gherri-Moro (III° Salon d'Été), Galleria Carmine, Parigi 16-31 maggio 1935. - Altre esposizioni a Parigi, 1935.

- XX^ Esposizione Biennale Internazionale d'Arte, Venezia aprile - ottobre 1936. - Internazionale, Parigi 1936. - Salon d'Automne, Parigi 1936. - Personale al Consolato Italiano (Istitut Italien de Culture), Losan­  na aprile 1936. - Mostra alla Galleria Pélican, Zurigo 1936. - Esposizione  degli artisti Italiani di Parigi, Galleria Charpenier, Parigi 1936 (?). - Mostra collettiva alla Galleria Carmine, Parigi 1936.

- Mostra d'Arte Italiana alla Galleria Charpentier, Parigi 1937. - Esposizione Mondiale (Padiglione Italiano), Parigi 1937. - Mostra collettiva alla Galleria Cooling, Londra 1937. - Collective Italienne de Paris, Milano 1937. - Mostra a Roma, 1937.

- Mostra all'Hôtel Lausanne Palace, Losanna 1938. - XXI^  Esposizione  Biennale Internazionale d'Arte, Venezia giugno - settembre 1938.

- Altre esposizioni, 1939.

- Mostra Nazionale, Milano 1941.

- Personale alla Bottega d'Arte (Galleria Ongania, Bevilacqua  La Masa), Venezia 1 - 15 maggio 1942.

- Personale al Sala del Casino, Sion 1943. - Mostra collettiva di Trevigiani, Sindacale Triveneta, Venezia 1943.

- Personale alla Galerie Moser, Losanna 1945.

- Personale al Sala del Casino, Sion 1946.

- Personale alla Galleria Ongania, Venezia 1947.

- XXVI^  Esposizione  Biennale Internazionale d'Arte, Venezia giugno - settembre 1948. - Mostra al carnotzet, Hôtel des Alpes, Haudères 1948. - Mostra a Surre, 1948 (maggio -?). - Mostra all'Hôtel Terminus, Sierre 1948.

- Personale  alla Sala del Consiglio Palazzo Municipale, Castelfranco Veneto 20 - 27 marzo 1949. - Personale all'Exposition du Peintre Vénitien, Museo Rath, Ginevra 3 - 24 dicembre 1949.

- Personale alla Galleria Nauderes, Losanna 1950. - Mostra del centenario delle Arti e dei Mestieri, Museo di Beaux-Arts de La Majorie, Sion 1950. - Mostra all'Hôtel de la Planta, Sion 1950. - Mostra dei pittori dell'Ordine della valigia, Galleria d'Arte Inter­  nazionale, Milano ottobre 1950.

- Pitture di Bruno Gherri Moro, Galleria del Libraio, Treviso 14 - 29 aprile 1951. - Nazionale di Terni, La Soffitta, Terni 1951. - Mostra all'Hôtel de la Paix, Sion ottobre - dicembre 1951.

- Nazionale di Terni, Terni 1952. - Mostra collettiva all'Athénée, Ginevra 1952. - Mostra a Martigny, 1952. - Mostra all'Hôtel de la Paix, Sion 1952.

- VII Premio Nazionale di Pittura "F.P. Michetti", Francavilla al Mare agosto - settembre 1953. - Mostra al Casino, Sion 1953 (?). - Esposizione Nazionale Italiana, Trieste 1953 (?).

- Personale all'Atelier (la Cave Sèdunoise), Sion novembre 1955. - Chapelle de Brousse, Sion 1955.

- III  Esposizione d'Arte Contemporanea, Salone dei Trecento, Treviso 1956 (1957 -?).

- Premio Nazionale Burano, Burano 1956.

- Artiste  Vénitiens  Contemporins,  Museo de La Majorie, Sion estate 1957. - Personale alla Galleria S. Stefano, Venezia 12 - 25 ottobre 1957.

- Personale a Sion, 1958.

- IV^ Internazionale di Arte Sacra, Novara 1959. - Mostra alla Galleria Véandre, 1959.

- Mostra all'Atelier di Luis Moret, Sion 1960.

- I° Premio di Pittura Giorgione-Poussin - Nello spirito del gemellag­  gio Castelfranco-Les Andelys, sale di Villa Revedin Bolasco, Castel­  franco Veneto 3 - 17 settembre 1961. - XIV^ Biennale d'Arte Triveneta, Padova 1961.

- Personale al Casino, Sion marzo 1963. - II° Premio Biennale di Pittura Giorgione per Artisti Contemporanei, sale del Palazzo Revedin Bolasco, Castelfranco Veneto 25 agosto - 30 settembre 1963. - Mostra a Treviso, 1963. - Personale alla Galerie des N.M. Capitole, Losanna 1963.

- Mostra alla Galleria d'arte Giraldo, Treviso 17 - 30 ottobre 1964. - Grande Esposizione Nazionale di Pittura, Roma 1964.

- Mostra all'Atelier  (la Cave  Sèdunoise)  di Luis  Moret,  Sion (?) 1965. - Personale alla  Galerie  du  Théàtre  (Galerie  d'Art  des Nouveaux Grands- Magasins), Losanna 22 maggio - 9 giugno 1965. - Personale-antologica alla Galleria Menegotto, Castelfranco Veneto 16 - 31 ottobre 1965. - Mostra dell'Istituto Europeo di Storia dell'Arte, Milano 1965.

- Esposizione Nazionale della Scultura Italiana, Museo d'Arte Moderna, Milano 1966.

- Esposizione  degli artisti-pittori svizzeri all'insegna del <<Salon du Paysage 1966>>, Aubonne 1966. - Personale alla  Galerie  du  Théàtre  (Galerie  d'Art  des  Nouveaux Grands- Magasins), Losanna 1966. - Mostra al Palette Bleue, Parigi 1966. - Mostra al Salone del Mobile Mazzocato, Montebelluna 15 - 30 ottobre 1966. - Exposition du Groupe Français d'Art International, Parigi (?) 1966.

- Espose ancora, oltre che nei  luoghi citati, anche  nelle gallerie: Paris, Raspail, Thuilleries, Hacthuarius (Zurigo), ecc.

- Retrospettiva all'Hôtel de Ville, Sala de Récréation, Sion 24 novem­  bre 1986.

- Pittura  a Treviso tra le due guerre, Galleria Comunale  d'Arte Mo­  derna, Palazzo Saracinelli, Conegliano 16 maggio - 1 luglio 1990.

BRUNO GHERRI MORO: BIBLIOGRAFIA

- Catalogo della II Mostra d'Arte Trevigiana, Treviso 1921 (?).

- Catalogo III Mostra d'Arte Trevigiana, Longo e Zoppelli, Treviso, 1922.

- Catalogo della Mostra alla Casa Rossa dei Barisani (Circolo degli Impiegati), Treviso (?) 1922.

- Catalogo IV Mostra d'Arte Trevigiana, Stabilimento Pietrobon, Treviso, 1923.

- Catalogo della Mostra al Manipolo, Vicenza 1923.

- Catalogo V Mostra d'Arte Trevigiana, Tipografia Vianello, Treviso, 1924.

- Catalogo della Mostra a Palazzo Provera, Treviso (?) 1924.

- Catalogo della Mostra delle <<Tre Venezia>>, Venezia 1924.

- Catalogo della Personale alla Galleria Henri Manuel, Parigi 1926.

- Catalogo della Mostra a Cannes, 1928 (?).

- Catalogo della Mostra alla Galleria Mammel, Parigi 1928 (?).

- Catalogo del Salon des Indépemdants di Parigi (tra il 1928 e il 1938).

- Catalogo della Personale alla Galerie Georges-Petit, Parigi 1929.

- Catalogo del Salon des Indépemdants, Parigi 1929.

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- M.M., Le Groupe des dix, in "Le Figaro", 29 agosto 1930 (?).

- THIEBAULT SISSONS, in "Le Temps", Parigi 1929.

- I lavori di un pittore concittadino, in "Il Gazzettino", 31 luglio 1931.

- CAMILLE MAUCLAIR, in "Figaro", Parigi 1931.

- "Arts", novembre-dicembre 1931 (dedica due colonne a Bruno Gherri Moro).

- Un pittore concittadino, in "Gazzetta di Venezia", 5 dicembre 1931.

- Catalogo della Mostra alla Galleria Ecalle, Parigi 1931 (?).

- Catalogo della Mostra tenuta alla Galleria Féerie Coloniale, Parigi 1931 (?).

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- "Cronaca Prealpina", novembre 1932.

- Castelfranco - Arte e Artisti, in "Gazzetta di Venezia", 18 novembre 1932.

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- STEFANI, Gli artisti premiati a Parigi - Due acquisti del Duce, in "Il Gazzettino", 23 settembre 1933.

- Da Castelfranco - Il pittore Gherri premiato, in "Il Gazzettino", 3 ottobre 1933.

- Catalogo della Mostra alla Galerie Ecale, Parigi 1933.

- Catalogo del Salon d'Automne, Parigi 1933.

- Catalogo della Mostra alla Galleria Charpentier, Parigi 1933.

- Catalogo del Salon des Vrais Indépendants, Parigi 1933.

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- Inaugurata la <<personale>< dell pittore Bruno gherri, in  "Il Gazzettino", Venezia 13 ottobre 1957.

- GIOVANNI PAGNAN, Mostre personali alla Santo Stefano, in "Minose", Venezia 19 ottobre 1957.

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- Bruno Gherri Moro a Ginevra  per  le  vetrate di Notre Dame, in "Il Gazzettino", Treviso 17 marzo 1958.

- Vitrail de Gherri-Moro, in "Feuille d'Avis de Valais", Sion 28 marzo 1958.

- G. BRUSATIN, Da un artista trevigiano - Poeta svizzero ritratto nel bronzo, in "Il Gazzettino", 8 aprile 1958.

- T.B., Evolene - Fierté..., in "Feuille d'Avis de Valais", Sion 14 aprile 1958.

- Paolucci a cura di Marchiori, in "Minosse", Venezia 26 aprile 1958.

- Vetrate artistiche, in "Il Gazzettino del Lunedì", 5 maggio 1958.

- ANDRÉ MARCEL, in "Le Confédéré", 5 maggio 1958.

- G. BRUSATIN, Fascino sempre nuovo delle visioni asolane - La cittadina della regina Cornaro continua ad attrarre gli artsiti, in "Il Gazzettino", 14 maggio 1958.

- Quand Notre-Dame fête l'anniversaire du couronnement sous la présidence du Nonce, in "Le Courrier", 2 giugno 1958.

- E. GANTER, Un nouveau vitrail à Notre-Dame, in "Le Courrier", 6 giugno 1958.

- MAURICE ZERMATTEN, in "Treize Étoiles", giugno 1958.

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- GUIDO SANTIN, ?, in "Il Gazzettino, Venezia ? ottobre 1958.

- Le peintre Gherri-Moro à l'honneur, in "Feuille d'Avis du Valais", Sion 1 dicembre 1958.

- Al pittore Gherri Moro lusinghiero riconoscimento, in "L'Avvenire d'Italia", Bologna 10 dicembre 1958

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- Nouveau succè d'un artiste sédunois, in "Feuille d'Avis du Valais", Sion 3 ottobre 1959.

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- ANDRÉ MARCEL, Vous m'en direz tant!, in Le Confédéré", 11 settembre 1959.

- HENRI PERROCHON, Bruno Gherri Moro et son oeuvre, in "Feuille d'Avis du Valais", Sion 17 dicembre 1959.

- Catalogo della Mostra all'Atelier di Luis Moret, Sion 1960.

- JEAN BROCARD, Vernissage de l'Exposition GherrI-Moro à l'Atelier, in "Feuille d'Avis du Valais", Sion 5 marzo 1960.

- DOMINIQUE, La Capitale - Gherri-Moro à l'Atelier, in "Nouvelliste Valaisan", 8 marzo 1960.

- SYLVAIN MAQUIGNAZ, L'artiste Bruno Gherri-Moro, in "La Vie Valaisanne", 18 marzo 1960.

- Fille au Chevalet, in "L'Illustré", 26 maggio 1960.

- F.-GÉRARD GESSLER, Un artsite sédonois reçoit une haute distinction - Le peintre Gherri-Moro <<Chevalier de l'Ordre du Mérite de la République Italienne>>, in "Feuille d'Avis du valais", Sion 7 settembre 1960.

- ...le peintre sédunois Gherri-Moro - ...et M. H. Perrochon président des écrivains vaudois, in "Pour Tous", 27 settembre 1960.

- Un peintre à l'honneur, in "Illustré", Losanna 27 ottobre 1960.

- Évoléne - Inauguration d'un fresque, in "?", il ?.

- Gherri-Moro in Svizzera, in "?", il ?.

- "Le Confére", 14... ?.

- Chemin de la Croix à Troistorrénts, in "Feuille d'Avis de Lausanne", 2 febbraio 1961.

- Catalogo della XIV^ Biennale d'Arte Triveneta, Padova 1961.

- Primo premio di pittura Giorgione-Poussin - Nello spirito del gemellaggio Castelfranco-Les Andelys, catalogo della mostra, Castelfranco Veneto, Villa Revedin Bolasco 3 - 17 settembre 1961, Cittadella (PD) settembre 1961, pp. 39, 43.

- MAURICE ZERMATTEN, Le petit cheval de Gherri-Moro, in "Treize Étoiles", maggio 1962, p. 43.

- Bruno Gherri-Moro un grand amoureaux de l'art!, in "Nouvelliste du Rhône", 1 marzo 1963.

- Catalogo della Personale al Casino, Sion marzo 1963.

- JEAN ANZEUNI,  L'exposition Gherri-Moro, in "Le Nuovelliste du Rhône", 21 marzo 1963.

- Un bon remède contre le grippe, in "Puor Tous", 26 marzo 1963.

- SIRIUS, Petit Planète, in "Feuilles d'Avis du Valais", Sion 27 marzo 1963.

- ALOYS PRAZ,  Au  Casino: vernissage Gherri-Moro, in "Nouvelliste du Rhône", 29 marzo 1963

- ?, in "Treize Étoiles", marzo 1963.

- Notre Couverture, in "30 Jours", marzo 1963.

- Il paesaggio veneto - Secondo premio biennale di pittura Giorgione per artisti contemporanei, catalogo della mostra, Castelfranco Veneto, Palazzo Revedin Bolasco 25 agosto - 30 settembre 1963, Cittadella (PD) agosto 1963, pp. 95, 105, 156, 157, fig. a p. 157.

- Le Valais à l'honneur à la TV, in "Journal e Feuilles d'Avis", Sion 7 settembre 1963.

- Catalogo della Personale alla Galerie des N.M. Capitole, Losanna 1963.

- HENRI PERROCHON, Des Haundères  à  Montreux, in "Journal e Feuilles d'Avis", Sion 18 settembre 1963.

- T.D.L., Un  artiste valaisan à l'honneur, in "Tribune de Lausanne", 21 settembre 1963.

- ROBERT LIARD,  En Italie (Castelfranco Vénéto) - A Trévise, in "Sur l'Art", ottobre 1963.

- Catalogo della Mostra a Treviso, 1963.

- VALPRESSE  SCHMID-FOURNIER, Dimanche, la paroisse de Troistorrénts inaugure sa nouvelle église, in "Journal e Feuilles d'Avis", Sion 25 luglio 1964.

- Gherri-Moro honoré par Roma, in "Journal de Sierr", Sierre 7 agosto 1964.

- Bruno Gherri Moro,  catalogo  a cura della Galleria d'arte Giraldo, Treviso, Galleria d'arte Giraldo 17 - 30 ottobre 1964, Treviso 1964.

- Bruno Gherri Moro stasera alla <<Giraldo>>, in "Il Gazzettino", Venezia 17 ottobre 1964.

- Gherri-Moro alla galleria <<Giraldo>>, in "Il Gazzettino", 21 ottobre 1964.

- NESTORE TRENTIN,  Bruno Gherri Moro  alla  Galleria <<Giraldi>>, in "L'Avvenire d'Italia", Bologna 30 ottobre 1964.

- V.M., Bruno Gherri Moro pittore e scultore, in "Il Gazzettino", Treviso 31 ottobre 1964.

- Annuari Pittura Italiana, 1964.

- Catalogo della Grande Esposizione Nazionale di Pittura, Roma 1964.

- Libro dell'Istituto Europeo di Storia e d'Arte, 196... (?).

- "Journal de Sierre et...", ?.

- MABILLARD, Bruno Gherri-Moro un grand amoureaux de l'art!, in "Feuille d'Avis de Valais", Sion 1 marzo 1965.

- Catalogo della Mostra all'Atelier (la Cave  Sèdunoise) di Luis Moret, Sion (?) 1965.

- ALOYS PRAZ, A <<l'Atelier>> Vernissage Gherri-Moro, in "Nouvelliste du Rhône", 7 marzo 1965.

- M. CLYVAZ, Gherri Moro  illumine l'Atelier, in "Journal de Sierre e du Valais", 15 marzo 1965 (1960 - ?).

- F.G.G., De l'Atelier à l'Exposition - Gherri-Moro, in "Feuille d'Avis du Valais", 17 marzo 1965.

- T.D.L., Les peintres en Valais, in "Tribunne de Lausanne", Losanna 19 marzo 1965.

- Vernissage de l'exposition de graveures des artistes valaisans, in "Feuille d'Avis du Valais", Sion 22 marzo 1965.

- D.B., in "Le Nouvelliste Rouenne", 29 marzo 1965.

- ALOVS PRAZ, A l'<<atelier>> Vernissage Gherri-Moro, in "Nouvelliste du Rhône", 6 e 7 maggio (?) 1965.

- Les Exposition, in "Illustré du Lausanne", Losanna 20 maggio 1965.

- Catalogo della Personale alla Galerie du Théàtre (Galerie d'Art des Nouveaux Grands- Magasins), Losanna 22 maggio - 9 giugno 1965.

- P.V., Très beau succes de gherri-Moro à Lausanne, in "Feuille d'Avis du Valais", 24 maggio 1965.

- P.V., Lausanne: Bruno Gherri-Moro, in "Feuille d'Avis du  Valais", 4 giugno 1965.

- GÉ., Un Chemin de Croix pour l'église de Montana, in "Nouvelliste du Rhône", 30 settembre 1965.

- 45 anni di vita artistica di B. Hherri Moro, catalogo, Galleria Menegotto, Castelfranco Veneto 16 - 31 ottobre 1965, Castelranco Veneto 1965.

- DOTT. BIANCHI, Cronaca di C.franco - Continua la  lodevole attività della Pro Loco nel campo artistico, in "Il Gazzettino", 2 novembre 1965.

- Catalogo della Mostra dell'Istituto Europeo di Storia dell'Arte, Milano 1965.

- Italy in America, vol. I,  Napoli s.d., pp. 36 - 45, fig. a pp. 38 - 43.

- GABRIEL MANDEL e EMILE ROBRONCI, Annuario di Pittura, ?.

- Artiste sédunois à l'honneur, in "Feuille d'Avis du Valais", Sion 11 gennaio 1966.

- Artiste sedunois à l'honneur, in "Feuille  d'Avis  Valois", 11 febbraio 1966.

- Catalogo dell'Esposizione  degli artisti-pittori svizzeri all'insegna del <<Salon du Paysage 1966>>, Aubonne 1966.

- F.-G.G., Peintres valaisans au Salon du Paysage, in "Feuille d'Avis di Valais", 4 marzo 1966.

- Catalogo della Personale alla Galerie du Théàtre (Galerie d'Art des Nouveaux Grands- Magasins), Losanna 1966.

- Catalogo dell'Esposizione Nazionale della Scultura Italiana, Museo d'Arte Moderna, Milano 1966.

- D. BURNAD, Galerie des Nouveaux Grands-Magasins - Gherri-Moro, in "Le Nouvelle Revue", 29 maggio 1966 (?).

- Échos du ventième anniversaire de la première ascension de la Reine des Alpes: La Dent-Blanche", in "Nouvelliste du Rhône", 5 giugno 1966.

- Catalogo della Mostra al Palette Bleue, Parigi 1966.

- Catalogo dell'Exposition du Groupe Français d'Art International, Parigi (?) 1966.

- T.D.L., Gherri Moro expose a Paris, in "Tribune de Lausanne", 14 giugno 1966.

- Une croix au sommet de la Dent-Blanche, in "Tribune de Lausanne", 31 agosto 1966.

- Un'opera di gherri Moro sulla vetta del Dente Bianco, in "Il Gazzettino", 21 settembre 1966.

- Pitture e Sculture di Bruno Gherri Moro, catalogo a cura della Pro Loco di Montebelluna, Montebelluna, Salone del Mobile Mazzocato 15 - 30 ottobre 1966, Montebelluna (?) 1966.

- Questa sera si inaugura la personale di Gherri Moro, in "Il Gazzettino", 15 ottobre 1966.

- Amoureux passionne de l'art, in "Feuille d'Avis Valois", 1966 (?).

- Une distinctin meritée, in "Feuille d'Avis Valois", 1966 (?).

- PASCAL THURRE, Gherri-Moro - Fuoil de chasse et spatule, in "Treize  Étoiles", gennaio 1967, pp. 22-26.

- GÉ, A Uvrier, dramme du rail: 1 mort - Horrible dramme du rail - Le  peintre Gherri-Moro trove la mort - Bruno Gherri-Moro n'est plus, in "Nuovelliste du Rhône", 1 febbraio 1967.

- A Sion,  travlto dal treno - Ucciso in auto il pittore Gherri-Moro, in "La Notte", Milano 1 febbraio 1967.

- Le peintre Gherri-Moro tué par le train - Le perintre le plus populaire du Valais, in "Münchner Merkur", Monaco 1 febbraio 1967.

- Sciagura a Sion in Svizzera, Ucciso dal treno il pittore Gherri-Moro, in "Stampa Sera", Torino 1 febbraio 1967.

- P. ANCHISI, Suisse - Entre St. Léeonard et Sion - Un peintre Valaisan bien connu tué à un passage à niveau, in "Journal de Géneve", Ginevra 1 febbraio 1967.

- P.TH., Sion: le peintre G.Moro tué dans un accident, in "Gazzette de Lausanne", Losanna 1 febbraio 1967.

- In un incidente stradale a Sion - La tragica morte di Bruno Gherri-Moro, in "Il Gazzettino", Venezia 2 febbraio 1967.

- Pittore italiano ucciso dal treno - Bruno Gherri-Moro travolto in auto da un convoglio a Sion, in "Il Lavoro Nuovo", 2 febbraio 1967.

- Muore in un incidente il pittore Gherri-Moro, in "La Nazione", Firenze 2 febbraio 1967.

- Catalogo delle altre ESposizioni, oltre  a quelle citate, tenute presso le gallerie: Paris, Raspail, Thuilleries, Hacthuarius (Zurigo), ecc.

- Exposition du Groupe Français d'Art International, in "Logique", ?.

- Gherri Moro, Peintre - Sculpteur, opuscolo 196... (?).

- Gherri Moro, Peintre - Sculpteur, 1899 - 1967, opuscolo a cura della galleria Gherri Moro di Venthône (Svizzera), 1986 (?).

- A.M. COMANDUCCI, Dizionario Illustrato dei Pittori..., III vol., quarta edizione a cura di L. SERVOLINI, alla vove Gherri Moro Bruno, p. 1438.

- Bruno Gherri Moro, in "Borsa d'Arte", marzo 1970 (?).

- Catalogo della Retrospettiva all'Hôtel de Ville, Sala de Récréation, Sion 24 novembre 1986.

- Retrospettiva di Gherri-Moro, opuscolo s.a. e s.d., Sierre, Hôtel de Ville, sale de récréation, dal 24 novembre 1986, 1986.

- Romano Barbaro, Burano 1903 - 1964, Oste della Trattoria Tre Stelle, Milano 1989, in occasione della commemorazione di Romano Barbaro nel 25° anniversario della sua morte, p. 21.

- MARCO GOLDIN, Genio e avventura ovvero Gherri  Moro, "La Tribuna di Treviso", 12 aprile 1990. (Il testo è esattamente quello riportato nel catalogo della mostra di Treviso).

- Pittura a Treviso tra le due guerre, catalogo a cura di MARCO GOLDIN, Conegliano, Galleria Comunale d'Arte Moderna, Palazzo Saracinelli 16 maggio - 1 luglio 1990, Villorba (TV) 1990, pp. 196, 286-287, 398, fig. alle pp. 196, 287.

- Rétrospective Gherri-Moro, opuscolo a cura della Galerie Latour, Matigny, Galerie Latour, 6 novembre - 4 dicembre 1993, Martigny 1993.

- Gherri-Moro, manifesto a cura della Galerie Ancienne Eglise, Leytron, Galerie Ancienne Eglise, 19 novembre - 28 novembre 1993, Leytron 1993.

 

- Catalogo III Mostra d'Arte Trevigiana, Longo e Zoppelli, Treviso, 1922.

- Catalogo IV Mostra d'Arte Trevigiana, Stabilimento Pietrobon, Treviso, 1923.

- Catalogo V  Mostra d'Arte Trevigiana, Tipografia Vianello, Treviso, 1924.

- M.M., Le Groupe des dix, in "Le Figaro", 29 agosto 1930 (?).

- Partecipa alla mostra di dieci artisti professionisti francesi tenutasi in Avenue Victor-Hugo a Parigi nell'agosto-settembre 1930

- (?). Gherri Moro è l'unico artista italiano presente, invitato a

- prendere il posto di un amico francese assente in quell'occasione.

- Il successo di Gherri Moro è provato dalla totale vendita delle sue opere esposte.

- THIEBAULT SISSONS, in "Le Temps", Parigi 1929.

- I lavori di un pittore concittadino, in "Il Gazzettino", 31 luglio 1931.

- CAMILLE MAUCLAIR, in "Figaro", Parigi 1931.

- "Arts", novembre-dicembre 1931 (Dedica due colonne a Bruno Gherri Moro).

- Un pittore concittadino, in "Gazzetta di Venezia", 5 dicembre 1931.

- Al Salone d'Autunno di Parigi, nonostante la severità della giuria, di Gherri Moro sono stati accettati: <<Armonie di chitarra>> e <<Naufragio di sole>>.

- Castelfranco - Concittadino che si fa onore, in "Gazzetta di Venezia", 14 giugno 1932.

- Grande successo di Gherri Moro ad una mostra a Parigi dove presenta una cinquantina di quadri con ambienti e soggetti veneziani.

- "Cronaca Prealpina", novembre 1932.

- Castelfranco - Arte e Artisti, in "Gazzetta di Venezia", 18 novembre 1932.

- Ebbe i primi lusinghieri successi a Treviso e a Venezia nella mostra delle <<Tre Venezia>>. Fu l'unico pittore straniero ammesso all'Exposition des Dix.

- Chez Carmine, in "Nous", maggio-giugno 1933 (?).

- Mostra alla Galerie Carmine, dal 16 al 31 maggio. Arriva a parigi con tele tradizionali di soggetti veneziani, ma nella Ville Lumière si aggiorna.

- Bruno Gherri-Moro, in "L'Italiano", 1933 (?).

- Mostra alla Galleria Carmine, in rue de Seine. Febbre ardente di rinnovazione.

- Quando giunse a Parigi da Venezia, portò diverse tele con soggetti della città lagunare.

- Fece nell'ottobre del 1929 la sua prima esposizione personale alla Galleria Georges Petit.

- Espose al Salone del Vrais Independants.

- Nel 1931 partecipò alla Galleria Ecalle, alla Féerie Coloniale, alla Casa dei Combattenti di Parigi, all'Exposition des Artistes Italiens de Paris indetta al Cercle de l'Union Artistique, alla Esposizione Internazionale d'Arte Giovane organizzata alla Galleria Zivy, alla Mostra degli Artisti Italiani di Parigi del 1933 e nel 1934, in una mostra del Sindacato Laziale di Roma, una sua tela fu acquistata dal Governo Italiano. Da cinque anni i suoi quadri sono accolti al Salon d'Automne.

- "La Nuova Italia", Parigi 1933.

- GASTON BOULEY, Promenades a travers Paris - La Horde du Montparnasse et quelques artistes, in "Tout... Partout", 19 marzo 1933.

- Gherri Moro a Parigi ha studio in Avenue del la Motte-Piequet al n. 3. La città di Bois-Colombes ha acquistato un sua opera intitolata <<Vielles maisons de Venise>>.

- Bruno Gherri  per  il  nostro museo, in "Il Gazzettino", 22 agosto 1933.

- Gherri Moro fa dono al museo di Castelfranco di due dipinti: <<Testa di donna>> con cornice da lui eseguita e un statuetta in terracotta raffigurante <<S. Francesco di Assisi>>

- STEFANI, Acquisti a Parigi per conto del Duce all'Esposizione degli artisti italiani, in "Il Corriere della Sera", 23 settembre 1933.

- STEFANI, Gli artisti premiati a Parigi - Due acquisti del Duce, in "Il Gazzettino", 23 settembre 1933.

- Divide con Ciancelli uno dei cinque premi di mille lire messi a disposizione del Duce dalla Confederazione Nazionale dei Sindacati Professionisti e Artisti. Esposizione dei pittori Italiani a Parigi. Vince il premio con una natura morta.

- Da Castelfranco - Il pittore Gherri premiato, in "Il Gazzettino", 3 ottobre 1933.

- Esposizione alla galleria Charpentier con vincita del premio.

- SOCRATE, ..., in "?", 26 maggio 1934.

- Mostra di gherri Moro che si chiude il 31 maggio. Presentazione in catalogo di Umberto Brunelleschi. Alla Quadriennale romana contemporaneamente figura con una natura morta.

- G.T., L'Esposizione Gherri Moro alla Casa degli Italiani, in "La Nuova Italia", 12 luglio 1934.

- Esposizione alla Casa degli Italiani di Parigi. Due vedute di Venezia. Nature morte. <<Donne ai piedi della Croce>>. Ritratto di S.E. Pietro Parini, ecc. All'Esposizione dei Sindacati del Lazio, nel 1934, nella saletta riservata agli artisti italiani di Parigi, Le Federazioni Sindacati Professionisti ed Artisti acquistano una sua opera per il Governo Italiano.

- A.P., Successo di artisti italiani a Parigi, in "Il Popolo d'Italia", 27 novembre 1934.

- Gherri Moro si distingue tra i pittori italiani che hanno esposto al Salon d'automne (opere religiose). Espone da 5 anni con successo al Salome.

- A.P.,  Successo  di artisti italiani a Parigi, in "Il Gazzettino", 3 dicembre 1934.

- La visita del Ministro de Monzie  e dell'Ambasciatore d'Italia alla Mostra, in "La Nuova Italia", 1934.

- La mostra di Charpentier.

- Gherri Moro alla <<Quadriennale Romana>>, in "Il Gazzettino", 9 febbraio 1935.

- I giornali francesi annunciano che tra i pochi pittori accettati alla manifestazione d'arte italiana <<Quadriennale Romana>> vi figura anche il nome di Bruno Gherri Moro.

- Exposition Bruno Gherri-Moro, catalogo a cura di  UMBERTO BRUNELLESCHI, Paris, Galerie Carmine 16 - 31 maggio 1935, Paris 1935.

- Fa il ritratto del Ministro Parini.

- Prenta alla mostra 19 opere.

- s.t., in "La Nazione", 6 giugno 1935.

- Un Artista Veneto a parigi - Bruno Gherri Moro, in "Il Gazzettino", 15 giugno 1935.

- Annunciata una personale prossima a venezia.

- FLORISE,  A travers la Vie Parisienne - Le Coin des Art, in "La Vie Parisienne", 6 luglio 1935, p. 759.

- La mostra alla Galerie Carmine (III° Salon d'Été - 1935).

- POULAIN: COMEDIA, Parigi 1935.

- JACQUES FANEUSE, in "Epoque", Parigi 1937.

- Mostra personale del pittore Bruno Gherri-Moro, catalogo, Bottega d'Arte del Comune di venezia, S. Marco Ascensione 1 - 15 maggio 1942, Venezia (?) 1942. - Presenta 26 opere.

- T.G., Mostra d'Arte - Bruno Gherri Moro, in "Il Gazzettino", 13 maggio 1942.

- Gherri Moro crebbe a Castelfranco in un palazzo seicentesco tutto affrescato.

- Voleva dipingere, i famigliari lo volevano ingegnere.

- A diciotto anni, in guerra, va in Francia e combatte a Bligny.

- Di là, deposte le armi va a Parigi sempre più innamorato dell'arte.

- Breve periodo in Italia a scopo di studio, è una parentesi. Torna a Parigi ed espose a numerose importanti mostre anche in Svizzera, in Inghilterra, ecc.

- Si occupa anche di musica.

- Non manca, ogni anno, di tornare a casa.

- Nel  1942,  alla Bottega d'arte, si presenta per la prima volta a Venezia.

- ML JACARD, in "Feuilles de Lausanne", Losanna 1945.

- R. DE CERENVILLE, in "Gazzette de Lausanne", Losanna 1945.

- C., L'Exposition Gherri-Moro, in "Journal et Feuille d'Arts di Valais", 17 aprile 1946.

- Sion, Sala del Casino, esposizione di Gherri Moro.

- Peinture à Sion, in "La Suisse", 22 maggio 1946.

- Esposizione a Sion nelle sale del Casinò di numerose tele e sculture.

- I. FOLLONIER, in "Curieux", 1946.

- P. VALLETTE, in "La Suisse", 1946.

- I. CAUCHEPIN, in "Feuilles d'Avis du Valais", 1946.

- Sulla mostra a Sion.

- G.B., Castelfranco  -  Mostra personale del  pittore Gherri, in "Il Gazzettino", 25/3/1949.

- Mostra personale al Palazzo comunale di Castelfranco, aperta sino al 27 marzo 1949.

- All'ultima  Biennale veneziana (1948) l'opera <<Il pittore con la maschera>>, presente alla mostra, ha suscitato tanto scalpore di critica.

- J.F.,Une nouvelle fresque>>, in "Pour Tous", 19 agosto 1949.

- Lovora al portico della chiesa d'Evolène.

- A[ndré].M., En passant... - Bon Vent!, in "Martigny" ("Le Confedere - ?), 9 settembre 1949.

- JEAN FOLLONIER, Lettre du Valais - Cinquante ans, in "Le Courrier", 14 settembre 1949.

- Cinquant'anni dalla nascita.

- Fra un po' di tempo ci sarà un'esposizione di Gherri Moro al Museo Rath di Ginevra.

- Ha fatto pitture murali per la chiesa di Evolène.

- Exposition  du  peintre vénitien Gherri-Moro - Poésie Valaisanne et oeuvres diverses, presentazione in catalogo di René Morax, Ginevra, Musée Rath 3 24 dicembre 1949, Ginevra 1949.- Espone 61 opere.

- Esposizione Universelle de Paris 1937.

- Espose nelle gallerie: Georges Petit, Charpentier, Paris, Carmine, Raspail, Salon d'automne, Thuilleries, Indépendants, Cooling (Londra), Cristal Palace, Lausanne, Hacthuarius (Zurigo), Moser (Sion - 1945), ecc.

- Opere anche a Calcutta.

- A.J.L., Un peintre vénetien au Musée Rath, in "Le Courrier", 11 dicembre 1949.

- Esposizione al Museo Rath di Ginevra.

- Vi sono due sale: un <<salle valaisanne>> e un'altra con opere varie, occompagnate da qualche scultura.

- G.-G. SCHODER, Les Arts - Au Musée Rath: Emile Bressler, Ilse Voigt, Gherri-Moro, in "La Vie Genevoise", 19 dicembre 1949.

- Au Musée Rath - Gherri-Moro - Ilse Voìgt, in "Journal de Génève", 22 dicembre 1949.

- Al Museo Rath espone con Emile Bressler e Isle Voigt.

- Beaux-Arts - E. Bressler, Gherri-Moro et Isle Voigt au musée Rath, in "La Siusse", 23/12/1949.

- GÉRARD GESSLER, <<il voit le Valais à travers son riche tempérament de Vénitien>>, in ?, 1949.

- "Gazette de Lausanne", 1950 (?).

- "Pour Tour", 1950 (?).

-"Tribune de Lausanne", 1950.

- Pittore di Castelfranco elogiato a Losanna, in "?", 18 ottobre 1950.

- Personale alla Galleria Nauderes di Losanna.

- Pitture di  Bruno Gherri Moro, catalogo a cura di GIUSEPPE MAZZOTTI, Treviso, Galleria del Libraio, 14 - 29 aprile 1951, Treviso, 1951.

- Quasi trent'anni fa una bella mostra di Gherri Moro alla casa rossa dei Barisani, detta Circolo degli Impiegati, di Piazza del Duomo.- Espone 20 opere tra cui un particolare di una vetrata.

- P.M.B., Alla Galleria del Libraio - Inaugurata la Mostra del Pittore  Gherri Moro, in "Giornale del Veneto", 15 aprile 1951.

- Alla Galleria del Libraio - Inaugurata la mostra del pittore Gherri-Moro, in "Il Gazzettino", 17 aprile 1951.

- Inaugurata il 17 aprile e aperta sino al 29 corrente. Presenta una ventina di opere pittoriche e una vetrata.

- M.T. (?), Mostre d'arte - Gherri Moro, in "L'Avvenire d'Italia", 21 aprile 1951.

- Opere sue nei musei di l'Aja, New York, Detroit e Filadelfia.

- In autunno di ogni anno generalmente torna ha castelfranco dove si è costruito una villetta in Borgo Pieve.

- Gherri Moro chiamava il suo genere di pittura <<emozionismo>>.

- Ha dipinto affreschi in diverse chiese svizzere.

- A S. Marco di Resana ha dipinto a fresco un capitello stradale.

- G.B.S., Mostre d'Arte - Bruno Gherri Moro, in "?", 21 aprile 1951.

- F.-G.G., Un peintre Vénitien fait revivre Montparnasse au Vernissage de son exposition, in "Jounal et Feuille d'Avis du Valais", 26 novembre 1951.

- Mostra all'Hôtel de la Paix a Sion aperta sino al 9 dicembre.

- PAUL DAVIGNAC, Peintres du Valais - Gherri-Moro, in "Le Confedere", 28 novembre 1951.

- Esposizione a Sion, all'Hôtel de la Paix.

- Nella primavera del 1950 espone due tele alla mostra del centenario delle Arti e dei Mestieri al Museo di Beaux-Arts del la Majorie di Sion.

- MONTVALÉ, Le peintra Gherri-Moro expose à Sion, in "Le Courrier", 29 novembre 1951.

- Vive per una ventina d'anni a Parigi.

- PAUL DAVIGNAC, A propos de Gherri-Moro, in "Le Confedere", 5 dicembre 1951.

- F.-GÉRARD GESSLER, <<Voici Bruno Gherri-Moro - tel qu'en lui-même... - Artiste - peintre sculpteur et chasseur... , in "Feuille d'Avis", domenica ?.

- Rimane a Parigi, stabilendosi a Montparnasse, dal 1924 al 1939.

- Conosce Tsugu-Horu, Foujita, Othon Friesz, Soutine, ecc.

- In compagnia di Derain, di Despiaux, di Matisse, di Mayol [sic.], di Giorgio de Chirico prende parte agli incontri della <<Closerie des Lilas>> da Paul Fort.

- Accompagna con la chitarra le canzoni di Joséphine Baker, di Licienne Boyer e di Maurice Chevalier.

- Espone per la prima volta a Parigi con Severini e de chirico.

- Le sue  tele furono esposte vicino a quelle di Chagall, Rouault e Jean Arp.

- Nel 1937 inizia ad andare a Valais, senza ancora stabilirvisi de finitivamente.

- Dopo il 1937, ritornato a Parigi, conosce M.lle Elvire Nigg, sua futura sposa.

- Nel 1939... la guerra: si stabilisce con la moglie a Sion.

- Nel frattempo espone con Erni, Lurçat, Kokoschka.

- Vinse premi ad esposizioni a trieste, Terni e Castelfranco.

- Nasce il 6 settembre 1899.

- Maurice Utrillo e Camille Auclair lo incoraggiano nelle sue prime esposizioni.

- VII Premio Nazionale di Pittura "F.P. Michetti", catalogo illustrato, Francavilla al Mare agosto -settembre 1953, Francavilla al Mare (?) 1953.

- IV Internazionale di Arte Sacra, catalogo illustrato, Novara 1959, pp. 20, 72.

- Primo premio di pittura Giorgione-Poussin - Nello spirito del gemellaggio Castelfranco-Les Andelys, catalogo della mostra, Castelfranco Veneto, Villa Revedin Bolasco 3 - 17 settembre 1961, Cittadella (PD) settembre 1961, pp. 39, 43. Espone: - Ragazze al cavalletto"; - Città.

 Espone nella sezione Paesaggio veneto: - La grande torre di Castelfranco.

- MAURICE ZERMATTEN, Le petit cheval de Gherri-Moro, in "Treize Étoiles", maggio 1962, p. 43.

- Bruno Gherri-Moro un grand amoureaux de l'art!, in "Nouvelliste du Rhône", 1 marzo 1963.

- Il paesaggio veneto  -  Secondo premio biennale di pittura Giorgione per artisti contemporanei, catalogo della mostra, Castelfranco Veneto, Palazzo Revedin Bolasco 25 agosto - 30 settembre 1963, Cittadella (PD) agosto 1963, pp. 95, 105, 156, 157, fig. a p. 157 (Paesaggio sul Brenta). Espone: - Castelfranco che scompare", dipinto che vince il Premio Acquisto da parte della Banca Popolare di Castelfranco Veneto;- Paesaggio sul Brenta.

- ROBERT LIARD,  En Italie (Castelfranco Vénéto) - A Trévise, in "Sur l'Art", ottobre 1963.

- 1963, Premio Giogione a Castelfranco Veneto.

- Mostra a Treviso.

- Decorò i grandi magazzini del Louvre e de La Samaritaine.

- Annuari Pittura Italiana, 1964.

- Bruno Gherri Moro,  catalogo  a cura della Galleria d'arte Giraldo, Treviso, Galleria d'arte Giraldo 17 - 30 ottobre 1964, Treviso (?) 1964.

- Nel 1926  tiene  la prima personale alla Galleria Henri-Manuel di Parigi.

- Nel 1933 mostra personale al Caffè degli artisti <<La Rotonde>> a Montparnasse.

- ALOVS PRAZ, A l'<<atelier>> Vernissage Gherri-Moro, in "Nouvelliste du Rhône", 6 e 7 maggio (?) 1965.

- Mostra al Casino di sion nel 1963 (?).

- Mostra al Casino di sion nel 1965 con una settantina di opere, fino al 15 marzo.

- P.V., Très beau succes de gherri-Moro à Lausanne, in "Feuille d'Avis di Valais", 24 maggio 1965.

- Personale alla Galerie du Théàtre (Galerie d'art des Nouveaux Magasins) de Lausanne dal 22 maggio 1965 fino al 9 giugno 1965.

- P.V., Lausanne: Bruno Gherri-Moro, in "Feuille d'Avis di Valais", 4 giugno 1965.

- Espone per la terza volta a Losanna.

- GABRIEL MANDEL e EMILE ROBRONCI, Annuario di Pittura, ?.

- Artiste sedunois à l'honneur, in "Feuille d'Avis Valois", 11 febbraio 1966.

- E' invitato dall'Istituto Europeo di Storia e d'Arte a partecipare all'Esposizione Nazionale della Scultura Italiana al Museo d'Arte Moderna di Milano.

- Sue  sculture figurano nell'ultimo libro dell'Istituto Europeo di Storia e d'Arte.

- F.-G.G., Peintres valaisans au Salon du Paysage, in "Feuille d'Avis di Valais", 4 marzo 1966.

- Partecipa all'Esposizione degli artisti-pittori svizzeri all'insegna del <<Salon du Paysage 1966>> a Aubonne.

- Con Severini, suo amico, fece parte a Parigi al <<Bateau-Lavoir>>, nome dato da Max Jacob allo strano agglomerato di studi degli artisti di Montparnasse.

- A Parigi conosce: Matisse, Braque, Derain, Dufy, Picasso, Marie Laurencin, Modigliani, Utrillo, Metzinger, ecc. Conosce i poeti Apollinaire, Jarry, Cocteau, Warnod, Radignet, Geltrude Stein e Paul Fort.

- D. BURNAD, Galerie des Nouveaux Grands-Magasins - Gherri-Moro, in "Le Nouvelle Revue", 29 maggio 1966 (?).

- Échos du ventième anniversaire de la première ascension de la Reine des Alpes: La Dent-Blanche", in "Nouvelliste du Rhône", 5 giugno 1966.

- Per l'occasione fa una statua raffigurante la Vergine che sarà posta alla base della croce sul Dent-Blanche a 4364 m. di altezza.

- T.D.L., Gherri Moro  expose  a  Paris, in "Tribune de Lausanne", 14 giugno 1966.

- Espone al Palette Bleue di Parigi.

- Une croix au sommet de la Dent-Blanche, in "Tribune de Lausanne", 31 agosto 1966.

- Pitture e Sculture di Bruno Gherri Moro, catalogo a cura della Pro Loco di Montebelluna, Montebelluna, Salone del Mobile Mazzocato 15 - 30 ottobre 1966, Montebelluna (?) 1966.

- Amoureux passionne de l'art, in "Feuille d'Avis Valois", 1966 (?).

- Une distinctin meritée, in "Feuille  d'Avis  Valois", 1966 (?).

- Alla Mostra dell'Istituto di Storia e d'Arte di Milano figura con una tela.

- PASCAL THURRE, Gherri-Moro - Fuoil de chasse et spatule, in "Treize Étoiles", gennaio 1967, pp. 22-26.

- <<Ah! Paris,  la  bella  vita.  J'en ai "fait" de toutes les cou­    leurs!>>

- <<Y a pas à faire, fauy que j'écrive mes mémoires>>.

- GÉ, A Uvrier, dramme du rail: 1 mort - Horrible dramme du rail - Le peintre Gherri-Moro trove la mort - Bruno Gherri-Moro n'est plus, in "Nuovelliste du Rhône", 1 febbraio 1967.

- Alle 18.45 il treno diretto 285 Milano-Ginevra, tra la stazione di St.-Léonard e quella di Sion, al passaggio a livello di Roseaux, a più di 120 all'ora, tenta inutilmente di frenare e infine travolge e trascina per qualche centinaio di metri la vettura di Bruno Gherri-Moro, 68 anni, che muore sul colpo.

- Exposition du Groupe Français d'Art International, in "Logique", ?.- Partecipa, sono in 24, all'Exposition du Groupe Français d'Art International in rue d'Université, 10, con Alberto Martini.

- Gherri Moro, Peintre - Sculpteur, opuscolo 196... (?).

- Aggiornamenti all'opuscolo successivo.

- Gherri Moro, Peintre - Sculpteur, 1899 - 1967, opuscolo a cura della galleria Gherri Moro di Venthône (Svizzera), 1986 (?).

- HENRI PERROCHON (President des Ecrivains romands), da Bruno Gherri-Moro: son oeuvre:

- Dopo gli studi tecnici di Padova frequenta l'Université de Paris.

- Ex-combattente di Bligny (Francia).

- Ritornato nel 1921, l'artista inizia la sua attività a Castelfranco e Parigi.

- Il museo di Castelfranco espone in permanenza più di 25 opere, cosi come i musei di Venezia e di Burano.

- Una via sarà inaugurata, con tutto il fasto italiano, tra dicembre 1986 e gennaio 1987, per commemorare i venticinque anni dalla sua morte.

- Numerose retrospettive saranno organizzate nel 1986 e nel 1987 in Italia, a Parigi, a Valais e in Svizzera, dove numerosi collezionisti metteranno a disposizione le loro opere.

- Muore tragicamente nel gennaio 1967.

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- Debutta  a  Parigi subito dopo la prima guerra. Maurice Utrillo e Camille Mauclair l'incoraggeranno.

- Piccola crisi cubista alla vicinanza di Picasso.

- Partecipa a numerose mostre.

- Espone  agli Indépendants e al Salon d'automne, alla Quadriennale romana, alla Biennale veneziana, a Milano, Trieste, in Belgio, a Ginevra, d'Olanda all'Inghilterra.

- Il  governo francese comprò delle sue tele, come Philadelpie, Détroit e New York.

- Ci  fu  un periodo in cui Gherri Moro divenne una vedette di Montmartre, suonando la chitarra davanti a Maurice Chevalier e Joséphine Baker.

- Parigi fu la scoperta della pittura, con Modigliani e Foujita.

- Dopo  qualche anno, un felice matrimonio legò il pittore a Sion e  ai Haudères, e in quel decoro continuò ad operare.

- Divenne cittadino onorario di Evolène, dove ha abbellito la chiesa.

- Agli Haudères (a meno che non sia stato a Roma) fece il ritratto a René Morax, poi quelli di Maurice Zermatten e di André Marcel. Aveva già colato in bronzo il busto di Ramuz.

- Non rinuncia a girare il mondo.

- Amava Paul Budry.

- Olio. acquerello, inchiostro di china, litografia, mosaico, scultura, granito.

- Cammino percorso dalle Venezie degli anni Trenta a quelle degli anni Cinquanta.

- Eccelle nelle nature morte.

- Sculture affascinanti ed evocatrici.

- Le vetrate esposte all'esposizione internazionale d'arte sacra di Novara (ciò che ha composto per la basilica di Notre-Dame di Ginevra).

- Ha ateliers a Castelfranco Veneto, [a Venezia], a Sion e, in estate, nel mazot di Haudères.

- MAURICE ZERMATTEN (écrivain), da Peinture-sculpture et mandoline:

- Un Valaisan de Venise.

- Lavora per il suo piacere.

- A Montmartre nel primo dopoguerra e a Montparnasse tra le due guerre.

- Guerri-Moro è il pittore dell'istante.

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- I CRITICI che hanno scritto per Gherri-Moro:

- Niccolo Mancuso.      - René Morax.

- Teo Gianniotti.       - Pierre Isbourg (Beaux Arts).

- Silvio Branzi.        - Guido Perocco.

- Jacques Faneuse.      - J. Blanche.

- Emille Biollay.       - Mebac (Est Républicain,  Paris).

- Vanderpyl.            - Pascal Thurre.

- Jean Porta.           - G. Scarpa.

- Camille Mauclair.     - Gigli.

- Louis de Lutèce.      - François Fosca.

- R. de Charanville.    - Müller.

- Pierre Vallette.      - De Rhonsard.

- André Marcel.         - Me Jacquard.

- Maurice Zermatten.    - Alfred Loertscher.

- Thiebault Sisson.     - P. Vidoudez.

- Vive (Popolo d'Italia)- M. d'Angreville.

- Brunelleschi.         - Aloïs Praz.

- Corriere della Sera.  - Robert Clivaz.

- Bouley.               - M. Chappaz.

- Antonio Aniante.      - Jean Anzévui.

- Gustave Traglia.      - Prfo. Mariano Fantuzzo.

- Galileo Brisatin.     - G. Fiocco.

- Finzi Florian.        - F.-G. Gessler.

- F. Fabbre.            - G.M. Bianchini.

- De Barly.             - Vascon.

- Jean Follonier.       - Paris).- Marguerite Jouve (Intran. Paris).

- Paris Midi, G.L.G.    - Poulain (Comoedia, Paris).

- Journal <<Der Bund>>. - De Falgaiasolle (Petit Marseillais).

- Aux Ecoutes.          - G. de Pavlowski (Le Journal de Paris).

- J.B. Scarpa.          - Henri Perrochon (Président des écrivains ro­

- Pierre des Marmettes.   mands).

- Joseph Cauchepin.     - Pierre Champion.

- Sylvain Maquignaz.    - C. Curriger.

- etc.

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- ESPOSIZIONI alle quali ha partecipato:

- 1921-22 -23 Prime esposizioni di Treviso.

- 1923 Al <<Manipolo>> di Vicenza.

- 1925 Parte per Parici con l'amico pittore Mario Venzo.

- 1926 Parigi, Galleria Henri Manuel, Foubourg Montmartre, presentato da Zanzarion, zio di Maurice Utrillo.

- 1928-38 Salon des Indépemdants e Galleria Georges Petit.

- 1929 Paris, Galerie Henri Manuel, Faubourg Montmartre, présenté par Zanmarion oncle de Maurice Utrillo.

- 1931-36 Salon d'automne, groupe Desvallières (arte sacra).

- 1932-33 Grane esposizione personale al  Café  des Artistes <<La Rotonde>> a Montparnasse.

- 1933 Paris, Galerie Ecale, inaugurée par le Général Gourand.

- 1933-34 Invitato a Ca' Pesaro a Venezia.

- 1934 Esposizione a Dundee (Scozia), in Gran Bretagna.

- 1934 Esposizione a Bruxelles.

- 1934 Esposizione  collettiva al Circolo delle Arti, inaugurata dal Ministro de Monzie.

- 1935 Diverse esposizioni a Parigi.

- 1935 Esposizione alla Galerie Carmine in Rue de Seine a Parigi.

- 1935 Dodicesima Quadriennale di Roma.

- 1936 Esposizione personale al Consolato Italiano, con la presenza del poeta C.-F. Ramuz, a Losanna.

- 1935-36-37-38 Galleria  Carmine, Parigi, intern., De la Piste à l'écran, vernissage con le grandi vedette M. Chevalier, Suzy Solidor, etc.

- 1936 Invitato alla Biennale di Venezia.

- 1936 Galleria Pélican di Zurigo.

- 1937 Esposizione degli artisti italiani di parigi (con De Chirico, de Pisis, Campigli, ecc. - un'opera fu acquistata dallo Stato francese per il Museo del Jeu de Paume) [Galleria Charpentier].

- 1937 Invitato all'esposizione mondiale di Parigi, sezione  italiana.

- 1937 Galleria Cooling, Londra.

- 1937 Collective Italienne de Paris, Milano.

- 1938 Esposizione personale a Losanna, Hôtel Lausanne Palace.

- 1938 Biennale di Venezia.

- 1941 Nazionale, Milano.

- 1942 Personale alla Galleria Ongania, Venezia, Bevilacqua La Masa.

- 1943 Personale a Sion, Casino.

- 1945 Galerie Moser, Lausanne.

- 1946-47 Giorgio Dario Paulucci è allievo di Gherri Moro.

- 1946 Personale a Sion.

- 1947 Personale da Ongania, Venezia.

- 1948 Invitato alla Biennale a Venezia.

- 1949 Invitato al Museo Rath di Ginevra.

- 1950 Personale a Treviso alla Bottega del Libraio.

- 1950-55 Invitato  alla  nazionale F.P. Michetti, Francavilla al Mare.

- 1951-60 Nazionale a Terni, la Soffitta, invitato.

- 1952 Invitato alla collettiva all'Athénée di Ginevra.

- 1956 Nazionale Premio Burano.

- 1957 Collettiva al Salone dei Trecento, Treviso.

- 1957 Personale alla galleria Santo stefano di Venezia.

- 1957 Artisti contemporanei veneziani a Sion.

- 1958 Personale a Sion.

- 1959 IV^ Internazionale d'Arte Sacra di Novara (vetrate).

- 1961 Al Premio Poussin-Giorgione di Castelfranco Veneto.

- 1961 XIV^ Biennale d'Arte Triveneta, Padova (sculture).

- 1963 Grande personale a Lausanne, Galerie des N.M. Capitole.

- 1963 Grande personale a Sion (pitture e sculture).

- 1963 II Premio Giorgione di Castelfranco Veneto.

- 1963-66 Esposizione permanente a Sion e a Haudères a Martigny.

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- LAVORI di DECORAZIONE eseguiti a Parigi:

- Paris 1926-27: Progetto per la Tour Eiffel (decorazione luminosa) per M. Citroën, la Fodre, le Feu, Cascade d'eau.

- Parigi: decorazione  luminosa de magasins: Louvre, Samaritaine, Cirque d'Hiver, Société ing. Jacopozzi.

- Notte veneziana  sulla  Senna -Cristal Palace- Au Pré Catalan - Bois de Boulogne, etc.

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- PREMI:

- Esposizione degli artisti Italiani di Parigi, con De Chirico, De Pisis, Severini, Campigli (galleria Charpentier), acquisto dello Stato francese, da parte del Ministro Huismann, di un'opera di Gherri Moro per il Museo Jeu de Paume.

- Premio a Asnières, esposizione internazionale (Parigi).

- Premio Artisti di parigi, 1936 (Roma).

- Premio all'Esposizione Nazionale italiana a Trieste.

- Premio  all'Esposizione Nazionale F.P. Michetti (Francavilla al mare, Chieti).

- Premio all'Esposizione Nazionale di Terni, due volte (La Soffitta).

- Più diplomi a Parigi, a Venezia e in Valais.

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- TITOLI:

- Medaglia d'argento, Arti-Lettere-Scienze di Parigi, 1937.

- Cittadinanza d'onore in Valais, Evolène (Svizzera).

- Cavaliere al Merito della repubblica Italiana.

- Accademico d'onore dei 500 (Roma).

- Accademico della <<Tiberina>>.

- Accademico del Latinatis Excolendae (Roma).

- Accademico dell'U.C.A.J.

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- PUBBLICAZIONI:

- Italiens sur les Boulevards, 1936, par Gustave Traglia.

- Dizionario degli Artisti, di Ettore Padovano.

- Pubblicazioni nella rivista <<Treize Etoiles>>, di Maurice Zermatten, Sion (Valais).

- Artisti viventi d'Italia, di Domenico Maggiore (Napoli).

- Italy in America, documentario - Editeur: Approdo del Sud.

- Edizione La Zagara (Milano).

- Arte del nostro Tempo, Edizioni Artes (Torino).

- Il Comanducci.

- Annuario della Pittura Italiana di G. Mandel (Milano).

- Scultura contemporanea Italiana di G. Mandel (Milano).

- Revue Parisienne.

- Diverse riviste, giornali italiani e stranieri.

- Radio Svizzera-Romande e Televisione svizzera - RAI-Televisione (Venezia).

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- Una PARTE delle OPERE figuranti in MUSEI, GALLERIE e COLLEZIONI PRIVATE italiane e straniere:

- Parigi, Museo Jeu de Paume.

- Parigi, coll. del Ministro francese De Monzie.

- Parigi, coll. M. Venturi (nudo).

- Roma, coll. della Confederazione degli Artisti.

- Lausanne, coll. Galleria Moser.

- Venezia, coll. conte Volpi.

- Parigi, coll. Generale Soubriegand.

- Parigi, San Remo, coll. conte Valier.

- Losanna, coll. del Consolato Italiano.

- Saint-Gall, coll. S. Schmidli.

- Sion, coll. Docteur H. de Roten.

- Ginevra, Basilica di Notre-Dame, Vergine e Bambino (marmo).

- Ginevra, Basilica di Notre-Dame, quattro vetrate.

- Parigi, coll. Critique d'art Jean de la Prade.

- Martigny, coll. consigliere nazionale Camille Crittin.

- Padova, coll. del critico d'arte Giuseppe Fiocco.

- Venezia, coll. Comm. Deana.

- Venezia, coll. Comm. Caradazzo.

- Losanna, coll. M. Jaccard.

- Venezia, Galleria d'Arte Moderna di Ca' Pesaro.

- Lens, Valais, Busto di C.-F. Ramuz (bronzo).

- Vevey, coll. Mme Huguenin.

- Sion, scrittore-professore M. Zermatten (busto, ecc.).

- Losanna, coll. dello scrittore André Marcel (busto, ecc.).

- Morges, coll. del poeta René Morax (ritratto).

- Sion, Museo della Majorie, l'Angelo della Pace.

- Castelfranco Veneto, Banca di Castelfranco Veneto.

- Valais, Chiesa dei Haudères, Alto rilievo in cemento.

- Valais, San Giorgio (bronzo) fontana all'Euseigne.

- San Marco di Resana, affreschi.

- Villarazzo, Chiesa ed asilo infantile.

- Sierre, Vetrate della Chiesa delle Jeunes Filles.

- Valais, Chiesa di Salins, affreschi.

- Castelfranco Veneto, Marie de Castelfranco Veneto, statua della Repubblica (Municipio).

- Nella cima del Monte Bianco, a 4364 mt, una Madonna.

- Traistorrents, Valais, chemin de croix, portale in bronzo e ve­      trate.

- Sion, Museo della Majorie, Giovane ragazza al cavalletto.

- Vevey, coll. M.lle Marion Huguenin, Coq (zinc).

- Parigi, Marie di Treviso.

- Venezia, coll. Benno Geiger.

- Valais, coll. M. Albert de Wolff, conservateur des Musée.

- Dundee (Scozia) coll. Miss Mary Jones.

- Gran Bretagna - Olanda - Belgio - India - America - Germania - ecc.

- Castelfranco Veneto, Museo, 25 opere (olii e sculture).

- Chiesa di Montana Stazione (Vallese), scultura della Via Crucis, un Cristo nell'altare, il tabernacolo e la Santa Cena.

- A.M. COMANDUCCI, Dizionario Illustrato dei Pittori..., III vol., quarta edizione a cura di L. SERVOLINI, alla voce Gherri Moro Bruno, p. 1438.

- La prima personale a Parigi alla Galleria Manuel.

- Retrospettiva di Gherri-Moro, opuscolo s.a. e s.d., Sierre, Hôtel de Ville, sale de récréation, dal 24 novembre 1986, 1986.

- L'esposizione presenta una sessantina di opere tra dipinti, acquerelli, sculture, disegni e vetrate, della quali, quelle del periodo vallese (dopo il matrimonio) occupano il posto d'onore.

- L'idea della retrospettiva è nata dal beau-frère di Gherri Moro.

- Tre periodi hanno marcato la sua esistenza: il primo periodo parigino, quando incontra Utrillo, Mauclair, Picasso, Modigliani...e Elvire Nigg; [il secondo quello vallese; ed il terzo, quello dalle costruzioni compositive schematiche].

- Negli anni Trenta si sposa con Elvire Nigg, una Valaisanne in soggiorno a Parigi (dove si sono conosciuti) nel primo dopoguerra da suo zio Antille, albergatore emigrato nella Ville Lumière. Sposato, si stabilisce nella terra d'origine della moglie, nel Vallese, diventandone in seguito cittadino onorario.

- Fa il ritratto anche a Charles-Clos Olsommer.

- Scrive nell'opuscolo Mario Sèrtoli: - <<... rientrando dalla prigionia (Belgio) incontrò, alla fine del 1918, nel <Caffè della Rotonda> a Montparnasse, il pittore Modigliani>>.

- Romano Barbaro, Burano 1903 - 1964, Oste della Trattoria Tre Stelle, Milano 1989, in occasione della commemorazione di Romano Barbaro nel 25° anniversario della sua morte, p. 21.

- La Firma di Bruno Gherri Moro appare nella Lista disegnata da Mario Vellani Marchi in occasione della vernice della nuova osteria e dell'inaugurazione della XX° Biennale di Venezia 1936 - Burano, 3 giugno 1936. Tra le firme, oltre agli altri, anche: Luigi e Fausto Pirandello, Mario Vellani Marchi, Ugo Nebbia, Juti Ravenna, Carlo Dalla Zorza, Bepi Santomaso, Scarpa Croce, Orio Vergani, Italico Brass, Ferruccio Ferruzzi, Mario Varagnolo, Ciro Cristofoletti, Bruno Saetti, Diego Valeri, Anna Moggioli, Orazio Pigato, Remigio Barbaro, Mario Disertori, Anselmo Bucci, Duilio Torres, Rodolfo Pallucchini, Riccardo Selvatico, Pietro Pancrazi, Neno Mori, Guido Tallone, Arturo Tosi, Arturo Martini, Giorgio de Chirico, Aldo Bergamini, Pio Semeghini, Novello, Remo Villa, Felice Carena, ecc.

- MARCO GOLDIN, Genio e avventura ovvero Gherri Moro, "La Tribuna di Treviso", 12 aprile 1990. (Il testo è esattamente quello riportato nel catalogo della mostra di Treviso).

- Pittura  a Treviso tra le due guerre, catalogo a cura di MARCO GOLDIN, Conegliano, Galleria Comunale d'Arte Moderna, Palazzo Saracinelli 16 maggio - 1 luglio 1990, Villorba (TV) 1990, pp. 196, 286-287, 398, fig. alle pp. 196, 287. Opere esposte: - Ritratto di Angela, 1936, olio su tela, cm. 38 x 46, Biblioteca Comunale di Castelfranco Veneto (pp. 196 e 287); - Astri, 1920, olio su tela, cm. 25 x 30, collezione privata, Castelfranco Veneto (p. 287); - Alberi a Possagno, 1927-1929, olio su tela, cm. 38 x 46, collezione privata, Castelfranco Veneto (p. 287).

- Bruno Gherri Moro nasce a Castelfranco Veneto nel 1899.

- Condusse una vita avventuriera da vero giramondo.

- Toni freschi e spontanei nei quadri giovanili.

- In seguito composizione più severa che ricorda quella di Bepi Fabiano.

- Ripresa di lezioni cubiste sulla scia degli esempi parigini.

- Impressionismo più modesto che diverrà motivo di appunti veloci legati anche alle scene di caccia, caccia di cui era grande appassionato.

- Studia ingegneria a Padova.

- Interrompe gli studi di ingegneria e si trasferisce a Venezia, dove frequenta per qualche tempo l'Accademia di Belle Arti sotto la guida di De Stefani.

- Non finisce i corsi all'Accademia di Venezia.

- Partecipa  (forse è la prima volta che espone) alla Mostra d'Arte Trevigiana nel novembre del 1922. Alla mostra presenta il motivo veneziano Interno della chiesa dei Frari.

- Partecipa nel 1923 alla mostra al Manipolo di Vicenza.

- Espone un acquerello alla Mostra d'Arte Trevigiana nel 1924.

- Espone un Autoritratto, una Natura morta e un Mercato alla mostra a Palazzo Provera di Treviso (?) nell'ottobre - novembre 1924.

- Nel 1925 va a Parigi assieme al pittore Mario Venzo.

- A Parigi, nel 1926, tiene la sua prima mostra personale presentata dallo zio di Maurice Utrillo.

- Come lo stesso Bruno Gherri Moro ricorda, si dà al cubismo, conosce Marinetti, Severini, De Chirico e De Pisis, del quale diviene amico.

- Ancora Bruno Gherri Moro ricorda come verso il 1930 lascia il cubismo e si dà al figurativo impressionista, che continuerà in seguito.

- Tra  il 1931 e il 1936 è presente al Salon d'Automne, soprattutto con soggetti d'arte sacra.

- La Gazzetta di Venezia nel 1932, scrive di come Bruno Gherri Moro a Parigi, con le sue tele di Venezia e della Laguna si fa notare tra le falangi dei giovani artisti.

- Nel 1934 espone alla mostra della Bevilacqua La Masa a Venezia.

- Nel 1935 espone alla Quadriennale romana.

- Nel 1936 è invitato per la prima volta alla Biennale di Venezia.

- Nel 1937 espone alla mostra sull'arte italiana alla Galleria Charpentier di Parigi assieme a De Chirico, Severini, De Pisis, Campigli e altri artisti noti in Francia. Alla mostra vince un premio acquisto per il Museo Jeu de Paume.

- Nel 1937 partecipa al padiglione italiano dell'Esposizione Mondiale a Parigi.

- Nel 1938 partecipa alla Biennale di Venezia.

- Dal dopoguerra si trasferisce in Svizzera e ha prevalentemente mostre a carattere locale: nel Vallese e nel Veneto: Treviso, Castelfranco e Venezia.

- Nel 1948 partecipa alla Biennale di Venezia.

- Nel dopoguerra si trasferisce a Sion dove ha sposato una donna del Canton Vallese proprietaria di un albergo, "Les Handéres", ai limiti dei grandi ghiacciai alpini.

- Nel 1967 muore tragicamente a Sion investito da un treno.

- Italy in America, vol. I, Napoli s.d., pp. 36 - 45, fig. a pp. 38 (Autoritratto), 39 (Ritratto del poeta svizzero René Morax), 40 (Grande madre, scultura, allora presso la Galleria S. Stefano di Venezia), 41 (Montmartre, collezione Benno Geiger, Venezia), 42 (Notre Dame di Parigi, alla Galleria d'Arte Moderna di Venezia), 43 (Acqua fredda - Villeneuve, presentata all'Esposizione artisti contempora nei veneziani a Sion -Svizzera- nel 1957 e acquistato dal dott. Huber di Basilea).

- Nato a Castelfranco Veneto il 6 settembre 1899.

- Tronca gli studi a causa della guerra (1914 - 1918) e fu combattente in Francia con la Brigata Garibaldi.

- Nel 1925 parte per Parigi in compagnia del pittore Mario Venzo.

- Tiene la prima mostra personale, incoraggiato dallo zio di Maurice Utrillo, alla Galleria Henri Mannuel (Faubourg Montmartre) ottenendo un lusinghiero successo.

- Nel 1928 si dedica al cubismo.

- Nel  1929,  patrocinata dall'ambasciatore Manzoni, tiene un'altra personale alla Galleria Georges-Petit ottenendo molto successo.

Ebbe come critici d'arte Thiebault Sissons (Temps), Cmille Mauclair (Figaro), Pauwuloski (Le Journal), ecc.

- Da allora espone alle diverse manifestazioni d'arte con i migliori artisti italiani e francesi (De Chirico, De Pisis, Brunelleschi, Picasso Roualt, ecc.).

- All'esposizione degli artisti italiani alla galleria Charpentier

- guadagna il premio acquisto (Museo Jeu De Paume).

- E' invitato a partecipare al Padiglione italiano nell'esposizione internazionale di Parigi del 1937.

- Espone al salone degli Indipendenti, Salone d'Automne, alla Biennale di Venezia, Quadriennale di Roma, Nazionale di Milano, Terni, Trieste, P. Michetti, Burano, ecc.

- E'  invitato ad esporre al Museo Rath (una personale) dalla città di Ginevra.

- Di ritorno dal Belgio sostò a Parigi per le feste dell'armistizio, dove ebbe occasione d'incontrare al caffè della Rotonde a Montparnasse il pittore Modigliani (1918 - 1919).

- Nel 1926-'27 lavora come decoratore presso l'ingegnere F. Jacopozzi per la decorazione luminosa della Tour Eiffel, e ne creò il bozzetto: il fulmine, il fuoco, la cascata d'acqua. Fu tra i rari privilegiati che dominarono nella torre.

- Nell'ambiente  artistico  e mondano di Parigi era conosciutissimo come suonatore di chitarra, per il suo fare spiritoso e pieno di brio. Alla Galleria Carmine (Rue de Seine) diede concerti in presenza di Maurice Chevalier, di Josephine Baker, Suzy Salidor, Serge Lifar, ecc., e i migliori artisti dell'epoca.

- Fu  amico di De Pisis che riconosce con un omaggio di un'opera di pittura con dedica di elogio.

- Le sue opere figurano nelle migliori collezioni italiane e estere.

- Ha vinto diversi premi.

- Vinse il concorso per le vetrate in una chiesa del Vallese e fu invitato a ultimare le vetrate della basilica di Notre Dame di Ginevra, continuando quelle del defunto Maurice Denis [e di Cingria].

- Nel 1948 è invitato alla Biennale di Venezia.

- Nel 1950 è escluso dalla Biennale di Venezia per il clamoroso quadro dal titolo Pittore con la maschera (sala 38).

- Nel 1952 venne nominato per meriti artistici e turistici Cittadino onorario del comune di Évoléne, grande stagione di soggiorno nel Vallese (Svizzera).

- Ha insegnato per tre anni al liceo scientifico italiano di Parigi.

- Ebbe  diversi allievi in Francia, Svizzera ed Italia, fra i quali il giovane pittore Giorgio Dario Paolucci.

- Negli ultimi anni si dedica anche alla scultura.

- Sue opere scultoree figurano nella basilica di Notre Dame di Ginevra, nella facciata della chiesa des Hauderes, stazione di soggiorno nel Vallese, Évoléne, a Sion, a Lens con il busto in bronzo del poeta C. F. Ramuz, del pittore P. Monnier a Lausanne, del chirurgo H. de Roten e del poeta M. Zermatten a Sion, dello scrittore André Marcel a Losanna e del pittore P. Monnier.

- Vince i premi alla P. Michetti, a Terni, a Trieste.

- Alla galleria Santo Stefano a Venezia (12 - 10 - 1957) ebbe molto successo di vendite e di critica e una sua opera Notre Dame de Paris fu acquistata dalla Galleria d'Arte Moderna di Venezia.

- Ha partecipato  ad  esposizioni  in  Belgio, Olanda, Inghilterra, Svizzera, Francia e America.

- Negli ultimi anni vive tra tra Sion e Castelfranco Veneto.

- Ebbe molto successo all'esposizione degli artisti contemporanei Veneziani tenutasi a Sion. Fu commentato in modo assai lusinghiero da Vicinio Salati nel giornale del Ticino "Azione".

- <<Ah! Paris, la bella vita J'en ai "fait" de toutes les couleurs!>>

- <<Y a pas à faire, faut que j'écrive mes mémoires>>.

- Rétrospective Gherri-Moro, opuscolo a cura della Galerie Latour, Martigny, Galerie Latour, 6 novembre - 4 dicembre 1993, Martigny 1993.

- Gherri-Moro, manifesto a cura della Galerie Ancienne Eglise, Leytron, Galerie Ancienne Eglise, 19 novembre - 28 novembre 1993, Leytron 1993.

OPERE

- BRUNO GHERRI MORO, Casa con carro o paesaggio di Villarazzo, 1925, olio su cartoncino, cm. 24 x cm. 30, Castelfranco Veneto, proprietà Sartori (provenienza: direttamente da Gherri Moro ad Angelo Sartori), firmato e datato in basso a destra: Gherri B. 1925; (il cartoncino è stato diviso in due dal pittore Lorenzo Viola di Castelfranco Veneto, per fare un altro quadro della crocifissionei dipinta sul verso - durante l'operazione questo dipinto ha subito dei danni).

- BRUNO GHERRI MORO, Crocifissione, 1925, olio su cartoncino, cm. 24 x cm. 30, Castelfranco Veneto, proprietà Sartori (provenienza: direttamente da Gherri Moro ad Angelo Sartori); (il cartoncino è stato diviso in due dal pittore Lorenzo Viola di Castelfranco Veneto, per recuperare questo quadro; sul recto: Casa con carro o paesaggio di Villarazzo, 1925).

- BRUNO GHERRI MORO, Bozzetto del marchio della Crema Marsala A. Sartori, anni '40 circa, olio su cartoncino, cm. 41 x cm. 31, Castelfranco Veneto, proprietà Sartori (provenienza: direttamente da Gherri Moro ad Angelo Sartori), firmato e datato in alto a sinistra: Gherri B.; i Sartori hanno i cartoncini pubblicitari poi stampati (restaurato dal pittore Lorenzo Viola di Castelfranco Veneto).

- BRUNO GHERRI MORO, Natura morta con cacciagione, 1942, olio su tela, cm. 60 x cm. 80, Castelfranco Veneto, proprietà Sartori (provenienza: direttamente da Gherri Moro ai Sartori in occasione del loro matrimonio), firmato e datato in basso a sinistra: Gherri Moro / A. XIX.

- BRUNO GHERRI MORO, Portale sul rio di un palazzo veneziano, anni '50 circa, acquerello su carta, cm. 32 x cm. 40, Castelfranco Veneto, proprietà Sartori (provenienza: direttamente da Gherri Moro ai Sartori), firmato e datato in basso a sinistra: B. Gherri Moro.

 

 

 

BRUNO GHERRI MORO

di Marco Mondi

    Bisogna risalire gli anni sino all'ottobre del 1965, quando, anche allora per iniziativa privata, venne allestita una personale di Bruno Gherri Moro1, per ritrovare le tracce di un'esposizione del pittore in Castelfranco. Va dato merito a Marco Goldin l'aver riproposto di recente a Conegliano2 tre opere di questo singolare artista, riesumandolo da quella <<specie di Alaska>> nella quale la sua vivace personalità creativa è sembrata rimaner ibernata ormai da decenni, da noi per lo meno. La natura della mostra di Palazzo Sarcinelli lasciava purtroppo inevitabilmente in ombra l'ampio panorama produttivo del nostro, limitandone la partecipazione più ad una presenza doverosa che ad un effettivo studio dei suoi sforzi artistici. Nonostante, in fine, la buona volontà delle fucine espositive svizzere, impegnate lo scorso anno nelle interessanti iniziative di Martigny3 e di Leytron4, la figura artistica di Bruno Gherri Moro continua a rimanere ancora sostanzialmente in ombra per la mancanza di uno studio serio ed approfondito sulla sua attività5.

    La mostra che la galleria d'arte Flaviostocco allestisce in questa occasione, non ha certo la pretesa di essere completamente esaustiva sotto tutti i punti di vista nell'interpretazione di una personalità artistica tanto prolifera e soprattutto eclettica. Basta pensare che l'artista non fu solo pittore, ma anche, e a volte sorprendentemente, scultore, decoratore, scenografo e non ultimo musicista. Questa car­rellata di dipinti, acquarelli e disegni ha comunque il sicuro merito di riproporre per prima a Castelfranco, dopo anni, una rassegna suffi­cientemente ampia per riscoprire questo pittore apparentemente dimen­ticato. L'augurio più sincero è che l'iniziativa di Flavio Stocco ri­ceva il meritato successo di pubblico e di apprezzamento, nella spe­ranza soprattutto serva da sprono ad una più vasta ricerca espositiva che la città di Castelfranco ha il dovere, prima o poi, di affrontare.

    L'attività artistica di Bruno Gherri Moro si svolge in un lasso di tempo che abbraccia più di mezzo secolo. Nato a Castelfranco Veneto nel 1899, giovanissimo s'interessa alla pittura continuando ininter­rottamente, e con una ricchissima varietà d'esperienze, la sua ricerca figurativa sino al tragico mese di febbraio del 1967 quando, alla gui­da della sua automobile, pochi attimi di disattenzione gli furono fa­tali. La sua produzione artistica appare, a volte, quasi come un vero e proprio filtro attraverso il quale è possibile seguire lo snodarsi di cinquant'anni d'arte non solo veneta od italiana, ma europea.

    Le sue prime esperienze artistiche non potevano svolgersi se non all'ombra di quel fervente e straordinario concatenarsi di eventi sto­rici che a Venezia, nei primi due decenni del secolo, videro scontrar­si due culture artistiche tanto intimamente legate quanto inevitabil­mente contrastanti: quella rappresentata dalla Biennale di Antonio Fradeletto6 e quella della Ca' Pesaro di Nino Barbantini7. Una, nella veste di prima esposizione internazionale d'arte d'Italia, portava al­le estreme conseguenze una cultura figurativa di stampo ottocentesco; l'altra, cenacolo di giovani personalità in continua polemica con l'ufficialità dei "Giardini", diventando tra le prime sonore voci dell'arte italiana del Novecento, contribuiva in modo essenziale a far da culla ad un'arte veramente moderna e nuova, confluendo in seguito per gradi nelle rinnovate Biennali di Vittorio Pica8.

    Tra questi due estremi di una realtà artistica locale, specchio però dell'intera cultura italiana, Bruno Gherri Moro muove i suoi pri­mi passi in arte. Abbandona infatti tra il 1914 ed il 1915, nonostante l'avversità dei genitori, gli studi tecnici intrapresi a Padova e s'i­scrive alla Reale Accademia di Belle Arti di Venezia, seguendo la fre­quenza libera del pittore Vincenzo De Stefani9.

    L'Accademia veneziana aveva visto passare nelle sue aule veri e propri geni: basti ricordare, dal 1903, la meteora Modigliani. Ma fino allo scoppio della prima guerra mondiale le sue cattedre continuarono a promulgare una didattica fondamentalmente ancora ottocentesca. Nel dipinto Bragozzi in laguna (Tav. 1), databile intorno agli anni Venti, anche Gherri Moro si mostra tradizionale interprete di una Venezia tardo-romantica, legata iconograficamente alle tante marine di ascen­denza ciardiana. Il debole lessico pittorico giovanile tradisce una formazione tendente a soddisfare una sdolcinata retorica ufficiale al­lora tanto apprezzata da certi ambienti benpensanti medio-alto borghe­si. Al di là di questo, qua e là si scoprono vivaci tonalità cromati­che, preannuncio del brio coloristico della maturità. Le opere, comun­que, sensatamente databili ai primissimi anni della sua attività de­nunciano una formazione decisamente accademica, non senza, in taluni casi, dei punti di contatto con personalità artistiche strettamente locali, quali Noè Bordignon10 ed i fratelli Tessari11.

    La guerra mondiale è il primo grande evento storico del nostro se­colo che, coinvolgendo tutti e tutto, costringe tutto e tutti ad una profonda riconsiderazione della realtà. Per l'arte, in Italia, essa è catastrofica. E' una catastrofe funesta e fertile, che come un'allu­vione sommerge ogni cosa e al defluire delle acque lascia un prezioso limo che è linfa vitale per un'arte nuova: in ultima analisi, pone fi­ne all'Ottocento e apre il nuovo secolo. A causa d'essa Gherri Moro interrompe gli studi. Va a combattere in Francia, al seguito della Brigata Garibaldi, poi in Belgio, dov'è fatto prigioniero. Poco meno che ventenne, alla fine delle ostilità, è a Parigi per le feste dell'armistizio, dove, tra Montmartre e Montparnasse, incontra l'arte moderna, divenuta ormai quasi più avanguardia ma vera poetica del XX secolo12.

    Quando poco dopo torna a Castelfranco e apre lo studio pittorico in Borgo Pieve, la sua visione artistica doveva essere, nell'entusia­smo giovanile, ben in linea con le voci più moderne dello sgretolato "universo" veneziano. La sua formazione accademica si evolve autonoma­mente al contatto diretto dei giovani innovatori spostatisi dalle ac­que della laguna ad esporre ed a lavorare in provincia. Già dal 1922 a Treviso13, a fianco di Gino Rossi, Nino Springolo e altri dei cosid­detti "ribelli" di Ca' Pesaro, Gherri Moro ha l'opportunità di con­frontarsi con personalità saldamente radicate in uno spirito nuovo. Se dal suo pennello nascono ancora opere legate alla tradizione, i primi sintomi di aggiornamento si notano nella pennellata fattasi pastosa e cromaticamente accesa, dove spesso il colore si stende puro sulla su­perficie del quadro, come in alcuni piccoli lavori di questi anni, i quali fanno supporre un legame più stretto con gli artisti di Ca' Pe­saro di quanto non siano le frequenze occasionali. In questo momento però, Gherri Moro è certamente più rinnovato nello spirito che nella pratica. I ricordi parigini, le discussioni con gli amici pittori, lo straordinario universo aperto dalla nuova arte dovettero affascinarlo terribilmente se nel 1925, in compagnia dell'amico pittore Mario Ven­zo14, si reca nuovamente a Parigi, lasciandosi alle spalle quel di­screto successo che pur andava ottenendo in varie mostre tra Treviso, Venezia e Vicenza.

    Nella capitale francese arriva portando con sé un certo numero di opere pittoriche raffiguranti principalmente Venezia e la sua laguna. Aveva forse in città un punto d'appoggio, ma i quadri portati danno l'idea dello spirito col quale si presenta, facendo dell'arte la sua principale fonte di sussistenza: i quadri sono infatti il suo bigliet­to da visita per l'ingresso nella grandiosa vita bohémienne parigina. Non passa molto tempo che riesce a farsi notare, e in quella spregiu­dicata fucina d'arte stringe le sue prime amicizie.

    Cosa rappresentava Parigi per Bruno Gherri Moro? Esattamente ciò che rappresentava per qualsiasi altro artista. La Ville lumière, in questi decenni, è indubbiamente per l'arte la scuola ed il mercato del mondo. <<Meglio morire a Roma che vivere fuori Roma>>, recitava un an­tico motto popolare della Roma imperiale, e con lo stesso spirito nel­la grande capitale culturale gli artisti vi giungono da ogni parte. Tra le due guerre, la cosiddetta École de Paris, nelle sue più svaria­te tendenze espressive, ha un denominatore comune a tutti: il mercato. I mercanti fanno a gara per scoprire e lanciare gli artisti: il merca­to è più importante della scuola15, per questo Parigi è il mercato del mondo. L'hanno capito i tre "mostri sacri" della Scuola di Parigi: Pi­casso, Matisse e Braque, i tre pilastri portanti del mercato interna­zionale16. Gli artisti arrivano nella speranza di fare il grande balzo di qualità. In un universo che gravita nell'orbita dei tre grandi geni del secolo, ognuno può trovare il suo spazio e portare avanti la sua estetica figurativa: per questo Parigi è la scuola del mondo. Bruno Gherri Moro non è un caso isolato. Come lui, tanti altri artisti hanno seguito la stessa strada: artisti caduti poi nell'oblio e artisti di­ventati celebri.

    A Montparnasse, ha lo studio in Avenue de' la Motte-Piquet al n. 3 e già dal 1926 tiene la sua prima mostra personale presentata da Zan­marion, zio del pittore Maurice Utrillo, presso la galleria Henri Ma­nuel, nel Foubourg Montmartre. Alcune fonti ricordano Maurice Utrillo e lo scrittore Camille Mauclair come coloro che lo incitano a conti­nuare a dipingere. L'impatto con l'universo cosmopolita della grande metropoli non doveva essere facile! Sicuramente uno degli aspetti più interessanti nello studio della sua personalità artistica è cercare di far luce in questi suoi primi anni parigini. Altri artisti italiani sono a Parigi in più occasioni, ed alcuni tra questi diventano suoi amici. Gino Severini sceglie la capitale francese come sua patria d'e­lezione sin dal 1906, nonostante lunghi successivi soggiorni in Ita­lia. Filippo de Pisis vi arriva nello stesso anno di Gherri Moro. Nu­merose gallerie d'arte della città, in mostre personali e collettive, espongono opere dei più importanti maestri dell'arte italiana della prima metà del secolo, e alcune di queste ospitano anche le opere del nostro. Purtroppo gran parte dei legami che Gherri Moro doveva avere sia con gli artisti italiani a Parigi, sia con gli artisti stranieri, rimane in ombra. La poca documentazione dell'epoca e soprattutto le sue opere sono gli unici indizi sui quali è possibili indagare. Come la mostra da Henri Manuel prova che è Utrillo ad introdurlo nel giro delle gallerie, è probabilmente l'amico Severini ad introdurlo nell'ambiente artistico. Quel Severini che è pur sempre un punto di contatto a Parigi anche per de Pisis e Mario Cavaglieri17, che saranno entrambi amici di Gherri Moro (senza escludere che, questi ultimi, li avesse già incontrati a Venezia). Inoltre, ciò che diventa estremamen­te interessante non solo per Gherri Moro, è che egli stesso, una volta ambientatosi a Parigi, può essere diventato un punto di riferimento per altri artisti italiani. A renderlo un personaggio molto conosciuto nell'entourage artistico della città lo testimonia anche il successo riscosso come vedette nei locali di Montmartre. Con fare spiritoso e pieno di brio, infatti, non di rado suona i suoi strumenti a corda in compagnia di artisti di fama quali Maurice Chevalier, Joséphine Baker, Suzy Solidor, Lucienne Boyer, Serge Lifar e molti altri.

    Negli anni immediatamente successivi Bruno Gherri Moro è già abba­stanza conosciuto da essere chiamato da M. Citroën, presso lo studio dell'ingegnere Jacopozzi, per lavorare ai bozzetti del Fulmine, del Fuoco e della Cascata d'acqua per la decorazione luminosa della Tour Eiffel. Successivamente è ancora impegnato nella decorazione luminosa dei Magasins du Louvre, de La Samaritaine, del Cirque d'Hiver e della famosa Notte veneziana sulla Senna. Ormai sembra essere ben inserito nel mondo artistico parigino e le sue amicizie si allargano ai grandi nomi dell'arte internazionale: artisti, critici, poeti, letterati. Dal 1928 inizia a partecipare al Salon des Indépendants e dal 1931 al Sa­lon d'Automne. Numerose sono le mostre tenute in diverse gallerie d'arte e in altri luoghi: mostre personali come quella di grande suc­cesso al Café des Artistes La Rotonde a Montparnasse nel 1932, e col­lettive come la famosa mostra sull'arte italiana della galleria Char­pentier nel 1936 al fianco di Campigli, de Chirico, de Pisis, Severini e tanti altri, o quella dell'anno successivo, che gli valse il premio d'acquisto dello stato francese per il museo Jeu de Paume18. Ma le sue partecipazioni, in questo lungo periodo parigino, non si limitano alla capitale francese estendendosi all'Italia, alla Svizzera, al Belgio, all'Inghilterra, alla Scozia19.

    La sensibilità artistica di Gherri Moro si evolve dalle giovanili esperienze legate all'ambiente veneziano e trevigiano, come è ancora intuibile nel dipinto Bragozzi nel canale della Giudecca (Tav. 2), da­tabile tra il 1925 e il 1930, dove tra l'altro affiora una composizio­ne sempre di ascendenza ciardiana, verso una poetica che sente mag­giormente il fascino dei colleghi d'oltralpe, sino a giungere a quella sorta di scomposizione che egli stesso definisce con l'azzardato ter­mine di <<cubismo>>. Una splendida opera di questo momento "cubista", datata 1929, conservata in collezione privata lo mostra particolarmen­te vicino a lavori simili dipinti dall'amico Severini. Utrillo comun­que e gli impressionisti rimangono da prima i suoi principali punti di riferimento, lo si vede nelle numerose vedute di Parigi o di altre città colte con la vivacità della prima impressione (Tavv. 3-7, 10, 15), senza però, come per Utrillo, "snazionalizzare" il linguaggio im­pressionista per caratterizzarlo come popolare, ma assumendolo semmai come lessico internazionale e quasi convenzionale nel quale si insi­nuano stilemi, a seconda dei casi, più marcatamente espressivi, baroc­chi, sonoramente colorati e pastosi, ricorrendo spesso all'uso cara­melloso della spatola, o marcatamente pacati. E in questa lettura dell'impressione come linguaggio, Gherri Moro sfoggia tutto il suo ca­rattere eclettico, mostrandosi capace di cogliere, a volte sviluppando in modo autonomo e caratterizzato, gli spunti più diversi, inserendovi poi quel tocco lirico che gli giunge da de Pisis e che egli chiama <<emozionismo>>, elaborato, sempre con parole sue, sul <<figurativo impressionista>>.

    In questa direzione devono essere lette anche le tante nature mor­te e ritratti dipinti negli anni Trenta. E vale la pena mettere velo­cemente a confronto tre opere che danno facilmente l'idea del modo con cui si snoda la sua evoluzione poetica: le tre nature morte di cui al­le tavole 9, 13 e 20. Nella prima, del 1933, dalla rigorosa composi­zione studiata nella positura degli oggetti, come in ogni altra opera dall'analogo soggetto, sviluppa prospetticamente e cromaticamente lo spunto impressionista visto attraverso gli esempi di Cézanne inseren­dovi una dialettica espressiva che, giungendogli con ogni probabilità da Severini, dà al dipinto quella monumentalità classicistica genuina­mente legata alla tradizione realistica del Ritorno all'ordine ancora viva negli anni Trenta. La tecnica pittorica così ottenuta gli permet­te il successivo graduale innesto dell'immediatezza del tocco lirico e sensorio dell'intimistica poetica di de Pisis. Alquanto depisissiana è infatti, soprattutto nella composizione, la natura morta del 1936, an­no in cui partecipò alla mostra degli artisti italiani di Parigi orga­nizzata, tra gli altri20, proprio dal ferrarese. In quest'opera è pa­lesemente ripreso, più che nella tecnica, non ancora così marcatamente di tocco, il motivo depisissiano degli oggetti che si stagliano sullo sfondo aperto al mare, dove su tutto domina la caratteristica tonalità lirico-grigiastra. Non è estraneo, inoltre, un sapore metafisico che, sottolineato dall'apertura a finestra sul mare, si diffonde un po' o­vunque. L'ultima delle tre nature morte, quella con l'autoritratto al­lo specchio, databile verosimilmente intorno al 1937 - 1938, richiama nella composizione il precedente lavoro del '33, ma è resa più com­plessa dall'inserimento di diversi altri elementi. Più chiara è ora l'evoluzione della tecnica pittorica che è diventata, sempre sulla ba­se impressionistica, principalmente di tocco: qui gli esempi dell'ami­co de Pisis son ben vivi nel modo di usare il pennello piuttosto che in quello di costruire il quadro. Gherri Moro in ultima analisi, at­traverso l'impressionismo, riesce a creare un linguaggio base il quale può evolvere in direzioni diverse seguendo le esigenze del suo gusto eclettico. Oltre alle influenze dei due maestri su menzionati, in al­tri suoi dipinti è facile scorgere infatti punti in comune con lavori di svariati artisti: dal già citato Utrillo a Manet, come nel Nudo femminile disteso con sonatore di chitarra (Tav. 8), non scevro tra l'altro dalla grandiosa pittura veneziana del Cinquecento, a Marquet, a Dufy, a Segonzac, a Modigliani, specie nei nudi dalle positure ri­cercate,  e si veda per quest'ultimo quello riprodotto alla Tav. 22. A partire dal 1936, inoltre, anno del suo primo invito alla Biennale ve­neziana21, e successivamente negli anni Quaranta e soprattutto Cin­quanta, con l'avvicinarsi all'ormai salda tradizione della pittura di Burano, in certi suoi lavori si vedono inseriti con sorprendente natu­ralezza spunti caratteristici di quella "scuola".

    Nell'ultimo periodo del soggiorno parigino, verosimilmente attorno alla metà degli anni Trenta, Bruno Gherri Moro incontra la signorina Elvire Nigg, originaria del Vallese in Svizzera, in visita in città, che diverrà sua moglie. Nel 1939, i due futuri sposi si stabiliscono nel Vallese, a Sion, dove lei è proprietaria di un albergo. Per l'ar­tista finisce una stagione ricca di esperienze proprio nel momento in cui l'ineluttabile corso della storia piombava nuovamente verso un'im­mane catastrofe destinata ancora a ribaltare l'ormai degenerata realtà di un'Europa divisa. L'arte, pellicola sensibile ad ogni grande evolu­zione umana proiettata nella realtà storica del quotidiano, registra, interpreta, e spesso anticipa, la coscienza della presenza umana in un dato momento della sua stessa esistenza.  L'École de Paris vede in Pa­rigi la capitale dell'arte mondiale. La guerra smentisce drammatica­mente tutto, o meglio, rivela una mentalità ben più arretrata rispetto all'arte: bisogna cambiare ancora tutto, ricominciare nuovamente da capo. Solo la fine della guerra infatti apre un nuovo ciclo storico: la strada per un'Europa unita. Gherri Moro, allontanandosi da Parigi, abbandona in un certo senso la "prima linea", isolandosi nella provin­cia svizzera e poco dopo, contemporaneamente, in quella veneta. La sue presenze alle mostre continuano ad essere numerose come numerose, spe­cialmente in Svizzera, sono le sue personali, ma, nonostante la parte­cipazione alla Biennale veneziana, alle Nazionali di Milano e Roma, all'Internazionale di Novara, esse rappresentano lo specchio di una realtà essenzialmente locale.

    Lontano dai grandi eventi culturali, l'arte di Gherri Moro sembra percorrere molteplici direzioni, mai contraddittorie però, perché la sua poetica s'è ormai creata una solida base personale sulla quale in­nestarsi. Anzi, l'isolamento in provincia gli dà in un certo senso una maggiore libertà espressiva, dove la citazione non è semplicistica ma serenamente meditata sull'esempio delle esperienze fatte e su quanto si andava facendo nel dopoguerra. E basta guardare alcune splendide opere realizzate negli anni attorno alla seconda guerra mondiale per scoprire, nei tanti riferimenti stilistici, una personalità artistica che, specie nell'uso del colore, si sa proporre sotto molti aspetti come una sorta di sintesi tra arte italiana ed arte cosmopolita pari­gina. Sintomo, inoltre, di questa maggior libertà espressiva, e, dall'altro lato, di un'ormai solida situazione famigliare ed economi­ca, è anche il dedicarsi, da questi anni, con entusiasmo alla scultu­ra. Genere figurativo a cui l'artista s'era già applicato in preceden­za, ma sul quale ora converge sforzi notevoli raggiungendo sovente ri­sultati qualitativamente alquanto apprezzabili. Gli vengono pertanto commissionate, soprattutto in Svizzera, numerose opere pubbliche. E le commissioni pubbliche di lavori scultorei, pittorici e di decorazione, come, importante, quella realizzata in più riprese per le vetrate del­la basilica di Notre-Dame di Ginevra, iniziata nientemeno che da Mau­rice Denis, danno una chiara idea della considerazione con la quale erano tenute le sue fatiche artistiche.

    In pittura, il suo lessico figurativo rimane spesso legato all'im­pressione vista attraverso Cézanne ed al classicismo degli anni Tren­ta, come nel ritratto di Massaia (Tav. 25) del 1940. Tale linguaggio è a volte arricchito, e si veda il bel ritratto della moglie (Tav. 26) sempre del 1940, da una sorta di "realismo magico" elaborato su di una equilibrata composizione dove la ricerca della luce è sottolineata da forti contrasti di colori chiari e smaglianti con colori decisamente più scuri che, se da un lato è memore di una forma di ritorno all'or­dine dell'anteguerra, dall'altro riflette una vivacità cromatica per certi versi riconducibile all'ambiente d'internazionalità parigina. Anche nell'Autoritratto con scultura e chitarra (Tav. 30) del 1944, la costruzione rimane legata alla sua struttura cèzanniana degli anni Trenta, se pur complicata da una sorta di ricerca spaziale per mezzo dell'ambiguo gioco dello specchio. In questo linguaggio, filtrato come visto anche attraverso Severini e de Pisis, il tocco sensorio e lirico della sua pennellata viene comunque assumendo, specie quando si fa in­terprete delle folcloristiche scene di vita elvetica, una libertà cro­matica estremamente vivace e di effetto, difficilmente pensabile al di fuori delle esperienze parigine. Lo si vede anche nelle due vedute ve­neziane di cui alle Tavv. 23 e 24, o in opere come la Natura morta con selvaggina (Tav. 28) e in quella con maschere e violino (Tav. 31), nelle quali le tonalità del colore si fanno accese e gli accostamenti cromatici talvolta aspri e sonori da ricordare addirittura alcuni e­sempi Fauves (si veda il nero-verde-nero-rosso-nero-verde della natura morta con selvaggina), o altre volte armoniosamente pacati ma pur sem­pre di ascendenza francese, come nelle prime due opere qui menzionate.

    La grande arte che Gherri Moro ha vissuto a Parigi tra le due guerre, è bene sottolinearlo, non è recepita in modo superficiale o registrata come da chi vede da fuori eventi artistici a cui non parte­cipa. Ed è questo il caso, ad esempio, per rimanere in ambito locale, di certi artisti veneti suoi coetanei. E' un'influenza sotto molti a­spetti vissuta da dentro, meditata a lungo attraverso la sua vena poe­tica ed ormai assimilata e fatta propria, che lo rende capace di usar­la come lezione appresa e del tutto integrata alla propria estetica figurativa; un aspetto formativo, insomma, del linguaggio espressivo che viene ora maggiormente manifestando. Così nel già citato dipinto con maschere e violino (Tav. 31), databile intorno al 1948-1949 per strette analogie con l'Autoritratto con chitarra di proprietà del Mu­seo Civico di Castelfranco (in deposito presso la biblioteca co­munale22), l'evoluzione del suo fare pittorico sulle esperienze fatte gli permette di raggiungere un punto d'arrivo dalle efficaci vivacità cromatiche, che attestano un uso spavaldo e sicuro di una tavolozza completamente fatta sua e ricca di una notevole forza espressiva.

    Il suo isolamento in provincia con ogni probabilità, nonostante la partecipazione ad alcune manifestazioni espositive di ampio respiro, lo porta verso la fine degli anni Quaranta a ricercare, e talvolta con forzature di carattere decorativistico, nuove forme espressive capaci di aggiornare la propria sensibilità al cambiamento della cultura ar­tistica del dopoguerra, scongiurando così, almeno in parte, il rischio di una inevitabile citazione di sé stesso attraverso la ripetizione di stilemi manierati. L'ultima opera di cui abbiamo parlato, rientra in un gruppo di lavori che porta alle estreme conseguenze un linguaggio figurativo nato dalla lettura della pittura impressionista di volta in volta applicata a ricerche diverse. Per andar oltre, bisogna in qual­che modo rompere con quanto sino a questo momento è stato fatto. Gher­ri Moro non fa mai completamente tabula rasa, lo prova il suo continuo tornare in varie successive occasioni ad un linguaggio sotto certi aspetti per lui più "convenzionale". Ma la coscienza critica della ne­cessità di uscire da un percorso collaudato sino in fondo, lo spinge a tastare nuove strade. Viene allora gradualmente affiancando alla pro­duzione che fin qui s'è cercato di leggere, una produzione sotto certi aspetti "rivoluzionaria" per il suo modo di fare arte. Rivoluzionaria, anche se solo per metà, in quanto sembra rimeditare adesso su quelle sue prove che egli chiamava "cubiste" intraprese verso la fine degli anni Venti inserendovi, in più, le esperienze che andava facendo in questi anni nelle decorazioni delle vetrate nelle chiese svizzere. Sperimenta quindi vie in un certo senso nuove, che saranno però lenta­mente riassorbite nella sua indole di pittore saldamente legato al fi­gurativo. Questi paralleli "esperimenti" confluiranno infatti nelle sue opere più tradizionali rinnovandole, riversando in esse i risulta­ti raggiunti, ponendo così fine ad una dicotomia solo apparentemente contraddittoria.

    Tra la fine degli anni Quaranta e gli inizi degli anni Cinquanta, la sua pittura attesta una forte volontà di costruire attraverso i vo­lumi. Schematizza e semplifica gli oggetti in una sintesi che porta talvolta a risultati opposti: la forma ottenuta attraverso i volumi da un lato, andando anche a collegarsi con quanto andava facendo nello stesso periodo in scultura, e la forma annullata attraverso lo stesso schematismo dall'altro, soprattutto quando il colore viene steso per ampie campiture piatte. Sono sperimentazioni nelle quali convergono, come già detto, le esperienze che andava facendo nelle decorazioni delle vetrate, ma che attestano anche una seria meditazione sull'ope­rato di grandi artisti: il Picasso, il Braque ed il Gris, ad esempio, del cubismo sintetico, ma pure ancora una volta Severini e, per certi aspetti, Dubuffet. Sintomatiche, in questo senso, sono le opere La Dent Blanche del 1948 e Concerto del 1952. Non a caso, in questi anni, prende spunto in alcuni suoi paesaggi da un altro grande genio della pittura del Novecento, Gino Rossi, reinterpretandone il gusto della linea di contorno dal sapore simbolista; quella linea attraverso la quale il grande veneziano giunge negli anni subito dopo la prima guer­ra mondiale alla scomposizione pseudo-cubista allora drammaticamente incompresa da chi, a Gino Rossi, era vicino. Scomposizione alla quale Gherri Moro si avvicinerà negli anni Sessanta, quando porterà le sue esperienze "cubiste" nella pittura di paesaggio.

    Si diceva che contemporaneamente continua a dipingere in un modo per certi aspetti più "convenzionale", ma anche in questi lavori la sua sensibilità artistica lo porta di volta in volta ad appropriarsi di stilemi diversi e per lui nuovi. Nei paesaggi, ad esempio, di que­sti anni Cinquanta, lo sforzo creativo si mostra nel colore talvolta direzionato, tra le altre influenze, ad una forte ricerca espressiva filtrata probabilmente attraverso Vlaminck. E non è casuale se proprio in questi anni, il violento espressionismo di un pittore legato in qualche modo a Castelfranco come Giorgio Dario Paolucci, ma decisamen­te appartenente ad una generazione nuova, sembra affiorare in qualche interno o in qualche paesaggio di Gherri Moro.

    I tre dipinti di cui alle tavole 33, 34 e 35, databili tra il 1955 e il 1960, mostrano come parte di quanto visto si riversi anche nella pittura di paesaggio: la pennellata impressionistica degli sfondi vie­ne a farsi nei primi piani espressiva e costruita per schemi composi­tivi. Un'opera come Le Mont Colon - Arolla (Tav. 36), del 1959, trova il suo precedente nello schematismo de' La Dent Blanche di dieci anni prima, ma la pennellata è diventata pastosa e forte, violenta sotto certi aspetti, e in fine sorprendentemente informale se l'opera è pre­sa nei suoi particolari. La numerosa serie di acquerelli proposti in catalogo, tutti di qualità, e che meriterebbe un approfondimento a sé, a partire da quelli degli anni Trenta sino a giungere a quelli degli anni Sessanta, sono altri chiari esempi di come Gherri Moro sa svilup­pare sulla carta segno e colore servendosi qua di tocchi lirici ed e­motivi, là di forti segni espressivi, dove non è raro, negli uni e ne­gli altri, riscoprirvi le vibrazioni della pittura veneziana del Set­tecento.

    Da quanto si è esaminato, è facilmente intuibile in Gherri Moro una volontà di stare al passo con i tempi in un momento fondamentale per l'evoluzione dell'arte contemporanea: il suo eclettismo gli è si­curamente utile perché, se anche rappresenta, è pur vero, a volte un limite, lo stimola a continui e nuovi aggiornamenti. Nonostante egli sia ormai un artista appartenente ad una generazione non più "giovane", si mostra ancora attento a quanto gli succede attorno, e Venezia è sicuramente in questi anni una fucina di primaria importan­za. Nella città lagunare nasce nel 1946, per sciogliersi poco dopo, capeggiato da un gruppo di giovani artisti, provenienti anche da altre parti d'Italia e divenuti oggi tra gli importanti nomi dell'arte in­ternazionale, il Fronte Nuovo della Arti, humus ideale sul quale si svilupperanno due importanti filoni artistici degli anni Cinquanta: quello dell'astrattismo e quello del realismo. E' doveroso ricordare, se pur non vi è probabilmente un diretto legame con Gherri Moro, un'altra presenza determinante per l'ambiente culturale veneziano: l'arrivo in città nel 1948 di Peggy Guggenheim. Abbiamo visto come Gherri Moro poco dopo la fine della seconda grande guerra costruisca schematizzando e come quasi contemporaneamente introduca in alcuni paesaggi, in alcuni interni ed in alcune nature morte un segno di e­spressività "gestuale" a volte di una certa violenza. Agli anni a ca­vallo tra il 1950 e il 1960, sono datate anche delle opere in cui egli sotto più aspetti affronta vere e proprie composizioni astratte attin­gendo, sembra quasi, dalle lezioni parigine dell'Orfismo come dalle sue scomposizioni schematiche degli anni precedenti e dall'uso espres­sionistico del colore. Arriva addirittura, in qualche raro lavoro, ad introdurre su una base di costruzione non figurativa, per certi versi dal sapore gestuale ed onirico, elementi estranei al suo tradizionale modo d'intendere la pittura, quali ferri, stoffe ed altro materiale. Per quanto estemporanei, anche questi esperimenti gli permettono di approfondire quella concezione spaziale nell'opera che in questo mo­mento è sicuramente ciò che più gli interessa; e siamo ai primi anni Sessanta, quando la ricca spaziale a Venezia è in pieno sviluppo. Il dipinto Villeneuve (Tav. 38), datato 1960, e altre opere simili di questi anni, rappresentano in questo senso un punto di partenza per la sua poetica. La costruzione è rigorosamente schematica e la linea scompone lo spazio per volumi, diventando costruttiva, come già accen­nato, sull'esempio delle ultime opere di Gino Rossi, mentre il colore, in alcune parti sempre meno legato all'impressione, in altre diventa espressivo e vagamente gestuale.

    Da questo momento, Bruno Gherri Moro sembra aver trovato una nuova forma decisamente personale di costruire la spazialità nelle sue ope­re. Lo si vede nei paesaggi, nei ritratti, negli studi di figura e nelle nature morte, come quella riprodotta a Tav. 45, che fa parte di una numerosa serie di lavori nella quale affiora sempre un sapore francese negli accostamenti cromatici: prova, ancora una volta, di co­me egli continui ad essere un italiano cresciuto a Parigi. E un altro artista di Parigi è probabilmente per Gherri Moro in questo momento un importante punto di riferimento: Bernard Buffet. Lo si vede in modo chiaro, oltre che nell'ultima opera citata, nelle tre tele riprodotte alle Tavv. 46, 47 e 48, nelle quali dal francese paiono filtrate le rette sciabolate delle linee costruttive. Esse sono, oltre che la struttura portante dei volumi e dello spazio, anche l'elemento armo­nizzatore dell'intera opera, tant'è vero che, sovente, sono riprese nell'ultima fase del processo pittorico.

    Il tragico incidente del febbraio 1967, quando alla guida della sua automobile in prossimità di un passaggio a livello, nell'imbrunire della sera svizzera, il suo sguardo fu rapito, come qualcuno ama sup­porre, da uno stormo di uccelli alzatosi in volo, gli fu fatale. Nell'incidente venne anche disperso il cospicuo materiale di documen­tazione della sua attività artistica che usava portare con sé e che, raccolto in lunghi anni di creatività forse pure nell'intenzione, un giorno, di renderlo pubblico, avrebbe oggi meglio aiutato a comprende­re le vicende figurative della sua estrosa personalità. Personalità dalla statura certamente non indifferente e sicuramente rilevante nell'ambito delle cultura figurativa locale. Criticabile forse in alc­une opere, ma di continuo sollecitata in molte altre, come visto, dal­le esperienze figurative più diverse, al punto che sovente nel giudi­carle s'è dovuto ricorrere all'uso della parola eclettico. Eclettico, perché in esse forse nulla è più facile che individuarne le fonti i­spiratrici. Nonostante ciò, in tutte vi è sempre una grande coerenza e, all'interno delle citazioni, all'interno dei riferimenti, l'indole dell'artista emerge ovunque ed è sempre perfettamente riconoscibile. Gherri Moro infatti ha parlato molte lingue esprimendosi sempre con un solo linguaggio, il proprio; linguaggio che ha avuto il merito di far­gli vivere alcuni tra i più significativi momenti della moderna cultu­ra europea.

Marco Mondi

Note:

1 - 45 anni di vita artistica di B. Gherri Moro Castelfranco Veneto, Galleria Menegotto, 16 - 31 ottobre 1965.

2 - Pittura a Treviso tra le due guerre, catalogo a cura di M. G0LDIN, Conegliano, Galleria Comunale d'Arte Moderna, Pa­lazzo Sarcinelli, 16 maggio - 1 luglio 1990, Treviso 1990, pp. 286 - 287, figg. a pp. 196, 287.

3 - Gherri-Moro 1899 - 1967, Martigny, Galerie Martigny "LaTour", 22 ottobre - 27 novembre 1993.

4 - Gherri-Moro peintre - sculpteur 1899 - 1967, Leytron, La Galerie Ancienne Église, 19 novembre - 28 novembre 1993.

5 - E' in corso di preparazione una tesi di laurea su Bruno Gherri Moro presso l'Università degli Studi di Venezia, Di­partimento di Storia e Critica delle Arti.

6 - Cfr. P. RIZZI, E. DI MARTINO, Storia della Biennale 1895 - 1982, Milano 1982.

7 - Cfr. E. DI MARTINO, L'Opera Bevilacqua La Masa, Venezia 1984.

8 - Cfr. P. RIZZI, E. DI MARTINO, op. cit., e G. PEROCCO, Artisti del primo Novecento Italiano, Torino 1965.

9 - Archivio Storico d'Arte Contemporanea della Biennale di Venezia, Scheda informativa, Venezia aprile 1936.

10 - Cfr. PAOLO RIZZI, Noè Bordignon pittore veneto (1841 - 1920), Venezia 1982.

11 - Cfr. MARCO MONDI, Vittorio Tessari, in "Abitare la Castellana", maggio 1994, pp. 40-46, 53 e MARCO MONDI, Romolo Tessari, in "Abitare la Castellana", settembre 1994, pp. 34-38.

12 - Mario Sèrtoli, in uno scritto riportato in Bruno Gherri-Moro 1899 - 1967, agosto 1994, ricorda che il nostro <<in­contrò, alla fine del 1918, nel <Caffè della Rotonda> a Montparnasse, il pittore Modigliani>>.

13 - III Mostra d'Arte Trevigiana, catalogo, Treviso 1922.

14 - Di Mario Venzo, Bruno Gherri Moro conservava diversi piccoli dipinti.

15 - Cfr. GIULIO CARLO ARGAN, L'arte moderna 1770/1970, Firenze 1970.

16 - Ibidem.

17 - Bruno Gherri Moro conservava diverse opere di amici pittori, tra le quali lavori di de Pisis e Cavaglieri.

18 - Fu acquistata l'opera Composition, un olio su tela del 1937.

19 - Per un elenco dettagliato si rimanda al capitolo delle esposizioni.

20 - Nel Comitato organizzatore della mostra figurano anche i nomi di Umberto Brunelleschi e Giorgio de Chirico.

21 - Per la Biennale del 1950, Bruno Gherri Moro eseguì degli studi per il manifesto dell'esposizione.

22 - L'opera è temporaneamente collocata nelle soffitte della Casa del Giorgione.

OPERE

Tav. 1 - Bragozzi in laguna, databile attorno al 1920, olio su tavola, cm. 31,7 x cm. 40,7.

Tav. 2 - Bragozzi nel canale della Giudecca, databile attorno al 1925 - 1930, olio su tavola, cm. 36 x cm. 45,5.

Tav. 3 - Mercato dei fiori in una piazza, databile attorno al 1927, olio su tavola, cm. 33 x cm. 41,6.

Tav. 4 - Il Pont-Neuf sulla Senna, databile attorno al 1925 - 1930, olio su tela, cm. 54,5 x cm. 65.

Tav. 5 - Ponte sulla Senna, databile attorno al 1925 - 1930, olio su tavola, cm. 46 x cm. 54,5.

Tav. 6 - Embouchure de la Seine à Paris, databile attorno al 1930, o­lio su tela, cm. 37 x cm. 55.

Tav. 7 - Veduta di Place de La Concorde, datata 1931, olio su tela in­collata su tavola, cm. 32 x cm. 41.

Tav. 8 - Nudo femminile disteso con sonatore di chitarra, datata 1933, olio su tela, 90 x cm. 127.

Tav. 9 - Natura morta con frutta, mandolino, bottiglia e caraffa, da­tata 1933, olio su tela, cm. 65 x cm. 81.

Tav. 10 - Notre-Dame, datata 1935, olio su tela, cm. 46,1 x cm. 55,5.

Tav. 11 - Firenze, veduta di Piazza della Signoria, datata 1935, mati­ta grassa ed acquerelli colorati su carta incollata su cartoncino, mm. 414 x mm. 324.

Tav. 12 - Autoritratto con natura morta, databile attorno al 1935 (?), olio su tela, cm. 81,8 x cm. 60.

Tav. 13 - Natura morta con sullo sfondo il mare, datata 1936, olio su tela incollata su faesite, cm. 90 x cm. 73.

Tav. 14 - Veduta di Castelfranco Veneto, databile attorno al 1936, ma­tita e acquerelli colorati su carta incollata su cartoncino, mm. 319 x mm. 239.

Tav. 15 - Veduta di Roma lungo il Tevere, datata 1937, olio su tela, cm. 65,5 x cm. 85,5.

Tav. 16 - Natura morta con statua, libro, vaso di fiori e mandolino, datata 1937, olio su tela, cm. 57 x cm. 78.

Tav. 17 - Veduta di Parigi con la Torre Eiffel, datata 1937, matita grassa, carboncino ed acquerelli colorati su carta, mm. 271 x mm. 222.

Tav. 18 - Veduta veneziana con la chiesa della Salute, databile attor­no al 1937, matita grassa ed acquerelli colorati su carta, mm. 329 x mm. 405.

Tav. 19 - Veduta delle fondamenta delle Zattere, databile attorno al 1937, matita grassa ed acquerelli colorati su carta, mm. 350 x mm. 260 circa.

Tav. 20 - Natura morta con autoritratto allo specchio, databile al 1937 - 1938 circa, olio su tela, cm. 89 x cm. 128.

Tav. 21 - S. Juliente [?] Pauvre, databile attorno al 1938, matita, carboncino ed acquerelli colorati su carta, mm. 329 x mm. 240.

Tav. 22 - Nudo femminile disteso, databile attorno al 1935 - 1940, o­lio su tela, cm. 52,2 x cm. 45.

Tav. 23 - Veduta del ponte della Libertà dall'isola del Tronchetto, databile attorno al 1940, olio su cartoncino, cm. 33 x cm. 46.

Tav. 24 - Canal Grande, databile attorno al 1940, olio su cartoncino, cm. 34 x cm. 46.

Tav. 25 - La massaia, datata 1940, olio su tela, cm. 115,5 x cm. 80.

Tav. 26 - La moglie del pittore, datata 1940, olio su tela, cm. 60 x cm. 81.

Tav. 27 - Veduta di Castelfranco Veneto con la torre dell'orologio, databile attorno al 1940, matita grassa su carta, mm. 285 x mm. 225.

Tav. 28 - Natura morta con selvaggina, databile al 1941 circa, olio su tela, cm. 55 x cm. 38.

Tav. 29 - Veduta di Parigi con la Tour Eiffel, datata 1941, olio su tela, cm. 33,8 x cm. 41,3.

Tav. 30 - Autoritratto con scultura e chitarra, datata 1944 (1949 - ?), olio su tela, cm. 60,5 x cm. 80,7.

Tav. 31 - Natura morta con maschere e violino, databile al 1948 - 1949 circa, olio su tela, cm. 60 x cm. 80,5.

Tav. 32 - Veduta di Ouchy (lago di Léman), databile attorno al 1945 - 1950, olio su tavola, cm. 46 x cm. 59.

Tav. 33 - La chiesa di "La Combaz" (Anniviers), databile attorno al 1955 - 1960, olio su tela, cm. 47 x cm. 55,5.

Tav. 34 - Veduta di St. Martin - Valle d'Evolène, databile attorno al 1955 - 1960, olio su tela, cm. 40,8 x cm. 51.

Tav. 35 - Veduta del lago di Bouveret, databile attorno al 1955 - 1960, olio su tela, cm. 46,7 x cm. 55,5.

Tav. 36 - Le Mont Colon - Arolla, datata 1959, olio su tela, cm. 46,5 x cm. 55,2.

Tav. 37 - Natura morta con cappello e giornale (CRONIQUE LOCALE), da­tata 1959, olio su tavola, cm. 33,2 x cm. 40,8.

Tav. 38 - Villeneuve, datata 1960, olio su tela, cm. 51 x cm. 60,5.

Tav. 39 - Veduta del Canal Grande con la chiesa della Salute, databile attorno al 1960, matita grassa ed acquerelli colorati su carta incol­lata su cartoncino, mm. 327 x mm. 406.

Tav. 40 - Venezia, palazzi sul Canal Grande, databile attorno al 1960, matita grassa ed acquerelli colorati su carta incollata su cartoncino, mm. 325 x mm. 414.

Tav. 41 - Rio veneziano, datata 1962, matita grassa e acquerelli colo­rati su carta incollata su cartoncino, mm. 448 x mm. 345.

Tav. 42 - Veduta di fondamenta a Burano (?), datata 1963, matita gras­sa e acquarelli colorati su carta, mm. 300 x mm. 390.

Tav. 43 - Veduta del sul lago Léman, databile attorno al 1963, matita grassa ed acquerelli colorati su carta incollata su cartoncino, mm. 295 x mm. 395.

Tav. 44 - Veduta di campo veneziano con bancarelle (recto), Schizzo con palazzi veneziani (verso), databile attorno al 1963, matita grassa ed acquerelli colorati su carta (verso: matita grassa), mm. 335 x mm. 442.

Tav. 45 - Natura morta con bottiglie, datata 1963, pennarelli colorati su carta, mm. 298 x mm. 211.

Tav. 46 - Venezia, veduta del Redentore dalle Zattere, datata 1965, olio su tela, cm. 46 x cm. 55.

Tav. 47 - Barche a Jesolo - Jesolo, datata 1965, olio su tela, cm. 55,7 x cm. 46.

Tav. 48 - Casale, datata 1966, olio su tela, cm. 50 x cm. 70.

SCHEDA OPERA:

Scheda n. 1

Genere: dipinti; Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Bragozzi in laguna]; Firma: firmata in basso a destra e sul verso: Gherri Moro; Epoca: databile attorno al 1920; Materia: olio su tavola; Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro;

Scritte sul verso: in alto a destra, a color rosa, il n. 80; poco più

                   a destra, a color rosso, x; al centro a sinistra,

                   fino a metà: Gherri Moro / marghera  (?) / Gherri

                   Moro / Gherrimoro / marghera (?); in alto a sini­stra, a penna nera, 41 x 33; al centro, timbro  rotondo ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH

                   3981  Venthône; al  centro del timbro, a penna blu,

                   il n. 553; in basso, a color blu, schizzo di piede;

                   in alto a destra, a matita, altro schizzo;

                   sul telaio, numeri stampati indicanti  la lunghezza

                   dei lati dello stesso e, a sinistra in alto, a co­lore rosso, x; a metà, dopo i numeri, a destra e

                   sotto, a matita, forse una G (?);

Misure: cm. 31,7 x cm. 40,7;

Stato di conservazione: buono;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                           Scheda n. 2

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Bragozzi nel canale della Giudecca];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1925 - 1930;

Materia: olio su tavola;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro; sul risvolto della

                   tela, etichetta rettangolare bianca con su scritta

                   illeggibile a penna verde-celeste;

Scritte sul verso: sulla tela: al centro, timbro rotondo ad inchiostro

                   rosso:  Atelier  Gherri-Moro CH 3981  Venthône;  al

                   centro del timbro, a color nero, il n. 467; in alto

                   a destra, a color celeste, probabilmente dei numeri

                   (non leggibili e in parte coperti dal telaio);

Misure: cm. 36 x cm. 45,5;

Stato di conservazione: buono; presenta qualche caduta di colore;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: dipinto a spatola; dipinto  a Venezia forse

                          assieme ad altri quadri poi portati a Parigi

                          nei primi anni 'Venti;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                           Scheda n. 3

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Mercato dei fiori in una piazza];

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1927;

Materia: olio su tavola;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: Gherri Moro;

Scritte sul verso: in alto a sinistra: 55 x 48;  in  alto  al centro,

                   timbro rotondo ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-

                   Moro CH 3981 Venthône; al centro del timbro, a pen-

                   na nera, il n. 83; in alto a sinistra, stampato ad

                   inchisotro blu, il n. 508; al centro traccia di e­tichetta strappata; in basso a sinistra, a color

                   rosso, x; in basso a destra, a pennarello blu, il

                   n. 53 e, a color rosa, il n. 71 (?);

Misure: cm. 33 x cm. 41,6;

Stato di conservazione: buono; presenta un foro ai quattro angoli;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: dipinto a spatola e pennello;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                           Scheda n. 4

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Il Pont-Neuf sulla Senna];

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri. Moro;

Epoca: databile attorno al 1925 - 1930;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: Gherri. Moro;

Scritte sul verso: sulla tela: a destra, in centro, a color rosa for­te, il n. 38;

                   sul telaio: in alto a destra a color rosso x; un

                   po' più a destra, timbro rotondo ad inchiostro ros­so: Atelier Gherri-Moro CH 3981 Venthône; al centro

                   del timbro, a color rosso, il n. 442 o 412; in alto

                   a destra, a matita, scritta non leggibile; a de­stra, al centro, a color blu, il n. 7; a centro

                   verso il basso, a penna rossa, Gherri Moro / 30 R.

                   Allauny... e timbro non leggibile;

Misure: cm. 54,5 x cm. 65;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: MAYER, Mayer 1994, Paris 1993, fig. a p. 90;

              Opuscoletto per la mostra Gherri-Moro 1899 - 1967,  Mar-

              tigny, Galerie Martigny LaTour, novembre 1993, Martigny

              1993, foto interna;

Esposizioni: Galerie  Martigny LaTour, Matigny novembre 1993, foto in­terna dell'opuscolo;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: dipinto a spatola;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                           Scheda n. 5

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Ponte sulla Senna];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri - Moro;

Epoca: databile attorno al 1925 - 1930;

Materia: olio su tavola;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri - Moro / Paris.;

Scritte sul verso: ---;

Misure: cm. ... x cm. ...;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: dipinto a spatola;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, collezione privata;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                           Scheda n. 6

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: Embouchure de la Seine à Paris;

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri. Moro.;

Epoca: datatabile attorno al 1930;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinistra, a colore rosso: Gherri. Moro.

                   / <<Château>> Paris. Seine.;

Scritte sul verso: sulla  tela:  in alto al centro, timbro rotondo, ad

                   inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981  Ven-

                   thône; in alto a destra, a color blu, traccia di un

                   numero;

                   sul telaio: in alto al centro, timbro rotondo, ad

                   inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3381 Venthône; al centro del timbro; al centro del timbro, a penna blu, il n. 123;

Misure: cm. 37 x cm. 55;

Stato di conservazione: ottimo; presenta un buco ben restaurato verso 

                       il centro;

Bibliografia: MAYER, Mayer 1994, Paris 1993, fig. a p. 90;

              Opuscoletto per la mostra Gherri-Moro 1899 - 1967, Mar­tigny, Galerie Martigny LaTour, novembre 1993, Martigny

              1993, foto in copertina;

Esposizioni: Galerie  Martigny LaTour, Matigny novembre 1993, foto in

             copertina dell'opuscolo;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                           Scheda n. 7

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta di Place de La Concorde];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a destra: 31;

Materia: olio su tela incollata su tavola di compensato (recente);

Scritte sul recto: in basso a destra: - Gherri Moro - Paris - 31;

Scritte sul verso: a caratteri maiuscoli, a matita: Paris  /  1931; al

                   centro, a matita blu, 805; in basso a destra,

                   scritta, a penna blu, cancellata e di conseguenza

                   illeggibile;

Misure: cm. 32 x cm. 41;

Stato di conservazione: ottimo; verniciato di recente;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: in collezione privata a Castelfranco Veneto,

                          è conservato un dipinto di Gherri Moro pres­soché identico, sia come soggetto che come

                          dimensioni;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                           Scheda n. 8

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Nudo femminile disteso con sonatore di chitarra];

Firma: firmata in basso a sinistra: B. GHERRI. MORO.;

Epoca: datata in basso a sinistra: 1933;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: B.  GHERRI.  MORO.  / PARIS -

                   1933; in alto al centro, sul risvolto della tela, a

                   matita: 89 x 127; a sinistra al centro, sul risvolto della tela, traccia di etichetta strappata;

Scritte sul verso: sulla tela: in alto a sinistra, timbro rotondo, ad

                   inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981  Ven-

                   thône; in alto a sinistra, un po' verso il centro,

                   timbro rotondo, ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3381 Venthône, al centro del timbro, a penna blu, il n. 506;

Misure: cm. 90 x cm. 127;

Stato di conservazione: buono; presenta qualche abrasione;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                           Scheda n. 9

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Natura morta con frutta, mandolino, bottiglia e caraffa];

Firma: firmata in basso a sinistra: B. GHERRI. MORO.;

Epoca: datata in basso a sinistra: "A. XI" e, sul verso, 1933;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: B. GHERRI. MORO- / P. "A. XI"; in alto a sinistra, sul risvolto della tela, eti­chetta rettangolare bianca con su scritto a penna Casw (?);

Scritte sul verso: sulla tela, in alto a sinistra, ad inchiostro nero,

                   timbro rotondo con la scritta: DOUANES - EXPOSITION

                   - / PARIS; sulla destra, a carboncino nero, scritta

                   parzialmente leggibile: ... / Paris 1933; in alto a

                   destra, timbro rotondo, ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981 Venthône;

                   sul telaio,  in alto  a destra, ad inchiostro nero,

                   timbro rotondo con la scritta: DOUANES - EXPOSITION

                   - / PARIS; in alto a sinistra, etichetta bianca re­tangolare con su scritto, a penna nera, il numero 318; in alto a sinistra, timbro rotondo, ad inchiostro rosso: Atelier  Gherri-Moro CH 3981  Venthône, con su scritto, a penna nera, il numero 318; verso l'alto, al centro, timbro rotondo ad inchiostro blu con su scritto (in parte non leggibile): R. DOGANA DI MILANO 2° RIPARTO / ...AIX - 9...; in alto a sinistra, a color rosso, x;

Misure: cm. 65 x cm. 81;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 10

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: Notre-Dame [Veduta  del  Lungosenna  con i bouquineurs e la

          cattedrale di Notre-Dame sullo sfondo];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri. Moro;

Epoca: datata sul verso: 1935;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri. Moro / N. 38 Paris;

Scritte sul verso: sulla tela, in alto a sinistra, timbro rotondo, ad

                   inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981  Ven-

                   thône; al centro del timbro, a color rosso, il n.

                   418; in alto a sinistra, a colore nero, il n. N.

                   10; in alto a destra, a colore nero, il n. N. 20

                   cancellato; al centro, a colore nero,  scritta can-

                   cellata ed illeggibile, e più sotto, Gherri Moro;

                   ancora più sotto, a color marrone, Notre-Dame / Pa­ris / B. Gherri Moro / 1935;

                   sul telaio: timbro rotondo, ad inchiostro rosso:

                   Atelier Gherri-Moro CH 3981  Venthône; numeri stam-

                   pati indicanti la lunghezza e la laghezza dello

                   stesso ; in alto a destra, a color nero, il n. 1;

Misure: cm. 46,1 x cm. 55,5;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 11

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Firenze, veduta di Piazza della Signoria];

Firma: firmata in basso a sinistra: B. Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a sinistra: 35;

Materia: matita grassa ed acquerelli colorati su carta spessa incolla­         ta su cartoncino;

Scritte sul recto: in basso a sinitra: B. Gherri Moro - / Firenze - 35

Scritte sul verso: ---;

Misure: mm. 414 x mm. 324;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 12

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Autoritratto con natura morta];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1935 (?);

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro  /  S. C.; in alto,

                   sul risvolto della tela, etichetta rettangolare

                   bianca con su scritto, a penna verde, Casw (?) /

                   500;

Scritte sul verso: sulla tela: verso il centro, timbro rotondo ad in­chiostro rosso: Atelier Gherri-Moro  CH  3981  Venthône; al centro del timbro, a penna blu il n. 500; sul telaio, numeri stampati indicanti la lunghezza dei lati dello stesso e, a sinistra verso il cen­tro, a colore rosso, x;

Misure: cm. 81,8 x cm. 60;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: sullo sfondo dell'opera si vede  un dipinto

                          con una veduta probabilmente di Roma: forse

                          è quello catalogato in quest'occasione alla

                          scheda n. 13;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 13

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Natura morta con sullo sfondo il mare];

Firma: firmata in basso a sinistra: B. Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a sinistra: 1936;

Materia: olio su tela incollata su faesite;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: B. Gherri Moro / Paris - 36;

Scritte sul verso: verso il centro, a colore rosso, x;

Misure: cm. 90 x cm. 73;

Stato di conservazione: buono; presenta screpolature;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 14

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta di Castelfranco Veneto];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1936 per analogie stilistiche con un'opera

       simile conservata a Castelfranco Veneto;

Materia: matita e acquerelli colorati su carta incollata su cartonci­no;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro / C.Franco Veneto;

Scritte sul verso: ---;

Misure: mm. 319 x mm. 239;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 15

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta di Roma lungo il Tevere];

Firma: firmata in basso a sinistra: B. Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a sinistra: -37;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: B. Gherri Moro  /  Roma-37 N° 53;

Scritte sul verso: sulla tela: verso il centro, in alto, a color rosa,

                   il n. 32; in alto, verso il centro, timbro rotondo,

                   ad inchiostro rosso: Atelier  Gherri-Moro  CH  3981

                   Venthône; in basso, verso destra,  timbro rotondo,

                   ad inchiostro rosso: Atelier  Gherri-Moro  CH  3981

                   Venthône; al centro del timbro, a color rosso  blu,

                   il n. 430;

                   sul telaio, in alto al centro, a colore rosso, x;

                   verso il centro, a destra, timbro rotondo, ad in­chiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3381 Venthône; al centro del timbro, a color rosso, il n. 39;

Misure: cm. 65,5 x cm. 85,5;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ripreso in un secondo tempo, quando la mate­ria pittorica sottostante era già asciutta;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: forse è l'opera che si intravede sullo sfondo del dipinto nella riproduzione fotografica relativa alla scheda n. 24.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 16

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Natura morta con statua, libro, vaso di fiori e mandolino];

Firma: firmata in basso a destra: B. Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a destra: 37;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a destra: B. Gherri Moro / - 37 Paris / N° 54;

Scritte sul verso: sulla tela: timbro rotondo,  ad  inchiostro rosso:

                   Atelier Gherri-Moro CH 3981 Venthône; al centro del

                   timbro, a penna blu, il n. 49; in alto al centro,

                   etichetta bianca; in alto a destra, a penna, n. 49;

                   in alto a destra, a color blu, n. 54;

                   sul telaio, in alto a sinistra, a pennarello nero:

                   Nature morte avec fleurs / numero cancellato con

                   l'uso di un pennarello blu, e poi .5000 (l'ultimo

                   zero è a pennarello blu);

Misure: cm. 57 x cm. 78;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 17

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta di Parigi con la Torre Eiffel];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a destra: 1931;

Materia: matita grassa, carboncino  ed  acquerelli  colorati su carta spessa;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro / 1937;  in basso a sinistra: Paris;

Scritte sul verso: in basso a sinistra, a matita, il n. 31;

Misure: mm. 271 x mm. 222;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 18

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta veneziana con la chiesa della Salute];

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1937; sul verso: XV (1937 - ?);

Materia: matita grassa ed acquerelli colorati su carta spessa;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: Gherri Moro - Venezia;

Scritte sul verso: in alto sulla destra destra e verso il  centro, in

                   corsivo, a matita: Gherri Moro - 40 [cancellato con

                   due lineette orizzontali]  7ter Rue Antoine Bour­delle/ Paris XV ... [segno indecifrabile];

Misure: mm. 329 x mm. 405;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 19

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta delle fondamenta delle Zattere];

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri. Moro;

Epoca: databile attorno al 1937;

Materia: matita grassa ed acquerelli colorati su carta;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: - Gherri. Moro - / - VENISE - / - VENISE -;

Scritte sul verso: ---;

Misure: mm. 350 x mm. 260 circa;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 20

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Natura morta con autoritratto allo specchio];

Firma: firmata in basso a destra: B. Gherri Moro;

Epoca: databile al 1937 - 1938 circa;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a destra: B. Gherri Moro / Paris;

Scritte sul verso: sulla tela: in alto a sinistra, due  timbri  roton­di, ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981 Venthône; al centro dei timbri, a color azzurro il n. 43; sul telaio, in alto a sinistra a colore rosso, x;

Misure: cm. 89 x cm. 128;

Stato di conservazione: buono; presenta abrasioni sparse;

Bibliografia: una fotografia dell'opera è conservata presso la biblioteca comunale di Castelfranco Veneto;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 21

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: S. Juliente [?] Pauvre;

Firma: firmata in basso a destra: GHERRI. MORO;

Epoca: databile attorno al 1938;

Materia: matita, carboncino ed acquerelli colorati su carta;

Scritte sul recto: in basso a destra: S. Julient [?] Pauvre / Paris. / GHERRI. MORO;

Scritte sul verso: in alto a destra, a matita, n. 88;

Misure: mm. 329 x mm. 240;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 22

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Nudo femminile disteso];

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1935 - 1940;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinstra: Gherri Moro e scritta illeggi­bile; in alto al centro, sul risvolto della tela, a color nero, il n. 485;

Scritte sul verso: Sulla tela: in basso a sinistra, a color blu, il n.

                   65 (?); al centro, timbro rotondo ad inchiostro

                   rosso: Atelier Gherri-Moro  CH  3981  Venthône;  al

                   centro del timbro, a color nero, il n. 485;

                   sul telaio, numeri stampati indicanti  la lunghezza

                   dei lati dello stesso;

Misure: cm. 52,2 x cm. 45;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 23

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta del ponte della Libertà dall'isola del Tronchetto];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1940 (1930 circa - ?)

Materia: olio su cartoncino;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro;

Scritte sul verso: in alto a sinistra, a color rosso, 83;  in basso a

                   sinistra, piccola etichetta rotonda color rosso con

                   su stampato il n. 137;

Misure: cm. 33 x cm. 46;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: il  cartoncino,  sul retro, è preparato con tempera bianca;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 24

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: Canal Grande;

Firma: firmata in basso a destra: B. Gherri. Moro;

Epoca: databile attorno al 1940 (1930 circa - ?);

Materia: olio su cartoncino;

Scritte sul recto: in basso a destra: B. Gherri. Moro / Venezia. / Canal Grande.;

Scritte sul verso: ---;

Misure: cm. .. x cm. ..;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, collezione privata;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 25

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: La massaia;

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a destra e sul verso: 1940;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro / 1940 / n. 71;

Scritte sul verso: sulla tela: in alto a destra,  timbro  rotondo, ad

                   inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981  Ven-

                   thône; al centro del timbro, a penna blu, il n. 39;

                   in alto a destra, e poi verso il centro più sotto,

                   in corsivo a colore rosso: Anno 1940 / N 8 / Ca­stfranco Veneto / "La massaia" / B. Gherri Moro / da Castelfranco Veneto / e Sion (Svizzera); sul telaio, al centro a colore rosso, x;

Misure: cm. 115,5 x cm. 80;

Stato di conservazione: ottimo; presenta qualche piccolo striscio;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 26

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: La moglie del pittore;

Firma: firmata in basso a destra: Gherri - Moro (e sul verso);

Epoca: datata in basso a destra e sul verso: 1940;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in  basso  a destra, a color nero: Gherri - Moro / 1940 B. XVIII n. 85 / Cast.nco V°;

Scritte sul verso: sulla tela: in alto al centro,  timbro  rotondo, ad

                   inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981  Ven-

                   thône; al centro del timbro, a penna blu, il n.

                   100; per quasi tutta la superficie della tela, al

                   centro, a color verde: Gherri - Moro / La moglie

                   del / pittore / e scultore / 1940 / C.franco Veneto;

                   sul telaio: in alto a sinistra,  timbro rotondo, ad

                   inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981  Ven-

                   thône; in alto al centro, in corsivo, a matita:

                   Gherri Moro;

Misure: cm. ... x cm. ...;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 27

Genere: disegni;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta di Castelfranco Veneto con la torre dell'orologio];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1940;

Materia: matita grassa su carta;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro;

Scritte sul verso: in alto a destra, a timbro con inchiostro  blu, il

                   n. 508; in basso verso il centro, a penna blu: Album N° 20 GM.;

Misure: mm. 285 x mm. 225;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 28

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Natura morta con selvaggina];

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri Moro;

Epoca: databile al 1941 circa per analogie  stilistiche  con un'opera

       simile conservata in collezione privata a Castelfranco Veneto e

       datatta A. XIX;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: Gherri Moro;

Scritte sul verso: sulla tela: in alto a destra, a penna blu, 38 x 55;

                   al centro, timbro rotondo ad inchiostro rosso: Ate­lier Gherri-Moro CH 3981  Venthône;  al  centro del timbro, a penna blu, il n. 576;

Misure: cm. 55 x cm. 38;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 29

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta di Parigi con la Tour Eiffel];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a destra: 1941;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro / Paris 1941;

                   in basso a sinistra, sul risvolto della tela, a matita, 32 x 41 e pezzo di nastro adesivo marrone con su scritto, ad inchiostro nero, 2;

Scritte sul verso: sulla tela: timbro  rotondo,  ad inchiostro rosso:

                   Atelier Gherri-Moro CH 3981 Venthône; al centro del

                   timbro, a penna nera, il n. 545;

                   sul telaio:  numeri stampati indicanti la lunghezza

                   dei lati dello stesso e, a sinistra in alto, a co­lore rosso, x;

Misure: cm. 33,8 x cm. 41,3;

Stato di conservazione: buono; presenta cadute di colore in alto a si­nistra, probabilmente dovute alla piegatura della tela;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 30

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Autoritrattto con scultura e chitarra];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a destra: 1944 (9 - ?);

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro / N. 59 1944 (9 -?);

Scritte sul verso: sulla tela: in alto al centro,  timbro  rotondo, ad

                  inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981  Ven-

                   thône; al centro del timbro, a penna blu, il n. 52;

                   sul telaio, in alto a sinistra e verso il centro,

                   timbro  rotondo, ad inchiostro rosso: Atelier Gher­ri-Moro CH  3981 Venthône; in alto, a colore rosso, x; in basso a sinistra, un bollino bianco;

Misure: cm. 60,5 x cm. 80,7;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 31

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Natura morta con maschere e violino];

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri Moro;

Epoca: databile al 1948 - 1949 circa  per  forti analogie stilistiche

       con l'Autoritratto con chitarra del 1949 conservato a Castelfranco Veneto;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: Gherri Moro / N. 178;

Scritte sul verso: sulla tela: verso l'alto, timbro rotondo ad inchio­stro rosso: Atelier Gherri-Moro  CH 3981  Venthône; al centro del timbro, a penna blu, il n. 501;

                   sul telaio, numeri stampati indicanti la lunghezza

                   dei lati dello stesso e, a destra verso il centro,

                   a colore rosso, x;

Misure: cm. 60 x cm. 80,5;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flavio Stocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 32

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta di Ouchy (Lago di Léman)];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1945 - 1950;

Materia: olio su tavola;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro / Ouchy;

Scritte sul verso: in alto a destra, a penna blu,  49 x 59;  in alto,

                   verso il centro, etichetta con su scritto, a penna

                   verde, Castel / 556; in basso a sinistra, a pennarello blu, il n. 5.5 e a color rosso x; al centro

                   in basso, a matita ed in corsivo, lac. Ouchy; altro schizzi e tracce di colore;

Misure: cm. 46 x cm. 59;

Stato di conservazione: buono; in basso  al  centro  presenta strisci sulla superficie pittorica;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: dipinta a spatola e pennello;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                        Scheda n. opera fuori catalogo

Genere: disegni;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Nudo femminile a mezza figura];

Firma: firmata in basso a destra: B. Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a destra: 55 (?);

Materia: matita grassa, carboncino e sanguigna  su  carta velina bei­ge;

Scritte sul recto: in basso a destra: B. Gherri Moro / 55;

Scritte sul verso: in basso a destra, timbro rotondo ad inchiostro ne­ro, illeggibile;

Misure: mm. 500 x mm. 376;

Stato di conservazione: discreto; presenta una piega in alto a destra

                        e, sempre in alto, a sinistra, un angolo

                        strappato e restaurato; segnato e piegato an­che verso il centro in basso, in diagonale;

                        altre piegature minori sparse;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 33

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [La chiesa di "La Combaz" (Anniviers)];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1955 - 1960;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro;

Scritte sul verso: sulla  tela: in alto, al centro, timbro rotondo ad

                   inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981  Ven-

                   thône; al centro del timbro, a penna blu, il n. 60;

                   sul telaio, numeri stampati indicanti  la lunghezza

                   dei lati dello stesso e, a destra in alto, a colore

                   rosso, x;

Misure: cm. 47 x cm. 55,5;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 34

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta di St. Martin - Valle d'Evolène];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri-Moro;

Epoca: databile attorno al 1955 - 1960;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri-Moro;

Scritte sul verso: sulla tela:  in alto a sinistra, timbro  rotondo ad

                   inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981  Ven-

                   thône; al centro del timbro, a penna blu, il n. 80;

                   sul telaio, numeri stampati indicanti  la lunghezza

                   dei lati dello stesso;

Misure: cm. 40,8 x cm. 51;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: MARILUZ HERRERA, A Martigny et  à  Leytron Rétrospective

             de Gherri Moro, in "?", data (?), p. (?), fig. a p. (?);

Esposizioni: Martigny, Galerie Latour, 6 novembre  -  4 dicembre 1993;

             Leytron,  Galerie de l'Ancienne Eglise,  19 - 28 novembre 1993;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: fa parte, assieme ad un centinaio  di altre

                          opere, dei dipinti esposti alle mostre su

                          Gherri Moro tenute presso le gallerie Latour

                          (Martigny, 6 novembre - 4 dicembre 19.. -?)

                          e dell'Ancienne Eglise (Leytron, 19 - 28 no­vembre 19.. -?); gran parte, a quanto sem­                          bra, di proprietà del sig. Nigg.

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 35

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta del lago di Bouveret];

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1955 - 1960;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: Gherri Moro / N. 217 - (Geneve) [sic];

Scritte sul verso: Sulla tela: in alto a destra, timbro rotondo ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro  CH  3981  Venthône; al centro del timbro, a penna blu, il n. 585;

                   sul telaio, numeri stampati indicanti  la lunghezza dei lati dello stesso;

Misure: cm. 46,7 x cm. 55,5;

Stato di conservazione: discreto; presenta un pezzo di  tela strappata

                        in alto a sinistra, e, al centro a sinistra, un taglio sulla tela di circa cm. 4:

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 36

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: Le Mont Colon - Arolla;

Firma: firmata in basso a sinistra: B. Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a sinistra: 59; e sul verso: 1959;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: B. Gherri Moro  /  59;

Scritte sul verso: sulla tela: timbro rotondo,  ad  inchiostro rosso:

                   Atelier Gherri-Moro CH 3981 Venthône; in alto a si-

                   nistra, a color nero, due numeri cancellati ed il­ leggibili; in alto a sinistra, il n. 24; al centro,

                   sulla sinistra: Le Mont Colon / Arolla;

                   sul telaio:  numeri stampati indicanti la lunghezza

                   dei lati dello stesso; in alto, sulla sinistra, e­tichetta strappata; in alto, sulla destra timbro

                   rotondo, ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro

                   CH 3981  Venthône; al  centro del timbro rotondo, a color rosso, il n. 427;

Misure: cm. 46,5 x cm. 55,2;

Stato di conservazione: ottimo (verniciato di recente);

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 37

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Natura morta con cappello e giornale (CRONIQUE LOCALE)];

Firma: firmata in basso a destra: B. Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a destra: 59 (?);

Materia: olio su tavola;

Scritte sul recto: in basso a destra: B. Gherri Moro  /  59  (?);  sul

                   giornale dipinto, a lettere capitali, CRONIQUE LO­CALE;

Scritte sul verso: al centro,  a  color rosso, x; poco più  a destra,  timbro rotondo, ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981  Venthône;  al centro del timbro, a

                   penna blu, il n. 20; in alto a destra, stampato a

                   color tenue, il n. 2; in alto a destra, a matita

                   grassa nera, il n. 1 dentro un cerchio e più sotto

                   la parola Timbre, più sotto ancora, a penna blu, ancora Timbre;

Misure: cm. 33,2 x cm. 40,8;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: tavola preparata, davanti e dietro, a tempe­ra bianca;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 38

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: Villeneuve;

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a sinistra: 1960;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: Gherri Moro; e più sotto, a color nero inciso: Gherri Moro / 1960 Villeneuve;

Scritte sul verso: sulla tela: in alto a sinistra, a color nero, Villeneuve / va; al centro timbro rotondo, ad inchio­stro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981 Venthône; al centro del timbro, a color marron scuro, il n. 519; sul telaio, in alto a destra, a pennarello fine rosso, il n. 519; numeri stampati indicanti la lun­                   ghezza dei lati dello stesso;

Misure: cm. 51 x cm. 60,5;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 39

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Rio veneziano];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri - Moro;

Epoca: datata in basso destra: 60 (?);

Materia: matita grassa e carboncino su carta spessa incollata su car­toncino;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri - Moro / 60;

Scritte sul verso: ---;

Misure: mm. 493 x mm. 189;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 40

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta del Canal Grande con la chiesa della Salute];

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1960;

Materia: matita grassa  ed  acquerelli colorati su carta incollata su cartoncino;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: Gherri Moro - Venezia;

Scritte sul verso: ---;

Misure: mm. 327 x mm. 406;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 41

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Venezia, palazzi sul Canal Grande];

Firma: firmata in basso a sinistra: B. Gherri - Moro;

Epoca: datato XV (1937 - ?);

Materia: matita grassa ed acquerelli colorati su carta spessa incolla­ta su cartoncino;

Scritte sul recto: in basso a sinitra: B. Gherri - Moro;

Scritte sul verso: Sul verso: Gherri Moro - / 7ter  Rue Antoine Bourvelle [o Bonvelle] / Paris XV ...; sul verso cartoncino di supporto: timbro rotondo ad inchiostro rosso: Atelier Gherri Moro CH 3981 Venthône; scritte non leggibili a matita in corsivo;

Misure: mm. 325 x mm. 414;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 42

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Rio veneziano];

Firma: firmata in basso a destra: B. Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a destra: 62 (?);

Materia: matita grassa e acquerelli colorati su carta spessa incollata su cartoncino;

Scritte sul recto: in basso a destra: B. Gherri Moro / 62 (?);

Scritte sul verso: ---;

Misure: mm. 448 x mm. 345;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 43

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta di fondamenta a Burano (?)];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a destra: 63 (?);

Materia: matita grassa e acquarelli colorati su carta;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: Gherri Moro / 63;

Scritte sul verso: ---;

Misure: mm. 300 x mm. 390;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 44

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta del lago Léman];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri - Moro;

Epoca: databile attorno al 1963;

Materia: matita  grassa  ed acquerelli colorati su carta incollata su cartoncino;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri - Moro;

Scritte sul verso: ---;

Misure: mm. 295 x mm. 395;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 45

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: - recto: Mercato alla Bragora; - verso: [Schizzo con palazzi veneziani];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri. Moro;

Epoca: databile attorno al 1963;

Materia: - recto: matita grassa ed acquerelli colorati su carta; - verso: matita grassa su carta;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri. Moro;

Scritte sul verso: in alto, da destra verso il  centro,  a matita, in

                   corsivo: Mercato ala Bragora; in basso a destra,

                   con timbro ad inchiostro blu, il n. 508; sopra il numero, a matita, il n. 45;

Misure: mm. 335 x mm. 442;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 46

Genere: acquerelli;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Natura morta con bottiglie];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri - Moro;

Epoca: datata in basso a destra: 1963;

Materia: pennarelli colorati su carta;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri - Moro / 1963 - Sion;

Scritte sul verso: in basso  a  destra,  timbro  rotondo ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981 Venthône;

Misure: mm. 298 x mm. 211;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 47

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Venezia, veduta del Redentore dalle Zattere];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a destra: 65;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro / 65 Venezia;

Scritte sul verso: sulla tela: in alto a destra,  timbro  rotondo, ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981  Venthône; al centro del timbro il n. 3005; sul telaio, in alto a sinistra e verso  il  centro, timbro  rotondo, ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981 Venthône; numeri stampati indicanti la lunghezza dei lati dello stesso;

Misure: cm. 46 x cm. 55;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ---.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 48

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: Barche a Jesolo - Jesolo;

Firma: firmata in basso a sinitra: Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a sinistra e sul verso: 65;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: Gherri Moro / 65 S.C.;

Scritte sul verso: sulla tela: per tutta la tela, a color ad olio ne­ro, in corsivo: Barche a Jesolo / Jesolo / 1965 / B. Gherri Moro / Castelfranco Veneto / C.Franco / Gherri. Moro / (Sion (Suisse); in alto a destra, etichetta strappata;

                   Sule telaio, in alto a destra, timbro  rotondo, ad

                   inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro  CH 3981 Ven-

                   thône; al centro del timbro il n. 420; in basso al

                   centro, stella a cinque punte inscritta in un cer­chio all'interno della quale il n. 55;

Misure: cm. 55,7 x cm. 46;

Stato di conservazione: buono; presenta qualche piccola caduta  di co­lore;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: probabilmente opera dipinta in due tempi: alcune pennellate sono state stese in un se­condo tempo, quando la materia sottostante si era già essicata;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: ----.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 49

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: Casale;

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: datata in basso a destra e sul verso: 66;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso  a  destra: Gherri Moro / 66 S.C. / (Casa­le);

Scritte sul verso: nessuna;

Misure: cm. 50 x cm. 70;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: collezione privata, Castelfranco Veneto;

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, collezione privata;

Note: ----.

SCHEDA OPERA:

                                                          Scheda n. 1

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta di Venezia dal Lido];

Firma: firmata in basso a destra e sul verso: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1920;

Materia: olio su tavola;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro;

Scritte sul verso: in alto a destra, a color rosa, il n. 80; poco più

                   a destra, a color rosso, x; al centro a sinistra,

                   fino a metà: Gherri Moro / marghera  (?) / Gherri

                   Moro / Gherrimoro / marghera (?); in alto a sini­stra, a penna nera, 41 x 33; al centro, timbro  rotondo ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981  Venthône; al  centro del timbro, a penna blu, il n. 553; in basso, a color blu, schizzo di piede; in alto a destra, a matita, altro schizzo; sul telaio, numeri stampati indicanti la lunghezza dei lati dello stesso e, a sinistra in alto, a colore rosso, x; a metà, dopo i numeri, a destra e  sotto, a matita, forse una G (?);

Misure: cm. 31,7 x cm. 40,7;

Stato di conservazione: buono;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: ---;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: opera un po' banale. Impostazione e risoluzione, anche cromatima, tradizionale di ascendenza "ottocentesca". Probabilmente una delle sue prime opere. Il sole (ma forse questa è una stupidag­      gine) ricorda alcune analoghe soluzioni di Romolo Tessari. Sembra una cartolina, ad acquerello, dipinta ad olio. L'olio è di­luito.

SCHEDA OPERA:

                                                           Scheda n. 2

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Bragozzi nel canale della Giudecca];

Firma: firmata in basso a destra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1925 - 1930;

Materia: olio su tavola;

Scritte sul recto: in basso a destra: Gherri Moro; sul risvolto della tela, etichetta rettangolare bianca con su scritta illeggibile a penna verde-celeste;

Scritte sul verso: sulla tela: al centro, timbro rotondo ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981 Venthône; al centro del timbro, a color nero, il n. 467; in alto a destra, a color celeste, probabilmente dei numeri (non leggibili e in parte coperti dal telaio);

Misure: cm. 36 x cm. 45,5;

Stato di conservazione: buono; presenta qualche caduta di colore;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: dipinto a spatola; dipinto a Venezia forse assieme ad altri quadri poi portati a Parigi nei primi anni 'Venti;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: caramelloso ma sostanzialmente piacevole. La Giudecca, in fondo, suona vagamente alla Moggioli. "Capesarino a spatola".

SCHEDA OPERA:

                                                           Scheda n. 3

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Veduta di una piazza a Parigi (Bruxelles - Brünn - ?)];

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri Moro;

Epoca: databile attorno al 1927;

Materia: olio su tavola;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: Gherri Moro;

Scritte sul verso: in alto a sinistra: 55 x 48;  in  alto  al centro,

                   timbro rotondo ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-

                   Moro CH 3981 Venthône; al centro del timbro, a penna nera, il n. 83; in alto a sinistra, stampato ad inchisotro blu, il n. 508; al centro traccia di e­tichetta strappata; in basso a sinistra, a color rosso, x; in basso a destra, a pennarello blu, il n. 53 e, a color rosa, il n. 71 (?);

Misure: cm. 33 x cm. 41,6;

Stato di conservazione: buono; presenta un foro ai quattro angoli;

Bibliografia: ---;

Esposizioni: ---;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: dipinto a spatola e pennello;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: tutto sommato bella. Vivace il cielo ottenuto a spatola. Fluidi

      e densi gli edifici dove, a metà, la luce e il decrescere della

      grandezza degli edifici danno il senso della profondità. Così

      come la profondità è suggerita dal taglio obliquo del primo pia-

      no, dove le figure ed i fiori, le baracche, ecc. sono ottenute

      con spatolate e pennellate molto dense e con colori mescolati a

      piccoli tocchi tra loro. Si sente l'ambiente "francese".

SCHEDA OPERA:

                                                           Scheda n. 4

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: [Il Pont-Neuf sulla Senna];

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri. Moro;

Epoca: databile attorno al 1925 - 1930;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinistra: Gherri. Moro;

Scritte sul verso: sulla tela: a destra, in centro, a color rosa for­te, il n. 38; sul telaio: in alto a destra a color rosso x; un po' più a destra, timbro rotondo ad inchiostro ros­so: Atelier Gherri-Moro CH 3981 Venthône; al centro del timbro, a color rosso, il n. 442 o 412; in alto a destra, a matita, scritta non leggibile; a destra, al centro, a color blu, il n. 7; a centro verso il basso, a penna rossa, Gherri Moro / 30 R. Allauny... e timbro non leggibile;

Misure: cm. 54,5 x cm. 65;

Stato di conservazione: ottimo;

Bibliografia: MAYER, Mayer 1994, Paris 1993, fig. a p. 90;

              Opuscoletto per la mostra Gherri-Moro 1899 - 1967,  Mar-

              tigny, Galerie Martigny LaTour, novembre 1993, Martigny 1993, foto interna;

Esposizioni: Galerie  Martigny LaTour, Matigny novembre 1993, foto in­terna dell'opuscolo;

Provenienza: Atelier Gherri-Moro, Venthône (Svizzera);

Notizie storico-critiche: dipinto a spatola;

Ubicazione attuale: Castelfranco Veneto, Galleria Flaviostocco;

Note: bella veduta di Parigi nonostante la caramellosità dell'uso della spatola. Dipinta un po' "all'Utrillo". L'acqua sulla Senna ha riflessi dal sapore vagamente impressionista. Scorcio un po' ar­      dito ma sostanziamente tradizionale. Ricerca della luce solo a metà, in quanto il più delle volte si risolve in senso decorati­vo. Tocchi qua e là frizzanti.

SCHEDA OPERA:

                                                           Scheda n. 5

Genere: dipinti;

Autore: BRUNO GHERRI MORO;

Soggetto: Embouchure de la Seine à Paris;

Firma: firmata in basso a sinistra: Gherri. Moro.;

Epoca: datatabile attorno al 1930;

Materia: olio su tela;

Scritte sul recto: in basso a sinistra, a colore rosso: Gherri. Moro. / <<Château>> Paris. Seine.;

Scritte sul verso: sulla  tela:  in alto al centro, timbro rotondo, ad

                   inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3981  Ven-

                   thône; in alto a destra, a color blu, traccia di un numero;

                   sul telaio: in alto al centro, timbro rotondo, ad inchiostro rosso: Atelier Gherri-Moro CH 3381 Ven­thône; al centro del timbro; al centro del timbro, a penna blu, il n. 123;

Misure: cm. 37 x cm. 55;

Stato di conservazione: ottimo; presenta un buco ben restaurato verso il centro;

Bibliografia: MAYER, Mayer 1994, Paris 1993, fig. a p. 90; Opuscoletto per la mostra Gherri-Moro 1899 - 1967, Mar­tigny, Galerie

CENNI BIOGRAFICI

Nasce a Castelfranco Veneto il 6 settembre 1899, figlio di Pietro e Giuseppina Bonomi. Durante gli studi scolastici, ginnasio a Mogliano Veneto ed istituto tecnico a Padova, apprende le prime nozioni di disegno. Tra il 1914 e il 1915 ab­bandona gli studi tecnici e s'iscrive alla Reale Accademia di Belle Arti di Venezia, dove segue le lezioni del pittore Vincenzo De Stefani. La prima guerra mondiale lo porta a combattere in Francia ed in Belgio. A guerra finita, è a Parigi per le feste dell'Armistizio e, al Café des Artistes La Rotonde a Montparnasse, incontra Amedeo Modigliani (Sèrtoli). Secondo alcune fonti, durante questa permanenza a Parigi frequenta l'Université de la Sorbonne e vive a Montmartre. Tra il 1920 e il 1921 è nuovamente a Castelfranco, dove apre uno studio pittorico in Borgo Pieve. Partecipa alle prime Mo­stre d'Arte Trevigiana in occasione delle quali fa la conoscenza di numerosi artisti veneti tra cui Mario Venzo, Gino Rossi e Nino Springolo. Espone ancora a Venezia e Vicenza. Nel 1925, in compagnia del pittore Mario Venzo, parte per Pa­rigi portando con sé un cospicuo numero di opere con soggetti veneziani e lagunari. A Parigi, nel 1926, risulta abitare in Avenue de la Motte-Piquet al n. 3. In questo stesso anno tiene la sua prima mostra personale presso la galleria Henri Manuel al Foubourg Montmartre, presentata da Zanmarion, zio di Maurice Utrillo. Maurice Utrillo e Camille Mauclair l'in­coraggiano a continuare a dipingere. Grazie al suo fare spiritoso e pieno di brio e alle sue doti di musicista, è presto conosciuto a Montmartre quasi come una vera e propria vedette. Riceve l'incarico da M. Citroën di realizzare bozzetti e studi per la decorazione luminosa della Tour Eiffel. In questi anni allestisce le decorazioni di altri prestigiosi siti come i Magasins du Luovre, La Samaritaine, il Cirque d'Hiver e la famosa Notte Veneziana sulla Senna. Negli anni parigi­ni (1925-1939) conosce molti dei grandi artisti della prima metà del nostro secolo, assieme ai quali espone in varie oc­casioni. In compagnia di Matisse, Derain, de Chirico ed altri frequenta gli incontri della <<Closerie des Lilas>> presso Paul Fort. Con l'amico Severini lavora nel <<Bateau-Lavoir>>, così chiamato da Max Jacob il singolare agglomerato di studi d'artisti a Montmartre. Forse prima del 1930, proprio a Parigi, conosce Filippo de Pisis. In questo periodo proba­bilmente insegna per tre anni al Reale Liceo Scientifico Italiano della capitale francese. Tra il 1928 e il 1938, con una certa regolarità, è accettato alle esposizioni del Salon des Indépendants ed del Salon d'Automne. Nel 1932 tiene con successo una grande esposizione personale al Café des Artistes La Rotonde a Montparnasse. Negli anni Trenta, oltre a continuare la sua attività espositiva a Parigi, in Francia e in altre città europee, torna ad esporre in Italia in varie occasioni quali la Quadriennale romana, la Biennale veneziana, le mostre alla Bevilacqua La Masa, ecc. Alla mostra degli artisti italiani a Parigi (1933) un suo dipinto è acquistato per conto del duce. Sempre nel 1933 fa dono di due sue ope­re al museo di Castelfranco Veneto. Nel 1935 tiene una personale alla galleria Carmine di Parigi, presentata dal pittore Umberto Brunelleschi. Alla mostra sull'arte italiana della galleria parigina Charpentier nel 1937 un suo dipinto vince il premio acquisto dello stato francese per il museo Jeu de Paume. A Parigi, verso la metà degli anni Trenta, conosce Elvire Nigg, di origini svizzere, che sposerà poco dopo (1940) andando a vivere nel Vallese, in Svizzera (1939). Inizia a dedicarsi seriamente alla scultura. Con una certa frequenza e regolarità, dopo la fine della seconda guerra mondiale, torna a Castelfranco dove ha una villetta-studio in via A. Steffani. A Castelfranco, negli anni successivi, espone in più occasioni. In Svizzera, dove inizia ad esporre con frequenza, riceve importanti commissioni pubbliche come le pittu­re murali per la chiesa di Evolène e le vetrate per la basilica di Notre-Dame di Ginevra, continuando il lavoro iniziato da Maurice Denis. Il 6 settembre 1949, Sion celebra il cinquantesimo compleanno dell'artista. Nel 1952 (ottobre) per me­riti artistici è nominato cittadino onorario del comune di Evolène. Sempre in questi anni è gratificato con la nomina a Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, Accademico d'Onore di 500 (Roma), Accademico della <<Tiburtina>>, Accade­mico del Latinatis Excolendae (Roma) e Accademico dell'U.C.A.J. Alla mostra tenuta presso la galleria S. Stefano di Ve­nezia (1957) un suo dipinto è acquistato dal Museo d'Arte Moderna di Ca' Pesaro. Il primo febbraio 1967, alla guida del­la sua automobile, su di un passaggio a livello in prossimità della città di Sion, perde la vita travolto da un treno.

ESPOSIZIONI PRINCIPALI

- III Mostra d'Arte Trevigiana, Treviso 1922.

- Mostra al Manipolo, Vicenza 1923.

- IV Mostra d'Arte Trevigiana, Treviso 1923.

- V Mostra d'Arte Trevigiana, Treviso 1924.

- Mostra personale alla galleria Henri Manuel, Parigi 1926.

- Salon des Indépendants, Parigi 1928-1938.

- Mostra personale alla galleria Georges-Petit, Parigi 1929.

- Exposition des Artistes Italiens de Paris, Parigi 1931.

- Salon d'Automne, Parigi 1931-1936.

- Mostra personale al Cafè des Artistes <<La Rotonde>>, Parigi 1932.

- Mostra personale alla galleria Ecalle, Parigi 1933.

- Exposition des Artistes Italiens de Paris, galleria Charpentier, Parigi 1933.

- Esposizione del Sindacato Fascista Belle Arti, Roma 1934.

- Esposizione alla Casa degli Italiani, Parigi 1934.

- Mostra alla Bevilacqua La Masa, Venezia 1934.

- Mostra a Bruxelles, 1934.

- Mostra personale a Dundee (Scozia), 1934.

- Mostra al Crystal Palace, Londra 1934.

- II Quadriennale d'Arte Nazionale, Roma 1935.

- Exposition Bruno Gherri-Moro, galleria Carmine, Parigi 1935.

- Exposition des Artistes Italiens de Paris, galleria Charpentier, Parigi 1936.

- Biennale Internazionale d'Arte, Venezia 1936, 1938, 1948.

- Mostra personale alla galleria Pelican, Zurigo 1936.

- Mostre personali a Losanna 1936, 1938, 1945, 1950, 1963, 1965, 1966.

- Exposition des Artistes Italiens de Paris, galleria Charpentier, Parigi 1937.

- Exposition Universelle, Parigi 1937.

- Mostra collettiva alla galleria Cooling, Londra 1937.

- Mostra Collettiva Italiana di Parigi, Milano 1937.

- III Mostra del Sindacato Nazionale Fascista delle Arti, Milano 1941.

- Mostra personale alle Botteghe d'Arte, Venezia 1942.

- Mostre personali a Sion  1943, 1946, 1950-1953, 1955, 1957, 1958, 1960, 1963, 1965.

- Mostra collettiva dei Trevigiani, Venezia 1943.

- Mostra personale alla galleria Ongania, Venezia 1947.

- Mostra personale alla Sala del Consiglio del Palazzo Municipale, Castelfranco Veneto 1949.

- Mostra personale all'Exposition du Peintre Vénetien, Museo Rath, Ginevra 1949.

- Mostra dei pittori dell'Ordine della valigia, Milano 1950.

- Pitture di Bruno Gherri Moro, galleria del Libraio, Treviso 1951.

- Trieste, 1952.

- Esposizione Nazionale di Terni, 1952.

- Mostra collettiva all'Athénée, Ginevra 1952.

- VII Premio Nazionale di Pittura "F.P. Michetti", Francavilla al Mare 1953.

- Chapelle de Brousse, Sion 1955.

- III Mostra Provinciale d'Arte Contemporanea, Treviso 1956.

- Premio Nazionale Burano, 1956.

- Collettiva al Salone dei Trecento, Treviso 1957.

- Mostra personale alla galleria S. Stefano, Venezia 1957.

- IV Esposizione Internazionale d'Arte Sacra, Novara 1959.

- I Premio di Pittura Giorgione-Poussin, Villa Revedin Bolasco, Castelfranco Veneto 1961.

- XIV Biennale d'Arte Triveneta, Padova 1961.

- II Premio di Pittura Giorgione per Artisti Contemporanei, Villa Revedin Bolasco, Castelfranco Veneto 1963.

- Mostra alla galleria d'arte Giraldo, Treviso 1964.

- Grande Esposizione Nazionale di Pittura, Roma 1964.

- Mostra personale-antologica presso le sale Menegotto, Castelfranco Veneto 1965.

- Mostra all'Istituto Europeo di Storia dell'Arte, Milano 1965.

- Esposizione Nazionale della Scultura Italiana, Museo d'Arte Moderna, Milano 1966.

- Esposizione degli Artisti Pittori Svizzeri, Aubonne 1966.

- Mostra al Palette Bleue, Parigi 1966.

- Mostra al Salone del Mobile Mazzoccato, Montebelluna 1966.

- Exposition du Groupe Français d'Art International, Parigi 1966.

- Retrospettiva all'Hôtel de Ville, Sion 1986.

- Pittura a Treviso tra le due guerre, Palazzo Sarcinelli, Conegliano 1990.

- Retrospettiva alla galleria Martigny La Tour, Martigny 1993.

- Retrospettiva alla galleria Ancienne Église, Leytron 1993.

BIBLIOGRAFIA consultata

Oltre ai cataloghi delle mostre:

- Bruno Gherri Moro, in "Italia", 7/3/1929.

- M.M., Le Groupe des dix, in "Le Figaro", 29/8/1930.

- I lavori di un pittore concittadino, in "Il Gazzettino", 31/7/1931.

- Un pittore concittadino, in "Gazzetta di Venezia", 5/12/1931.

- Castelfranco - Concittadino che si fa onore, in "Gazzetta di Venezia", 14/6/1932.

- Castelfranco - Arte e Artisti, in "Gazzetta di Venezia", 18/11/1932.

- GASTON BOULEY, La Horde du Montparnasse et quelques artistes, in "Tout Partout", 19/3/1933.

- Bruno Gherri per il nostro museo, in "Il Gazzettino", 22/8/1933.

- STEFANI, Acquisti a Parigi per conto del Duce..., in "Il Corriere della Sera", 23/9/1933.

- STEFANI, Gli artisti premiati a Parigi - Due acquisti del Duce, in "Il Gazzettino", 23/9/1933.

- Da Castelfranco - Il pittore Gherri premiato, in "Il Gazzettino", 3/10/1933.

- G.T., L'Esposizione Gherri Moro alla Casa degli Italiani, in "La Nuova Italia", 12/7/1934.

- A.P., Successo di artisti italiani a Parigi, in "Il Popolo d'Italia", 27/11/1934.

- A.P., Successo di artisti italiani a Parigi, in "Il Gazzettino", 3/12/1934.

- La visita del Ministro de Monzie e dell'Ambasciatore d'Italia alla Mostra, in "La Nuova Italia", 1934.

- Gherri Moro alla <<Quadriennale Romana>>, in "Il Gazzettino", 9/2/1935.

- s.t., in "La Nazione", 6/6/1935.

- Un Artista Veneto a Parigi - Bruno Gherri Moro, in "Il Gazzettino", 15/6/1935.

- FLORISE, A travers la Vie Parisienne - Le Coin des Art, in "La Vie Parisienne", 6/7/1935.

- R. DE C., Lausanne - Rue du Lion d'or 6: Exposition Gherri Moro, in "Gazzette de Lausanne", 21/4/1936.

- P., Exposition B. Gherri-Moro, in "Feuille d'Avis de Lausanne", 23/4/1936.

- T.G., Mostra d'Arte - Bruno Gherri Moro, in "Il Gazzettino", 13/5/1942.

- C., L'Exposition Gherri-Moro, in "Feuille d'Arts du Valais", 17/4/1946.

- Peinture à Sion, in "La Suisse", 22/5/1946.

- A.M., Gherri-Moro expose à Sierre, in "Le Confédéré", 14/5/1948.

- J. BLANCHE, Une première aux Haudères, in "Liberté", 22/8/1948.

- Il pittore Gherri Moro espone a Castelfranco, in "Gazzetta Veneta", Padova 18/3/1949.

- Castelfranco - Mostra del pittore Gherri Moro, in "Il Gazzettino", Venezia 20/3/1949.

- Mostra Gherri Moro, in "Il Gazzettino", Venezia 23/3/1949.

- G.B., Castelfranco - Mostra personale del pittore Gherri, in "Il Gazzettino", 25/3/1949.

- G. BRASATIN, Mostra personale di Gherri Moro, in "Gazzetta Veneta", 1/4/1949.

- G. BRASATIN, Castelfranco Veneto - Mostra personale di Gherri Moro, in "L'Avvenire d'Italia", 1/4/1949.

- J.F.,<<Une nouvelle fresque>>, in "Pour Tous", 19/8/1949.

- A[NDRÉ]. M[ARCEL]., En passant... - Bon Vent!, in "Le Confédéré", 9/9/1949.

- JEAN FOLLONIER, Lettre du Valais - Cinquante ans, in "Le Courrier", 14/9/1949.

- JEAN FOLLONIER, Le peintre-sculpteur Bruno Gherri-Moro, in "Cooperation", 22/10/1949.

- A.J.L., Un peintre vénitien au Musée Rath, in "Le Courrier", 11/12/1949.

- Gherri-Moro a Ginevra, in "Il Gazzettino", 11/12/1949.

- G.-G. SCHODER, Au Musée Rath: Emile Bressler, Ilse Voigt, Gherri-Moro, in "La Vie Genevoise", 19/12/1949.

- RHAINWALD, Au Musé Rath - Gherri-Moro - Isle Voigt, in "Journal de Genève", 20/12/1949.

- Au Musée Rath - Gherri-Moro - Ilse Voìgt, in "Journal de Genève", 22/12/1949.

- E.G. SCHARDER, Gherri-Moro, in "Le Mondain", 12/1949.

- Beaux-Arts - E. Bressler, Gherri-Moro et Isle Voigt au musée Rath, in "La Siusse", 23/12/1949.

- R.V., Il pittori della "Valigia", in "Corriere degli Artisti", 15/10/1950.

- JEAN PLANTA, Une exposition de peinture - Sion, 15., in "Courrier de Genève", 17/12/1950.

- A Sion - Gherri-Moro à l'Hôtel de la Planta, in "Feuille d'Avis du Valais", 20/12/1950.

- ANDRÉ MARCEL, Un petit air de guitare - Montmartre à Sion, in "Curieux", 27/12/1950.

- Mostre d'arte - Gherri Moro, in "L'Avvenire d'Italia", 14/4/1951.

- P.M.B., Alla Galleria del Libraio - Inaugurata la Mostra del Pittore Gherri Moro, in "Giornale del Veneto", 15/4/1951.

- Alla Galleria del Libraio - Inaugurata la mostra del pittore Gherri Moro, in "Il Gazzettino", 17/4/1951.

- M.T., Mostre d'arte - Gherri Moro, in "L'Avvenire d'Italia", 21/4/1951.

- M.F., Mostra d'arte - Gherri Moro - Treviso, 20 sera, in "L'Avvenire d'Italia", 21/4/1951.

- F.-G.G., Un peintre Vénitien fait revivre Montparnasse..., in "Feuille d'Avis du Valais", 26/11/1951.

- PAUL DAVIGNAC, Peintres du Valais - Gherri-Moro, in "Le Confédéré", 28/11/1951.

- MONTVALÉ, Le peintre Gherri-Moro expose à Sion, in "Le Courrier", 29/11/1951.

- PAUL DAVIGNAC, A propos de Gherri-Moro, in "Le Confédéré", 5/12/1951.

- Il pittore Gherri-Moro alle mostre nazionali, in "Il Gazzettino", 9/7/1952.

- G.B. SCARPA, Gherri-Moro a Les Handères riceve all'Atelier Montparnasse, in "Il Gazzettino del Lunedì", 1/9/1952.

- Succès du peintre Gherri-Moro, in "Le Courrier", 11-12/9/1952.

- SYLVAIN MAQUIGNAZ, Le peintre Gherri-Moro, in "Le Courrier", 7/10/1952.

- Le  peintre Gherri-Moro bourgeois d'honneur d'Evolène, in "Le Courrier", 14/10/1952.

- Bourgeois d'honneur, in "La Suisse", 15/10/1952.

- Gherri-Moro à l'honneur, in "La Confédéré", 15/10/1952.

- JEAN FOLLONIER, Après une exposition, in "Valaisan", 25/10/1952.

- M.F., Gherri-Moro cittadino onorario in Svizzera, in "L'Avvenire d'Italia", 7/11/1952.

- Gherri-Moro expose à Mrtigny, in "Journal Illustré du Valais", 11/1952.

- SCH.-K., Kunst und Musik in Val d'Hérens, in "Thurgauer Zeitung", 31/7/1953.

- T.D.L., Un peintre sédunois à l'Exposition Nationale Italienne, in "Tribune de Lausanne", 7/8/1953.

- MAURICE ZERMATTEN, B. Gherri-Moro sculpteur, in "Treize Étoiles", 8/1953.

- GESSLER, Gherri-Moro s'adonne avec succès à l'art du vitrail, in "Feuille d'Avis du Valais", 12/5/1955.

- THÉLER, Billet Féminin - Chapelle de Brousse, in "Treize Étoiles", 5/1955.

- GESSLER, Les expositions - Gherri-Moro à l'Atelier, in "Feuille d'Avis du Valais", 6/11/1955.

- Le peintre Gherri-Moro expose à l'Atelier, in "Nouvelliste Valaisan", 19/11/1955.

- EMILE BIOLLAY, Gherri-Moro le Vénitien du Valais, in "Gazette de Lausanne", 24/11/1955.

- Une sculpture de Gherri-Moro acquise par l'État, in "Confédéré", 30/11/1955.

- Une sculpture de Gherri-Moro acquise par l'État, in "Feuille d'Avis du Valais", 1/12/1955.

- G. BRUSATIN, Il pittore Gherri-Moro nella natia Castelfranco, in "Il Gazzettino Sera", 5 - 6/9/1956.

- G. BRUSATIN, Gherri-Moro ha scolpito Cristo Re, in "Il Gazzettino", 12/9/1956.

- F. GÉRARD GESSLER, Le Vernissage de l'exposition..., in "Feuille d'Avis du Valais", 20/5/1957.

- G.H., Exposition Vénitienne à Sion, in "Journal de Genève", 20/5/1957.

- S., Les Vénitiens à la Majorie, in "Nouvelliste Valaisan", 21/5/1957.

- Pittori trevigiani a Sion, in "Gazzettino Sera", 4-5/6/1957.

- PIERRE VALLETTE, L'Italia à Sion, in "La Suisse", 13/6/1957.

- MAURICE ZERMATTEN, Les peintres vénitiens à Sion, in "Treize Étoiles", 6/1957.

- VINICIO SALATI, in "Azione", 20/6/1957.

- PIERRE VALLETTE, A la Majorie - Peintres vénitiens contemporains, in "Feuille d'Avis du Valais", 31/8/1957.

- G.B. SCARPA, Nel Salone dei Trecento..., in "Il Gazzettino", 8/10/1957.

- Personale a Venezia di Gherri-Moro, in "Gazzettino Sera", 9-10/10/1957.

- CONRAD  CURIGER, Le portrait  de Ramuz par Gherri-Moro, in "Feuille d'Avis du Valais", 19/10/1957.

- Inaugurata la <<personale>> del pittore Bruno Gherri, in "Il Gazzettino", 13/10/1957.

- GIOVANNI PAGNAN,  Mostre personali alla Santo Stefano, in "Minosse", 19/10/1957.

- G.S.,  Alla Galleria <<S. Stefano>>, in "Il Gazzettino", Venezia 20/10/1957.

- D., Ramuz à Lens, in "Journal de Sierre et du Valais Central", 22/10/1957.

- GUIDO PEROCCO, Galleria, in "Gazzettino Sera", 8-9/11/1957.

- Bruno Gherri Moro a Ginevra per le vetrate di Notre Dame, in "Il Gazzettino", 17/3/1958.

- Vitrail de Gherri-Moro, in "Feuille d'Avis du Valais", 28/3/1958.

- G. BRUSATIN, Da un artista trevigiano - Poeta svizzero ritratto nel bronzo, in "Il Gazzettino", 8/4/1958.

- T.B., Evolène - Fierté..., in "Feuille d'Avis du Valais", 14/4/1958.

- Paolucci a cura di Marchiori, in "Minosse", 26/4/1958.

- Vetrate artistiche, in "Il Gazzettino del Lunedì", 5/5/1958.

- ANDRÉ MARCEL, in "Le Confédéré", 5/5/1958.

- G. BRUSATIN, La cittadina della regina Cornaro continua ad attrarre gli artsiti, in "Il Gazzettino", 14/5/1958.

- Quand Notre-Dame fête l'anniversaire du couronnement sous la présidence du Nonce, in "Le Courrier", 2/6/1958.

- E. GANTER, Un nouveau vitrail à Notre-Dame, in "Le Courrier", 6/6/1958.

- MAURICE ZERMATTEN, in "Treize Étoiles", 6/1958.

- Castelfranco V. - Ritorna in patria dalla Svizzera, in "La Vita del Popolo", 2/11/1958.

- Le peintre Gherri-Moro à l'honneur, in "Feuille d'Avis du Valais", 1/12/1958.

- Al  pittore  Gherri Moro lusinghiero riconoscimento, in "L'Avvenire d'Italia", 10/12/1958

- PIERRE VALLETTE, in "La Suisse", 20/12/1958.

- F.-GÉRARD GESSLER, Gherri-Moro, toujours jeune, à soixante ans, in "Feuille d'Avis du Valais", 8/9/1959.

- ANDRÉ MARCEL, Vous m'en direz tant!, in "Le Confédéré", 11/9/1959.

- Nouveau succè d'un artiste sédunois, in "Feuille d'Avis du Valais", 3/10/1959.

- HENRI PERROCHON, A la Galerie Véandre - Bruno Gherri Moro et son oeuvre, in "Le Démocrate", 21/11/1959.

- HENRI PERROCHON, Bruno Gherri Moro et son oeuvre, in "Feuille d'Avis du Valais", 17/12/1959.

- JEAN BROCCARD, Vernissage de l'Exposition GherrI-Moro à l'Atelier, in "Feuille d'Avis du Valais", 5/3/1960.

- DOMINIQUE, La Capitale - Gherri-Moro à l'Atelier, in "Nouvelliste Valaisan", 8/3/1960.

- SYLVAIN MAQUIGNAZ, L'artiste Bruno Gherri-Moro, in "La Vie Valaisanne", 18/3/1960.

- Fille au Chevalet, in "L'Illustré", 26/5/1960.

- F.-GÉRARD GESSLER, Le peintre Gherri-Moro <<Chevalier de l'Ordre du Mérite de la République Italienne>>, in "Feuille d'Avis du valais", 7/9/1960.

- ...le peintre sédunois Gherri-Moro - ...et M. H. Perrochon..., in "Pour Tous", 27/9/1960.

- Un peintre à l'honneur, in "Illustré", 27/10/1960.

- Chemin de la Croix à Troistorrénts, in "Feuille d'Avis de Lausanne", 2/2/1961.

- MAURICE ZERMATTEN, Le petit cheval de Gherri-Moro, in "Treize Étoiles", 5/1962, p. 43.

- Bruno Gherri-Moro un grand amoureaux de l'art!, in "Nouvelliste du Rhône", 1/3/1963.

- JEAN ANZENUI, L'exposition Gherri-Moro, in "Le Nouvelliste du Rhône", 21/3/1963.

- ALOYS PRAZ, Gherri-Moro au Casino: Véhémence et fraîcheur, in "Nouvelliste du Rhône", 22/3/1963.

- Un bon remède contre le grippe, in "Puor Tous", 26/3/1963.

- SIRIUS, Petite Planète, in "Feuille d'Avis du Valais", 27/3/1963.

- ALOYS PRAZ, Au Casino: vernissage Gherri-Moro, in "Nouvelliste du Rhône", 29/3/1963

- "Treize Étoiles", 3/1963.

- Notre Couverture, in "30 Jours", 3/1963.

- Le Valais à l'honneur à la TV, in "Feuille d'Avis du Valais", 7/9/1963.

- HENRI PERROCHON, Des Haundères à Montreux, in "Feuille d'Avis du Valais", 18/9/1963.

- T.D.L., Un artiste valaisan à l'honneur, in "Tribune de Lausanne", 21/9/1963.

- ROBERT LIARD, En Italie (Castelfranco Vénéto) - A Trévise, in "Sur l'Art", 10/1963.

- VALPRESSE, ...Troistorrénts inaugure sa nouvelle église, in "Feuille d'Avis du Valais", 25/7/1964.

- Gherri-Moro honoré par Rome, in "Journal de Sierre", 7/8/1964.

- Bruno Gherri Moro stasera alla <<Giraldo>>, in "Il Gazzettino", 17/10/1964.

- Gherri-Moro alla galleria <<Giraldo>>, in "Il Gazzettino", 21/10/1964.

- NESTORE TRENTIN, Bruno Gherri Moro alla Galleria <<Giraldi>>, in "L'Avvenire d'Italia", 30/10/1964.

- V.M., Bruno Gherri Moro pittore e scultore, in "Il Gazzettino", 31/10/1964.

- Annuari Pittura Italiana, 1964.

- MABILLARD, Bruno Gherri-Moro un grand amoureux de l'art!, in "Feuille d'Avis du Valais", 1/3/1965.

- ALOYS PRAZ, A l'<<atelier>> Vernissage Gherri-Moro, in "Nouvelliste du Rhône", 6 e 7/3/1965.

- ALOYS PRAZ, A <<l'Atelier>> Vernissage Gherri-Moro, in "Nouvelliste du Rhône", 7/3/1965.

- M. CLIVAZ, Gherri Moro illumine l'Atelier, in "Journal de Sierre et du Valais", 15/3/1965.

- F.G.G., De l'Atelier à l'Exposition - Gherri-Moro, in "Feuille d'Avis du Valais", 17/3/1965.

- T.D.L., Les peintres en Valais, in "Tribunne de Lausanne", 19/3/1965.

- Vernissage de l'exposition de gravures des artistes valaisans, in "Feuille d'Avis du Valais", 22/3/1965.

- D.B., in "Le Nouvelliste Rouenne", 29/3/1965.

- Les Expositions, in "Illustré de Lausanne", 20/5/1965.

- P.V., Très beau succes de gherri-Moro à Lausanne, in "Feuille d'Avis du Valais", 24/5/1965.

- P.V., Lausanne: Bruno Gherri-Moro, in "Feuille d'Avis du Valais", 4/6/1965.

- GÉ., Un Chemin de Croix pour l'église de Montana, in "Nouvelliste du Rhône", 30/9/1965.

- DOTT. BIANCHI, Continua la lodevole attività della Pro Loco nel campo artistico, in "Il Gazzettino", 2/11/1965.

- Italy in America, vol. I, Napoli s.d.

- Artiste sédunois à l'honneur, in "Feuille d'Avis du Valais", 11/1/1966.

- Artiste sédunois à l'honneur, in "Feuille d'Avis du Valais", 11/2/1966.

- F.-G.G., Peintres valaisans au Salon du Paysage, in "Feuille d'Avis du Valais", 4/3/1966.

- D. BURNAD, Galerie des Nouveaux Grands-Magasins - Gherri-Moro, in "Le Nouvelle Revue", 29/5/1966.

- Centième anniversaire de la première ascension de la Reine des Alpes...", in "Nouvelliste du Rhône", 5/6/1966.

- T.D.L., Gherri Moro expose à Paris, in "Tribune de Lausanne", 14/6/1966.

- Une croix au sommet de la Dent-Blanche, in "Tribune de Lausanne", 31/8/1966.

- Un'opera di gherri Moro sulla vetta del Dente Bianco, in "Il Gazzettino", 21/9/1966.

- Questa sera si inaugura la personale di Gherri Moro, in "Il Gazzettino", 15/10/1966.

- Amoureux passionné de l'art, in "Feuille  d'Avis du Valais", 1966.

- Une distinction meritée, in "Feuille d'Avis du Valais", 1966.

- PASCAL THURRE, Gherri-Moro - Fuoil de chasse et spatule, in "Treize Étoiles", 1/1967.

- GÉ, A Uvrier, dramme du rail: 1 mort - Horrible dramme du rail - Le peintre Gherri-Moro trouve la mort - Bruno Gherri-Moro n'est plus, in "Nuovelliste du Rhône", 1/2/1967.

- A Sion, travolto dal treno - Ucciso in auto il pittore Gherri-Moro, in "La Notte", 1/2/1967.

- Le peintre Gherri-Moro tué par le train, in "Münchner Merkur", 1/2/1967.

- Sciagura a Sion in Svizzera, Ucciso dal treno il pittore Gherri-Moro, in "Stampa Sera", 1/2/1967.

- P. ANCHISI, Un peintre Valaisan bien connu tué à un passage à niveau, in "Journal de Genève", 1/2/1967.

- P.TH., Sion: le peintre G.Moro tué dans un accident, in "Gazzette de Lausanne", 1/2/1967.

- In un incidente stradale a Sion - La tragica morte di Bruno Gherri-Moro, in "Il Gazzettino", 2/2/1967.

- Bruno Gherri-Moro travolto in auto da un convoglio a Sion, in "Il Lavoro Nuovo", 2/2/1967.

- Muore in un incidente il pittore Gherri-Moro, in "La Nazione", 2/2/1967.

- Exposition du Groupe Français d'Art International, in "Logique", ?.

- A.M. COMANDUCCI, Dizionario Illustrato dei Pittori..., vol. III, ed. IV, alla voce Gherri Moro Bruno.

- Bruno Gherri Moro, in "Borsa d'Arte", 3/1970.

- Romano Barbaro, Burano 1903 - 1964, Oste della Trattoria Tre Stelle, Milano 1989.

- MARCO GOLDIN, Genio e avventura ovvero Gherri Moro, "La Tribuna di Treviso", 12/4/1990.

- MARCO MONDI, Gherri Moro, in "Abitare la Castellana", Castelfranco Veneto 10/1993.

INDICE

- Bruno Gherri Moro pittore .................................... p. 5

- Note ......................................................... p. 25

- Opere ........................................................ p. 27

- Cenni biografici ............................................. p. 79

- Esposizioni .................................................. p. 83

- Bibliografia consultata ...................................... p. 87

Una mostra a Castelfranco Veneto delle opere pittoriche di Bruno Gherri Moro

    La galleria d'arte Flaviostocco di Castelfranco Veneto, nella sua nuova sede in Borgo Pieve, n. 21, inaugura domani alle ore 18.00 una mostra su Bruno Gherri Moro pittore (aperta fino all'11 febbraio), artista nato in questa città nel 1899 e morto travolto da un treno in un passaggio a livello nei pressi di Sion, in Svizzera, nel 1967. Una mo­stra molto attesa dove vengono esposte una cinquantina di opere, tra dipinti, acquarelli e disegni, le quali ben testimoniano l'attività pittorica di un artista che, seppur apparentemente dimenticato da an­ni, fu sicuramente tra i protagonisti, in ambito locale, di quella a­pertura ad ampio respiro europeo grazie alla quale, al termine della prima guerra mondiale, l'arte italiana affrontò un secondo importante momento di aggiornamento culturale. Gherri Moro, infatti, dopo alcuni anni di attività tra Venezia, Treviso e Vicenza, si trasferì nel 1925 a Parigi, rimanendovi per 15 lunghi anni. Successivamente si stabilì in Svizzera, tornando però, spesso per diversi mesi all'anno, nella natia Castelfranco e nell'amato Veneto. Il lungo soggiorno parigino fu determinante per la sua espressione artistica. Nella capitale france­se, allora vera culla dell'arte mondiale, egli ebbe modo di conoscere, di essere amico, di farsi influenzare e di esporre con molti dei gran­di artisti del nostro secolo: da Utrillo a de Chirico, da Picasso a Severini, da Dufy a de Pisis e a tanti altri. Le opere esposte alla galleria Flaviostocco danno una chiara idea di quanto fu vasta, ampia ed assimilata la cultura figurativa europea di questo artista risco­perto, e allo stesso tempo contribuiscono a gettare un'altro fascio di luce in un periodo artistico che indubbiamente riserva ancora valide sorprese.

Marco Mondi

Bruno Gherri Moro pittore

    Bruno Gherri Moro pittore, è il titolo della mostra che la galle­ria d'arte Flaviostocco di Castelfranco Veneto propone fino all'11 febbraio nella sua nuova sede in Borgo Pieve, 21. La riscoperta di questo artista (Castelfranco Veneto, 1899 - Sion, 1967) è quanto mai significativa per testimoniare ulteriormente, in ambito locale, gli ampi squarci di respiro europeo che molti artisti veneti ebbero nella prima metà del nostro secolo.

    Bruno Gherri Moro, dopo essersi iscritto alla Reale Accademia di Belle Arti di Venezia, frequenta e viene a contatto con quelle che e­rano, alla fine della prima guerra mondiale, alcune tra le voci più moderne dell'arte veneta, provenienti dall'ormai sgretolato universo veneziano dei primi anni di Ca' Pesaro; reduci, i capesarini della "prima generazione", dalle ferventi lotte con la Biennale che, grazie a Vittorio Pica, iniziava finalmente a cambiare. Accanto a Gino Rossi, Nino Springolo e tanti altri, espone alle prime Mostre d'Arte Trevi­giana e contemporaneamente, in altre occasioni, a Venezia e Vicenza. Le opere di questo periodo iniziale lo mostrano ancora legato ad una tradizione figurativa di ascendenza ottocentesca e ciardiana sotto molti aspetti. Il contatto però con i più moderni artisti locali ac­cende per gradi il cromatismo della sua tavolozza, rende la sua pen­nellata più pastosa permettendogli adesso di stendere il colore, anche quando usa la spatola, senza prima mescolarlo, direttamente sulla su­perficie da lavorare. Sicuramente più che nelle tecnica, Gherri Moro in questo momento si stava aggiornando nello spirito. Il ricordo, for­se, del suo primo viaggio a Parigi (la guerra l'aveva portato a com­batte in Francia ed in Belgio, ed in occasione delle feste dell'armi­stizio s'era fermato alcuni mesi a Parigi dove, secondo alcune fonti, ebbe modo di conoscere Amedeo Modigliani), i discorsi con gli amici artisti, il desiderio di rivedere la vera arte moderna là dove nasce­va, lo spinse infatti nel 1925 a partire, in compagnia dell'amico pit­tore Mario Venzo, per la capitale francese.

    A Parigi non tarda a farsi notare e ad instaurare importanti ami­cizie. Già nel 1926 allestisce la sua prima mostra personale alla gal­leria Henri Manuel presentata da Zanmarion, zio di Maurice Utrillo. E se probabilmente fu l'amico Severini ad introdurlo nell'ambiente arti­stico della capitale, è proprio Maurice Utrillo, assieme a Camille Mauclair, ad incoraggiarlo a continuare la carriera d'artista ed allo stesso tempo ad introdurlo nel giro delle gallerie parigine: diverse sono le mostre allestite presso l'Ecale, la Charpentier, la Carmine, la Zivy e altre ancora, le stesse gallerie che ospitavano i più pre­stigiosi maestri del momento, nonché la maggior parte degli artisti i­taliani presenti in città. Gherri Moro, in più, si fa presto una certa fama anche come vera e propria vedette dello spettacolo, cantando, suonando e ballando in tanti locali tra Montmarte e Montparnasse. Di­verse sono le esposizioni personali e collettive alle quali partecipa, e alcune di notevole importanza come le presenze al Salon des Indépen­dants, al Salon d'Automne, alle Mostre degli Artisti Italiani di Pari­gi, all'Esposizione universale del 1937; così come in Italia partecipa alla II Quadriennale romana, alle Biennali veneziane del 1936, del 1938 e del 1948, alla Bevilacqua La Masa, ecc.; ma altre mostre vengo­no allestite a Londra, a Dundee, a Bruxelles, a Zurigo, a Losanna ed in altre città europee. Nel 1937 un suo dipinto vince il premio d'ac­quisto dello stato francese per il Museo Jeu de Paume. Contemporanea­mente i suoi interessi si allargano anche agli allestimenti, alla scultura, alla grafica.

    L'evoluzione della sua poetica sente tutto il fascino del fervore della grande capitale artistica. Sullo stile maturato nel primo perio­do italiano s'innestano sempre più evidenti le lezioni degli impres­sionisti. Da prima, attraverso Utrillo ed il classicismo di Severini, approfondisce le sue conoscenze su Cézanne, imparando da questo gra­dualmente a costruire lo spazio fino a giungere, alla fine degli anni Venti, a quel genere di scomposizione sintetica che egli definiva "cu­bismo". Poi, restando sempre saldamente legato al figurativo e seguen­do l'esempio della pittura impressionista, frequentando de Pisis la sua pennellata si fa marcatamente di tocco e cromaticamente accesa ca­ratterizzando quello stile chiamato, usando una sua parola, "emozioni­smo". Al tempo stesso risente delle più diverse influenze che il co­smopolitismo parigino poteva suggerirgli.

    Alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale, nel 1939, abbandona Parigi e si trasferisce con Elvire Nigg, che nel 1940 diverrà la sua sposa, a Sion in Svizzera. Con l'allontanarsi dalla ca­pitale francese, sicuramente finisce uno dei suoi momenti artistica­mente più vivi. Però, nonostante le partecipazioni a grandi eventi e­spositivi si facciano sempre più rare, esponendo prevalentemente in numerosissime mostre in Svizzera, ma anche in Italia, soprattutto a Venezia, e pure a Castelfranco, Bruno Gherri Moro continua la sua ri­cerca artistica con sorprendente sensibilità lavorando adesso, lontano dallo spregiudicato mondo parigino, sovente con maggior libertà e me­ditazione personale. In Svizzera gli vengono commissionati diversi la­vori scultorei e di decorazione di vetrate tanto che, gradualmente, si vedono filtrare queste esperienze nelle opere pittoriche sulle quali lavora a partire dalla fine degli anni Quaranta. Come venti anni pri­ma, torna a ricercare la forma, a costruire attraverso i volumi, rag­giungendo interessanti risultati che non tardano ad arricchirsi di nuove esperienze e di nuovi studi. Risale infatti a questi anni una rilettura dell'opera di Gino Rossi, carpendo dal grande maestro spunti per una più salda costruzione volumetrica. Contemporaneamente la sua attenzione si rivolge anche alle numerose ricerche spaziali intraprese delle nuove generazioni d'artisti a cui, frequentando Venezia, aveva certamente avuto modo d'interessarsi e, ancora una volta, a maestri parigini quali, ad esempio, Bernad Buffet. Così, tra la fine degli an­ni Cinquanta e la tragica data della sua scomparsa, Gherri Moro col­lauda uno stile figurativo del tutto personale presentandosi, nella ricerca di uno spazio volumetrico, quasi come una sintesi tra la ge­nialità locale e gli influssi acquisiti in ambito europeo.

    Bruno Gherri Moro si propone quindi come un artista che, grazie alle numerosissime esperienze fatte ed assimilate in ambito interna­zionale, ha saputo con la sua arte rendersi partecipe di alcuni tra i più importanti momenti della cultura figurativa del nostro secolo.

Marco Mondi

LA MOSTRA SU BRUNO GHERRI MORO PITTORE

La retrospettiva allestita dal sig. Flavio Stocco nella sua nuova galleria d'arte in Borgo Pieve, a Castelfranco Veneto (aperta sino a sabato 11 febbraio), rappresenta sicuramente un contributo  essenziale per la riscoperta di una personalità artistica da troppo tempo trascu­rata. E, come molte voci sembrano confermare, l'iniziativa di questa esposizione si pone come la spinta necessaria affinché, finalmente, la città di Castelfranco organizzi una grande manifestazione che possa riunire oltre all'attività pittorica, già ben proposta dal sig. Stoc­co, anche quella scultorea e di decorazione; aspetti, questi, per niente secondari della ricca produzione figurativa di Bruno Gherri Mo­ro. Vale la pena di sottolineare come tutto ciò rappresenti un impor­tante punto di contatto e di collaborazione tra iniziativa privata e pubblica: in casi come questo, il privato, infatti, capace generalmen­te di muoversi in tempi veloci, dà il suo fondamentale contributo nel delineare anticipatamente il percorso principale che l'istituzione pubblica, successivamente, svilupperà ed approfondirà in un evento e­spositivo di ampio respiro quale solo la pubblica gestione permette di affrontare. Questa iniziativa, quindi, raggiunge due meritati scopi: l'evento culturale innanzitutto, di grande importanza per la città di Castelfranco e, per la sua storia e la sua arte, certamente uno dei più validi degli ultimi tempi; sollecitare, poi, la Pubblica Ammini­strazione affinché noi si possa ammirare quanto di meglio è uscito dalle mani di questo sorprendente e prolifero artista, nell'occasione "unica" qual'è una grande mostra. Solo così, Bruno Gherri Moro, potrà occupare definitivamente il suo giusto posto nell'ambito artistico lo­cale e, considerata l'apertura internazionale di cui si è mostrato ca­pace, contribuire a ricostruire quel ricco intrecciarsi di legami cul­turali dalle origini e dalle connotazioni diverse che, in particolar modo nella prima metà del nostro secolo, hanno caratterizzato l'intera cultura figurativa moderna.

    Per la cittadinanza infine, è compito doveroso far fronte agli im­pegni presi ormai da molti anni nei confronti del rispetto per la per­sona di Gherri Moro e della volontà degli eredi. Oltre all'allestimen­to della mostra di cui sopra, Castelfranco aveva promesso di esporre le opere eseguite da Gherri Moro e da egli donate al nostro Comune con testamento olografo del 1965, assieme ad altre pervenuteci dopo la sua morte, in una sala pubblica (cosa che in parte fu fatta per alcuni an­ni nelle sale della biblioteca comunale prima degli inizi dei lavori di restauro e che oggi, in vista di una sempre più probabile ri-aper­tura di un museo civico, ben può essere nel museo accolta). Tra le o­pere donate dalla moglie dell'artista vi è anche la bella scultura in gesso raffigurante La giovane madre, databile intorno al 1955-1957, per la quale ci si era impegnati a farne una fusione in bronzo. Lavoro che potrebbe essere fatto in occasione della grande mostra antologica.

    Tra i numerosi meriti dell'iniziativa del sig. Flavio Stocco, può essergli indirettamente ricondotta pure l'opportunità per la nostra città di arricchire la propria collezione grazie ad una nuova donazio­ne di opere di Bruno Gherri Moro. Ci si augura pertanto che venga fat­to quanto più possibile affinché ciò si realizzi.

    Tornando alla retrospettiva della galleria d'arte "Flaviostocco", invitando ancora ad andarla a visitare, essa ha saputo ben presentare, con una cinquantina di lavori, quasi a completo l'intero arco d'atti­vità pittorica di Bruno Gherri Moro. Vi sono esposte opere del periodo giovanile, che lo vedono influenzato dalla cultura di stampo ancora ottocentesco professata dalle cattedre dell'Accademia di Belle Arti di Venezia nei primi decenni del secolo. Assieme a reminiscenze ciardia­ne, nei dipinti di qualche anno successivi, si vede l'attenzione del pittore rivolgersi sempre più verso tendenze artistiche più moderne: i capesarini, da prima, e dal 1925, in un continuo crescendo, la grande pittura internazionale che aveva il suo centro a Parigi, città dove Gherri Moro visse ed operò durante le due guerre. Nei lavori di questo periodo, con grande coerenza evolutiva, si possono ammirare gli inse­gnamenti che gradualmente assimilava direttamente dai grandi maestri del nostro secolo, come da artisti più antichi. L'interesse infatti è ora rivolto a Cézanne e all'Impressionismo che, attraverso le chiavi di lettura suggeritegli principalmente dagli amici Utrillo, Severini e de Pisis, rendono la sua pennellata sempre più di tocco e liricamente poetica. Ma, com'è ovvio, il cosmopolitismo dell'École de Paris lo porta ad assimilare e far suoi anche stilemi figurativi appresi dai tanti artisti che frequentava e con i quali esponeva: Picasso, Matis­se, Dufy, Marquet, de Chirico, per citarne solo alcuni. Nelle opere esposte, datate e databili dopo la seconda guerra mondiale, è possibi­le seguire un'evoluzione che si concentra sempre più verso una costru­zione spaziale a volte rigorosamente schematizzata nelle sue linee e volumi essenziali, mentre il colore tende ad acquisire una pastosità cromatica violenta ed espressiva. Frutto di tutto ciò, furono le medi­tazioni sull'attività figurativa degli anni Quaranta e Cinquanta di maestri come Picasso e Braque, Dubuffet e Vlaminck, ma anche dell'am­biente veneziano di questi stessi anni, che adesso frequenta con rego­larità, e degli oramai riconosciuti geni locali, primo fra tutti Gino Rossi, del quale ne studia la linea compositiva ed il modo di costrui­re lo spazio. Gli ultimi quattro dipinti, in senso cronologico, espo­sti in mostra danno una chiara idea degli alti risultati raggiunti da questo artista che, nei limiti della sua personalità creativa, certo non è assolutamente provinciale, mostrando a contrario un'apertura quasi a trecentosessanta gradi su tanto di più importante è successo in arte, in Europa, in cinquant'anni del nostro secolo, rimanendo in ogni sua opera, tra le tante muse ispiratrici, sempre sé stesso.

    La galleria d'arte "Flaviostocco", continuando ormai da anni la sua interessante attività espositiva, con l'iniziativa su Bruno Gherri Moro vuole essere tra gli artefici della rivalutazione di un artista tutto da riscoprire. Un artista di cui sarà interessante seguirne la graduale riconsiderazione da parte di una critica sempre più vasta: importante a tal proposito, oltre al catalogo di questa mostra, è il lavoro di tesi di laurea che la sig.na Paola Traghetta, di Castelfran­co, sta preparando presso l'Università degli Studi di Venezia. Nel gi­ro di qualche anno, quindi, si spera di vedere la personalità artisti­ca di Bruno Gherri Moro figurare finalmente accanto agli altri artisti che hanno contribuito a far tanto ricca la fucina creativa veneta.

Marco Mondi

 

Tav. 1 - Bruno Gherri Moro, Natura morta con  frutta, mandolino, bot­tiglia e caraffa, datata 1933, olio su tela, cm. 65 x cm. 81.

Tav. 2 - Bruno Gherri Moro, Autoritratto con natura morta, databile attorno al 1935 (?), olio su tela, cm. 81,8 x cm. 60.

Tav. 3 - Bruno Gherri Moro, Natura morta con sullo sfondo il mare, da­tata 1936, olio su tela incollata su faesite, cm. 90 x cm. 73.

Tav. 4 - Bruno Gherri Moro, Natura morta con maschere e violino, data­bile al 1948 - 1949, olio su tela, cm. 60 x cm. 80,5.

Tav. 5 - Bruno Gherri Moro, Villeneuve, datata 1960, olio su tela, cm. 51 x cm. 60,5.

Ancora su BRUNO GHERRI MORO

    Come in più occasioni s'è visto, e come chiaramente traspare an­dando a visitare la retrospettiva alla galleria "Flaviostocco", Bruno Gherri Moro fu un artista estremamente prolifero. La sua attività ab­braccia oltre cinquant'anni di cultura figurativa del nostro secolo ed è ricchissima di esperienze, nazionali ed internazionali. E' ovvio, inoltre, che nella pittura viene a riversarsi quanto aveva fatto ed andava facendo negli altri campi dell'arte: scultura, grafica, decora­zione.

    Considerato tutto ciò, è doveroso tentar di mettere velocemente a fuoco l'analisi di alcuni lavori pittorici che suscitano indubbiamente sorpresa all'interno del suo itinerario creativo più noto e che sono, non a caso, tra le opere meno conosciute: la produzione, se così si può definire, non figurativa o, per lo meno, tendente ad una composi­zione astratta.

    Gherri Moro s'è sempre mostrato artista disposto ad inserirsi in alcune tra le tendenze figurative più avanzate e nuove che veniva in­contrando. Già alla fine degli anni Venti, affronta alcune composizio­ni che egli non esita a chiamare "cubiste". Verso la fine degli anni Quaranta, ed in seguito, anche grazie alle esperienze fatte nelle de­corazioni per vetrate e nei mosaici, ritorna a scomporre e a sintetiz­zare la forma in zone ben precise e schematizzate: La Dent Blanche (Tav. 1), del 1952, è una delle opere più sintomatiche a tal proposi­to. Databili all'incirca a partire dalla fine degli anni Cinquanta, vi sono dei lavori, non numerosi e talvolta caratterizzati dall'impiego di tecniche miste e dall'inserimento di materiali diversi, che sono vere e proprie sperimentazioni capaci di evidenziare, ancora, la sua costante volontà di capire, senza rifiutare, soluzioni figurative che, a quell'epoca, erano profondamente rivoluzionarie.

    Quando nel 1960 esegue la Composizione astratta di cui alla Tav. 2, certo doveva conoscere alcune delle tendenze allora più moderne dell'arte contemporanea. Quest'opera, come altre, non si inserisce in modo estemporaneo all'interno della produzione che andava manifestan­do. Evidenzia, a contrario, un legame evolutivo tra i lavori che na­scevano al seguito de' La Dent Blanche e le sciabolate di colore nero che dalla fine degli anni Cinquanta introduce nella sua pittura figu­rativa. Allo stesso tempo diventa un importante punto di contatto con alcune tendenze artistiche che proprio in questi anni trovarono il lo­ro riconoscimento ufficiale: prime fra tutte, probabilmente, quelle che andavano affermandosi a Venezia. Nel catalogo della mostra di Fla­vio stocco, ad un certo momento accennavo alla nascita, a Venezia, del Fronte Nuovo delle Arti (dal quale scaturirono in seguito il Movimento del Realismo Italiano ed il Gruppo degli Otto astrattisti) assieme al­la presenza di un importante cenacolo internazionale alimentato dalla mecenate Peggy Guggenheim che, nella prestigiosa sede di palazzo Ve­nier dei Leoni sul Canal Grande, andava creando una delle più impor­tanti collezioni d'arte contemporanea del nostro territorio. Ovviamen­te, la maggior attrattiva rimaneva comunque la Biennale. Così, se Pa­rigi per Gherri Moro fu il principale polo di riferimento tra le due guerra, nel secondo dopoguerra Venezia soppiantò, anche se mai comple­tamente, Parigi.

    Tra le tante influenze di artisti attivi a Venezia, o che a Vene­zia esponevano, per opere come quella alla Tav. 2,  non è forse azzar­dato fare riferimento ad Hans Hartung, maestro che può aver attirato l'attenzione di Gherri Moro attraverso il gesto rapido e deciso dei segni neri tracciati come atto d'espressione di un impulso interiore. L'esponente tedesco dell'Astrattismo di tendenza tachiste, poteva es­sergli noto già dai tempi di Parigi. Rimane comunque il fatto che Har­tung, nel 1956, ricevette il premio Guggenheim e, nel 1960, quello della Biennale. L'opera di Gherri Moro, nonostante il gestualismo dei segni, mantiene però evidente l'importanza del colore come effetto cromatico, senza trasformarlo, usandolo come pasta, in materia. Sfio­rando l'Informale, non è casuale se mantiene quindi il colore per il suo significato tradizionale. Nella Composizione astratta (Tav. 5) del 1962, infatti, può essere ancora fatto un fugace riferimento all'In­formale, ma nelle sue connotazione più strettamente legate al Tachisme (dal francese tache, macchia, che, all'interno dell'Informale, rifiuta la forma prevalentemente attraverso il colore): considerata l'impor­tanza dell'Impressionismo per la sua poetica, il Tachisme, riallac­ciandosi proprio all'Impressionismo, per la valenza data al colore co­me macchia (da cui, talora, il nome di <<Impressionismo astratto>>), doveva sicuramente essergli più consono.

    Lontano dall'Informale, e più vicino semmai all'Orfismo (termine coniato dal poeta Apollinaire per definire la pittura di Robert Delau­nay nella reazione al Cubismo per mezzo della rivalutazione dell'"im­pressione"), specie per il suo processo di semplificazione mirante a far assimilare i volumi da parte della luce-colore, nella Composizione (Tav. 4), databile ai primi anni Sessanta, Bruno Gherri Moro ritorna alla forma per mezzo dello studio della luce nel suo valore cromatico. E' un'opera "figurativa", se pur astratta, che rimanda, sotto taluni aspetti, alla ricerca di una certa situazione spaziale data attraverso la percezione cromatica, alludendo, forse, a certe opere dell'america­no Kenneth Noland, ma anche Virgilio Guidi e Bruno Saetti.

    La Composizione (Tav. 3), del 1960, a tecnica mista con l'inseri­mento di oggetti e materie di varia natura, sottolinea ancor più la sua volontà di sperimentare. Qui si possono fare riferimenti in qual­che modo al surrealismo di una artista come Juan Mirò, agli archetipi delle immagini fantastiche di Osvaldo Licini e, spingendosi più in là, ancora a certi aspetti dell'informale nell'impiego di materie diverse, o, addirittura, a riferimenti alla Pop Art, quando vengono inseriti oggetti decontestualizzandoli. A riprova, comunque, del legame di que­sti lavori con quelli più conosciuti, quest'opera, inglobando brani di realtà ed interventi denigratori (le impronte dello scarpone), nel suo aspetto "surreale" riconduce a quella riprodotta a Tav. 6, dove colore e forma, in un intrecciarsi di sciabolate nere in una composizione a­stratta, tornano capaci di accogliere immagini figurative più tradi­zionali: il volto e l'impronta delle mani ridisegnata dal colore.

    Il legame più diretto tra questo genere di opere ed i suoi ultimi lavori figurativi di ricerca spaziale, influenzati anche da Bernard Buffet, è ben chiarito dal dipinto Usine (Tav. 7), del 1963. In esso lo spazio è scomposto e rigenerato attraverso il colore, che dà pro­fondità, e la forma degli oggetti rappresentati, che prendono signifi­cato e valore spaziale attraverso il segno, violento e gestuale, com'è, appunto, quello nei tanti paesaggi, nelle tante figure, nature morte, interni, degli anni Sessanta.

Marco Mondi

Tav. 1 - Bruno Gherri Moro, La Dent Blanche, 1952.

Tav. 2 - Bruno Gherri Moro, Composizione astratta, 1960.

Tav. 3 - Bruno Gherri Moro, Composizione, 1960.

Tav. 4 - Bruno Gherri Moro, Composizione, anni Sessanta.

Tav. 5 - Bruno Gherri Moro, Composizione astratta, 1962.

Tav. 6 - Bruno Gherri Moro, Composizione, anni Sessanta.

Tav. 7 - Bruno Gherri Moro, Usine, 1963.

A proposito dell'eclettismo di BRUNO GHERRI MORO

    In questi ultimi mesi, in occasione della preparazione del catalogo per la mostra su Bruno Gherri Moro pittore che la galleria d'arte Flaviostocco allestisce in questi giorni, ho avuto modo di approfondi­re ulteriormente le mie conoscenze sull'attività figurativa di questo singolare artista nato a Castelfranco. Dopo un iniziale entusiasmo, devo ammettere, quando per la prima volta ho con attenzione studiato la sua ricca produzione artistica al fine di compilare una breve rela­zione pubblicata un anno fa su questa stessa rivista, ho in seguito drasticamente ridimensionato con me stesso le doti creative di questo personaggio tanto spiritoso e pieno di brio nel carattere quanto va­riegato e poliedrico nel lavoro. Perché? Sostanzialmente per il suo eclettismo, in quanto la qualità delle sue opere è in ultima analisi discontinua al pari di tanti altri artisti ben più famosi e celebrati. Gherri Moro è indubbiamente un artista eclettico. Eclettico per quel suo continuo rifarsi a stilemi figurativi di artisti diversi e di di­verse tendenze artistiche, carpendo a volte qua a volte là lo spunto da poi sviluppare nelle sue opere. Ho sempre detto infatti, ed è vero, niente di più facile in Gherri Moro che individuarne le fonti: l'acca­demia di tradizione ottocentesca nei primi lavori, l'ambiente capesa­rino e trevigiano prima del '25, Utrillo, Cézanne, Manet, Severini, de Pisis, Modigliani, l'Impressionismo, i Fauves, il Cubismo, il Ritorno all'ordine ecc. ecc. nonché le mille sfaccettature dell'École de Paris durante la sua lunga permanenza a Parigi, ancora de Pisis, Severini, Braque, Gris, Dubuffet, Gino Rossi, Vlaminck, Buffet, ecc. ecc. negli anni successivi. E mi son perso tra tante citazioni, tra tanti riferi­menti, tra tanti modi di fare, tra tanti qui si vede Ca' Pesaro, qui Utrillo, qui Marquet, qui Modigliani, qui uno, qui l'altro ecc. ecc., e così alla fine mi son chiesto: e Gherri Moro dov'é? S'è perso anche lui all'ombra delle fanciulle in fiore! E qui, devo ammettere, mi son sbagliato.

    In questi ultimi mesi ho visto e rivisto centinaia e centinaia di suoi dipinti, acquerelli, disegni, sculture, vetrate, bozzetti, studi ed altro ancora, e finalmente, quasi all'improvviso, mi son reso conto di non aver mai letto nel giusto modo le sue fatiche artistiche. Perché? Innanzi tutto perché in tutte le sue opere c'è una grande coe­renza, anche tra le più diverse. Poi perché la personalità di Gherri Moro, all'interno delle citazioni, all'interno dei riferimenti, emerge ovunque ed è sempre ben riconoscibile. Davanti ad un suo quadro infat­ti, si può dire c'è questo e c'è quello, sì, ma nonostante tutto, bi­sogna concludere che si vede essere è un quadro di Gherri Moro. Sono allora rimasto addirittura sorpreso di come questo personaggio di Ca­stelfranco abbia saputo mantenere una propria integrità artistica e al tempo stesso abbia percorso, ed è il caso di dire in lungo ed in lar­go, cinquant'anni di vita artistica del nostro secolo. Gherri Moro ha vissuto l'arte del suo tempo. Non sarà stato un grande maestro, e cer­to ha eseguito opere a volte valide, altre volte alquanto discutibili, ma è saputo passare attraverso le avanguardie, attraverso più movimen­ti artistici tra le due guerre, attraverso gli anni Quaranta, Cinquan­ta, Sessanta, e rimanere sostanzialmente sempre sé stesso. Ha saputo esser parte della storia dell'arte che ha incontrato, senza mai tirar­si indietro, senza mai intimidirsi, sempre cosciente che l'arte è un fenomeno attivo, in continua evoluzione, mai  un qualcosa di statico, stagnante, stantio. Che l'arte non è un fenomeno che ha  barriere na­zionali, regionali, provinciali, bensì è un divenire continuo che si esprime in un linguaggio che va al di là di tutto questo e che è de­stinato, inevitabilmente, ad aggiornarsi senza tregua: egli ha saputo essere, insomma, grazie al suo eclettismo, nonostante i suoi limiti e magari con un tantino di romanticismo, in ogni caso un artista del proprio tempo e a passo con i tempi.

 

Fig. 1 - Bruno Gherri Moro a Parigi in una esibizione da vedette.

Fig. 2 - Bruno Gherri Moro, La famiglia del pittore, 1929, tecnica mi­sta su carta.

Fig. 3 - Bruno Gherri Moro, Compisition, 1937, olio su tela, Parigi, Musée de Jeu de Paume.

Fig. 4 - Bruno Gherri Moro, Le bagnanti, 1945, olio su carta.

 

BRUNO GHERRI MORO

    Bruno Gherri Moro, nato a Castelfranco Veneto nel 1899, è stato un artista che si è saputo rendere testimone di cinquant'anni, vivendoli, di cultura figurativa non solo veneta od italiana, ma europea. In­scrittosi giovanissimo all'Accademia di Belle Arti di Venezia, abban­dona gli studi a causa dello scoppio della prima guerra mondiale e va a combattere prima in Francia e poi in Belgio. Per le feste dell'armi­stizio, ad ostilità finite, è a Parigi dove, tra Montmartre e Montpar­nasse, incontra la vera arte moderna. Quando poco dopo rientra in Ita­lia, la sua visione artistica doveva essere ben in linea con le voci più aggiornate dello sgretolato universo veneziano, del quale viene a far parte esponendo in più occasioni tra la città lagunare e Treviso. Nel 1925, in compagnia dell'amico pittore Mario Venzo, non resiste al­la tentazione di tornare a Parigi. Quello di Gherri Moro non è un viaggio ma un lungo soggiorno che si protrae 15 anni durante i quali, gradualmente, s'inserisce e si fa apprezzare dall'entourage artistico della grande metropoli. Dalla prima mostra personale, nel 1926 alla galleria Henri Manuel, incoraggiata niente meno che da Maurice Utril­lo, alle successive partecipazioni ai Salons des Indépendants e d'Au­tomne e a numerose presenze ad importanti collettive, come quella del 1937 che gli valse il premio d'acquisto dello stato francese per il museo Jeu de Paume, il suo nome figura affianco a gran parte dei più noti maestri dell'arte internazionale, alcuni dei quali divengono suoi amici. La sua arte, immancabilmente, segue le sorti dei grandi muta­menti artistici che Parigi offriva: lo studio dell'Impressionismo, di Cézanne, le influenze del Cubismo, del Ritorno all'ordine e di gran parte di ciò che l'École de Paris proponeva. Conosciuta la signorina Elvira Nigg, sua futura sposa, nel 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale, si trasferisce a vivere a Sion nel Vallese, tornando a lavorare con regolarità e frequenza nella natia Castelfranco e nella vicina Venezia, dove espone più volte, a cominciare dalla Biennale del 1936. Tanto in Italia quanto in Svizzera tiene numerose mostre perso­nali e riceve importanti commissioni pubbliche, come la decorazione delle vetrate della chiesa di Notre-Dame di Ginevra, lasciate incom­piute da Maurice Denis. Tra molteplici onorificenze e riconoscimenti, la sua arte continua ad aggiornarsi alle evoluzioni figurative del do­poguerra. La pennellata dal tocco lirico e sensorio diventa gradual­mente, tra la fine degli anni '40 e gli inizi degli anni '50, espres­siva e schematica, per divenire sovente più violenta e sempre più co­struttiva, sino agli ultimi lavori, nei quali la ricerca spaziale è perseguita con notevole efficacia. Il 1 febbraio 1967, alla guida del­la sua automobile, pochi attimi di disattenzione gli furono fatali, stroncando così una carriera artistica che, attraverso Parigi, ha con­tribuito a divulgare, tra Svizzera ed Italia, un linguaggio ed uno spirito figurativo decisamente internazionale.

                                                           Marco Mondi

                                              

 

    Singolare artista dal sorprendente respiro europeo, sotto molti a­spetti ancora tutto da scoprire, Bruno Gherri Moro si espresse princi­palmente attraverso la pittura, ed importanti furono per lui i contatti col mondo veneziano e con il grandioso universo figurativo parigino. Nella Ville Lumière infatti, come pittore, ottenne i suoi primi veri successi; e pittore continuò ad essere fino agli ultimi anni della sua vita, quando, tra Svizzera ed Italia, seppe farsi testimone di un lin­guaggio figurativo internazionale. Ciononostante, i suoi interessi spa­ziarono spesso con impegno in altri campi dell'arte. La scultura, in mo­do particolare, gli fu congeniale. Praticata sin dai primi anni Trenta, dal secondo dopoguerra vi si dedicò con entusiasmo e successo parteci­pando a mostre e ricevendo commissioni pubbliche di rilievo. Alcune ope­re lo mostrano vicino ad Arturo Martini, là dove nei bronzi e nei boz­zetti la ricerca plastica converge verso una forma di classicismo atto a focalizzare le capacità luministiche della materia; in altre opere la sua esperienza cosmopolita lo fece sensibile ad artisti quali Brancusi, Arp o Moore, come si riscontra ne' La giovane madre del 1955-57 ca. La scultura primitiva negra ispirò altri lavori, tra i quali si ricordano le Canefore degli anni Cinquanta con la loro ieratica staticità dal sa­pore rigorosamente sobrio.

    Le esperienze fatte nelle decorazione eseguite per diversi edifici di Parigi, nei lavori a mosaico, e soprattutto nelle vetrate per le chiese svizzere, furono fondamentali per l'evoluzione della sua arte, anche pittorica, verso la fine degli anni Quaranta. Il rapporto tra que­ste opere di decorazione e la sua pittura è facilmente intuibile attra­verso la lettura dei disegni, nei quali si riscontra, tra l'altro, una notevole capacità grafica, talvolta qualitativamente superiore alla stessa pittura. Come sintesi tra pittura e disegno, sovente si pone da un lato l'acquerello, al quale l'artista si dedicò con assiduità e gran­de abilità, dall'altro l'incisione, specie quando, per mezzo del segno e delle variazioni delle tonalità monocrome, è perseguito un effetto colo­ristico. Una personalità estrosa e piena di brio quale fu la sua, non poté non amare la musica, genere artistico praticato con diletto ma sen­za continuità, che pur tuttavia lo impegnò varie volte in pubbliche esi­bizioni.

 

 

PER RICORDARE BRUNO GHERRI MORO A TRENT'ANNI DALLA SUA MORTE

  Tren'anni fa, a seguito di un tragico incidente ferroviario, Bruno Gherri Moro perdeva la vita travolto con la sua autovettura dal diret­to Milano-Ginevra al passaggio a livello di Roseaux. Erano, all'incir­ca, le 18.45 del 1 febbraio 1967.

  Nato nel 1899, dopo qualche anno di attività pittorica legata al mondo artistico veneziano e trevigiano, trascorse un lungo periodo a Parigi: dal 1925 al 1939. Alla vigilia dello scoppio della seconda grande guerra si trasferì nel Vallese in Svizzera, terra natia della moglie, tornando da quel momento periodicamente e regolarmente nella sua Castelfranco, dove aprì anche uno studio.

  Nell'ottobre del 1966, al Salone del Mobile Mazzocato di Montebellu­na, espose per l'ultima volta in vita in una località vicina alla sua città. Da allora son dovuti passare molti anni, quasi tre decenni, perché un gruppo di suoi lavori potesse essere visto a Castelfranco. Difficoltà finanziarie e burocratiche hanno, a quanto pare, sempre im­pedito l'allestimento di una sua mostra postuma, alla realizzazione della quale il Comune s'era più volte impegnato. Solo all'iniziativa privata, per il momento, se si toglie l'attenzione posta al pittore da Marco Goldin in occasione della mostra Pittura a Treviso tra le due guerre, va il merito di avere rispolverato negli ultimi anni l'atti­vità artistica di Bruno Gherri Moro: diversi articoli in riviste loca­li, la mostra alla Galleria d'Arte Flaviostocco nel gennaio-febbraio 1995 ed il buon lavoro di tesi della dottoressa Paola Targhetta. Lo scadere dei trent'anni dalla morte poteva essere un pretesto per dar luogo, su iniziativa del Comune, a un qualche studio sull'artista o magari, finalmente, ad una mostra. Mostra che molti si aspettano alme­no per il 1999, nell'occasione dei cento anni dalla nascita.

  Nella ricorrenza dei trent'anni dalla morte si vuole qui ricordare Bruno Gherri Moro con una breve, ma si spera abbastanza esauriente da stimolare ulteriori studi, disamina avente come oggetto il recepimento di uno stimolo figurativo che sta all'origine di un gruppo di opere tra le più significative dell'intera attività dell'artista: l'ammira­zione per la pittura di Filippo De Pisis.

  Sui rapporti tra Gherri Moro e De Pisis si sa poco. La principale fonte è proprio parte della pittura che Gherri Moro creò tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta. Poco alla fin fine si sa dei lunghi anni trascorsi a Parigi, durante i quali il nostro ebbe sicuramente più volte occasione di avvicinare il pittore ferrarese. Al contrario ben più approfondite sono le conoscenze del periodo parigino di De Pisis, testimoniato per alto, e talvolta piuttosto dettagliatamente, dallo stesso artista (che rinunciò mai a considerarsi poeta-scrittore) con opere, ad esempio, come quella sorta di romanzo autobiografico quale è Il marchesino pittore o con le numerosissime lettere all'amico Giovan­ni Comisso, nonché dalle altrettanto numerose lettere e scritti che lo scrittore trevigiano dedicò al pittore, compresa la testimonianza al­quanto romanzata del Mio sodalizio con De Pisis. Dall'altro lato gli studi su uno degli artisti italiani più importanti del nostro secolo hanno con grande acume chiarito ogni aspetto della geniale personalità di Filippo De Pisis. Un dipinto di De Pisis (fig. 1), che fa parte del lascito Gherri Moro del 1967 a favore del Comune di Castelfranco e og­gi in deposito presso i magazzini della Casa del Giorgione, donato dallo stesso autore in occasione di una visita del nostro allo studio di San Barnaba (in quell'occasione Gherri Moro non vi andò da solo es­sendovi stato introdotto, a quanto pare, grazie all'intervento di un'interposta persona), rimane una delle testimonianze certe dell'in­contro tra i due. Questo dipinto reca sul verso, tra le altre scritte, le seguenti parole autografe di De Pisis: Al caro/ Gherri Moro/ Ricor­do di S. B./ Pisis. Le esposizioni, in fine, alle quali i due artisti hanno partecipato a Parigi ed in altre città ci aiutano indirettamente a meglio comprendere eventuali altri momenti di contatto.

  Quando nel 1925, assieme a Mario Venzo, Bruno Gherri Moro giunse a Parigi, il suo modo di dipingere sembra oscillare tra un gusto ormai manierato dall'Accademia veneziana stessa al seguito delle grandi per­sonalità locali di fine Ottocento e gli aggiornamenti, spesso di alta qualità, dei giovani artisti legati a Ca' Pesaro (trevigiani in modo particolare). La sua pittura a Parigi, in ogni caso, a qualcuno dovet­te piacere se già l'anno seguente la Galleria Henri Manuel di Montmar­tre gli dedicò una mostra personale presentata da Zanmarion, zio di Maurice Utrillo (e, a pensarci bene, non era poi una cosa da poco se si considera infatti, com'è stato calcolato, che intorno al 1929 a Pa­rigi si trovavano almeno trentamila pittori). Il veloce inserimento nel mondo artistico della grande capitale porta a credere che egli ab­bia avuto la fortuna, probabilmente prima ancora di Utrillo, di avvi­cinare qualcuno che in città era un punto di riferimento per gli ita­liani: e verrebbe da pensare a Gino Severini (che in seguito ben cono­scerà) oppure al pittore e critico Umberto Brunelleschi. E' da notare, in ogni caso, che la pittura di Gherri Moro in questi anni mostra non pochi riferimenti ad una certa forma di Ritorno all'ordine riscontra­bile, appunto, pure in Severini.

  Anche De Pisis arrivò a Parigi nel 1925. A tale data era ormai da qualche anno grande amico di Comisso, conosciuto a Roma, e già s'era fatto un'idea dei lavori di alcuni artisti trevigiani. Tuttavia credo sia da esclusivi soggetti paesaggistici, sulla base delle esperienze veneziane, anche nei primi anni Trenta, mostra evolversi seguendo principalmente le suggestioni di Maurice U­trillo, attraverso il quale si accosta ai suggerimenti attinti dall'Impressionismo, nelle composizioni con figure e nelle nature mor­te la costruzione e la ricerca dei valori plastici sembrano inclinarsi maggiormente verso un rigore espressivo caro al Ritorno all'ordine e comune a tanti altri artisti italiani in questo momento: appare, in­fatti, particolarmente vicino a Gino Severini, ad esempio, o Mario Tozzi, non trascurando di far aleggiare nelle sue opere talvolta una atmosfera vagamente metafisica che gli veniva sicuramente dalla visio­ne diretta dei dipinti di Giorgio De Chirico. E' sulla base queste ri­cerche che nella sua pittura, verso la metà del quarto decennio, Gher­ri Moro innesta gradualmente, ma in maniera sempre più marcata, i sug­gerimenti colti dalle composizioni di Filippo De in città, tra i qua­li, ovviamente, anche De Pisis; nonché un più o meno simile percorso di mostre europee che lo portò ad esporre dalla Gran Bretagna ai Paesi Bassi, dalla Svizzera ad alcune delle più importanti manifestazioni italiane dell'epoca. A Bruno Gherri Moro, quindi, negli anni Trenta, non mancarono certo le occasioni per ammirare con il dovuto interesse le opere d'arte che di anno in anno Filippo De Pisis andava creando.

  Se il modo di dipingere di Gherri Moro nei soggetti paesaggistici, sulla base delle esperienze veneziane, anche nei primi anni Trenta, mostra evolversi seguendo principalmente le suggestioni di Maurice U­trillo, attraverso il quale si accosta ai suggerimenti attinti dall'Impressionismo, nelle composizioni con figure e nelle nature mor­te la costruzione e la ricerca dei valori plastici sembrano inclinarsi maggiormente verso un rigore espressivo caro al Ritorno all'ordine e comune a tanti altri artisti italiani in questo momento: appare, in­fatti, particolarmente vicino a Gino Severini, ad esempio, o Mario Tozzi, non trascurando di far aleggiare nelle sue opere talvolta una atmosfera vagamente metafisica che gli veniva sicuramente dalla visio­ne diretta dei dipinti di Giorgio De Chirico. E' sulla base queste ri­cerche che nella sua pittura, verso la metà del quarto decennio, Gher­ri Moro innesta gradualmente, ma in maniera sempre più marcata, i sug­gerimenti colti dalle composizioni di Filippo De Pisis (fig. 3). Ed è probabilmente proprio grazie a De Pisis che il nostro meglio riesce a comprendere la grande lezione dei pittori dell'Impressionismo.

  Per un pittore di origine veneta come Gherri Moro non fu certo ca­suale che la sua attenzione si venisse a posare su uno degli artisti che a Parigi ricercava una sintesi tra la tradizione luministica del colore veneziano, erede come De Pisis in un certo senso era di un Guardi e di un Tiepolo (Bona De Pisis), e la descrizione di una sensa­zione pittorica che gli giungeva dalle più avanzate innovazioni dell'arte moderna. Gherri Moro nei dipinti del ferrarese poteva co­gliere d'un colpo la tradizione veneta e l'impressionismo francese, una tal forma d'espressionismo nel perseguimento quasi frenetico della sensazione possessiva dello stimolo visivo e la magia talvolta metafi­sica del ricreare il bello. Verso la metà degli anni Trenta la costru­zione, il colore, il tocco del pennello sulla tela divennero in Gherri Moro sempre più lirici e vibranti. Alcune nature morte, alcuni ritrat­ti, alcune vedute, alcuni paesaggi sembrano usciti decisi dalla fresca ammirazione che la visione diretta delle opere di De Pisis dovette su­scitare nel suo animo di pittore attento a quanto di più interessante gli accadeva attorno. Molti dipinti di Gherri Moro in questi anni non sono semplici imitazioni di un modo di dipingere superficialmente fa­cile quale può sembrare quello di De Pisis. Lo testimonia l'evoluzione di una parte della sua pittura alla soglia degli anni Quaranta, quando l'ineluttabile corso degli eventi portò tanto De Pisis quanto Gherri Moro lontano da Parigi. Il nostro si mostrò allora capace gestore di una felice disinvoltura nel cogliere, oramai con connotazioni pittori­che proprie che egli stesso non tarderà a definirle "emozionismo", i nuovi scenari che venne ad incontrare: si pensi solo alle gustose e colorate "scenette" di festosa quotidianità colte sui pendii delle montagne svizzere o ad alcune vedute veneziane che sono sicuramente da considerarsi tra le sue opere più notevoli (fig. 4). Contemporaneamen­te, cosciente del rischio di cadere in un manierismo depisissiano, Gherri Moro, sempre pronto a recepire ogni nuovo stimolo, affrontò ri­cerche che si spinsero contemporaneamente in direzioni diverse, solo apparentemente contraddittorie. Assieme a De Pisis e alle mai più di­menticate esperienze parigine, Severini, ad esempio, tornò ad essere un suo grande punto di riferimento; ma i nuovi stimoli gli giunsero, con il suo rientro periodico e regolare a Castelfranco, soprattutto, ancora una volta, dal mondo artistico che allora gravitava attorno a Venezia.

                                                           Marco Mondi

Fig. 1 - FILIPPO DE PISIS, Figure Maschili, 1947, olio su tavola, Castelfranco Veneto, Casa del Giorgione (deposito).

Fig. 2 - BRUNO GHERRI MORO, Composition, 1937,  olio su tela, Parigi, Musée de Jeu De Paume.

Fig. 3 - FILIPPO DE PISIS, Natura morta marina con aragosta, 1926, o­lio su tela, già mercato antiquario.

Fig. 4 - BRUNO GHERRI MORO, Piazza San Marco - Venezia, 1947, olio su tela, collezione privata.

 

 

Bruno Gherri Moro (Castelfranco Veneto, 1899 - Sion, 1967)

42. Ritratto di donna, 1932. Olio su tela; 46 x 38 cm (Schedatura 1990 n. 24/OA)

43. Ritratto di Angela Gherri Moro, 1936. Olio su tela; 46 x 38 cm (Schedatura 1990 n. 18/OA)

44. Autoritratto, 1943. Olio su tela; 61 x 45,7 cm (Schedatura 1990 n. 21/OA)

Bruno Gherri Moro (Castelfranco Veneto, 1899 - Sion, 1967)

71. Allegoria della città di Castelfranco, 1959. Cemento; 160 x 100 x 25 cm. ca.

(Non è stato possibile rinvenire alcuna numerazione d'inventario)

Bruno Gherri Moro (Castelfranco Veneto, 1899 - Sion, 1967)

72. Cavallo. Bronzo (???????????????????); ... x ... X ... cm ca. (::::::::::::::::::::::::::::::)

Bruno Gherri Moro (Castelfranco Veneto, 1899 - Sion, 1967)

173. Veduta di Castelfranco con la torre dei "morti". Acquerello su carta; 335 x 245 mm ca.

(Inventario provvisorio Museo n. 11)

173. Bruno Gherri Moro, Autoritratto, 1949; olio su tela; 115 x 80 cm.

174. Bruno Gherri Moro, Paesaggio agreste veneto, 1948; olio su tela; 55 x 46 cm.

175. Bruno Gherri Moro, La chiesa di San Moisè a Venezia, 1957; olio su tela; 80 x 60 cm.

176. Bruno Gherri Moro, San Francesco d'Assisi, 1933 ca.; terracotta verniciata; 32,1 x 15 x 12,5 cm ca.

177. Bruno Gherri Moro, Maternità, 1950; gesso; 75 x 33 x 23 cm ca.

178. Bruno Gherri Moro, Crocifissione, 1959 ca.; tecnica mista e mo­saico vitreo; 152 x 94,5 cm.

179. Bruno Gherri Moro, Battesimo di Cristo, 1963; fusione in zinco; 38,5 x 32,5 x 4,5 cm ca.

180. Bruno Gherri Moro, Due cavalli, 1966; bronzo; 29 x 32,5 x 12 cm ca.

Scheda numero:

Genere: dipinti.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (1899 - 1967), firmato sul verso.

Soggetto: Ritratto di Angela Gherri Moro.

Epoca: datato sul verso: 1936. Materia: olio su tela. Misure: cm. 46 x cm. 38.

Iscrizioni: sul recto, in basso a sinistra,  a  pennello, in corsivo, scritta coperta dalla cornice; sul verso, in corsivo, a carboncino: Ritratto / signora Angela / Gherri Moro / eseguito nel 1936 / B. Gherri Moro.

Stato di conservazione: discreto. Esposizioni: Pittura a Treviso tra le due guerra, Treviso, 1990.

Bibliografia: Pittura a Treviso tra le due guerra,  catalogo a cura di MARCO GOLDINI, Treviso, 1990, pp. 196, 287.

Provenienza:

Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV), deposito in Casa di Giorgione. (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: compilatore della scheda in Bibl. Com.: L. Camberlengo / 1990.

Dati scheda: tipo: OA  -  n. cat.: 18. Cod. univ. reg.: 05  -  Ente sched.: R 05. Inv. n. Bibl. Com.:

Descrizione storico-critica:

Genere: dipinti.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (1899 - 1967), firmato in basso a destra.

Soggetto: Autoritratto.

Epoca: datato in basso a destra: 1943. Materia: olio su tela. Misure: cm. 61 x cm. 45,7.

Iscrizioni: sul recto, in basso a destra, a pennello, in corsivo: Bruno Gherri Moro / A. 1943. Sul verso,  sulla tela: timbro del LANIFICIO E CANAPIFICIO NAZIONALE - MILANO; su di una etichetta cartacea: 236 / GHERRI-MORO BRUNO".

Stato di conservazione: buono. Esposizioni: Bibliografia: Provenienza: legato Bruno Gherri Moro, 1967.

Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV), deposito in Casa di Giorgione. (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: compilatore della scheda in Bibl. Com.: L. Camberlengo / 1990.

Dati scheda: tipo: OA  -  n. cat.: 21. Cod. univ. reg.: 05  -  Ente sched.: R 05. Inv. n. Bibl. Com.:

Descrizione storico-critica:

Genere: dipinti.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (1899 - 1967), firmato in basso a destra.

Soggetto: Ritratto di donna.

Epoca: datato in basso a destra: 1932. Materia: olio su tela. Misure: cm. 46 x cm. 38.

Iscrizioni: sul recto, in basso a destra, a pennello, in corsivo: Gherri Moro. Sul verso, sulla cornice, in corsivo: in alto, Bruno Gherri Moro 1932 Paris; in basso a destra, tim­bro del Comune di Castelfranco Veneto. Stato di conservazione: buono. Esposizioni: Bibliografia:

Provenienza: Biblioteca Comunale, Castelfranco Veneto (donazione Elvi­ra Gherri Moro).

Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV), deposito in Casa di Giorgione. (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: compilatore della scheda in Bibl. Com.: L. Camberlengo / 1990.

Dati scheda: tipo: OA  -  n. cat.: 24. Cod. univ. reg.: 05  -  Ente sched.: R 05. Inv. n. Bibl. Com.: 1969 575 / inv. 8827. Descrizione storico-critica:

Genere: sculture.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (1899 - 1967), firmata sulla base.

Soggetto: San Francesco.

Epoca: datato (?) sotto la base: 1933. Materia: terracotta. Misure: alt. cm. 32,5 x larg. cm. 14,5.

Iscrizioni: sulla base, ad incisione, in corsivo: Gherri Moro / S. Francesco; e a matita sotto alla base: ...1933. Stato di conservazione: discreto; presenta piccole lacune alla mano destra. Esposizioni: Bibliografia: Provenienza: Biblioteca Comunale, Castelfranco Veneto.

Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV), deposito in Casa di Giorgione. (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: compilatore della scheda in Bibl. Com.: L. Camberlengo / 1990.

Dati scheda: tipo: OA  -  n. cat.: 71. Cod. univ. reg.: 05  -  Ente sched.: R 05. Inv. n. Bibl. Com.: 724.

Genere: sculture.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (Castelfranco Veneto, 1899 - 1967).

Soggetto: Figura di donna coronata.

Epoca: 1959. Materia: cemento. Misure: alt. cm. 160. Iscrizioni: Stato di conservazione: buono.

Esposizioni: Bibliografia: Provenienza: Biblioteca Comunale, Castelfranco Veneto (?).

Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV), Municipio, Corridoio Anagrafe (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: Dati scheda: compilatore: tipo:     -  n. cat.: Cod. univ. reg.:     -  Ente sched.: Inv. n. Bibl. Com.: Descrizione storico-critica:

Genere: sculture.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (Castelfranco Veneto, 1899 - 1967).

Soggetto: Due cavalli. Epoca: Materia: bronzo (?). Misure: Iscrizioni: Stato di conservazione: buono.

Esposizioni: Bibliografia: Provenienza: Biblioteca Comunale, Castelfranco Veneto (?).

Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV), deposito in Casa di Giorgione. (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: Dati scheda: compilatore:

Genere: sculture.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (Castelfranco Veneto, 1899 - 1967).

Soggetto: Battesimo di Cristo.

Epoca: Materia: bronzo (?). Misure: Iscrizioni: Stato di conservazione: buono.

Esposizioni: Bibliografia: Provenienza: Biblioteca Comunale, Castelfranco Veneto (?).

Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV), deposito in Casa di Giorgione. (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: Dati scheda: compilatore:

Genere: sculture.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (Castelfranco Veneto, 1899 - 1967).

Soggetto: Crocifissione.

Epoca: Materia: tecnica mista. Misure: Iscrizioni: Stato di conservazione: buono.

Esposizioni: Bibliografia: Provenienza: Biblioteca Comunale, Castelfranco Veneto (?).

Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV), Biblioteca Comunale, atrio. (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: Dati scheda: compilatore:

Genere: dipinti.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (Castelfranco Veneto, 1899 - 1967), firmata in basso a destra.

Soggetto: Autoritratto.

Epoca: 1949, datata in basso a destra. Materia: tempera su tela (olio su tela). Misure: cm. 113 x cm. 80 (cm. 116 x cm. 81). Iscrizioni: sul recto, in basso a destra, in corsivo: Gherri Moro S.C. 1949.

Stato di conservazione: buono. Esposizioni: Bibliografia:

Provenienza: Biblioteca Comunale, Castelfranco Veneto (?). Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV), deposito in Casa di Giorgione (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: donazione Elvira Gherri Moro. Dati scheda: compilatore: Giacinto Cecchetto, 12 luglio 1988. tipo:     -  n. cat.: Cod. univ. reg.:     -  Ente sched.: Inv. n. Bibl. Com.: non invent. (inv. provv. Museo: 3).

Genere: dipinti.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (Castelfranco Veneto, 1899 - 1967), firmata in basso a destra.

Soggetto: Paesaggio agreste veneto.

Epoca: 1948, datata sul verso. Materia: olio su tela. Misure: cm. 53 x cm. 43 (cm. 46,5 x cm. 55).

Iscrizioni: sul recto, in basso a destra, in corsivo: Gherri Moro. Sul verso, sulla tela, a matita: Gherri Moro - Castelfranco Veneto (Treviso) 1948. Sul verso, sul telaio, a matita:  Parigi 63 Rue Daguerre - Sion (Svizzera) Valois. Sul verso della cornice, su di una etichetta cartacea: Premio Nazio­nale di Pittura e Scultura "Cittaà di Milano" 1948 - Se­greteria del Premio - Via Manzoni 16 - Milano - Nome del­l'autore: Gherri Moro Bruno - Indirizzo: Castelfranco Ve­neto (Treviso) - Titolo dell'opera: Paesaggio agreste ve­neto.

Stato di conservazione: buono (discreto). Esposizioni: Milano, Premio Nazionale di Pittura e Scultura, 1948. Bibliografia: Provenienza: Biblioteca Comunale, Castelfranco Veneto (?).

Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV), deposito in Casa di Giorgione. (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: donazione Elvira Gherri Moro. Dati scheda: compilatore: Giacinto Cecchetto, 12 luglio 1988. tipo:     -  n. cat.: Cod. univ. reg.:     -  Ente sched.: Inv. n. Bibl. Com.: inv. 1969 n.300, n. 113, n. 431 (inv. provv. Museo: 1) - (neg. 1139 - inv. n. 55559).

Genere: acquerelli.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (Castelfranco Veneto, 1899 - 1967), firmata in basso a sinistra.

Soggetto: Veduta del castello di Castelfranco.

Epoca: Materia: acquerello su cartoncino. Misure: mm. 310 x mm. 450 (mm. 350 x mm. 255) - (mm. 310 x mm. 350). Iscrizioni: sul recto, in basso a sinistra: Gherri Moro n. 6. Stato di conservazione: buono. Esposizioni: Bibliografia: Provenienza: Biblioteca Comunale, Castelfranco Veneto (?).

Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV),  Biblioteca, Ufficio Direttore 31.12.1981 (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: donazione Elvira Gherri Moro. Dati scheda: compilatore: Giacinto Cecchetto, 13 luglio 1988. tipo:     -  n. cat.: Cod. univ. reg.:     -  Ente sched.: Inv. n. Bibl. Com.: non invent. (inv. provv. Museo: 11).

Genere: sculture.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (Castelfranco Veneto, 1899 - 1967), firmata sul basamento.

Soggetto: Maternità.

Epoca: 1950 (?), datata sul basamento. Materia: gesso. Misure: alt. cm. 75.

Iscrizioni: sul basamento, sul retro, in basso a destra: B. Gherri Mo­ro 50.

Stato di conservazione: discreto. Esposizioni: Bibliografia: Provenienza: Biblioteca Comunale, Castelfranco Veneto (?). Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV), deposito  in  Casa di Giorgione (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: donazione Elvira Gherri Moro.

Dati scheda: compilatore: Giacinto Cecchetto, 12 luglio 1988. tipo:     -  n. cat.: Cod. univ. reg.:     -  Ente sched.: Inv. n. Bibl. Com.: non invent. (inv. provv. Museo: 18).

Genere: dipinti.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (Castelfranco Veneto, 1899 - 1967), firmata in basso a destra.

Soggetto: San Moisè a Venezia.

Epoca: datato in basso a destra: 1957. Materia: olio su tela (?). Misure: cm.    x cm.   .

Iscrizioni: sul recto, in basso a destra, in corsivo: B. Gherri-Moro / Venezia 57.

Stato di conservazione: buono (?). Esposizioni: Bibliografia: Provenienza: Biblioteca Comunale, Castelfranco Veneto (?). Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV), depodito in Casa di Giorgione (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: donazione Bruno Gherri Moro, 1967 (?). Dati scheda: compilatore:

Genere: sculture.

Autore: BRUNO GHERRI MORO (Castelfranco Veneto, 1899 - 1967).

Soggetto: Cavallo.

Epoca: databile verso la metà del XX secolo. Materia: bronzo (?). Misure: cm.    x cm.   . Iscrizioni:

Stato di conservazione: buono (?). Esposizioni: Bibliografia: Provenienza: Biblioteca Comunale, Castelfranco Veneto (?). Ubicazione: Castelfranco Veneto (TV), deposito in Casa Giorgione (proprietà Comune di Castelfranco Veneto). Note: donazione Bruno Gherri Moro, 1967 (?). Dati scheda: compilatore:

PANNELLO N. 13

Ricco di una quindicina di opere è il nucleo dei lavori di Bruno Gher­ri Moro, artista eclettico preoccupato sempre di stare al passo coi tempi carpendo spunti, talvolta diretti, da molte delle più importanti personalità che hanno caratterizzato cinquant'anni di arte visiva eu­ropea. Egli stesso donò le sue prime due opere al Museo già nel 1933. Con l'attuazione del testamento olografo, avvenuta nel 1985, vennero infine acquisiste una decina di altre sue opere. La vedova dell'arti­sta, nel 1973, donò alla città altri tre lavori, tra cui la bella Ma­ternità eseguita in gesso, ma modellata per essere poi fusa in bronzo. Grazie sempre al lascito testamentario del 1967, la Raccolta venne in possesso di numerose altre opere antiche e moderne. Oltre ai sei di­pinti esposti in Casa di Giorgione (cat. 41, 50, 55, 58, 65, 70), di particolare interesse sono la tavoletta di De Pisis, donatagli nel 1947, il disegno di Severini e la piccola tempera su carta di Saetti.

173. Bruno Gherri Moro, Autoritratto, 1949; olio su tela; 115 x 80 cm.

174. Bruno Gherri Moro, Paesaggio agreste veneto, 1948; olio su tela; 55 x 46 cm.

175. Bruno Gherri Moro, La chiesa di San Moisè a Venezia, 1957; olio su tela; 80 x 60 cm.

176. Bruno Gherri Moro, San Francesco d'Assisi, 1933 ca.; terracotta verniciata; 32,1x15x12,5 cm ca.

177. Bruno Gherri Moro, Maternità, 1950; gesso; 75 x 33 x 23 cm ca.

178. Bruno Gherri Moro, Crocifissione, 1959 ca.; tecnica mista e mo­saico vitreo; 152 x 94,5 cm.

179. Bruno Gherri Moro, Battesimo di Cristo, 1963; fusione in zinco; 38,5 x 32,5 x 4,5 cm ca.

180. Bruno Gherri Moro, Due cavalli, 1966; bronzo; 29 x 32,5 x 12 cm ca.

Bottega di Tiziano (copia da) (inizi del XVII secolo) 41. Madonna col Bambino e San Giovannino. Olio su tela; 92,2 x 74,8 cm (Schedatura 1990 n. 137/OA)

Il dipinto, assieme ad altre 19 opere, entra nella Raccolta Comunale nel 1985 con l'attuazione del testamento olografo del novembre 1965 di Bruno Gherri Moro. I dipinti antichi appartenuti al pittore possono provenire, almeno in parte, dalla distrutta casa della famiglia Rossi-Moresco in borgo Pieve. Nell'elenco delle opere riportate dal testa­mento, questa tela viene data dal Gherri Moro a Palma il Giovane. At­tribuzione che continua ad essere riportata in alcuni altri successivi documenti del Museo.

Un vecchio restauro, oltre al rifodero e a cospicue ridipinture sulle parti danneggiate, ne aveva aumentato le dimensioni in larghezza per mezzo dell'applicazione di fasce di tela alle estremità. Il restauro del 1986 ha riportato il dipinto alle sue dimensioni originali. Rifo­derato, consolidato e pulito da vecchie vernici ingiallite e da ridi­pinture debordanti, attraverso la reintegrazione pittorica col metodo della selezione cromatica sono state coperte le diffuse cadute di co­lore e le abrasioni, localizzate in modo particolare sulla figura del San Giovannino. L'attuale stato di conservazione ne consente comunque una lettura stilistica e qualitativa che esclude la vecchia attribu­zione al Palma, nonostante l'opera sia comunque riferibile ad un pit­tore veneto contemporaneo al maestro. In realtà si tratta, come ha in­dividuato Fabio Mondi, di una copia piuttosto fedele del dipinto della bottega di Tiziano (inv. n. 1697), dalle dimensione leggermente mag­giori, conservato oggi nei depositi degli Uffizi a Firenze (cfr. Ti­ziano nelle Gallerie fiorentine, 1978, n. 61). Il dipinto, nel secolo scorso, è stato riprodotto da Francesco Marchissi in una incisione raffigurante le opere appese ad una parete della Tribuna della allora Reale Galleria di Firenze, dove appare accanto a numerosi lavori di Raffaello (cfr. Raffaello a Firenze, 1984, p. 215, fig. 97). Rispetto all'originale, l'unica differenza di notevole rilevanza nella nostra tela è la mancanza della teoria di cherubini che circonda le figure. Il copista sembra comunque mostrare, nella tecnica pittorica impiega­ta, oltre ai riferimenti tizianeschi non solo nell'iconografia, anche contatti con la pittura di matrice veronesiana e, per certi aspetti, pure bassanesca.

Provenienza: lascito Bruno Gherri Moro, 1985. Restauri: Sudio Emmebi, 1986.

Bruno Gherri Moro (Castelfranco Veneto, 1899 - Sion, 1967) 173. Autoritratto, 1949. Olio su tela; 115 x 80 cm (Schedatura 1990 n. 230/OA)

Con l'attuazione del testamento olografo del 9 novembre 1965, avvenuta nel 1985, il Comune venne in possesso di un cospicuo numero di opere antiche e contemporanee, tra le quali diverse dello stesso Gherri Mo­ro; ecco quelle da egli eseguite e che voleva donare, così come risul­ta dal testamento: <<Il ritratto di mia moglie e quello mio con tavo­lozza, opere mie; La chiesa di San Moisè (Gherri Moro); Una Crocifis­sione (Zingoverde) del Gherri Moro; Il Toro (zinco) del Gherri Moro; Il Battesimo di Cristo (zinco) del Gherri Moro; La Crocifissione (in latta di zinco) del Gherri Moro; Il Cristo Mosaico (esposto alla IV Internazionale d'Arte Sacra a Novara) del Gherri Moro - Al Duomo di Castelfranco Veneto>>. Altre due opere furono donate dall'artista al Museo già nel 1933 (si veda la scheda n. 176); mentre l'ultima dona­zione di opere del Gherri Moro venne fatta dalla moglie, che nel 1973 lasciò alla città di Castelfranco, oltre al dipinto qui presentato, altri due lavori (si vedano le schede nn. 177, 178). Alla Biennale di Venezia del 1948 Gherri Moro espose un dipinto ad olio indicato come Pittore con la maschera (XXIV Biennale di Venezia, 1948, p. 159), del quale quello qui presentato potrebbe essere una variante; tuttavia non si esclude la possibilità che il quadro sia lo stesso, rimaneggiato successivamente.

L'autoritratto, in discreto stato di conservazione, coglie l'autore a tre quarti di figura mentre suona la chitarra con lo sguardo rivolto allo spettatore; sulla sinistra una grande tela; sullo sfondo, in bas­so verso il centro, una maschera. Gherri Moro si raffigura con la chi­tarra per alludere ad un'altra sua grande passione: la musica. Infatti a Parigi, musica poesia e canto, assieme al sua fare spiritoso e pieno di brio, lo fecero diventare una vera e propria vedette. L'opera è ben risolta nella composizione, ma quel che indubbiamente più affascina è il colore, steso a pennellate di tocco e vibranti che si esaltano in cromatismi vivaci e contrastati dal sapore decisamente parigino e dal fascino ancora di vie bohémienne, come sembra voglia alludere l'ambi­gua maschera rossa. Sull'esempio della lezione ricevuta da De Pisis, la sua pittura, in opere come questa, si libera in interpretazioni che danno vita ad un linguaggio che è proprio dell'artista, che lo carat­terizza e che lo rende riconoscibile a primo acchito.

Bruno Gherri Moro fu un artista eclettico, ma questa fu anche una del­le sue maggiori qualità, perché gli permise di vivere, assimilare ed elaborare, talvolta con soluzioni, come abbiamo visto per questa tela, del tutto personali ed originali, gran parte delle tendenze artistiche più importanti di oltre cinquant'anni di pittura europea.

Provenienza: dono Elvira Gherri Moro, 1973.

Bibliografia: Mondi M., 1993, p. 36; Targhetta P., 1995-96, pitture, n. 76.

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174. Paesaggio agreste veneto, 1948. Olio su tela; 55 x 46 cm (Schedatura 1990 n. 231/OA)

Quando Bruno Gherri Moro, allontanatosi da Parigi a causa dello scop­pio della Seconda Guerra Mondiale, si stabilì in Svizzera, iniziò a passare, a scadenze piuttosto regolari, lunghi periodi dell'anno nella natia Castelfranco, andando spesso a dipingere in campagna e, tra gli altri luoghi, ovviamente anche a Venezia. La frequentazione della città lagunare lo avvicinò nuovamente a quel gruppo di artisti che, all'approssimarsi degli anni Cinquanta, continuavano a portare avanti la pittura di tradizione capesarina e buranella. Questa tela, infatti, dipinta nel 1948, è una testimonianza di tale avvicinamento, tanto nel modo in cui è concepita la composizione e steso il colore, seppure ri­mane una eco dell'immancabile influenza depisissiana, quanto nel sog­getto che, come il titolo stesso avverte, vuole dare uno scorcio ge­nuino della poesia, quasi senza tempo, di un paesaggio agreste veneto.

L'opera fu esposta nel 1948 al Premio Nazionale di Pittura e di Scul­tura "Città di Milano".

Provenienza: eredi Bruno Gherri Moro (?).

Bibliografia: Premio Nazionale di Pittura e Scultura "Città di Milano", Milano 1948; Mondi M., 1993, p. 21, fig. V; Targhetta P., 1995-96, pitture, n. 71; Atelier Gherri-Moro, 1997, p. 14.

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175. La chiesa di San Moisè a Venezia, 1957. Olio su tela; 80 x 60 cm (Schedatura 1990 n. 232/OA)

Per la provenienza di questo dipinto, in discreto stato di conserva­zione, si veda quanto detto nella prima scheda dedicata a Bruno Gherri Moro.

Tra la fine degli anni Quaranta e per tutta una buona parte degli anni Cinquanta, Bruno Gherri Moro, sempre preoccupato di stare al passo con i tempi, quindi cercando di carpire quanto più possibile da ciò che altri artisti andavano facendo in quel periodo, subisce il fascino delle opere che andava creando l'amico Gino Severini sulla base di una propria particolare rielaborazione delle esperienze cubiste. In alcuni dipinti di quel momento, scompone anch'egli le figure e gli oggetti, li semplifica nella forma e nel colore, dando così vita a composizioni per molti aspetti affascinanti. Al contempo, porta avanti, in una fu­sione tra le esperienze parigine fatte sulle opere dell'Impressionismo e delle avanguardie storiche, ma soprattutto anche di Utrillo e di Marquet, e quelle della pittura veneta di stampo capesarino, una pit­tura dal carattere più tradizionale. E' il caso di questa chiesa di San Moisè, colta frontalmente nelle sue linee architettoniche portanti che ne semplificano la facciata quasi privandola di quella forte, e forse unica a Venezia, ridondanza barocca che la caratterizza. La schematizzazione deve certo anche alle quasi contemporanee esperienze nella direzione di Severini, ma il colore steso ad ampie campiture piatte, nell'armonia della tonalità, rimanda alle esperienze parigine e depisissiane mescolate a quelle dei pittori legati a Burano.

Provenienza: lascito Bruno Gherri Moro, 1985.

Bibliografia: Mondi M., 1993, p. 30, fig. VIII; Targhetta P., 1995-96, pitture, n. 106.

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176. San Francesco d'Assisi, 1933 ca. Terracotta verniciata; 32,1 x 15 x 12,5 cm ca. (Schedatura 1990 n. 71/OA)

L'opera, in discreto stato di conservazione a causa delle sua fragi­lità, viene donata direttamente dall'artista al Museo di Castelfranco Veneto, assieme al dipinto Testa di donna, nell'estate del 1933.

Raffigura San Francesco d'Assisi in piedi mentre, con una mano al pet­to, porge l'altra, con il palmo rialzato, verso il basso e reclina la testa in quella direzione, forse alludendo ad una pausa di ristoro du­rante la predica agli uccelli. Datata sulla base <<1933>>, che dovreb­be essere l'anno della sua esecuzione, ci attesta che Bruno Gherri Mo­ro iniziò presto a dedicarsi alla scultura, e con una sua qualità nell'esecuzione plastica e coloristica: si osservi com'è modellato il saio e l'effetto che l'insieme riceve dalla verniciatura.

Provenienza: dono dell'artista, 1933.

Bibliografia: Mondi M., 1993, p. 14, fig. IV; Atelier Gherri-Moro, 1997, p. 12.

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177. Maternità, 1950. Gesso; 75 x 33 x 23 cm ca. (Schedatura 1990 n. 233/OA)

Per la provenienza di questa scultura, in discreto stato di conserva­zione a causa della sua fragilità, si veda quanto detto nella prima scheda dedicata a Bruno Gherri Moro. L'opera venne donata a patto che, il Comune, la fondesse in bronzo.

Datata sul basamento <<1950>>, ed esposta in Italia alla Terza Mostra provinciale di arte contemporanea della città di Treviso nel 1956 ed alla personale tenuta presso la Galleria S. Stefano di Venezia l'anno successivo, la Maternità di Gherri Moro rappresenta certo uno dei suoi più alti raggiungimenti scultorei. La figura femminile s'innalza col corpo quasi come un totem sacro dal ritmo rigorosamente chiuso, atto ad esaltarne le rotondità femminili del corpo nudo e quella tenue, quasi religiosa, del rigonfiamento del ventre. La testa vien fatta re­clinare leggermente indietro facendo alzare obliquamente il volto con un movimento tortile, conferendo così all'insieme un silenzioso senso di rispetto, che è al contempo gioia e dolore. L'attenzione di Gherri Moro in scultura, come in pittura, è aperta a trecentosessanta gradi; non rifiuta nulla perché tutto può tornargli utile, come in questo ca­so gli son tornate utili le esperienze del primitivismo africano ed europeo, e quelle delle forme surreali o tormentate di Moore e Arp. L'estrema levigatura della superficie è un chiaro avvertimento che fin dall'inizio l'opera è stata concepita per essere fusa in una lega me­tallica.

Provenienza: dono Elvira Gherri Moro, 1973.

Bibliografia: Terza Mostra provinciale..., catalogo, 1956; Scarpa G.B., 1956; Galle­ria S. Stefano, 1957, p. 3; "Italy in America", 1960 (?), p. 40; Mondi M., 1993, p. 36, fig. X; Targhetta P., 1995-96, sculture, n. 1; Ate­lier Gherri-Moro, 1997, p. 11.

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178. Crocifissione, 1959 ca. Tecnica mista e mosaico vitreo; 152 x 94,5 cm (Schedatura 1990 n. 234/OA)

Per la provenienza di questa opera, in buono stato di conservazione, si veda quanto detto nella prima scheda dedicata a Bruno Gherri Moro.

I soggetti religiosi hanno, soprattutto nelle arti plastiche, sempre affascinato l'artista, e furono tra i suoi soggetti preferiti anche per vetrate e mosaici. Quest'opera, esposta alla IV Internazionale d'Arte Sacra di Novara del 1959, anno intorno al quale può essere da­tata, è un mosaico vitreo a tecnica mista ma al tempo stesso quasi una scultura. Forse anche più che in tante opere pittoriche, in lavori co­me questi Gherri Moro si mostra capace di creare immagini affascinanti e che pur incutono rispetto e senso religioso. L'immagine del Cristo in croce si erge sofferente nello schematismo che fa della composizio­ne una vera e propria architettura bidimensionale, dove la luce, che deve venire da dietro come in una vetrata, ed il colore vengono a dar vita e sacralità all'opera.

Provenienza: dono Elvira Gherri Moro, 1973.

Bibliografia: IV Internazionale d'Arte Sacra, 1959, p. 72, n. 197.

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179. Battesimo di Cristo, 1963. Fusione in zinco; 38,5 x 32,5 x 4,5 cm ca. (Schedatura 1990 n. 235/OA)

Per la provenienza si veda quanto detto nella prima scheda dedicata a Bruno Gherri Moro. L'opera si presenta in discreto stato di conserva­zione ed è firmata e datata sulla base: <<Gherri Moro 63>>.

Negli anni Sessanta l'attività scultorea di Bruno Gherri Moro si fa particolarmente feconda e, tra le varie esperienze figurative dalle quali prende spunto per i suoi lavori, un importante punto di riferi­mento fu lo scultore trevigiano Arturo Martini. In quest'opera, infat­ti, il plasticismo di certe sculture del trevigiano sembra stare alla base del modo di modellare la figura del Battista che battezza il Cri­sto. Tuttavia, come spesso accade in Gherri Moro, l'interpretazione si riscatta trovando una sua originalità e personalità che, in questo ca­so, sembra consistere nel costruire bidimensionalmente, quasi come in un basso rilievo, la struttura piramidale della composizione ed accen­tuarla, da un lato, attraverso l'incrociarsi delle gambe divaricate, attraverso il movimento delle braccia e la presenza dell'animale e del tronco ai lati esterni; dall'altro, attraverso i vuoti creati, che de­vono essere letti unitamente e unitariamente con il resto dell'opera.

Provenienza: lascito Bruno Gherri Moro, 1985.

Bibliografia: Gherri Moro peintre-sculpteur, 1963 (?), p. 12; Atelier "Gherri-Moro", s.d., p. 11; Mondi M., 1993, p. 8, fig. II; Atelier "Gherri-Moro", 1994, p. 19; Atelier Gherri-Moro, 1997, p. 25.

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180. Due cavalli, 1966. Bronzo; 29 x 32,5 x 12 cm ca. (Schedatura 1990 n. 236/OA)

Anche quest'opera, in discreto stato di conservazione, raffigurante un cavallo e un puledro, e datata sulla base <<1966>>, mostra un Bruno Gherri Moro scultore con una sua qualità. Qualità di plasmare le forme degli animali non curandosi tanto della loro resa realistica ed anato­mica, quanto piuttosto di farli rivivere nella composizione, che pare studiata nei movimenti delle membra e dei corpi per dare all'insieme un ritmo aperto ed aggraziato, suggerendo così quel senso di libertà e di eleganza che i cavalli suscitano nell'uomo.

Provenienza: eredi Bruno Gherri Moro, 1985.

Bruno Gherri Moro (Castelfranco Veneto, 1899 - Sion, 1967) 28. Ritratto di donna, 1932. Olio su tela; 47 x 38 cm (Schedatura 1990 n. 24/OA)

29. Ritratto della signora Angela, 1936. Olio su tela; 47 x 39 cm (Schedatura 1990 n. 18/OA)

30. Autoritratto. Olio su tela; 61 x 46,7 cm (Schedatura 1990 n. 21/OA)

Bruno Gherri Moro (Castelfranco Veneto, 1899 - Sion, 1967) 60. Allegoria della città di Castelfranco, 1959. Cemento; 160 x 100 x 25 cm. ca. (Schedatura 1990 n. 303/OA)

61. Cavallo, 1962. Gesso dipinto; 28 x 34 X 11 cm ca. (Schedatura 1990 n. 304/OA)

62. Crocifissione. Latta di zinco, legno e ferro; 100 x 37,5 X 15 cm ca. (Schedatura 1990 n. 305/OA)

63. Figura antropomorfa. Latta metallica; 42 x 30 cm ca. (Schedatura 1990 n. 306/OA)

Bruno Gherri Moro (Castelfranco Veneto, 1899 - Sion, 1967) 164. Veduta di Castelfranco con la torre dei "morti". Acquerello su carta; 335 x 245 mm ca. (Schedatura 1990 n. 214/D)

165. Paesaggio di città, 1960. Pennarelli colorati su carta; 230 x 310 mm ca. (Schedatura 1990 n. 215/D)

 

Mostra personale di Bruno Gherri Moro, catalogo-opuscoletto a cura della Galleria S. Stefano, Venezia, Galleria S. Stefano, 12-25 ottobre 1957, Venezia, 1957.

Bruno Gherri Moro (Pittore e Scultore), in "Italy in America", Napoli, 1960 (?).

Primo Premio di pittura Giorgione-Poussin, catalogo della mostra, Ca­stelfranco Veneto, Palazzo Bolasco, 3-17 settembre 1961, Cittadella, 1961.

BCCV, AMCCV, Articoli di giornali relativi al Primo premio di pittura Giorgione-Poussin, 1961.

BCCV, AMCCV, Documentazione relativa al Primo premio di pittura Gior­gione-Poussin, 1961.

Gherri Moro peintre-sculpteur, Sion (?), 1963 (?).

Il paesaggio veneto - Secondo Premio biennale di pittura Giorgione per artisti contemporanei, catalogo della mostra, Castelfranco Veneto, Pa­lazzo Bolasco, 25 agosto - 30 settembre 1963, Cittadella, 1963.

BCCV, AMCCV, Articoli di giornali relativi a Il paesaggio veneto, Se­condo Premio biennale di pittura Giorgione per artisti contemporanei, 1963.

BCCV, AMCCV, Documentazione relativa a Il paesaggio veneto, Secondo Premio biennale di pittura Giorgione per artisti contemporanei, 1963.

BCCV, AMCCV, Documentazione relativa al lascito testamentario del 1967 di Bruno Gherri Moro, e sua attuazione.

BCCV, AMCCV, Documentazione relativa alla donazione della signora El­vira Gherri Moro, 1973.

Atelier Gherri-Moro, Le peintre-sculpteur Gherri-Moro, Venthône (Sviz­zera), s. d. [1992 - ?].

Mondi M., Gherri Moro, in "Abitare la Castellana", Castelfranco Vene­to, ottobre 1993, pp. 36-41.

Mondi M., Bruno Gherri Moro (1899 - 1967), Venthône (Svizzera), 1993.

Atelier Gherri-Moro, Le peintre-sculpteur Gherri-Moro, Venthône (Sviz­zera), 1994.

Targhetta P., Bruno Gherri Moro pittore, scultore, decoratore (1899-1967), tesi di laurea, rel. prof. Brusatin M., Università degli Studi di Venezia, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Lettere ad Indirizzo Artistico, a. a. 1995-96.

Atelier Gherri-Moro, Le peintre-sculpteur Gherri-Moro, Venthône (Sviz­zera), 1997.

 

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