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Opere della Collezione della Banca Popolare di Castelfranco Veneto

(ora Banca Popolare di Vicenza)

Catalogo e mostra a cura di Marco Mondi

 

 

Scheda opera

(cliccare sull'immagine per ingrandirla)

OPERE DELLA COLLEZIONE DELLA BANCA POPOLARE DI CASTELFRANCO VENETO – BANCA POPOLARE DI VICENZA - NOÈ BORDIGNON, LA PAPPA AL FOGO

Noè Bordignon

(Castelfranco Veneto, 1841- San Zenone degli Ezzelini, 1920)

18. La pappa al fogo, 1895 ca.

Olio su tela; 155x215 cm

L'istituzione della Biennale veneziana, nel 1895, rappresentò, non solo per l'arte locale, un evento di straordinaria importanza. Fu, in assoluto, giustamente definita <<la prima apertura dell'arte italiana in uno spazio europeo>>. Già il Consiglio comunale veneziano del 19 aprile 1893, aveva deliberato la sua creazione. Quando Noè Bordignon dipinse La pappa al fogo, non si può credere non l'avesse concepita per presentarla alla Biennale. Per il pittore, infatti, era un'importante occasione per avere, finalmente, la meritata riconoscenza ufficiale della sua attività d'artista. Una conferma indiretta ce la dà il Bordignon stesso, nel manoscritto autografo della Biblioteca Comunale di Castelfranco, riportando, sotto il promemoria dell'invio del dipinto alla commissione d'accettazione, le sentite parole <<barbaramente respinto>>. Il motivo non deve certo ricercarsi nelle qualità artistiche del dipinto, quanto piuttosto nelle "gelosie" di vario genere che caratterizzavano la cultura figurativa veneziana di quegli anni. La medesima fonte ci informa ancora che l'opera venne allora inviata a Roma e ci fa capire che l'artista stesso la considerava la più importante tra quelle riportate nel manoscritto, valutandola ben 30.000 lire, molto più di ogni altro quadro. Altre fonti ci fanno sapere che il dipinto fu in seguito presentato a Milano e a Parigi, venendo premiato come uno degli esempi più prestigiosi della pittura italiana dell'epoca. Ed in realtà si tratta di un vero capolavoro, non solo della produzione dell'artista ma dell'intera pittura dell'entroterra veneto, che vide, a partire dagli anni Ottanta, il deciso affermarsi di quel verismo vernacolare che, nell'ambito del Realismo, rappresentò uno dei più genuini e sentiti filoni figurativi a livello nazionale. La tela raffigura l'interno di una cucina dove la giovane madre e i due figlioletti sono ritratti nell'intimità della loro umile vita quotidiana. Pittoricamente tutto è esemplare, ineccepibile, di alta qualità, sia formale che compositiva, nel disegno e nel colore; tutto è degno dei grandi maestri dell'epoca, da Segantini a Luigi Nono. L'ambientazione evidenzia povertà e miseria, che erano in quegli anni disagiata condizione di vita per molte famiglie della terra veneta; e nella rappresentazione non vi è immaginazione o enfatica volontà di letteraria ostentazione. Non vi è nemmeno drammaticità, né rassegnazione, e neanche intento polemico nel presentare una realtà che pur ha una sua dimensione sociale, politica anche, nella direzione di quel cattolicesimo che trovò il suo punto di riferimento nella Rerum Novarum (1891) di Leone XIII, nell'ambito cioè di un pensiero cristiano-sociale attento alle condizioni di vita della classe contadina. La giovane e bella madre è intenta nel proprio lavoro, che verrebbe quasi da definire "istituzionale": accudire i figli, educarli, nutrirli, vestirli, accudire la casa, accudire la famiglia. La bambina attende che la "pappa" sia pronta e, composta, osserva la madre: impara. Il bambinetto non resiste, non ha la pazienza di aspettare, assaggia la "pappa": ma a lui è consentito perché, sebbene piccolo, è pur uomo, e la società rurale è, fondamentalmente, una società patriarcale. La cucina è un tugurio, e tutto lo sottolinea: il pavimento, le pareti, i pochi mobili, ogni piccolo oggetto e la stessa luce, che Bordignon vuole soffusa, rivelatrice solo attraverso la penombra, pian piano, senza irruenze; una luce che dà il ritmo del tempo, un adagio, con la quale l'opera vuole essere ammirata... e capita. Non ha nulla di monumentale, eppure può essere considerata un monumento alla tradizione "liturgico-rurale" del nostro entroterra. Attraverso cosa, Bordignon, giunge a tanta arte? E' l'amore profondo, il sentimento forte, incorrotto, che lega l'artista alla propria terra; che lega l'artista alla stessa tradizione pittorica della propria terra: andando indietro nel tempo si arriva a pensare ai Bassano, e addirittura a Giorgione, quando, alla fine del secolo scorso la Madonna della Pala si credeva la Cecilia, una popolana, l'amante di Giorgione. E a ben guardare il dipinto, la quotidianità che in esso, con partecipazione, vi è raffigurata ha tutto il sapore, la dignità e la semplicità della sacralità del rito religioso: quella povertà, quella miseria esteriore è trasformata in ricchezza spirituale, e l'attesa, nel paziente ed umile lavoro, è il patrimonio morale che porta al di là della semplice resa realistica, che, semmai, senza il bisogno di ricorrere ad alcuna forma di enfasi o di retorica, fa del realismo quasi una fonte simbolica, allusiva ad un <<presepio laico>>, come l'ha definita Paolo Rizzi. L'intima ricchezza, contrapposta alla povertà esteriore, è quella della dignità cristiana del ruolo della famiglia, e più ancora della dignità del ruolo sociale della donna alla quale spetta, anche nelle vesti più umili, il compito di essere "Madre tessitrice" del focolare domestico; e questo forse in risposta, o in alternativa, a quella femme fatale che anche a Venezia, in questi anni, cominciava ad imporsi con forza.

Bibliografia: Noè Bordignon, senza titolo, s.d., Castelfranco Veneto, Biblioteca Comunale, MS. autografi alla voce "Bordignon Noè; <<La pappa al fogo>> di Noè Bordignon, in "Illustrazione italiana", 1900, XXVII, VII, pp. 325-334; Wolf Ferrari T., La morte di Noè Bordignon, in "Il Risorgimento", 7 gennaio 1921; Bordignon Favero G., Castelfranco Veneto e il suo territorio nella storia e nell'arte, Cittadella, 1975, vol. I, pp. 248-249, fig. 51; Bordignon Favero G., I palazzi Soranzo Novello e Spinelli Guidozzi in Castelfranco Veneto, Cittadella, 1981, pp. 81, 82, fig. n. 43; Noè Bordignon (1841-1920), catalogo a cura di Rizzi P., mostra itine­rante, 1982-1983, Venezia, 1982, pp. 15-16, 24, 48-49, 93-96, fig. in copertina e a p. 49; Stefani O., L'arte di Noè Bordignon, Treviso, 1986, pp. 63-78, 130, 147, fig. a p. 130; Opere dell'Ottocento veneto, catalogo a cura di Rizzi P., Castelfranco Veneto, Galleria del Teatro Accademico, 23 settembre - 22 ottobre 1995, Formigine (MO), 1995, pp. 22-23, 67, fig. a p. 23; Guadioso P., Il collezionismo delle banche nel Veneto - La Banca Popolare Vicentina, tesi di laurea, rel. prof. Puppi L., Università degli Studi di Venezia, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Lettere, a. a. 1995-96, pp. 86-87.

 

 

Opere della Collezione della Banca Popolare di Castelfranco Veneto di Marco Mondi

 Schede opere di Marco Mondi

Indice opere:

Pittore veneto della fine del XV secolo, Conversazione di Maria con i santi Antonio Abate e Girolamo, 20, 21.

Felice Riccio, detto il Brusasorci, bottega di, Deposizione nel sepolcro con la Maddalena, 22, 23.

Francesco Bassano, bottega di, Allegoria dell'aria, 24, 25.

Nicolò Bambini,  La vittoria di David, 26, 27.

Nicolò Bambini, Rebecca ed Eliezer al pozzo, 28, 29.

Nicolò Bambini, Il ritrovamento di Achille tra le figlie di Licomede, 30, 31.

Nicolò Bambini, Sofonisba che riceve il veleno da Massinissa, 32, 33.

Johann Richter, Piazza San Marco, 34, 35.

Luca Carlevarijs, Chiesa Patriarcale di S. Pietro di Castello, 36, 37.

Luca Carlevarijs, Faciata della Scuola di S. Teodoro, 36, 37.

Luca Carlevarijs, Procuratie Nove in Piazza di S. Marco, 36, 37.

Luca Carlevarijs, Facciata interiore del Palazzo Ducale, 36, 37.

Giuseppe Zais, Paesaggio, 38, 39.

Andrea Porta, Paesaggio, 40, 41.

Andrea Porta, Paesaggio, 42, 43.

Noè Bordignon, Ritratto femminile, 44, 45.

Noè Bordignon, Ritratto maschile, 44, 45.

Noè Bordignon, La pappa al fogo, 46, 47.

Noè Bordignon, Ritratto di bambina, 48, 49.

Noè Bordignon, Ritratto di bambino, 48, 49.

Bruno Gherri Moro, Ritratto del senatore Luigi Luzzati, 50, 51.

Bruno Gherri Moro, Paesaggio d'Evolène, 52, 53.

Bruno Gherri Moro, Castelfranco Veneto che scompare, 54, 55.

Luigi Stefani, Donna che legge, 56, 57.

Luigi Stefani, Castelfranco Veneto, Corso XXIX Aprile con neve, 58, 59.

Pittore anonimo, Canzone, 60, 61.

Mario Disertori, Autunno sui colli, 62, 63.

Bruno Saetti, Sole a Venezia, 64, 65.

Tancredi Parmeggiani, Composizione astratta, 66, 67.

 

IN COSTRUZIONE

 

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Specializzazione: lo Studio espone in permanenza quadri antichi e moderni (soprattutto di artisti veneti), arte, antichità ed antiquariato. Effettua compravendite di quadri, consulenze d'arte, ricerche artistiche, stime e perizie d'arte. Esegue testi storico critici, organizza e cura mostre e catalogazioni per conto di privati, Pubbliche Istituzioni, Associazioni Culturali ed Enti Pubblici e Privati. Per ricerche in corso, si invitano i possessori di opere e documenti di artisti di Castelfranco Veneto ed attivi in città a contattare lo Studio. Per avere informazioni su altre opere di artisti presenti a Castelfranco Veneto e nel suo territorio, contattare la Galleria. Si acquistano opere di Castelfranco Veneto e nel suo territorio dopo averne esaminato preventivamente le foto (Castelfranco Veneto e nel suo territorio).

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